Helmut ha scritto:D'accordo con Gongolo, ma non possiamo trascurare che nel 2006 andrà al governo il sig. Prodi che non è amico del papa come Buttiglione, ma dovrà tener conto di molti equilibri, compresi quelli dei cattolici che lo votano e dell'ambiente ecclesiale nel quale è cresciuto, della finanza cattolica che vuole tradizionalmente trasferire investimenti in Paesi a governo cattolico, quindi mantenere buoni rapporti internazionali con leggi che non dispiacciano al cattolicesimo.
D'altronde, quel'è il partito più grande e potente del mondo?
La Chiesa Cattolica.
Ma in Europa è diverso. A Germania (50% luterani), Gran Bretagna (anglicani), Francia (cattolici ma con la Rivoluzione Francese alle spalle), Svezia (luterani), non piace prendere ordini dal papa; infatti il Vaticano si è dovuto ingoiare la costituzione europea senza riferimento alle radici cristiane.
Il che non vuol dire che uno stato sia ateo: guardiamo gli USA, lo stato più laico del mondo; cosa è scritto sulle banconote nazionali?
"In God we trust" (Noi confidiamo in Dio)
Ma i Padri Pellegrini arrivati in America, arrivarono là perchè cacciati dalla tirannide papale, e con loro portarono la Bibbia!!!
Helmut, non è cosi' semplice. Tu che sei radicale dovresti saperlo. E' vero, il Vaticano non ha ottenuto il riferimento alle radici cristiane. Ma ha ottenuto qualcosa di diverso, e di non meno importante. Leggete qui (dal Corriere):
COSTITUZIONE UE
Identità e valori
Caro Mieli, in una risposta lei cita Marta Sordi per spiegare «che l'Europa, quando respinge le radici cristiane, non rifiuta una fede, ma Roma ossia l'humanitas, la ragione, la natura». In questi giorni anche il presidente del Senato Pera ha sostenuto concetti analoghi, dichiarando che l'Europa in formazione è priva di identità proprio per il rifiuto delle sue radici cristiane. Questa opinione, prevalente in Italia anche in ambienti laici, non è quella del resto d'Europa, come è evidente non solo dal «rifiuto», ma anche dalla lettura della stampa estera. Ed è altresì un'opinione dovuta a un'evidente amnesia e a un fraintendimento storico, che stenta a essere rappresentato dalla stampa italiana. Si dimentica infatti che la Convenzione costituente citava, quali elementi dell'identità europea, la civiltà greco-romana e l'illuminismo, mentre si puó pensare che il rifiuto di menzionare le «radici cristiane» risieda nel fatto che la morale degli Stati democratici europei, quale sancita dalle leggi nazionali e comunitarie, non si identifica nella morale cristiana. àˆ per questo che la Chiesa cattolica ha perso la battaglia sulle «radici cristiane» nella Costituzione europea. Essa ne ha peró vinta un'altra, di cui si parla assai poco, ottenendo la cancellazione delle «radici» greco-romane e illuministiche e anche la cancellazione, nel Preambolo della Costituzione, delle parole di Tucidide, dove Pericle definisce la democrazia ateniese quale fondamento delle libertà individuali. àˆ invece evidente che nessuno avrebbe potuto citare nella Costituzione europea le parole con cui S. Ambrogio convince l'imperatore Teodosio che non sono punibili i vescovi cristiani che distruggono a furor di popolo le sinagoghe, come accadde nella città di Callinico. O i passi di S. Agostino che giustificano l'uso della tortura, la persecuzione e la condanna a morte di pagani, eretici, ebrei, perchè lo Stato cristiano agisce così per la salvezza delle loro anime, come il medico che amputa l'arto in cancrena. L'eredità di Atene e Roma era dunque citata nella Costituzione europea non in cifra cristiana, ma per quei valori politici del paganesimo antico, che, dalla rivoluzione francese, hanno ispirato le idealità delle democrazie moderne. Non so se la Chiesa cattolica possa essere orgogliosa di averne ottenuto la cancellazione. Ma non puó certo sostenersi che la Convenzione costituente non avesse identificato dove risiede l'identità europea e a quali valori essa si ispira.
Felice Costabile, Ordinario di diritto romano Direttore del Dipartimento di scienze storiche e giuridiche Univ. di Reggio Calabria