[O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Tutte le troie del Cavaliere (131), con corredo fotografico.
http://www.oggi.it/attualita/cronaca/20 ... o-ben-131/
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
sono tante le cose incomprensibili...Scorpio ha scritto:siamo su un pornoforum; ma continuo a non capire, a meno che sia un farabutto interessato, chi continua a difenderlo.
Quello che mi fà strainkazzare è che i suoi divertimenti, la sua vita glie la paghiamo noi!!!
i $$ che fanno le aziende del suo gruppo, le zoccole che i suoi papponi gli pagano, poi ci costano con appalti e intrallazzi collaterali.
Insomma, sto farabutto non ci conviene proprio tenercelo , eppure, i suoi lekkini continuo imperterriti a difenderlo..
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
The Dark Knight ha scritto:
che uomo di merda, servo del nano.
bisognerebbe prenderlo a calci nel culo, quella merda di bruno vespa.
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
oh, e l'acqua è bagnata...BARNEY ha scritto:Non so se qualcuno di voi ieri sera ha visto la vergognosa trasmissione Porta a Porta di Bruno Vespa.
Una strasmissione osscena, condotta dal servizievole Bruno Vespa che, in fatto di indecenza e servilismo, ha superato di gran lunga persino Minzolini, Ferrara, Sallusti e Fede.
In sintesi, il leit motiv della trasmissione era.
a) lo scandalo non è rappresentato dal contenuto delle intercettazioni (che svelano Berlusconi intento a trafficare con spacciatori di droga, prostitute, ragazze minorenni adescate e faccendieri di Panama), bensì dal fatto che la Procura di Bari avrebbe disposto un numero di intercettazioni eccessivo;
b) se Berlusconi è colpevole, allora lo è anche il P.d.; mezza trasmissione è stata dedicata alle responsabilità di Penati e, per proprietà transitiva, a quelle di Bersani.
Una trasmissione VOMITEVOLE e VERGOGNOSA di Bruno Vespa.
E sorridi! (Earl J. Hickey)
Di regole io ne conosco una sola: bisogna essere buoni, cazzo (K. Vonnegut)
Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare (V. Costantino)
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"

MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Anche quei comunisti della Confindustria ora dicono male del povero Silvio.
«Ero un grande sostenitore di questo governo e di Silvio Berlusconi. Ora sono un grande deluso, non ha più alcuna credibilità...», ammette Ettore Riello, capofila di una delle dinastie imprenditoriali più importanti del ricco e laborioso Veneto dei capannoni e delle partite Iva a trazione forzaleghista. C’era la possibilità di fare riforme vere, tagliare le tasse e i dipendenti pubblici, peccato che dai giornali venga fuori lo sfacelo di un Paese in cui va avanti solo un certo mondo clientelare», donnine e intrecci perversi. «Tutto ciò offende il lavoro e le imprese», sibila Riello. «Pensavo che il nostro premier potesse farsi garante di un vero cambio, invece...» C’è chi lo chiama addirittura parricidio. Chi Rubicone oltrepassato. Chi semplicemente tabù infranto.
Di certo l’uscita di Emma Marcegaglia non solo ha l’effetto di lanciare i titoli di coda su un governo moribondo ma si spiega proprio con la frustrazione dei tantissimi Ettore Riello padani, il vero nerbo di questo esecutivo. «Il tempo è scaduto», ha certificato la Lady di Confindustria. «Dopo due anni di penultimatum finalmente l’ha detto», ironizza un sindacalista cigiellino. Malizie a parte dev’essere costato molto liberarsi da un giogo psicologico berlusconiano che, per 15 anni - dal manifesto economico del 1994, a Parma 2001 quando all’assemblea di Confindustria il Cavaliere strappò la standing ovation sulla frase must «il vostro programma è il mio programma», fino al ritorno plebiscitario a Palazzo Chigi del 2008 - ha sedotto completamente il blocco dei produttori italiani, convinti di aver spedito a Palazzo Chigi il proprio leader carismatico. Il collega Silvio, finalmente «uno di noi».
Sembra passato un secolo. Già da alcune settimane, infatti, molti sciur Brambilla hanno aperto ad una soluzione di salute pubblica, sfrattando il governo amico. Quasi un atto dovuto con l’esecutivo impantanato nel gossip e una situazione finanziaria che precipita. Molte sedi territoriali di Confindustria sono diventate letteralmente la buca delle lettere dei mal di pancia di una base inferocita. A luglio alla loro assemblea annuale gli imprenditori vicentini non hanno voluto esponenti del governo sul palco. Qualche giorno prima i colleghi di Treviso, per dire di un’altra grande provincia manifatturiera capitale del centrodestra, si erano inventati una marcia di protesta. «Certo lo tsunami è mondiale - ripete da qualche giorno il presidente di Federacciai Giuseppe Pasini, gran capo della bresciana Feralpi -, «ma in Italia facciamo molta più fatica. Ci aspettavamo una manovra orientata alla crescita, invece ci sono solo tasse, come si fa?» In questo senso le parole di Marcegaglia certificano ufficialmente un divorzio consumato da tempo.
http://www3.lastampa.it/politica/sezion ... tp/421044/
«Ero un grande sostenitore di questo governo e di Silvio Berlusconi. Ora sono un grande deluso, non ha più alcuna credibilità...», ammette Ettore Riello, capofila di una delle dinastie imprenditoriali più importanti del ricco e laborioso Veneto dei capannoni e delle partite Iva a trazione forzaleghista. C’era la possibilità di fare riforme vere, tagliare le tasse e i dipendenti pubblici, peccato che dai giornali venga fuori lo sfacelo di un Paese in cui va avanti solo un certo mondo clientelare», donnine e intrecci perversi. «Tutto ciò offende il lavoro e le imprese», sibila Riello. «Pensavo che il nostro premier potesse farsi garante di un vero cambio, invece...» C’è chi lo chiama addirittura parricidio. Chi Rubicone oltrepassato. Chi semplicemente tabù infranto.
Di certo l’uscita di Emma Marcegaglia non solo ha l’effetto di lanciare i titoli di coda su un governo moribondo ma si spiega proprio con la frustrazione dei tantissimi Ettore Riello padani, il vero nerbo di questo esecutivo. «Il tempo è scaduto», ha certificato la Lady di Confindustria. «Dopo due anni di penultimatum finalmente l’ha detto», ironizza un sindacalista cigiellino. Malizie a parte dev’essere costato molto liberarsi da un giogo psicologico berlusconiano che, per 15 anni - dal manifesto economico del 1994, a Parma 2001 quando all’assemblea di Confindustria il Cavaliere strappò la standing ovation sulla frase must «il vostro programma è il mio programma», fino al ritorno plebiscitario a Palazzo Chigi del 2008 - ha sedotto completamente il blocco dei produttori italiani, convinti di aver spedito a Palazzo Chigi il proprio leader carismatico. Il collega Silvio, finalmente «uno di noi».
Sembra passato un secolo. Già da alcune settimane, infatti, molti sciur Brambilla hanno aperto ad una soluzione di salute pubblica, sfrattando il governo amico. Quasi un atto dovuto con l’esecutivo impantanato nel gossip e una situazione finanziaria che precipita. Molte sedi territoriali di Confindustria sono diventate letteralmente la buca delle lettere dei mal di pancia di una base inferocita. A luglio alla loro assemblea annuale gli imprenditori vicentini non hanno voluto esponenti del governo sul palco. Qualche giorno prima i colleghi di Treviso, per dire di un’altra grande provincia manifatturiera capitale del centrodestra, si erano inventati una marcia di protesta. «Certo lo tsunami è mondiale - ripete da qualche giorno il presidente di Federacciai Giuseppe Pasini, gran capo della bresciana Feralpi -, «ma in Italia facciamo molta più fatica. Ci aspettavamo una manovra orientata alla crescita, invece ci sono solo tasse, come si fa?» In questo senso le parole di Marcegaglia certificano ufficialmente un divorzio consumato da tempo.
http://www3.lastampa.it/politica/sezion ... tp/421044/
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Peter, trova una troia per favore...

Il lavoro è sporco e faticoso. Saziare gli appetiti del commensale "numero uno" è diventata una missione quasi impossibile. Capita così che al telefono gli amici del presidente Berlusconi rasentino la disperazione. Il 4 settembre 2008 alle 8 di sera Sabina Began avvisa Tarantini: "È confermato, ci vuole una terza!". Il mattino dopo, alle 10, la richiesta cresce: "Amore ascolta, confermami tutto, anche la quarta, la quinta, ti prego... ". Altre volte per scegliere bisogna accendere il computer: Gianpi chiede lumi su una new entry a Francesca Garasi: "Ma è figa Giulia?" "È carina, che hai internet davanti? (...) Se non andavi a vedere su internet".
Il problema è variare: "Molte le avrà già sentite - spiega Pierluigi Faraone - che ne so io? (...) Ma cosa faccio, chiedo a tutte ‘Scusa ma sei già andata?' dai suuu". L'insistenza non si ferma di fronte a nulla: "Amo devi venire per forza", dice Tarantini a Barbara Guerra. Lei non sa come fare: a casa c'è sua madre: "Che cazzo...ma l'ho visto ieri..."(...). Il preavviso non è contemplato: "Vuoi venire in Sardegna domani?" chiede Gianpi a Barbara Montereale. "(..) e me lo dici così, domani". "eee amore quello così fa: chiama alle otto di sera e dice domani festa in Sardegna...".
Un guaio per chi deve trovare le ospiti. Con Massimiliano Verdoscia il filo è diretto. "Chi abbiamo su Roma?". Mentre "su Bari" si rivolge al signor Nappi: "Che c'hai tu di belle, giovani, che devo portare a Roma da quell'amico mio?". Idem con Totò Castellaneta: "Non hai più niente tu?". E pure con Pierluigi Faraone: "Peter, trova una troia per favore...". Lui lo calma: "Ma smettila un po' cioè non farti mettere i piedi sopra ..ma porca puttana.. e soprattutto bisogna prendere il bastone del comando lì, hai capito? In modo che riesci a portarlo su situazioni umane! Hai capito?"
Silvio Berlusconi era diventato la barzelletta di Tarantini e compagni. Micaela Ottomani, avvocatessa di Bari e segretaria del ministro Romani, lo chiama Barbara. Vuole a tutti i costi conoscere Berlusconi e ne parla con Tarantini. "L'hai visto, hai visto Barbara?". "Chi è sta Barbara", chiede stupito Gianpi. "Ma lui, Barbara, quando me lo fai conoscere?".
"Finché non si chiude sta campagna elettorale lui non fa cene, gli rompono il cazzo stanno chiamando in seimila che si vogliono candidare", è la risposta. Gianpi spettegola anche con Dino, il suo autista. "Gli è piaciuto lo zuccherino", si dicono commentando l'incontro di B. con Barbara Guerra. Dino commenta: "Gianpà quello è come un rattigno...". Traduzione: uomo che ci prova con tutte e senza pudore. Commento di Tarantini: "È peggio di noi, a tre alla volta".

Il lavoro è sporco e faticoso. Saziare gli appetiti del commensale "numero uno" è diventata una missione quasi impossibile. Capita così che al telefono gli amici del presidente Berlusconi rasentino la disperazione. Il 4 settembre 2008 alle 8 di sera Sabina Began avvisa Tarantini: "È confermato, ci vuole una terza!". Il mattino dopo, alle 10, la richiesta cresce: "Amore ascolta, confermami tutto, anche la quarta, la quinta, ti prego... ". Altre volte per scegliere bisogna accendere il computer: Gianpi chiede lumi su una new entry a Francesca Garasi: "Ma è figa Giulia?" "È carina, che hai internet davanti? (...) Se non andavi a vedere su internet".
Il problema è variare: "Molte le avrà già sentite - spiega Pierluigi Faraone - che ne so io? (...) Ma cosa faccio, chiedo a tutte ‘Scusa ma sei già andata?' dai suuu". L'insistenza non si ferma di fronte a nulla: "Amo devi venire per forza", dice Tarantini a Barbara Guerra. Lei non sa come fare: a casa c'è sua madre: "Che cazzo...ma l'ho visto ieri..."(...). Il preavviso non è contemplato: "Vuoi venire in Sardegna domani?" chiede Gianpi a Barbara Montereale. "(..) e me lo dici così, domani". "eee amore quello così fa: chiama alle otto di sera e dice domani festa in Sardegna...".
Un guaio per chi deve trovare le ospiti. Con Massimiliano Verdoscia il filo è diretto. "Chi abbiamo su Roma?". Mentre "su Bari" si rivolge al signor Nappi: "Che c'hai tu di belle, giovani, che devo portare a Roma da quell'amico mio?". Idem con Totò Castellaneta: "Non hai più niente tu?". E pure con Pierluigi Faraone: "Peter, trova una troia per favore...". Lui lo calma: "Ma smettila un po' cioè non farti mettere i piedi sopra ..ma porca puttana.. e soprattutto bisogna prendere il bastone del comando lì, hai capito? In modo che riesci a portarlo su situazioni umane! Hai capito?"
Silvio Berlusconi era diventato la barzelletta di Tarantini e compagni. Micaela Ottomani, avvocatessa di Bari e segretaria del ministro Romani, lo chiama Barbara. Vuole a tutti i costi conoscere Berlusconi e ne parla con Tarantini. "L'hai visto, hai visto Barbara?". "Chi è sta Barbara", chiede stupito Gianpi. "Ma lui, Barbara, quando me lo fai conoscere?".
"Finché non si chiude sta campagna elettorale lui non fa cene, gli rompono il cazzo stanno chiamando in seimila che si vogliono candidare", è la risposta. Gianpi spettegola anche con Dino, il suo autista. "Gli è piaciuto lo zuccherino", si dicono commentando l'incontro di B. con Barbara Guerra. Dino commenta: "Gianpà quello è come un rattigno...". Traduzione: uomo che ci prova con tutte e senza pudore. Commento di Tarantini: "È peggio di noi, a tre alla volta".
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
chissa' quale festa di compleanno
stara' preparando per la prossima settimana

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"Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore." Ennio Flaiano
“Cercava la rivoluzione e trovò l'agiatezza.” Leo Longanesi
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
31 marzo 2011
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... 2101.shtml
LAMPEDUSA. Il presidente pescatore parla a braccio stringendo un microfono in mano sul muretto che corre davanti il municipio di Lampedusa. Accanto a lui il gigantesco sindaco Dino de Rubeis e il governatore siciliano Raffaele Lombardo. Dieci minuti di annunci e soluzioni mentre il popolo di Lampedusa si spella le mani come se partecipasse a un talk show. L'attacco è berlusconiano: «Il presidente del Consiglio ha il vezzo di risolvere i problemi».
Un esordio che da la stura al piano messo a punto l'altro ieri sera dal premier con una serie di ministri. Primo: entro 48-60 ore sei navi passeggeri (ma sono in corso trattative per noleggiarne una settima) riporteranno tutti i migranti presenti a Lampedusa fino a un massimo di 10 mila nei centri di accoglienza sparsi per tutto il territorio nazionale.
«Tra 60 ore Lampedusa sarà abitata solo dai lampedusani», scandisce Berlusconi. Gli isolani urlano di gioia, ma il premier incalza con le decisioni assunte dall'Esecutivo: «Svuoteremo il centro di accoglienza e ci sarà sempre una nave attraccata al porto pronta a imbarcare i migranti che via via arriveranno».
Un risultato raggiunto grazie a un accordo con il governo tunisino che si è impegnato a sorvegliare porti e coste. Ma il governo italiano evidentemente non si fida fino in fondo e il Cavaliere aggiunge un'ideuzza che dovrebbe impedire ai tunisini di prendere il largo: «Stiamo cercando di comprare i pescherecci nordafricani per evitare che vengano usati dai trafficanti di migranti: magari, quando smetterò di fare il politico, deciderò anch'io di darmi al commercio di pesce fresco». Risate. I lampedusani non si rendono conto se è realtà o sogno. Silvio incalza: promette che potenzierà fognature, impianti di illuminazione e traccerà nuove strade. Lui intende trasformare Lampedusa in una piccola Portofino: «Ci vuole più colore, più pulizia e decoro: provvederemo a un rimboschimento dell'isola e da stamattina 140 militari del Genio sono al lavoro per ripulire la collina sopra il porto. Poi c'è la stagione turistica da preservare: abbiamo incaricato Rai e Mediaset di confezionare dei servizi per far sì che gli italiani vengano in questo paradiso». E ancora: «A Lamperdusa apriremo un casinò».
Sono già impegni rilevanti, che potrebbero placare il disagio di questi mesi terribili. Ma gli isolani fremono. Il presidente li tranquillizza annuendo e continua nel suo elenco. «Vi concederemo una moratoria fiscale, bancaria e finanziaria per il disagio che avete patito. Non ci siamo dimenticati neppure dei pescatori: siamo in contatto con l'Eni che fornirà benzina a basso prezzo e faremo in modo che il primo carico sia gratuito».
I lampedusani sono ipnotizzati come bambini al luna park. Il presidente finalmente annuncia: «Lampedusa diventerà una zona a burocrazia zero e chiederemo a Bruxelles l'istituzione di una zona franca nella quale non si paghino tasse per i prodotti importati ed esportati: per aprire un ristorante o un negozio basterà rispettare le leggi edilizie e sanitarie vigenti».
È quasi finita. Resta il tempo per comunicare che il governo sosterrà la candidatura al premio Nobel per la pace di Lampedusa e prenderà in considerazione – ma senza impegni vincolanti – la realizzazione di un campo da golf e una nuova scuola. Attimo di pausa. Berlusconi si rivolge a se stesso: «Ieri mi sono chiesto: come posso dare ai lampedusani la sicurezza che tutti questi piani saranno messi in pratica? Risposta: devo diventare lampedusano anch'io. Così mi sono attaccato a internet e ho scovato una casa bellissima a Cala francese: si chiama due palme e l'ho comprata. Adesso avete nel governo un interlocutore assolutamente interessato».
Lampedusa oggi.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... 2101.shtml
LAMPEDUSA. Il presidente pescatore parla a braccio stringendo un microfono in mano sul muretto che corre davanti il municipio di Lampedusa. Accanto a lui il gigantesco sindaco Dino de Rubeis e il governatore siciliano Raffaele Lombardo. Dieci minuti di annunci e soluzioni mentre il popolo di Lampedusa si spella le mani come se partecipasse a un talk show. L'attacco è berlusconiano: «Il presidente del Consiglio ha il vezzo di risolvere i problemi».
Un esordio che da la stura al piano messo a punto l'altro ieri sera dal premier con una serie di ministri. Primo: entro 48-60 ore sei navi passeggeri (ma sono in corso trattative per noleggiarne una settima) riporteranno tutti i migranti presenti a Lampedusa fino a un massimo di 10 mila nei centri di accoglienza sparsi per tutto il territorio nazionale.
«Tra 60 ore Lampedusa sarà abitata solo dai lampedusani», scandisce Berlusconi. Gli isolani urlano di gioia, ma il premier incalza con le decisioni assunte dall'Esecutivo: «Svuoteremo il centro di accoglienza e ci sarà sempre una nave attraccata al porto pronta a imbarcare i migranti che via via arriveranno».
Un risultato raggiunto grazie a un accordo con il governo tunisino che si è impegnato a sorvegliare porti e coste. Ma il governo italiano evidentemente non si fida fino in fondo e il Cavaliere aggiunge un'ideuzza che dovrebbe impedire ai tunisini di prendere il largo: «Stiamo cercando di comprare i pescherecci nordafricani per evitare che vengano usati dai trafficanti di migranti: magari, quando smetterò di fare il politico, deciderò anch'io di darmi al commercio di pesce fresco». Risate. I lampedusani non si rendono conto se è realtà o sogno. Silvio incalza: promette che potenzierà fognature, impianti di illuminazione e traccerà nuove strade. Lui intende trasformare Lampedusa in una piccola Portofino: «Ci vuole più colore, più pulizia e decoro: provvederemo a un rimboschimento dell'isola e da stamattina 140 militari del Genio sono al lavoro per ripulire la collina sopra il porto. Poi c'è la stagione turistica da preservare: abbiamo incaricato Rai e Mediaset di confezionare dei servizi per far sì che gli italiani vengano in questo paradiso». E ancora: «A Lamperdusa apriremo un casinò».
Sono già impegni rilevanti, che potrebbero placare il disagio di questi mesi terribili. Ma gli isolani fremono. Il presidente li tranquillizza annuendo e continua nel suo elenco. «Vi concederemo una moratoria fiscale, bancaria e finanziaria per il disagio che avete patito. Non ci siamo dimenticati neppure dei pescatori: siamo in contatto con l'Eni che fornirà benzina a basso prezzo e faremo in modo che il primo carico sia gratuito».
I lampedusani sono ipnotizzati come bambini al luna park. Il presidente finalmente annuncia: «Lampedusa diventerà una zona a burocrazia zero e chiederemo a Bruxelles l'istituzione di una zona franca nella quale non si paghino tasse per i prodotti importati ed esportati: per aprire un ristorante o un negozio basterà rispettare le leggi edilizie e sanitarie vigenti».
È quasi finita. Resta il tempo per comunicare che il governo sosterrà la candidatura al premio Nobel per la pace di Lampedusa e prenderà in considerazione – ma senza impegni vincolanti – la realizzazione di un campo da golf e una nuova scuola. Attimo di pausa. Berlusconi si rivolge a se stesso: «Ieri mi sono chiesto: come posso dare ai lampedusani la sicurezza che tutti questi piani saranno messi in pratica? Risposta: devo diventare lampedusano anch'io. Così mi sono attaccato a internet e ho scovato una casa bellissima a Cala francese: si chiama due palme e l'ho comprata. Adesso avete nel governo un interlocutore assolutamente interessato».
Lampedusa oggi.
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Un po' Priapo un po' Minotauro.
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
E' un genio: stiamo andando in vacca, e lui compra pescherecci tunisini da rottamare
semina il prato inglese sulle pietraie di Lampedusa e mette su casa a Villa Du' Palle.
semina il prato inglese sulle pietraie di Lampedusa e mette su casa a Villa Du' Palle.
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
di certo i comunisti del PD hanno un altro programma:tiffany rayne ha scritto:Anche quei comunisti della Confindustria ora dicono male del povero Silvio.
«Ero un grande sostenitore di questo governo e di Silvio Berlusconi. Ora sono un grande deluso, non ha più alcuna credibilità...», ammette Ettore Riello, ..............
C’era la possibilità di fare riforme vere,
tagliare le tasse e i dipendenti pubblici,
......................
più tasse per tutti, più dipendenti pubblici, più patrimoniali varie,
finché l'Italia non sarà tutta proletaria uguale.
STATO LADRO & RAPINATORE
La ricchezza è solo un boccaglio in un mare di merda (N. Balasso)
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
già già, ne sono convinto anch'iobelnudo ha scritto:di certo i comunisti del PD hanno un altro programma:tiffany rayne ha scritto:Anche quei comunisti della Confindustria ora dicono male del povero Silvio.
«Ero un grande sostenitore di questo governo e di Silvio Berlusconi. Ora sono un grande deluso, non ha più alcuna credibilità...», ammette Ettore Riello, ..............
C’era la possibilità di fare riforme vere,
tagliare le tasse e i dipendenti pubblici,
......................
più tasse per tutti, più dipendenti pubblici, più patrimoniali varie,
finché l'Italia non sarà tutta proletaria uguale.
E sorridi! (Earl J. Hickey)
Di regole io ne conosco una sola: bisogna essere buoni, cazzo (K. Vonnegut)
Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare (V. Costantino)
Di regole io ne conosco una sola: bisogna essere buoni, cazzo (K. Vonnegut)
Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare (V. Costantino)