DISOCCUPATO
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Re: DISOCCUPATO
Uff... ho un tempo determinato, a giugno dovrebbe scadermi.. già girano voci di non rinnovo per il nostro gruppo assunto per questi sei mesi.
Io mi auguro che invece rinnovino, perché un ambiente così bello non l'ho mai trovato!
L'eventuale riforma sul lavoro, che incentiva il rinnovo (da quel che ho capito), ha valenza anche sui contratti in essere?
Io mi auguro che invece rinnovino, perché un ambiente così bello non l'ho mai trovato!
L'eventuale riforma sul lavoro, che incentiva il rinnovo (da quel che ho capito), ha valenza anche sui contratti in essere?
C'è, nelle cose umane, una marea che colta nel flusso conduce alla fortuna ma perduta, l'intero viaggio della nostra vita si arena su fondali di miseria. Ora noi navighiamo in un mare aperto dobbiamo dunque prendere la corrente finchè è a favore
oppure fallire l'impresa avanti a noi
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- CanellaBruneri
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Re: DISOCCUPATO
Tigerman ha scritto:Uff... ho un tempo determinato, a giugno dovrebbe scadermi.. già girano voci di non rinnovo per il nostro gruppo assunto per questi sei mesi.
Io mi auguro che invece rinnovino, perché un ambiente così bello non l'ho mai trovato!
L'eventuale riforma sul lavoro, che incentiva il rinnovo (da quel che ho capito), ha valenza anche sui contratti in essere?
No.
Comunque, c'e' la possibilità che la controriforma sul lavoro non riesca ad essere portata in Aula per Giugno
"This machine kills fascists" scritto su tutte le chitarre di Woody Guthrie
Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)
"Gli fuma gli fuma, va come gli fuma l'angelomario va, gli fuma , gli fuma, altroche'" (cit. ziggy7)
"Ho un'età elegante" (cit. Lilith, Miss Spring)
Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)
"Gli fuma gli fuma, va come gli fuma l'angelomario va, gli fuma , gli fuma, altroche'" (cit. ziggy7)
"Ho un'età elegante" (cit. Lilith, Miss Spring)
Re: DISOCCUPATO
venerdì sera ero sul taxi che andavo a cena.
il capo mi hs chiamato per dirmi che il consulente che seguiva il sud china è stato licenziato ed ora ci sono io su tutte le produzioni..
Sicuro ha fatto qualche errore più di forma che di sostanza, però...boh..mi sento responsabile.....comunque il mio capo è un magaer puro e fa le cose ben fatte(e mi piace un sacco), quindi comunque gli avrà dato dei mesi in più come buonauscita e tutto il resto. >Ma un po di amarezza c'è..
il capo mi hs chiamato per dirmi che il consulente che seguiva il sud china è stato licenziato ed ora ci sono io su tutte le produzioni..
Sicuro ha fatto qualche errore più di forma che di sostanza, però...boh..mi sento responsabile.....comunque il mio capo è un magaer puro e fa le cose ben fatte(e mi piace un sacco), quindi comunque gli avrà dato dei mesi in più come buonauscita e tutto il resto. >Ma un po di amarezza c'è..
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
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Re: DISOCCUPATO
"Non mandare mai a chiedere per chi suona la campana. Essa suona per te." (cit.)


"Innalzare templi alla virtù e scavare oscure e profonde prigioni al vizio."
Re: DISOCCUPATO
ma non hai un modo migliore per rimorchiare?Stickman ha scritto:http://www.subito.it/offerte-lavoro/asp ... 187803.htm
E sorridi! (Earl J. Hickey)
Di regole io ne conosco una sola: bisogna essere buoni, cazzo (K. Vonnegut)
Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare (V. Costantino)
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Re: DISOCCUPATO
Interessantissima riflessione sul rapporto tra università e lavoro, rispecchia moltissimo il mio pensiero
(abbastanza controcorrente rispetto le persone che mi circondano) in merito.
http://www.you-ng.it/index.php?option=c ... &Itemid=89
"Ci avete fatto caso? sembra che in questo paese il problema del lavoro riguardi solo i laureati. Anzi i “giovani laureati”. Statistiche, workshop, studi di settore, social network per trovare lavoro, incubatori aziendali, concorsi pubblici, opportunità di stage (ovviamente gratuiti): sono sempre e solo i “dottori” ad essere al centro dell’attenzione e del dibattito. Il resto della popolazione italiana (che per la cronaca rappresenta LA MAGGIORANZA) per stampa mainstream, privati, enti, istituti di statistica sembra non esistere. Ogni volta che si leggono o ascoltano dati sulla disoccupazione, si parla di neolaureati che non riescono a trovare il primo impego. E i diplomati? Dove sono? Qualcuno se ne occupa? Qualcuno li considera ancora esseri umani degni di nota? Eppure, a conti fatti, sono molti di più rispetto ai forniti di pezzo di carta o di abilitazioni professionali varie.
Vedete: sono convinto che quest’obbligo di laurea socialmente percepito ed imposto, non sia casuale ma frutto di un disegno abbastanza preciso ed ancora una volta all’insegna della moneta sonante e della volontà di massificare (e quindi controllare) la cultura. Più iscritti negli atenei, più tasse pagate, più gente convinta di essere colta pur essendo ancora profondamente ignorante, meno difficoltà di controllo sul pensiero critico delle masse. Eh si perché qui non parliamo di incremento dei laureati d’eccellenza ma di milioni di persone letteralmente costrette ad immagazzinare nozioni senza capirle, senza approfondirle, senza cercare anche altrove cultura e conoscenza, senza confrontarsi con compagni di studio e professori, senza elaborare pensieri e teorie proprie; insomma: senza frequentare gli Atenei con il giusto spirito e la giusta cognizione di causa. Parliamo poi di un mercato del lavoro che, non a caso, richiede titoli di laurea anche per impieghi dove servirebbero piuttosto PRATICITA’ ED ESPERIENZA PREGRESSA.
Pensate che vi vogliano più colti e preparati? No: semplicemente vi vogliono più insicuri e pronti a dissanguare i vostri genitori, iscrivendovi a corsi inutili e frequentando stage gratuiti fino a 30 anni (chiamandovi, allo stesso tempo, “BAMBOCCIONI”). Qui al sud sono più i “dottori” che gli occupati e forse occorrerebbe fermarsi un attimo e riflettere su questo importante dato. Non concordo con chi dice che “la laurea non serve” o che “è solo un pezzo di carta”. Trovo anzi che sia pericolosissimo e svilente questo ragionamento. Il percorso accademico, se fatto con coscienza critica e consapevolezza, è sicuramente formativo e valido (e sebbene la nostra provincialotta esterofilia spesso prevalga, noi Italiani potremmo INSEGNARE al resto del mondo cosa significa studiare all’Università e sfornare menti illuminate). Il punto però è un altro: gli studi, dopo i 18 anni, dovrebbero essere molto più consapevoli e meno standard-automatici e, i non laureati, non dovrebbero subire uno snobismo sociale così scandalosamente elevato.
LA CANTILENA:"NEI PAESI SVILUPPATI CI SONO PIU' LAUREATI CHE IN ITALIA"
Vi sarà sicuramente capitato, inoltre, il classico statista di turno che vi ricorda come "nei paesi sviluppati la percentuale dei laureati tra i 25 e i 35 è del 45, 50 e da noi solo del 20%?". Confutare questa teoria che vuole l'implemento forsennato dei titolati come indice infallibile di "sviluppo", sarebbe semplice anche per un pupo capace di leggere statistiche e minimamente informato sui fatti. 1. E' vero che in molti paesi esteri (Francia, Germania, Inghilterra) il numero di laureati è superiore ma, in proporzione, ci si accorge che il rapporto tra dottori e lavoratori resta comunque basso (es. Italia 20% di laureati e 8% di disoccupazione. Francia: 40% di laureati e 6% di disoccupazione). 2. Ragionando così, il Sud Italia, con il numero enorme di titolati che ha sfornato negli ultimi 30 anni, dovrebbe essere avanzatissimo ed avere un altissimo livello d'occupazione. 3. Il nostro stesso paese, dagli anni 70 ad oggi, ha visto crescere in maniera anche considerevole il numero di iscritti all'Università. Come mai allora la disoccupazione in diversi casi è addirittura aumentata? Questi dati dovrebbero, da soli, farci capire che per implementare il livello di "felicità media" di una popolazione, non occorre fare a gara a chi costruisce più diplomifici. Poche menti eccellenti, valgono molto di più di tante pecore convinte di essere intelligenti. Per tutti gli altri, basta sapere che non occorre essere dottori per fare il 90% dei lavori oggi esistenti.
Sarà anche per tali motivi che, da “dottore” in giornalismo, resto sempre più infastidito da questa corsa frenetica ed insensata verso il titolo di laurea, l’attestatino, il tesserino ed il bollino che dovrebbero dirti quanto vali e quanto puoi guardare dall’alto in basso chi ha deciso di prendere altre strade; magari anche più coraggiose e difficili di quella che hai percorso tu.
Concludo il mio post citando un grande intellettuale allergico proprio ad un tipo di ragionamento oggi così in voga e difficile da sdradicare. “La verità essenziale qui affermata è: non avere il diploma per se medesimo alcun valore legale, non essere il suo possesso condizione necessaria per conseguire pubblici e privati uffici, essere la classificazione dei candidati in laureati, diplomati medi superiori, diplomati medi inferiori, diplomati elementari e somiglianti indicativi di casta, propria di società decadenti ed estranea alla verità ed alla realtà; ed essere perciò libero il datore di lavoro, pubblico e privato, di preferire l'uomo vergine di bolli”. (Luigi Einaudi, Scuola e libertà, in “ Prediche inutili” Einaudi 1959)." (Germano Milite)
(abbastanza controcorrente rispetto le persone che mi circondano) in merito.
http://www.you-ng.it/index.php?option=c ... &Itemid=89
"Ci avete fatto caso? sembra che in questo paese il problema del lavoro riguardi solo i laureati. Anzi i “giovani laureati”. Statistiche, workshop, studi di settore, social network per trovare lavoro, incubatori aziendali, concorsi pubblici, opportunità di stage (ovviamente gratuiti): sono sempre e solo i “dottori” ad essere al centro dell’attenzione e del dibattito. Il resto della popolazione italiana (che per la cronaca rappresenta LA MAGGIORANZA) per stampa mainstream, privati, enti, istituti di statistica sembra non esistere. Ogni volta che si leggono o ascoltano dati sulla disoccupazione, si parla di neolaureati che non riescono a trovare il primo impego. E i diplomati? Dove sono? Qualcuno se ne occupa? Qualcuno li considera ancora esseri umani degni di nota? Eppure, a conti fatti, sono molti di più rispetto ai forniti di pezzo di carta o di abilitazioni professionali varie.
Vedete: sono convinto che quest’obbligo di laurea socialmente percepito ed imposto, non sia casuale ma frutto di un disegno abbastanza preciso ed ancora una volta all’insegna della moneta sonante e della volontà di massificare (e quindi controllare) la cultura. Più iscritti negli atenei, più tasse pagate, più gente convinta di essere colta pur essendo ancora profondamente ignorante, meno difficoltà di controllo sul pensiero critico delle masse. Eh si perché qui non parliamo di incremento dei laureati d’eccellenza ma di milioni di persone letteralmente costrette ad immagazzinare nozioni senza capirle, senza approfondirle, senza cercare anche altrove cultura e conoscenza, senza confrontarsi con compagni di studio e professori, senza elaborare pensieri e teorie proprie; insomma: senza frequentare gli Atenei con il giusto spirito e la giusta cognizione di causa. Parliamo poi di un mercato del lavoro che, non a caso, richiede titoli di laurea anche per impieghi dove servirebbero piuttosto PRATICITA’ ED ESPERIENZA PREGRESSA.
Pensate che vi vogliano più colti e preparati? No: semplicemente vi vogliono più insicuri e pronti a dissanguare i vostri genitori, iscrivendovi a corsi inutili e frequentando stage gratuiti fino a 30 anni (chiamandovi, allo stesso tempo, “BAMBOCCIONI”). Qui al sud sono più i “dottori” che gli occupati e forse occorrerebbe fermarsi un attimo e riflettere su questo importante dato. Non concordo con chi dice che “la laurea non serve” o che “è solo un pezzo di carta”. Trovo anzi che sia pericolosissimo e svilente questo ragionamento. Il percorso accademico, se fatto con coscienza critica e consapevolezza, è sicuramente formativo e valido (e sebbene la nostra provincialotta esterofilia spesso prevalga, noi Italiani potremmo INSEGNARE al resto del mondo cosa significa studiare all’Università e sfornare menti illuminate). Il punto però è un altro: gli studi, dopo i 18 anni, dovrebbero essere molto più consapevoli e meno standard-automatici e, i non laureati, non dovrebbero subire uno snobismo sociale così scandalosamente elevato.
LA CANTILENA:"NEI PAESI SVILUPPATI CI SONO PIU' LAUREATI CHE IN ITALIA"
Vi sarà sicuramente capitato, inoltre, il classico statista di turno che vi ricorda come "nei paesi sviluppati la percentuale dei laureati tra i 25 e i 35 è del 45, 50 e da noi solo del 20%?". Confutare questa teoria che vuole l'implemento forsennato dei titolati come indice infallibile di "sviluppo", sarebbe semplice anche per un pupo capace di leggere statistiche e minimamente informato sui fatti. 1. E' vero che in molti paesi esteri (Francia, Germania, Inghilterra) il numero di laureati è superiore ma, in proporzione, ci si accorge che il rapporto tra dottori e lavoratori resta comunque basso (es. Italia 20% di laureati e 8% di disoccupazione. Francia: 40% di laureati e 6% di disoccupazione). 2. Ragionando così, il Sud Italia, con il numero enorme di titolati che ha sfornato negli ultimi 30 anni, dovrebbe essere avanzatissimo ed avere un altissimo livello d'occupazione. 3. Il nostro stesso paese, dagli anni 70 ad oggi, ha visto crescere in maniera anche considerevole il numero di iscritti all'Università. Come mai allora la disoccupazione in diversi casi è addirittura aumentata? Questi dati dovrebbero, da soli, farci capire che per implementare il livello di "felicità media" di una popolazione, non occorre fare a gara a chi costruisce più diplomifici. Poche menti eccellenti, valgono molto di più di tante pecore convinte di essere intelligenti. Per tutti gli altri, basta sapere che non occorre essere dottori per fare il 90% dei lavori oggi esistenti.
Sarà anche per tali motivi che, da “dottore” in giornalismo, resto sempre più infastidito da questa corsa frenetica ed insensata verso il titolo di laurea, l’attestatino, il tesserino ed il bollino che dovrebbero dirti quanto vali e quanto puoi guardare dall’alto in basso chi ha deciso di prendere altre strade; magari anche più coraggiose e difficili di quella che hai percorso tu.
Concludo il mio post citando un grande intellettuale allergico proprio ad un tipo di ragionamento oggi così in voga e difficile da sdradicare. “La verità essenziale qui affermata è: non avere il diploma per se medesimo alcun valore legale, non essere il suo possesso condizione necessaria per conseguire pubblici e privati uffici, essere la classificazione dei candidati in laureati, diplomati medi superiori, diplomati medi inferiori, diplomati elementari e somiglianti indicativi di casta, propria di società decadenti ed estranea alla verità ed alla realtà; ed essere perciò libero il datore di lavoro, pubblico e privato, di preferire l'uomo vergine di bolli”. (Luigi Einaudi, Scuola e libertà, in “ Prediche inutili” Einaudi 1959)." (Germano Milite)
"Bè,forse sei arrivato al punto. Forse hai appena trovato la definizione di vero amore. Amore è quando uno vuole il suo buco tutte le sere,ma dalla stessa ragazza..” Welsh
""Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma non tutti abbiamo il medesimo orizzonte." Konrad Adenauer
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- Drogato_ di_porno
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Re: DISOCCUPATO
ecco come hanno ottenuto l'avvocatura Barney, Rufus e scb: certi trucchetti per copiare che manco alle superiori
Roma, irregolarità nel concorso
per avvocati dello Stato: prova sospesa
Fischi e urla dei candidati che per protesta cantano l'Inno di Mameli. Intervento dei carabinieri per sedare gli animi
http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=79b09a01dd33b093
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
Re: DISOCCUPATO
Una generazione bruciata. Seguono le altre
di Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot. ... no-le.html
Ieri ho incontrato due vecchi amici. Ci siamo messi a parlare dei figli e della crisi che avvolge l'Italia. Mi hanno raccontato che il loro figlio che ora ha più di trent'anni si è messo in cooperativa con altri. Fanno pubblicità grafica e cose del genere. Mi hanno fatto capire che non guadagna quanto basterebbe per vivere. Naturalmente sono loro a soccorrerlo fino a quando potranno.
Questa è la condizione della generazione dei biagizzati la legge che oramai da dieci anni ha di fatto abolito il contratto di lavoro a tempo indeterminato e l'obbligo a pagare una retribuzione dignitosa (come prescrive vanamente la Costituzione). Oggi l'ISTAT parla di 2 milioni e duecentomila precari di cui un milione di età superiore ai 35 anni. Il contratto atipico è diventato l'unica porta di ingresso nel mondo del lavoro. E' limitato ed a volte limitatissimo nel tempo e non prevede minimi salariali. E' il rapporto di lavoro che si sta espandendo dappertutto e che sta diventando maggioritario. E' stato confermato dalla riforma del mercato del lavoro. Non si tratta di una scelta fatale derivante da cambiamenti intervenuti nella produzione ma di una scelta politica per privare i lavoratori dipendenti di tutti i loro diritti. Fino a quando saranno vivi i genitori dei quarantenni precari di oggi la cosa andrà avanti. Quando moriranno i vecchi questa generazione affonderà perchè non sarà in grado di sopravvivere. Guadagna molto meno di mille euro al mese. Questa scelta di schiavizzazione accumuna tutti dal Presidente della Repubblica ai partiti ai tre maggiori sindacati italiani. Tutti ogni anno si recano a Modena in pellegrinaggio per rendere omaggio all'ispiratore di questa criminale svolta del lavoro italiano: Marco Biagi. I contratti atipici sono diffusi nella pubblica amministrazione tra i dipendenti dei parlamentari dei sindacati dei partiti delle organizzazioni datoriali. Tutta questa gente non ha alcuna voglia di abolirli. L'unica soluzione è quella proposta ai giovani (si fa per dire, moltissimi sono quarantenni!) da Mario Monicelli: "Ribellatevi!! Solo la rivolta potrà fare cambiare atteggiamento allo establiscement. Niente altro che la rivolta sarà utile per ridare il diritto alla vita ai lavoratori italiani.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 84430.html
di Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot. ... no-le.html
Ieri ho incontrato due vecchi amici. Ci siamo messi a parlare dei figli e della crisi che avvolge l'Italia. Mi hanno raccontato che il loro figlio che ora ha più di trent'anni si è messo in cooperativa con altri. Fanno pubblicità grafica e cose del genere. Mi hanno fatto capire che non guadagna quanto basterebbe per vivere. Naturalmente sono loro a soccorrerlo fino a quando potranno.
Questa è la condizione della generazione dei biagizzati la legge che oramai da dieci anni ha di fatto abolito il contratto di lavoro a tempo indeterminato e l'obbligo a pagare una retribuzione dignitosa (come prescrive vanamente la Costituzione). Oggi l'ISTAT parla di 2 milioni e duecentomila precari di cui un milione di età superiore ai 35 anni. Il contratto atipico è diventato l'unica porta di ingresso nel mondo del lavoro. E' limitato ed a volte limitatissimo nel tempo e non prevede minimi salariali. E' il rapporto di lavoro che si sta espandendo dappertutto e che sta diventando maggioritario. E' stato confermato dalla riforma del mercato del lavoro. Non si tratta di una scelta fatale derivante da cambiamenti intervenuti nella produzione ma di una scelta politica per privare i lavoratori dipendenti di tutti i loro diritti. Fino a quando saranno vivi i genitori dei quarantenni precari di oggi la cosa andrà avanti. Quando moriranno i vecchi questa generazione affonderà perchè non sarà in grado di sopravvivere. Guadagna molto meno di mille euro al mese. Questa scelta di schiavizzazione accumuna tutti dal Presidente della Repubblica ai partiti ai tre maggiori sindacati italiani. Tutti ogni anno si recano a Modena in pellegrinaggio per rendere omaggio all'ispiratore di questa criminale svolta del lavoro italiano: Marco Biagi. I contratti atipici sono diffusi nella pubblica amministrazione tra i dipendenti dei parlamentari dei sindacati dei partiti delle organizzazioni datoriali. Tutta questa gente non ha alcuna voglia di abolirli. L'unica soluzione è quella proposta ai giovani (si fa per dire, moltissimi sono quarantenni!) da Mario Monicelli: "Ribellatevi!! Solo la rivolta potrà fare cambiare atteggiamento allo establiscement. Niente altro che la rivolta sarà utile per ridare il diritto alla vita ai lavoratori italiani.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 84430.html
- JoaoTinto
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Re: DISOCCUPATO
Troppi omettono di ricordare che la nascita dell’ordinamento scolastico italiano si può far risalire a Napoleone!
Quale la logica dell’ordinamento napoleonico? Allo Stato spetta il diritto e il dovere di provvedere all’insegnamento. Spetta ad esso e ad esso soltanto perché lo stato è il rappresentante della volontà generale. «Il principio di tutta la sovranità risiede essenzialmente nella nazione. Nessun corpo, nessun individuo può esercitare alcuna specie d’autorità la quale non emani espressamente dalla nazione». Soltanto lo stato emanazione della volontà generale della nazione, può insegnare o delegare ad altri il compito dell’insegnamento.
Soltanto lo stato può quindi istituire o riconoscere istituti di insegnamento. Ginnasi, licei, scuole medie in generale, università, istituti universitari, accademie sono creati o riconosciuti dallo stato. Soltanto un autorità pubblica può garantire la bastevolezza e la imparzialità dell’insegnamento. Soltanto lo stato può assicurare, scegliendoli per pubblico concorso, insegnanti adatti a formare la mente ed il carattere dei giovani. Soltanto insegnanti capaci danno garanzia che i giovani siano, dopo esame rigoroso ed imparziale, promossi meritamente dall’uno all’altro grado di scuola; ed infine licenziati con dichiarazione di conseguita maturità. Soltanto lo stato può dare ai diplomi ed alle lauree concesse dagli stabilimenti di istruzione pubblica valore legale, sicché solo ai diplomati e laureati si riconosca la facoltà di esercitare arti o professioni o coprire uffici pubblici.
Discende dalle premesse ora poste che nessuno può adire ai concorsi ai pubblici impieghi se non sia munito del titolo di studio stabilito dalla legge; nessuno può esercitare professioni liberali se non possiede il diploma all’uopo reso necessario dal comando del legislatore; ed i titoli conseguiti fanno fede erga omnes della capacità del diplomato o laureato ad esercitare quegli uffici o professioni: e, ancora, chi possiede un diploma non può adire ad uffici od esercitare professioni per le quali la legge non abbia dichiarato valido quel titolo, né può usurpare uffici o professioni che la legge abbia dichiarato pertinenti ad altri diplomi.
[..............]
Quando in un paese da un secolo e mezzo è inoculato il veleno del “valore legale” è vano sperare che, se anche quel valore fosse negato, vengano meno, i suoi effetti. Che sono di irrigidimento del meccanismo sociale, di formazione di un regime corporativo di caste l’una dell’altra invidiosa, ciascuna intenta ad impedire all’altra di lavorare diversamente da quel che è scritto nelle leggi e nei regolamenti; e tutte intente a cercare occupazione, salari, stipendi là dove non si possono ottenere e cioè nei vincoli posti alla libertà di agire degli uomini.
[……………]
La conclusione di questo scritto non è che il sistema seguito nel tipo monopolistico (napoleonico) di insegnamento debba essere, dove esista, abbandonato in favore del sistema opposto. In ogni paese il passato domina giustamente il presente e l’avvenire. Non si mutano d’un colpo tradizioni, metodo di reclutamento degli insegnanti, metodi di giudizio degli studenti, e se si fa, d’un tratto, il tentativo, nasce male peggiore di quello al quale si vorrebbe rimediare.
(Luigi Einaudi, Scuola e libertà, in “ Prediche inutili” Einaudi 1959)
Iudicio procede da savere, Cum scritta legge receve repulsa Ecceptuando 'l singular vedere. Per una vista iudicare 'l facto Sentenzia da vertute se resulta Erro e rasone se corrumpe 'l pacto. Non iudicare, se tu non vedi, E non serai ingannato se ciò credi.
[L’Acerba - Cecco d’Ascoli]
I criteri della morale e del diritto non hanno senso se applicati ai processi storici.
[Aleksandr Aleksandrovič Zinov’ev]
[L’Acerba - Cecco d’Ascoli]
I criteri della morale e del diritto non hanno senso se applicati ai processi storici.
[Aleksandr Aleksandrovič Zinov’ev]
Re: DISOCCUPATO
Oggi primo giorno di Servizio Civile, il progetto è abbastanza duro..staremo a vedere!
Do not speak, unless it improves on silence
Re: DISOCCUPATO
caspita non lo sapevo
auguri e facci sapere
Dopo 3 anni di determinati non hanno rinnovato il contratto al mio migliore amico..tra l'altro dove lavorvo prima.
Ora io non conosco i dettagli...però...

auguri e facci sapere
Dopo 3 anni di determinati non hanno rinnovato il contratto al mio migliore amico..tra l'altro dove lavorvo prima.
Ora io non conosco i dettagli...però...



E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
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Re: DISOCCUPATO
nik978 ha scritto:caspita non lo sapevo
auguri e facci sapere
Dopo 3 anni di determinati non hanno rinnovato il contratto al mio migliore amico..tra l'altro dove lavorvo prima.
Ora io non conosco i dettagli...però...![]()
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Grazie : ) Anche se non capisco come hanno potuto selezionarmi, è risaputo che non sopporto stare per troppo tempo insieme ai ragazzini (soprattutto quelli di età compresa dai 11-14anni)

Mi dispiace per il tuo amico..
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Re: DISOCCUPATO
Mi hanno rinnovato.. sempre sei mesi, ma meglio di nienteTigerman ha scritto:Uff... ho un tempo determinato, a giugno dovrebbe scadermi.. già girano voci di non rinnovo per il nostro gruppo assunto per questi sei mesi.
Io mi auguro che invece rinnovino, perché un ambiente così bello non l'ho mai trovato!
L'eventuale riforma sul lavoro, che incentiva il rinnovo (da quel che ho capito), ha valenza anche sui contratti in essere?

C'è, nelle cose umane, una marea che colta nel flusso conduce alla fortuna ma perduta, l'intero viaggio della nostra vita si arena su fondali di miseria. Ora noi navighiamo in un mare aperto dobbiamo dunque prendere la corrente finchè è a favore
oppure fallire l'impresa avanti a noi
oppure fallire l'impresa avanti a noi
Re: DISOCCUPATO
Complimenti Gre, il servizio civile deve essere uno di quei lavori per la comunità che fanno bene all'autostima
Seer Papa me donasse tutta Roma e me dicesse:
Lassa anna' chi t'ama...
Io je direbbe: LASSA STA' I FASTIDI MATT!!
Lassa anna' chi t'ama...
Io je direbbe: LASSA STA' I FASTIDI MATT!!