Faccio un breve excursus nella storia.
Forse aiutera a capire come abbiamo vissuto.
Ho passato la mia infanzia sui libri.
La nonna materna, attivista del Partito nonchè docente di filologia, ci teneva particolarmente ad insegnarmi a leggere dall'eta di 4 anni. Andai a scuola un anno prima del dovuto sapendo perfettamente leggere, scrivere e portando un repertorio di poeti francesi imparato a memoria.
Il mio non era un caso isolato.
Ne eravamo parecchi. Piccoli vecchietti privati di infanzia, vittime del Partito.
I comunisti erano troppo severi, non solo con gli adulti ma persino con noi, bambini. Fin dalla tenera eta eravamo sempre messi sotto pressione, dovevamo continuamente dimostrare di essere degni, i migliori in tutto. Dovevi essere coraggioso, generoso, rispettoso, avere dei ottimi voti a scuola, saper sparare, pulire le armi, medicare, cantare, cucire le camicie, intendere di chimica, recitare una poesia...
Vi ricordate la storia di Socrate e etera? Quando lei, per ripicca gli disse sul monte Agora: scometto che mi bastera una parola e i tuoi alievi ti abandoneranno e seguiranno me!
E lui rispose: sicuramente sarà cosi - tu stai scendendo, io salgo. Ti seguiranno solo perchè scendere è meno faticoso.
Questo è capitato a noi: dopo decenni di pressing continuo ci siamo ritrovati nel giro di pochi giorni senza nessun punto di riferimento certo, senza più nessuna certezza.
In orizzonte c'era l'America con il suo luccichio e tanti sono rimasti abbagliati. Chi ne era più furbo, meno portato ad avere le remore, sensi di colpa e sciocchezze del genere - se la cavata. Loro adesso vengono chiamati " nuovi russi"
Tanti invece sono rimasti spaesati per un bel pó. Qualcuno si è ripreso, qualcuno no.
Sembrera strano, ma nonostante tutto, sono felice di aver avuto
questa educazione.
E' una generazione strana la mia.
