[O.T.] Londra
Moderatori: Super Zeta, AlexSmith, Pim, Moderatore1
- Er Monnezza
- Impulsi superiori
- Messaggi: 1145
- Iscritto il: 20/01/2005, 23:25
Un pericolo chiamato Londonistan
di Giovanni Porzio
18/7/2005
Abu Hamza al-Masri, imam della moschea di Finsbury Park, dove la polizia ha trovato armi, passaporti falsi e tute nbc. Oggi Abu Hamza è in prigione a Belmarsh.
è dalla capitale inglese e dai suoi centri islamici radicali che viene la maggior parte degli attentatori. Compresi quelli che hanno eseguito la strage del 7 luglio.> Forum
Prima o poi sarebbe toccato a Londra. Se lo aspettavano tutti, ma se lo aspettava soprattutto John Stevens, l'ex capo di Scotland Yard da pochi mesi in pensione, che nei giorni della strage di Madrid dichiarò senza mezzi termini: «Un attacco nella capitale è inevitabile». Il coinvolgimento delle truppe britanniche nella guerra in Iraq, il sostegno incondizionato alla Casa Bianca e il silenzio del Foreign Office sulla sanguinosa repressione russa in Cecenia hanno contribuito a inquadrare Londra nel mirino di Al Qaeda. Ciò che pochi si aspettavano è che a perpetrare l'attentato alla metropolitana e al bus della linea 30 fosse una cellula locale, composta da kamikaze e militanti con passaporto britannico. Una prova di come Londra sia diventata negli anni la principale base logistica, finanziaria e operativa del terrorismo islamico in Europa.
L'ultimo rapporto dell'Mi5(«Young muslims and extremism») descrive una rete di integralisti che recluta adepti tra i musulmani della media borghesia nelle università e nei college, soprattutto fra gli studenti con qualifiche tecniche e professionali; e indica in almeno 16 mila il numero di potenziali terroristi (tra questi «alcune centinaia disposti a commettere attentati») su una popolazione di 1,6 milioni di musulmani. Il rapporto sottolinea che i giovani militanti sono in gran parte «naturalizzati e residenti in Gran Bretagna, provenienti dal Medio Oriente e dal Nord Africa», ma anche «inglesi di seconda e terza generazione» e «cittadini britannici convertiti all'Islam in età adulta»
Il fenomeno è di vastissime proporzioni. Per fronteggiarlo il governo ha investito milioni di sterline nell'intelligence e nelle forze di sicurezza (entro il 2008 lo staff dell'Mi5 sarà aumentato del 50 per cento fino a contare 3 mila agenti). Negli ultimi cinque anni sono stati sventati non meno di otto attentati contro obiettivi civili, mentre la polizia ha compiuto oltre 700 arresti. Ma, come avverte il direttore del controspionaggio Eliza Manningham-Buller, «non sarà facile smantellare la rete del terrore». Da almeno dieci anni Londra, con la sua proverbiale tolleranza etnica e religiosa, con la sua tradizione di terra d'asilo, è un centro di propaganda e di arruolamento per la guerra santa predicata dagli imam salafiti nelle moschee e diffusa in centinaia di siti web accessibili nelle biblioteche pubbliche alla modica tariffa di 50 pence l'ora. Siti che spiegano le tattiche di guerriglia urbana, l'uso delle armi e degli esplosivi, la preparazione di veleni da iniettare nei cibi al supermarket. O che mostrano l'esecuzione degli ostaggi stranieri in Iraq e gli attacchi dei kamikaze in Israele. A Londra, dove si pubblicano più giornali in arabo che in tutto il resto del mondo e sono rappresentate 250 organizzazioni islamiche, i gruppi radicali sauditi, algerini, yemeniti, marocchini, ceceni, uzbeki, pachistani hanno potuto installare i loro quartier generali, pubblicare giornali e bollettini, rastrellare fondi.
La City è un colossale centro finanziario con enormi flussi di capitale, 490 banche straniere, una borsa in cui sono quotate più di 500 società di 60 paesi. è impossibile controllare le somme in denaro «a scopo benefico» che transitano da conti cifrati di Losanna o di Zurigo. A Londra, in Berkeley street 19, è domiciliata la filiale europea della società della famiglia Bin Laden. E qui è stata fondata, nel 1985, la Iiro (International islamic relief organization), uno dei principali canali di finanziamento utilizzati da Osama per foraggiare le attività terroristiche in Somalia, in Kenya e nelle Filippine. La moschea di Finsbury Park, a due passi dalla sede dell'Arsenal football club, è stata per anni un crocevia di terroristi. Al suo interno Scotland Yard ha trovato armi, passaporti falsi, materiale di propaganda, indumenti di protezione biochimica. E una cassetta in cui l'imam Abu Hamza al-Masri, orbo di un occhio e con un uncino di ferro al posto di una mano (è stato ferito in Afghanistan combattendo contro l'Armata rossa), esorta i seguaci a sgozzare senza pietà gli infedeli e a «colpirli ovunque si trovino».
Abu Hamza, ingegnere di Alessandria d'Egitto, trasferitosi nel 1981 in Gran Bretagna e sposato con un'inglese, è oggi al sicuro nella prigione di Belmarsh, mentre suo figlio Mohammed Mustafa Kamel, tornato a Londra dopo tre anni di galera nello Yemen per attività terroristiche, è a piede libero. Dalla sulfurea moschea del «Londonistan», chiusa dalla polizia e da poco riaperta da un trustee moderato, sono passati alcuni tra i più pericolosi terroristi internazionali: Richard Reid, arrestato nel dicembre 2001 sul volo Parigi-Miami dell'American airlines mentre cercava di far detonare l'esplosivo nascosto in una scarpa; Zacharias Moussaoui, il presunto «ventesimo dirottatore» dell'11 settembre; Feroz Abbasi, ora in carcere a Guantanamo; Kamel Bourgass, condannato all'ergastolo per l'omicidio di un poliziotto e per avere sparso veleni alla ricina nelle strade di Londra; Jerome Courtiller, catturato in Olanda con l'accusa di preparare un attentato all'ambasciata americana di Parigi; Djamel Beghal, sospettato di pianificare attacchi in Francia.
A Finsbury Park, secondo l'Mi5, hanno pregato non meno di 3 mila reclute della jihad in partenza per i campi di addestramento di Al Qaeda in Afghanistan (il 60 per cento dei volontari occidentali che hanno combattuto al fianco di Osama Bin Laden proveniva dal Regno Unito) e, dopo il crollo del regime talebano, in Iraq e in Cecenia. Tra queste anche l'algerino Kamel Rabat Bouralha, membro del commando responsabile della strage (300 morti) nella scuola di Beslan. I giornali inglesi, subito dopo l'attentato del 7 luglio, hanno puntato il dito contro due noti esponenti del radicalismo islamico londinese: lo sceicco Abu Qatada, alias Omar Othman, considerato l'«ambasciatore» di Bin Laden e il leader spirituale di Al Qaeda in Europa, da poco uscito di prigione, oggi agli arresti domiciliari nella sua casa di Acton; e Omar Bakri Mohammed, fondatore del gruppo al-Muhajirun (gli emigranti), che ha l'obiettivo di «lottare finché la bandiera dell'Islam non sventolerà su Downing street». Bakri, che un anno fa aveva annunciato un probabile attacco a Londra e definisce i dirottatori dell'11 settembre «i magnifici 19», è celebre per le sue deliranti prediche. Ecco alcune perle: «I terroristi sono i soldati americani e inglesi in Iraq»; «Non facciamo distinzione tra militari e civili, innocenti e colpevoli: solo tra musulmani e infedeli, e la vita di un infedele non ha valore». Due suoi discepoli con passaporto britannico si sono immolati in un'azione suicida a Tel Aviv.
Le indagini, però, si concentrano soprattutto su Mustafa Setmariam Nasar, 47 anni, alias Abu Musab al-Suri (il siriano), nativo di Aleppo, occhi verdi e capelli color rame, che ha sulla testa una taglia di 5 milioni di dollari per l'attentato di Madrid (vedere a pagina 44). Nella «little Algeria» intorno alla moschea di Finsbury Park e a Luton, a nord della capitale, dove la metà degli abitanti è musulmana, la maggioranza moderata fa sentire la sua voce: «Sono assassini. Che Allah li maledica!» gridano all'uscita della preghiera del venerdì. «Non riusciranno a dividerci» afferma Iqbal Sacranie, segretario del Consiglio dei musulmani della Gran Bretagna. «Non riusciranno a distruggere i valori su cui è fondata la nostra società multietnica e multireligiosa».
Ma sugli scaffali delle librerie, accanto alle copie del Corano, spuntano volantini e riviste con rabbiosi articoli contro Israele, gli Stati Uniti, il complotto sionista. Sottobanco circola il video con un rap, Dirty Kuffar (Sporco infedele), che recita: "O.B.L. (Osama Bin Laden, ndr) è la mia stella luminosa! Guarda come abbiamo distrutto le due Torri!». è una rabbia spiegabile, benché ingiustificabile, se si pensa che un terzo dei musulmani inglesi ha meno di 16 anni, che il loro livello di istruzione è nettamente inferiore alla media nazionale e che la disoccupazione tra i ragazzi supera il 22 per cento. Da un sondaggio del Guardian risulta che il 13 per cento dei giovani islamici approva gli attacchi terroristici contro gli Usa e l'Occidente. E l'80 per cento è convinto che la guerra al terrorismo sia una guerra contro l'Islam. «Sono nato qui, ma non devo nulla a questo paese» dice Siddiqi Ahmad, 23 anni, di Luton. «L'Inghilterra ha dichiarato guerra all'Islam e ne paga le conseguenze. Ora capite cosa significa soffrire. Come soffrono donne, vecchi e bambini in Iraq, in Afghanistan, in Cecenia. Ora è il vostro turno».
di Giovanni Porzio
18/7/2005
Abu Hamza al-Masri, imam della moschea di Finsbury Park, dove la polizia ha trovato armi, passaporti falsi e tute nbc. Oggi Abu Hamza è in prigione a Belmarsh.
è dalla capitale inglese e dai suoi centri islamici radicali che viene la maggior parte degli attentatori. Compresi quelli che hanno eseguito la strage del 7 luglio.> Forum
Prima o poi sarebbe toccato a Londra. Se lo aspettavano tutti, ma se lo aspettava soprattutto John Stevens, l'ex capo di Scotland Yard da pochi mesi in pensione, che nei giorni della strage di Madrid dichiarò senza mezzi termini: «Un attacco nella capitale è inevitabile». Il coinvolgimento delle truppe britanniche nella guerra in Iraq, il sostegno incondizionato alla Casa Bianca e il silenzio del Foreign Office sulla sanguinosa repressione russa in Cecenia hanno contribuito a inquadrare Londra nel mirino di Al Qaeda. Ciò che pochi si aspettavano è che a perpetrare l'attentato alla metropolitana e al bus della linea 30 fosse una cellula locale, composta da kamikaze e militanti con passaporto britannico. Una prova di come Londra sia diventata negli anni la principale base logistica, finanziaria e operativa del terrorismo islamico in Europa.
L'ultimo rapporto dell'Mi5(«Young muslims and extremism») descrive una rete di integralisti che recluta adepti tra i musulmani della media borghesia nelle università e nei college, soprattutto fra gli studenti con qualifiche tecniche e professionali; e indica in almeno 16 mila il numero di potenziali terroristi (tra questi «alcune centinaia disposti a commettere attentati») su una popolazione di 1,6 milioni di musulmani. Il rapporto sottolinea che i giovani militanti sono in gran parte «naturalizzati e residenti in Gran Bretagna, provenienti dal Medio Oriente e dal Nord Africa», ma anche «inglesi di seconda e terza generazione» e «cittadini britannici convertiti all'Islam in età adulta»
Il fenomeno è di vastissime proporzioni. Per fronteggiarlo il governo ha investito milioni di sterline nell'intelligence e nelle forze di sicurezza (entro il 2008 lo staff dell'Mi5 sarà aumentato del 50 per cento fino a contare 3 mila agenti). Negli ultimi cinque anni sono stati sventati non meno di otto attentati contro obiettivi civili, mentre la polizia ha compiuto oltre 700 arresti. Ma, come avverte il direttore del controspionaggio Eliza Manningham-Buller, «non sarà facile smantellare la rete del terrore». Da almeno dieci anni Londra, con la sua proverbiale tolleranza etnica e religiosa, con la sua tradizione di terra d'asilo, è un centro di propaganda e di arruolamento per la guerra santa predicata dagli imam salafiti nelle moschee e diffusa in centinaia di siti web accessibili nelle biblioteche pubbliche alla modica tariffa di 50 pence l'ora. Siti che spiegano le tattiche di guerriglia urbana, l'uso delle armi e degli esplosivi, la preparazione di veleni da iniettare nei cibi al supermarket. O che mostrano l'esecuzione degli ostaggi stranieri in Iraq e gli attacchi dei kamikaze in Israele. A Londra, dove si pubblicano più giornali in arabo che in tutto il resto del mondo e sono rappresentate 250 organizzazioni islamiche, i gruppi radicali sauditi, algerini, yemeniti, marocchini, ceceni, uzbeki, pachistani hanno potuto installare i loro quartier generali, pubblicare giornali e bollettini, rastrellare fondi.
La City è un colossale centro finanziario con enormi flussi di capitale, 490 banche straniere, una borsa in cui sono quotate più di 500 società di 60 paesi. è impossibile controllare le somme in denaro «a scopo benefico» che transitano da conti cifrati di Losanna o di Zurigo. A Londra, in Berkeley street 19, è domiciliata la filiale europea della società della famiglia Bin Laden. E qui è stata fondata, nel 1985, la Iiro (International islamic relief organization), uno dei principali canali di finanziamento utilizzati da Osama per foraggiare le attività terroristiche in Somalia, in Kenya e nelle Filippine. La moschea di Finsbury Park, a due passi dalla sede dell'Arsenal football club, è stata per anni un crocevia di terroristi. Al suo interno Scotland Yard ha trovato armi, passaporti falsi, materiale di propaganda, indumenti di protezione biochimica. E una cassetta in cui l'imam Abu Hamza al-Masri, orbo di un occhio e con un uncino di ferro al posto di una mano (è stato ferito in Afghanistan combattendo contro l'Armata rossa), esorta i seguaci a sgozzare senza pietà gli infedeli e a «colpirli ovunque si trovino».
Abu Hamza, ingegnere di Alessandria d'Egitto, trasferitosi nel 1981 in Gran Bretagna e sposato con un'inglese, è oggi al sicuro nella prigione di Belmarsh, mentre suo figlio Mohammed Mustafa Kamel, tornato a Londra dopo tre anni di galera nello Yemen per attività terroristiche, è a piede libero. Dalla sulfurea moschea del «Londonistan», chiusa dalla polizia e da poco riaperta da un trustee moderato, sono passati alcuni tra i più pericolosi terroristi internazionali: Richard Reid, arrestato nel dicembre 2001 sul volo Parigi-Miami dell'American airlines mentre cercava di far detonare l'esplosivo nascosto in una scarpa; Zacharias Moussaoui, il presunto «ventesimo dirottatore» dell'11 settembre; Feroz Abbasi, ora in carcere a Guantanamo; Kamel Bourgass, condannato all'ergastolo per l'omicidio di un poliziotto e per avere sparso veleni alla ricina nelle strade di Londra; Jerome Courtiller, catturato in Olanda con l'accusa di preparare un attentato all'ambasciata americana di Parigi; Djamel Beghal, sospettato di pianificare attacchi in Francia.
A Finsbury Park, secondo l'Mi5, hanno pregato non meno di 3 mila reclute della jihad in partenza per i campi di addestramento di Al Qaeda in Afghanistan (il 60 per cento dei volontari occidentali che hanno combattuto al fianco di Osama Bin Laden proveniva dal Regno Unito) e, dopo il crollo del regime talebano, in Iraq e in Cecenia. Tra queste anche l'algerino Kamel Rabat Bouralha, membro del commando responsabile della strage (300 morti) nella scuola di Beslan. I giornali inglesi, subito dopo l'attentato del 7 luglio, hanno puntato il dito contro due noti esponenti del radicalismo islamico londinese: lo sceicco Abu Qatada, alias Omar Othman, considerato l'«ambasciatore» di Bin Laden e il leader spirituale di Al Qaeda in Europa, da poco uscito di prigione, oggi agli arresti domiciliari nella sua casa di Acton; e Omar Bakri Mohammed, fondatore del gruppo al-Muhajirun (gli emigranti), che ha l'obiettivo di «lottare finché la bandiera dell'Islam non sventolerà su Downing street». Bakri, che un anno fa aveva annunciato un probabile attacco a Londra e definisce i dirottatori dell'11 settembre «i magnifici 19», è celebre per le sue deliranti prediche. Ecco alcune perle: «I terroristi sono i soldati americani e inglesi in Iraq»; «Non facciamo distinzione tra militari e civili, innocenti e colpevoli: solo tra musulmani e infedeli, e la vita di un infedele non ha valore». Due suoi discepoli con passaporto britannico si sono immolati in un'azione suicida a Tel Aviv.
Le indagini, però, si concentrano soprattutto su Mustafa Setmariam Nasar, 47 anni, alias Abu Musab al-Suri (il siriano), nativo di Aleppo, occhi verdi e capelli color rame, che ha sulla testa una taglia di 5 milioni di dollari per l'attentato di Madrid (vedere a pagina 44). Nella «little Algeria» intorno alla moschea di Finsbury Park e a Luton, a nord della capitale, dove la metà degli abitanti è musulmana, la maggioranza moderata fa sentire la sua voce: «Sono assassini. Che Allah li maledica!» gridano all'uscita della preghiera del venerdì. «Non riusciranno a dividerci» afferma Iqbal Sacranie, segretario del Consiglio dei musulmani della Gran Bretagna. «Non riusciranno a distruggere i valori su cui è fondata la nostra società multietnica e multireligiosa».
Ma sugli scaffali delle librerie, accanto alle copie del Corano, spuntano volantini e riviste con rabbiosi articoli contro Israele, gli Stati Uniti, il complotto sionista. Sottobanco circola il video con un rap, Dirty Kuffar (Sporco infedele), che recita: "O.B.L. (Osama Bin Laden, ndr) è la mia stella luminosa! Guarda come abbiamo distrutto le due Torri!». è una rabbia spiegabile, benché ingiustificabile, se si pensa che un terzo dei musulmani inglesi ha meno di 16 anni, che il loro livello di istruzione è nettamente inferiore alla media nazionale e che la disoccupazione tra i ragazzi supera il 22 per cento. Da un sondaggio del Guardian risulta che il 13 per cento dei giovani islamici approva gli attacchi terroristici contro gli Usa e l'Occidente. E l'80 per cento è convinto che la guerra al terrorismo sia una guerra contro l'Islam. «Sono nato qui, ma non devo nulla a questo paese» dice Siddiqi Ahmad, 23 anni, di Luton. «L'Inghilterra ha dichiarato guerra all'Islam e ne paga le conseguenze. Ora capite cosa significa soffrire. Come soffrono donne, vecchi e bambini in Iraq, in Afghanistan, in Cecenia. Ora è il vostro turno».
Chi caga sotto 'a neve, pure si fa 'a buca e poi 'a copre, quando 'a neve se scioje 'a mmerda vie' sempre fori.
In versione audio special thanks to Nik978:
http://www.hokutoaudioteca.it/film_nut_1i/delitto%20a%20porta%20romana/caga.wav
In versione audio special thanks to Nik978:
http://www.hokutoaudioteca.it/film_nut_1i/delitto%20a%20porta%20romana/caga.wav
- Er Monnezza
- Impulsi superiori
- Messaggi: 1145
- Iscritto il: 20/01/2005, 23:25
Lezione all'Occidente che dorme
di Giuliano Ferrara
8/7/2005
Il G8 ha escluso dall'agenda il terrorismo, per litigare sul clima e la pace impossibile » Forum: le vostre impressioni
La lezione che arriva dall'attacco militare islamista di Londra è semplice: l'11 settembre di 4 anni fa accadde ieri, un anno e 4 mesi dopo le rovine umane di Madrid-Atocha bruciano e fumano ancora come quelle di Londra-Aldgate, ma il tempo è dalla parte del nemico islamista e del suo immenso retroterra politico e di civiltà .
Infatti noi occidentali ci eravamo addormentati.
Il G8 di Gleneagles aveva escluso dall'agenda il terrorismo, ma il terrorismo non ha escluso il G8. Inglesi e americani avevano cominciato a litigare in famiglia sul clima, la povertà e la pace impossibile.
I francesi passavano dalla frustrazione dell'Europa che non c'è a quella delle Olimpiadi perdute oltre la Manica. Gli spagnoli in fuga dalle responsabilità celebravano Pedro Almodà³var e la poda gay. I tedeschi piangevano come sempre sulla disoccupazione e sul governo del loro benessere.
In Italia qualche burlone travestito da moralista chiacchierava sul diritto dei servizi di intelligence di acchiappare e restituire ai loro paesi d'origine gli infiltrati di Osama Bin Laden. C'eravamo addormentati e sognavamo il falso incubo di Guantanamo, ci rivoltavamo nel letto afferrati dal disprezzo occidentale di sè e dal senso di colpa e intanto il nemico islamista che perfino Tony Blair ha paura di nominare preparava le sue punizioni militari per dare la morte ai civili, con eccezionale puntualità politica, nella metropolitana e nei bus di Londra, cioè nel nostro cuore culturale e urbano.
Il disconoscimento della guerra in corso e delle sue vere radici è l'esigenza primaria dell'opinione pubblica occidentale.
George Bush e Blair hanno vinto le elezioni contro il pacifismo, ma la loro tenacia è quella delle avanguardie lontane dal grosso dell'esercito e osservate con impaziente diffidenza da popoli, parlamenti e media.
Le immagini della mattinata londinese del 7 luglio ricordano Gerusalemme, Haifa e Tel Aviv di due anni fa, prima che il muro della guerra di Israele provocasse la fragile tregua che è in corso. Il G8 che non voleva discutere di terrorismo, argomento divisivo, procede nella sua surreale cerimoniosità mentre ambulanze, facce ferite, barelle insanguinate, vittime velate dai loro sudari, soccorritori, primi ministri, poliziotti si alternano con le notizie e le rivendicazioni minacciose dell'ultima cellula sconosciuta di Al Qaeda, e si spegne per precauzione la rete dei telefonini e crolla la sterlina. Per noi quel che si vede è l'emergenza del terrorismo.
Per loro, per quelli che mettono le bombe, il terrorismo è solo un mezzo tecnico, ma il fatto nudo è la normalità della guerra nella sua lunga durata e nella profondità e intrattabilità storica delle sue motivazioni politiche e religiose. Sono tanti, sono la giovinezza demoscopica contro la stanchezza democratica, sono tra noi nei nostri londonistan, e sanno perfettamente quello che vogliono.
Finchè non capiremo che il loro tempo politico e vitale è coniugato al futuro, e che il nostro tempo non puó essere quello pigro che scorre fra un'emergenza terroristica e l'altra; finchè non riconosceremo che anche l'Occidente democratico è a suo modo una umma, una comunità sotto attacco, il tempo continuerà a lavorare per l'offensiva islamista radicale e per la sua capacità di penetrazione militare e culturale nella nostra vita morbida.
Il tempo è l'anima della politica.
Il suo uso accorto è decisivo quando sono in gioco identità e sicurezza di popoli e nazioni. Con l'elezione di Mahmoud Ahmadinejad nell'Iran prenucleare e le stragi di Londra il tempo occidentale ha suonato un altro colpo d'avvertimento di una tremenda chiarezza.
Il G8 gioca la carta della normalità che rigetta la propria violazione, che confina il monito dei fatti nello schema dell'emergenza.
Burocrazie e diplomazie divinizzano la tecnica del «business as usual», il loro sogno è cancellare l'Iraq dall'agenda internazionale e mettere in scena concerti per l'Africa che salvano la coscienza della nostra civiltà e dei nostri valori.
Siamo prigionieri della coscienza, quando occorrerebbero, specie in un'Europa piagata e incerta, disciplina e leadership da tempi di guerra.
di Giuliano Ferrara
8/7/2005
Il G8 ha escluso dall'agenda il terrorismo, per litigare sul clima e la pace impossibile » Forum: le vostre impressioni
La lezione che arriva dall'attacco militare islamista di Londra è semplice: l'11 settembre di 4 anni fa accadde ieri, un anno e 4 mesi dopo le rovine umane di Madrid-Atocha bruciano e fumano ancora come quelle di Londra-Aldgate, ma il tempo è dalla parte del nemico islamista e del suo immenso retroterra politico e di civiltà .
Infatti noi occidentali ci eravamo addormentati.
Il G8 di Gleneagles aveva escluso dall'agenda il terrorismo, ma il terrorismo non ha escluso il G8. Inglesi e americani avevano cominciato a litigare in famiglia sul clima, la povertà e la pace impossibile.
I francesi passavano dalla frustrazione dell'Europa che non c'è a quella delle Olimpiadi perdute oltre la Manica. Gli spagnoli in fuga dalle responsabilità celebravano Pedro Almodà³var e la poda gay. I tedeschi piangevano come sempre sulla disoccupazione e sul governo del loro benessere.
In Italia qualche burlone travestito da moralista chiacchierava sul diritto dei servizi di intelligence di acchiappare e restituire ai loro paesi d'origine gli infiltrati di Osama Bin Laden. C'eravamo addormentati e sognavamo il falso incubo di Guantanamo, ci rivoltavamo nel letto afferrati dal disprezzo occidentale di sè e dal senso di colpa e intanto il nemico islamista che perfino Tony Blair ha paura di nominare preparava le sue punizioni militari per dare la morte ai civili, con eccezionale puntualità politica, nella metropolitana e nei bus di Londra, cioè nel nostro cuore culturale e urbano.
Il disconoscimento della guerra in corso e delle sue vere radici è l'esigenza primaria dell'opinione pubblica occidentale.
George Bush e Blair hanno vinto le elezioni contro il pacifismo, ma la loro tenacia è quella delle avanguardie lontane dal grosso dell'esercito e osservate con impaziente diffidenza da popoli, parlamenti e media.
Le immagini della mattinata londinese del 7 luglio ricordano Gerusalemme, Haifa e Tel Aviv di due anni fa, prima che il muro della guerra di Israele provocasse la fragile tregua che è in corso. Il G8 che non voleva discutere di terrorismo, argomento divisivo, procede nella sua surreale cerimoniosità mentre ambulanze, facce ferite, barelle insanguinate, vittime velate dai loro sudari, soccorritori, primi ministri, poliziotti si alternano con le notizie e le rivendicazioni minacciose dell'ultima cellula sconosciuta di Al Qaeda, e si spegne per precauzione la rete dei telefonini e crolla la sterlina. Per noi quel che si vede è l'emergenza del terrorismo.
Per loro, per quelli che mettono le bombe, il terrorismo è solo un mezzo tecnico, ma il fatto nudo è la normalità della guerra nella sua lunga durata e nella profondità e intrattabilità storica delle sue motivazioni politiche e religiose. Sono tanti, sono la giovinezza demoscopica contro la stanchezza democratica, sono tra noi nei nostri londonistan, e sanno perfettamente quello che vogliono.
Finchè non capiremo che il loro tempo politico e vitale è coniugato al futuro, e che il nostro tempo non puó essere quello pigro che scorre fra un'emergenza terroristica e l'altra; finchè non riconosceremo che anche l'Occidente democratico è a suo modo una umma, una comunità sotto attacco, il tempo continuerà a lavorare per l'offensiva islamista radicale e per la sua capacità di penetrazione militare e culturale nella nostra vita morbida.
Il tempo è l'anima della politica.
Il suo uso accorto è decisivo quando sono in gioco identità e sicurezza di popoli e nazioni. Con l'elezione di Mahmoud Ahmadinejad nell'Iran prenucleare e le stragi di Londra il tempo occidentale ha suonato un altro colpo d'avvertimento di una tremenda chiarezza.
Il G8 gioca la carta della normalità che rigetta la propria violazione, che confina il monito dei fatti nello schema dell'emergenza.
Burocrazie e diplomazie divinizzano la tecnica del «business as usual», il loro sogno è cancellare l'Iraq dall'agenda internazionale e mettere in scena concerti per l'Africa che salvano la coscienza della nostra civiltà e dei nostri valori.
Siamo prigionieri della coscienza, quando occorrerebbero, specie in un'Europa piagata e incerta, disciplina e leadership da tempi di guerra.
Chi caga sotto 'a neve, pure si fa 'a buca e poi 'a copre, quando 'a neve se scioje 'a mmerda vie' sempre fori.
In versione audio special thanks to Nik978:
http://www.hokutoaudioteca.it/film_nut_1i/delitto%20a%20porta%20romana/caga.wav
In versione audio special thanks to Nik978:
http://www.hokutoaudioteca.it/film_nut_1i/delitto%20a%20porta%20romana/caga.wav
- Paperinik
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 29324
- Iscritto il: 31/08/2002, 2:00
- Località: In giro per la mia mente
Per la gioia di brainsex


"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
06/06/2019 FIRENZE LIBERA
https://www.youtube.com/watch?v=0Zp9AmCfWbI
☪️ancer of humanity
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
06/06/2019 FIRENZE LIBERA
https://www.youtube.com/watch?v=0Zp9AmCfWbI
☪️ancer of humanity
- Husker_Du
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 13931
- Iscritto il: 30/11/2003, 21:56
- Località: United Kingdom
Questo significa che possono fare quel cazzaccio che vogliono.....perchè possono fare una cosa simile a quella del 7 luglio, dopo così pochi giorni, con un livello di controllo molto alto......
La cosa mi fa abbastanza incazzare......
La cosa mi fa abbastanza incazzare......
"Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia,
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
- Er Monnezza
- Impulsi superiori
- Messaggi: 1145
- Iscritto il: 20/01/2005, 23:25
Husker io credo che sia impossibile prevenire attacchi del genere,possono essere messi in campo tutti i mezzi che si vogliono,ma rimane complicato sventare piani terroristici di questo tipo senza peraltro dover intaccare la privacy dei cittadini.....bisogna cmq prendere coscienza del fatto che praticamente i nemici ce li stiamo crescendo in casa ,addirittura permettendo che il cancro possa diffondersi grazie al nostro sostegno proprio sotto i nostri occhi ,a causa dell'eccessivo buonismo della societa' occidentale e della cecita' dei nostri governanti.Qua nn si tratta di razzismo o di mancanza di tolleranza,non c'entra la provenienza o il colore della pelle,ma è la mentalita' aberrante che ti inculca questa pseudo-religione il vero problema,anche se nn si è fondamentalisti o aderenti alla jihad islamica rimangono per me incompatibili per lo stile di vita all'occidentale ,a meno di provvedimenti drastici la cui idoneita' sarebbe cmq tutta da dimostrare
Chi caga sotto 'a neve, pure si fa 'a buca e poi 'a copre, quando 'a neve se scioje 'a mmerda vie' sempre fori.
In versione audio special thanks to Nik978:
http://www.hokutoaudioteca.it/film_nut_1i/delitto%20a%20porta%20romana/caga.wav
In versione audio special thanks to Nik978:
http://www.hokutoaudioteca.it/film_nut_1i/delitto%20a%20porta%20romana/caga.wav
- Er Monnezza
- Impulsi superiori
- Messaggi: 1145
- Iscritto il: 20/01/2005, 23:25
Brain sex dimmi un po',come vedi tu la situazione?cosa sarebbe opportuno fare secondo te?
non ti preoccupare è un pour parler tra forumisti aperti al dialogo e al confronto
non ti preoccupare è un pour parler tra forumisti aperti al dialogo e al confronto

Chi caga sotto 'a neve, pure si fa 'a buca e poi 'a copre, quando 'a neve se scioje 'a mmerda vie' sempre fori.
In versione audio special thanks to Nik978:
http://www.hokutoaudioteca.it/film_nut_1i/delitto%20a%20porta%20romana/caga.wav
In versione audio special thanks to Nik978:
http://www.hokutoaudioteca.it/film_nut_1i/delitto%20a%20porta%20romana/caga.wav
no guarda
io non sono afflitto da logorrea scrivens
e per spiegarti come la penso ammorberei un po'
sappi solo che per me la soluzione non e' massacrare tutti gli arabi per risolvere l'equazione Islam=terrorismo
quindi quando vedo postare bombe atomiche mi girano non poco i coglioni
dato che per me Hiroshima e Nagasaki rimangono
IL crimine contro l'umanita'
io non sono afflitto da logorrea scrivens
e per spiegarti come la penso ammorberei un po'
sappi solo che per me la soluzione non e' massacrare tutti gli arabi per risolvere l'equazione Islam=terrorismo
quindi quando vedo postare bombe atomiche mi girano non poco i coglioni
dato che per me Hiroshima e Nagasaki rimangono
IL crimine contro l'umanita'
e la 'soluzione finale' di hitleriana memoria dove la metti?brainsex ha scritto: dato che per me Hiroshima e Nagasaki rimangono
IL crimine contro l'umanita'
You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
- Er Monnezza
- Impulsi superiori
- Messaggi: 1145
- Iscritto il: 20/01/2005, 23:25
brain scusami ma noi gli arabi li accogliamo mica li uccidiamo(Londra soprattutto data la quantitta' massiccia di immigrati musulmani)?la guerra in iraq mica è una guerra contro gli arabi?
Chi caga sotto 'a neve, pure si fa 'a buca e poi 'a copre, quando 'a neve se scioje 'a mmerda vie' sempre fori.
In versione audio special thanks to Nik978:
http://www.hokutoaudioteca.it/film_nut_1i/delitto%20a%20porta%20romana/caga.wav
In versione audio special thanks to Nik978:
http://www.hokutoaudioteca.it/film_nut_1i/delitto%20a%20porta%20romana/caga.wav
ok, mi incuriosiva il fatto che avessi scritto "IL" crimine... implicitamente stabilisce una categorizzazione. cmq ho capito cosa intendi.brainsex ha scritto:squirto
non voglio fare classifiche fra i crimini
qualitativamente peró ritengo piu' pericoloso per l'umanità l'uso della potenza nucleare
Monne'
spiegalo agli arabi che invadere un loro paese non e' una guerra contro di loro
You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
- Paperinik
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 29324
- Iscritto il: 31/08/2002, 2:00
- Località: In giro per la mia mente
brodo seibrainsex ha scritto:bravo papero
picio eri
e picio rimani
fatti tradurre dal torinese
brodo resti
ciao mario rossi!
"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
06/06/2019 FIRENZE LIBERA
https://www.youtube.com/watch?v=0Zp9AmCfWbI
☪️ancer of humanity
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
06/06/2019 FIRENZE LIBERA
https://www.youtube.com/watch?v=0Zp9AmCfWbI
☪️ancer of humanity