Tributo a Steve Jobs: il visionario che ha cambiato il mondo

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LeiPerversa
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Re: Tributo a Steve Jobs: il visionario che ha cambiato il m

#316 Messaggio da LeiPerversa »

}}Tristan ha scritto:perdona-mi ma se non leggi nemmeno quello che linki diventa imbarazzante:

il tuo link
Electronic interface
Main article: Gesture recognition

The movement of gestures can be used to interact with technology, using touch or multi-touch popularised by the iPhone, physical movement detection and visual motion capture, used in video game consoles.
non sono state inventate da apple e non sono tecnologia, ma con essa interagiscono...sono MOVIMENTI
eppure apple ne ha il brevetto...

ma davvero avete una vita cosi vuota e povera da dover difendere a qualunque costo un oggetto?
Ma si può vivere in un perenne campo di distorsione della realtà, proiettato da Cupertino?
(questa la differenza rispetto ai concorrenti, che non sono di certo i miei idoli)

PS
oggi ti faccio ricco:
Immagine
brevetta questa gesture e sei miliardario
casomai siamo in due ad avere la vita vuota visto che come io difendo apple c'è gente che apple la attacca da mattina a sera (con tanto di mesi restanti alla morte di steve jobs, quando era vivo)
apple non ha chiesto (e ottenuto) il brevetto per il dito o per il dito che va da sinistra a destra
apple ha chiesto (e ottenuto) il brevetto per la loro idea di sblocco dei loro dispositivi (iphone, ipad e ipod touch) usando un dito e striscriandolo da sinistra a destra su di un display touchscreen.
tutti possono usare questa idea, a costo di pagare apple.
non ti piace l'idea o la trovi banale?
benissimo, puoi usare (e brevettare) lo sblocco dei dispositivi usando un dito e striscriandolo dall'alto in basso su di un display touchscreen :lol:
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Re: Tributo a Steve Jobs: il visionario che ha cambiato il m

#317 Messaggio da }}Tristan »

io ci provo a non diventare caustico e sarcastico..ma tu hai grosso problema

essere 3 pagine io spiegare no essere solo slide unlock nel brevetto
tu non leggere
non leggere me
non leggere link
non leggere tuoi link
tu non leggere...
quindi tu non discutere, tu provocare
per te esistere solo mela
tu chiuso in gabbia
quindi tu smette di argomentare ad minchiam, grazie
se tu sapere cosa dice, tu parla
se tu non sa, tu smette
se tu non smette, io smette di spiegare quello che io dice a te.

ecco un ragionamento in perfetto stile apple...
perchè se è giusto che anche chi non sa usare un dispositivo debba usarlo
allora anche chi non sa discutere deve poterlo fare. :wink:


se brevetti l'ok o il medio, ricordati di me... :blowkiss:
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Re: Tributo a Steve Jobs: il visionario che ha cambiato il m

#318 Messaggio da LeiPerversa »

visto che quando Jobs propose a Samsung di smettere di combattersi visto che Apple era pure cliente di Samsung, gli venne risposto picche, secondo me ha fatto bene a procedere in tutto quello che poteva fare.

il brevetto mi sembra chiaro. sblocchi un dispositivo con lo slide o digitando il pin? brevettato apple (giustamente visto che l'ha inventato apple).
cosa c'è che non va?
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Re: Tributo a Steve Jobs: il visionario che ha cambiato il m

#319 Messaggio da LeiPerversa »

2007, presentazione dell'iphone 2g (dopo Jobs intervenne anche il CEO di Google complimentandosi per il lavoro svolto assieme)

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Re: Tributo a Steve Jobs: il visionario che ha cambiato il m

#320 Messaggio da }}Tristan »

ascolta, inizi ad essere diabolico...
che centra il multitouch e le gestures multitouch con lo slide unlock?
(e comunque anche li ci sarebbe molto da dire)


ho un n96 con il tasto fisico che sblocca il cell.
renderlo virtuale e brevettarlo , brevettando un movimento e non una tecnologia
ti sembra innovazione?

questa è disonestà bella e buona...vedi tu se la tua o quella di apple
perseveratore!!!!
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Re: Tributo a Steve Jobs: il visionario che ha cambiato il m

#321 Messaggio da LeiPerversa »

il problema è che tu non sai cosa significa tecnologia
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Re: Tributo a Steve Jobs: il visionario che ha cambiato il m

#322 Messaggio da Giulio Tremonti »

belnudo ha scritto:
Giulio Tremonti ha scritto:A dirla tutta è in atto una guerra tra Apple, HTC e Samsung fatta di colpi bassi, citazioni, accuse, minacce legali che sta costando a tutti. Ai consumatori e alle aziende stesse. Sembra che la competizione sia diventata una rincorsa a tutelarsi e accaparrarsi i brevetti. p.es. pare che l'acquisto di Motorola da parte di Google sia servito solo a quello. I colpi bassi vengono da tutte le parti e la criminalizzazione a senso unico di Apple è ridicola.
amico mio, non è a senso unico, mettici dentro pure il 99% delle attuali aziende informatiche 8)
Applle è solo il caso più macroscopico ed eclatante!
Mi ripeto, brevettare porzioni o interi codici di software è come se in meccanica dovessero improvvisamente scomparire le standardizzazioni che permettono a TUTTI di avvitare bulloni con viti prodotte da Pincopallo e dadi prodotti da Giovanna.
L'informatica che la maggioranza di noi conosce è quella personale che si è sviluppata dalla invenzione del PC Olivetti (nei laboratori di Ricerca & Sviluppo della Olivetti in via Jervis ad Ivrea, giovani ingegneri e diplomati, non stanno a guardare: nell'aprile 1975 alla fiera di Hannover, viene presentato il P6060, primo personal al mondo con floppy disk incorporato.) e che data al max 1975, 35 anni fa.
Essendo un MERCATO enorme, Bill e Steve incominciarono a brevettare, perché leggi idiote lo permettevano (l'informatica è ben diversa da una azienda farmaceutica), per accaparrarsi monopolisticamente un NUOVO MERCATO.
Questo è quanto.
Per uscirne: software libero e untrusted hardware
[Scopri]Spoiler
Puoi fidarti del tuo computer?

Da chi dovrebbe ricevere ordini il nostro computer? La maggior parte della gente ritiene che il computer dovrebbe obbedire all'utente, non a qualcun altro. Con un progetto denominato "informatica fidata" (Trusted Computing), le grandi aziende mediatiche, incluse l'industria cinematografica e quella musicale, insieme ad aziende informatiche quali Microsoft e Intel, stanno cercando di fare in modo che il computer obbedisca a loro anziché all'utente. (La versione Microsoft di tale sistema si chiama "Palladium"). Alcuni programmi proprietari presentavano già delle funzioni infide, ma tale progetto le renderebbe universali.

di Richard Stallman – Free Software Foundation - http://www.gnu.org

Software proprietario significa, fondamentalmente, che l'utente non può controllarne le funzionalità; né può studiarne il codice sorgente o modificarlo. Non deve sorprendere il fatto che qualche sagace imprenditore trovi il modo di usare il proprio potere per metterci in svantaggio. Microsoft lo ha fatto parecchie volte: una versione di Windows era progettata per segnalare a Microsoft tutto il software presente sull'hard disk dell'utente; un recente upgrade "di sicurezza" per Windows Media Player imponeva l'assenso dell'utente a nuove restrizioni. Ma Microsoft non è certo l'unica: il software di file sharing per la musica KaZaa è progettato in modo che i partner commerciali di Kazaa possano utilizzare parte del computer dell'utente. Queste caratteristiche malevole rimangono spesso segrete, ma perfino quando se ne conosce l'esistenza, è difficile rimuoverle perché l'utente non ne possiede il codice sorgente.

Nel passato questi erano incidenti isolati. L'"informatica fidata" li renderebbe dilaganti. Una definizione più appropriata sarebbe "informatica infida" (Treacherous Computing), poiché il piano è progettato per assicurarsi che il computer disubbidisca sistematicamente all'utente. Anzi, è progettato per impedire al computer di operare come un computer per usi generici. Ogni operazione potrebbe richiedere un'autorizzazione esplicita.

L'idea tecnica alla base dell'informatica infida è che il computer include dispositivi per la cifratura e la firma digitale, le cui chiavi vengono tenute segrete all'utente. I programmi proprietari useranno tali dispositivi per controllare quali altri programmi l'utente possa far girare, a quali documenti o dati può accedere e con quali applicazioni possa aprirli. Tali programmi preleveranno in continuazione nuove autorizzazioni via Internet, imponendole automaticamente all'utente. Se quest'ultimo non consente al proprio computer di ottenere periodicamente nuove regole da Internet, alcune funzionalità verranno automaticamente disabilitate.

Naturalmente, Hollywood e le case discografiche prevedono di ricorrere all'informatica infida per il "DRM" (Digital Rights Management, che noi preferiamo chiamare Digital Restrictions Management, ovvero "Gestione delle restrizioni digitali"), in modo che i video e la musica scaricata possano essere visti e ascoltati soltanto su un determinato computer. Risulterà del tutto impossibile condividerli, almeno usando i file autorizzati ottenuti da tali aziende. Noi, il pubblico, dovremmo avere sia la libertà sia la possibilità di condividere queste cose. (Prevedo che qualcuno troverà il modo di produrre delle versioni non cifrate, di diffonderle online e condividerle, in modo che il DRM non potrà avere la meglio, ma questo non è un valido motivo per approvare tale sistema).

Negare la possibilità di condividere è già qualcosa di negativo, ma c'è di peggio. Si prevede di usare procedure analoghe per email e documenti -- provocando la scomparsa dell'email entro due settimane, oppure consentendo la lettura dei documenti unicamente sui computer di una sola azienda.

Immaginiamo di ricevere una email dal nostro datore di lavoro che ci dica di fare qualcosa che consideriamo rischioso; un mese dopo, quando scoppia qualche grana, non potremo usare quell'email per dimostrare che non siamo stati noi a prendere la decisione. "Metterlo per iscritto" non ci tutela quando l'ordine è scritto con inchiostro simpatico.

Immaginiamo di ricevere un'email in cui il nostro datore di lavoro voglia imporci una procedura illegale o moralmente equivoca, come la distruzione dei documenti fiscali, o lasciar passare senza verifiche una pericolosa minaccia al nostro paese. Oggi è possibile far arrivare il messaggio a un giornalista e rendere pubblica quell'attività. Ma grazie all'informatica infida, il giornalista potrebbe non essere in grado di leggere il documento, il suo computer rifiuterebbe di obbedirgli. L'informatica infida diventa il paradiso della corruzione.

Gli elaboratori di testi come Microsoft Word potrebbero ricorrere all'informatica infida quando salvano i documenti, per assicurarsi che non possano esser letti da nessun elaboratore di testi rivale. Oggi siamo arrivati a conoscere i segreti del formato Word tramite laboriosi esperimenti ed abbiamo elaboratori di testi liberi capaci di leggere i documenti Word. Se quest'ultimo dovesse cifrare i documenti ogni volta che li salva, la comunità del software libero non avrebbe alcuna possibilità di sviluppare software in grado di leggerli e, anche se riuscissimo a farlo, simili programmi potrebbero essere dichiarati illegali sotto il Digital Millennium Copyright Act.

I programmi che usano l'informatica infida scaricheranno in continuazione via Internet nuove regole per le autorizzazioni, onde imporle automaticamente al nostro lavoro. Qualora a Microsoft, o al governo statunitense, non dovesse piacere quanto andiamo scrivendo in un documento, potrebbero diffondere nuove istruzioni dicendo a tutti i computer di impedire a chiunque la lettura di tale documento. Una volta scaricate le nuove istruzioni, ogni computer dovrà obbedire. Il nostro documento potrebbe subire la cancellazione retroattiva, in pieno stile "1984". Lo stesso utente che lo ha redatto potrebbe trovarsi impossibilitato a leggerlo.

È il caso di riflettere sulle spiacevoli conseguenze dell'applicazione dell'informatica infida, studiarne le dolorose possibilità, e decidere se sia il caso di accettarle o meno. Sarebbe stupido e inopportuno accettarle, ma il punto è che il patto che si crede di fare non rimarrà immutato. Una volta dipendenti da quel programma, non se ne potrà più fare a meno, e loro lo sanno bene; a quel punto, cambieranno il patto. Alcune applicazioni faranno automaticamente un aggiornamento che comporta cambiamenti funzionali, e non è possibile scegliere di rifiutare tale aggiornamento.

Oggi si possono evitare le restrizioni del software proprietario non usandolo. Usando GNU/Linux o un altro sistema operativo libero, ed evitando di installarvi sopra delle applicazioni proprietarie, allora è l'utente a controllare cosa fa il computer. Se un programma libero include una funzione dannosa, altri programmatori della comunità la toglieranno e se ne potrà usare la versione corretta. Sarà inoltre possibile far girare applicazioni e strumenti liberi su sistemi operativi non-liberi; ciò non offre piena libertà, ma molti utenti lo fanno.

L'informatica infida pone a rischio l'esistenza stessa dei sistemi operativi liberi e delle applicazioni libere, perché potrebbe essere del tutto impossibile farle girare. Qualche versione dell'informatica infida potrebbe richiedere che il sistema operativo sia specificamente autorizzato da un'azienda particolare. Potrebbe essere impossibile installare dei sistemi operativi liberi. Altre versioni dell'informatica infida potrebbero richiedere che ciascun programma sia specificamente autorizzato da chi ha sviluppato il sistema operativo. Sarebbe impossibile per l'utente far girare dei programmi liberi su tale sistema. Se trovate il modo di farlo, e lo raccontate in giro, potrebbe essere un reato.

Negli Stati Uniti esistono già delle proposte legislative che vorrebbero imporre a tutti i computer di supportare l'informatica infida, con il divieto di collegare a Internet i vecchi computer. Una di queste è il CBDTPA (Consumer Broadband and Digital Television Promotion Act - "Atto per la promozione della televisione digitale e della banda larga per i consumatori", ma noi lo chiamiamo Consume But Don't Try Programming Act - "Utilizza i programmi ma non tentare di realizzarli"). Ma pur se non potranno costringerci legalmente a passare all'informatica infida, ci sarà un'enorme pressione perché venga accettata. Spesso oggi si usa il formato Word per comunicare, nonostante ciò provochi un gran numero di problemi. Se soltanto una macchina basata sull'informatica infida fosse in grado di leggere i documenti Word più recenti, molta gente finirà per adeguarvisi, qualora considerino la questione puramente in termini individuali (prendere o lasciare). Onde opporsi all'informatica infida dobbiamo unire le forze ed affrontare la situazione come una scelta collettiva. (continua su http://www.gnu.org)

Copyright (C) 1996, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001 Free Software Foundation, Inc., 51 Franklin St, Fifth Floor, Boston, MA 02110, USA. La copia letterale e la distribuzione di questo articolo nella sua integrità sono permesse con qualsiasi mezzo, a condizione che questa nota sia riprodotta.
http://fhf.it/fondazione/puoi-fidarti-del-tuo-computer
Caro Belnudo, non devi convincermi perchè sull'argomento brevetti e licenze ho opinioni anche più radicali delle tue che avevo espresso qui in tempi non sospetti.

Ma il punto non è il mondo che vorremmo, è che mi sembra insensato crocifiggere Apple quando anche gli altri fanno lo stesso ricorso sistematico ai tribunali, vedi qui e quo.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)

[url=http://www.youtube.com/watch?v=b63FTD58nKU]Un posticino tutto speciale[/url]

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Re: Tributo a Steve Jobs: il visionario che ha cambiato il m

#323 Messaggio da }}Tristan »

LeiPerversa ha scritto:il problema è che tu non sai cosa significa tecnologia
ma :031 :031 :031 :031 :031 :031 :031 :031 :031 :031 :031 :031 :031 :031 :031 :031


@Tremonti
si attacca apple perchè apple viene difesa a dispetto di tutto, attaccare apple non vuol dire idolatrare htc o samsung
e poi non esiste una fauna macchietta come chi crede che l'informatica nasce e muore a cupertino
nessuno si sogna di considerare un eventuale culto delle aziende cinese e coreana...quindi quelli che chiami attacchi alla apple sono resistenza alla follia collettiva che la vuole "impero del bene",
infatti ad esempio io non ho difficoltà a riconoscerne i meriti, basta che non mi si dica che prima di apple c'era solo la polvere...
5 anni fa nokia era leader e apple no, i loro prodotti hanno ribaltato la situazione, va benissimo...ma che si parli di merce, non di spiritualità e filosofia...
mi piacerebbe Apple rimanesse leader per l'innovazione e non perchè crea fashion addiction o utonti che riscrivono la storia.
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Re: Tributo a Steve Jobs: il visionario che ha cambiato il m

#324 Messaggio da Giulio Tremonti »

Ma di Mac-fanatici non ne vedo sul forum

a parte Lord Zork, obv :) che non leggo da un po'.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)

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Re: Tributo a Steve Jobs: il visionario che ha cambiato il m

#325 Messaggio da belnudo »

quel che avevo da dire l'ho detto.

Mi dispiace solo che sia confermato per l'ennesima volta il motto
"non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire"

qui passo e chiudo
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La ricchezza è solo un boccaglio in un mare di merda (N. Balasso)

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Re: Tributo a Steve Jobs: il visionario che ha cambiato il m

#326 Messaggio da Loris Batacchi »


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Re: Tributo a Steve Jobs: il visionario che ha cambiato il m

#327 Messaggio da LeiPerversa »

Loris Batacchi ha scritto:
tu dici che anche questo l'ha inventato Steve Jobs? può essere!
DANA REGNA!!!
Secondo Sigmund Freud la perversione è la tensione al puro godimento, liberando questo termine dalla sua accezione puramente negativa.

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Re: Tributo a Steve Jobs: il visionario che ha cambiato il m

#328 Messaggio da Loris Batacchi »

jobs potrebbe aver creato anche i campi gravitazionali stando ai soloni che scrivevano sui quotidiano dopo la sua morte.

l'ho postato perchè è un modo simpatico di sbloccare il telefono. da quel che mi risulta è il primo così.

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Re: Tributo a Steve Jobs: il visionario che ha cambiato il m

#329 Messaggio da danny_the_dog »

Loris Batacchi ha scritto:jobs potrebbe aver creato anche i campi gravitazionali stando ai soloni che scrivevano sui quotidiano dopo la sua morte.

l'ho postato perchè è un modo simpatico di sbloccare il telefono. da quel che mi risulta è il primo così.
Sì, il Nexus è piuttosto avanti :wink: . L'unica cosa è che hanno messo il jack delle cuffie nella parte inferiore del telefono, cosa che trovo parecchio scomoda.
Comunque Google ha dichiarato che il Nexus non dovrebbe dare la possibilità a Apple di intraprendere azioni legali.
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Re: Tributo a Steve Jobs: il visionario che ha cambiato il m

#330 Messaggio da }}Tristan »

Bologna, i bimbi delle elementari in gita all’Apple Store. Genitori in rivolta

Una scuola del quartiere Navile ha accettato l'invito. Il papà di un bimbo di otto anni: "Si vede che quel giorno c'è lo sciopero dei musei. Più che didattica è una trovata commerciale"
Alzi la mano chi non è mai andato, da piccolino, a una gita scolastica d’istruzione in un museo, una fattoria, un caseificio, una fabbrica. Alla scoperta di arti e mestieri, anche di alta tecnologia e fama, ma sempre legati al territorio. Alzi la mano ora chi crede che sia una buona idea mandare dei bambini delle elementari a fare una gita scolastica d’istruzione in un negozio. Per essere più precisi: in un negozio di informatica che vende prodotti di una sola marca. Per essere più precisi ancora: al nuovo Apple Store di Bologna.
[Scopri]Spoiler
Qualche mano si è alzata, ma per dissentire, da alcuni genitori dubbiosi, che hanno lanciato un sasso nel web raccontando della visita programmata dalla scuola dei propri figli, di otto anni e di terza elementare. Una scuola nel quartiere Navile, prima periferia bolognese. Una delle scuole, perché non è l’unica, che ha raccolto l’invito della Apple, che così propaganda nei suoi siti: “Porta i tuoi studenti in gita all’Apple Store per un’esperienza di apprendimento indimenticabile”. Ovvero “creare album fotografici in iPhoto, montare video in iMovie, creare presentazioni in Keynote e persino comporre la loro musica in GarageBand”. Le gite si chiamano “Creazione”, e durano 90 minuti, oppure “Presentazione”, e durano un’ora. Già diffuse negli Stati Uniti, ora, con l’arrivo degli Apple Store, sono a disposizione anche in Italia.

“Boh, si vede che quel giorno c’è sciopero ai musei”, un genitore perplesso, e ironico, non trova spiegazioni migliori. Parlando con ilfattoquotidiano.it, spiega che le maestre sono brave, che immagina che i bambini si divertiranno, ma dice anche che quella che ha di fronte “sembra più una trovata commerciale che didattica, peraltro rivolta a dei bambini”. E trasversalmente agli stessi genitori, anche perché, casualmente, cadrà “poco prima del Natale”. Per i bambini dev’essere una sorpresa, i genitori sono invitati a non dire loro alcunché prima del gran giorno, poi dopo potranno partecipare e visionare le opere dei pargoli. Che, promette ancora l’Apple, riceveranno “ una maglietta in omaggio” e “persino degli inviti personalizzati da mandare via e-mail a genitori, insegnanti e amici”. In gergo si chiama marketing.

Il genitore non ci sta a fare troppa dietrologia: “La mia idea è che la maestra abbia visto come una bella occasione quella di portare i bimbi in quel tempio della tecnologia, senza (forse un po’ ingenuamente) pensare al fatto che dal punto di vista di un’azienda come la Apple i bimbi non sono solo alunni ma anche figli di clienti”. E ovviamente, dato che i bambini prima o poi crescono, prossimi potenziali clienti in un futuro non troppo lontano. Come il fanciullo della fiaba di Andersen, il padre risentito ha per primo puntato il dito, e così tutti hanno scoperto che il re è nudo e l’incantesimo si è rotto. Sotto il suo post nel gruppo di discussione la reazione degli altri genitori è diventata così: “Se e quando mi capiterà, mia figlia non ce la mando e vado pure a protestare dal preside”.

Che siano di genitori oppure solo di ex bambini che ricordano le proprie gite d’istruzione, i commenti sono anche meno concilianti del genitore perplesso. Vanno da “cos’è ‘sta cretinata?” a “io credo che sia una cosa molto grave, seriamente”. E se è vero che la pubblicità è già entrata da un pezzo nelle scuole, suggeriscono, almeno che sia esplicita e non mascherata da formazione, e neppure da gioco, e che serva a trovare risorse per attività veramente didattiche: “Se la Apple è così attenta alle nuove generazioni che regali agli istituti qualche tablet, e non pretenda di mandare i ragazzi in gita in uno store!”. La questione in realtà era già saltata fuori in alcuni blog qualche anno fa, quando la Apple lanciò per i suoi Store, che allora non erano diffusi in Italia, l’iniziativa dei field trip (negli Usa le gite d’istruzione si chiamano così). Con commenti dello stesso tenore: “Ma quale scuola può permettere un’iniziativa del genere?”.

Poco scalfiscono l’indignazione quelli che difendono Apple per la qualità dei prodotti, richiamati al vero oggetto della discussione: “Il topic è: deve la scuola pubblica prestarsi a queste marchette sulla pelle dei bambini?”. Ancora meno la scalfisce chi argomenta che forse la gita al negozio potrebbe essere utile per aumentare le conoscenze informatiche. A parte che si tratta di bambini di 8 anni, anche se così fosse “per par condicio, prima e oltre Windows, dovrebbero farti vedere Linux ed OSX, ma prima di tutto dovrebbero riprendere a fare scuola e lasciare Internet, Inglese ed altre cazzate al dopo aver imparato a parlare e scrivere in italiano e ad avere elementi per poter capire come gira questo pazzo mondo”. Cose che la scuola fa comunque, ma che forse davvero stanno perdendo importanza in un mondo che ci illude ormai fin da piccoli che sarà una neutra tecnologia a rendere agevoli le nostre vite. E se davvero esiste un vuoto formativo, sarebbe meglio non riempirlo col marketing.

di Valentina Avon
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