[O.T.] Riflessioni sulla guerra in Medio Oriente
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io vorrei rileggere le dichiarazioni di certi intellettuali da giacchetta, quando per la prima volta quel cojone tiranno di teheran disse che israele doveva scomparire dalla cartina geografica.......
isaele nella nato sarebbe davvero la risposta di un'europa politicamente matura e militarmente decisa.
mah............neanche fra dieci anni.
isaele nella nato sarebbe davvero la risposta di un'europa politicamente matura e militarmente decisa.
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Ma perchè dovrei curarmi dei posteri? Cosa hanno fatto i posteri per me?
Groucho Marx
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Per dire quanto possa fregare ai paesi arabi della sorte dei palestinesi nei territori....
Vertice arabo: d'accordo in sei
Sei dei 22 Paesi della Lega araba sono d'accordo sulla convocazione di un vertice per discutere della crisi tra Israele e Libano e della situazione nei Territori palestinesi. Lo ha detto il segretario della Lega Amr Moussa. Per convocare un vertice sono necessari i due terzi dei membri della Lega. Al momento hanno risposto positivamente Algeria, Egitto, Qatar, Sudan, i palestinesi e lo Yemen che lo ha proposto. Altri potrebbero aderire nei prossimi giorni.

Vertice arabo: d'accordo in sei
Sei dei 22 Paesi della Lega araba sono d'accordo sulla convocazione di un vertice per discutere della crisi tra Israele e Libano e della situazione nei Territori palestinesi. Lo ha detto il segretario della Lega Amr Moussa. Per convocare un vertice sono necessari i due terzi dei membri della Lega. Al momento hanno risposto positivamente Algeria, Egitto, Qatar, Sudan, i palestinesi e lo Yemen che lo ha proposto. Altri potrebbero aderire nei prossimi giorni.
"Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia,
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
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se israele entrasse nella nato, dovremo, credo, entrare in guerra (guerra non missione di pace), e con noi tutta europa.
vorrebbe dire schierare apertamente mezzo mondo contro i paesi arabi... e forse l'inizio di una vera e propria guerra di religione.
far entrare ora israele nella nato equivale a proclamare guerra agli stati arabi.
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Le parti concordano che un attacco armato contro una o più di esse, in Europa o Nord America, deve essere considerato come un attacco contro tutte e di conseguenza concordano che, se tale attacco armato avviene, ognuna di esse, in esercizio del diritto di autodifesa individuale o collettiva, riconosciuto dall'articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti attaccate prendendo immediatamente, individualemente o in concerto con le altre parti, tutte le azioni che ritiene necessarie, incluso l'uso della forza armata, per ripristinare e mantenere la sicurezza dell'area Nord Atlantica.
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a mio avviso ti sbagli (a parte che nella NATO c'è la Turchia, che non è esattamente un paese anti-musulmano... ), la proposta di far entrare Israele nella NATO esiste da tempo, e - al contrario di quel che sostieni tu - nasce proprio per scongiurare attacchi contro Israele da parte dei vari soggetti che lo circondano e che ne vogliono la scomparsa.Tecnico Informatico ha scritto:se israele entrasse nella nato, dovremo, credo, entrare in guerra (guerra non missione di pace), e con noi tutta europa.
vorrebbe dire schierare apertamente mezzo mondo contro i paesi arabi... e forse l'inizio di una vera e propria guerra di religione.
far entrare ora israele nella nato equivale a proclamare guerra agli stati arabi.
attaccare un paese isolato come è ora Israele non sarebbe come attaccare un membro della NATO.
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si, sono d'accordo.
Ma visto il fanatismo che c'è in quelle zone, prendere una posizione così netta vorrebbe dire che mezzo mondo si schiera CONTRO questa gente, in quanto si schiera CON il loro nemico.
Non vedo l'ingresso di israele nella nato come una cosa politicamente fattibile.
La Turchia è da sempre un punto di forza nato, in quanto avamposto per la lotta contro l'invasione comunista.
e resta comunque il piu' moderato degli stati islamici, o comunque il piu' "occidentalizzato"
Ma visto il fanatismo che c'è in quelle zone, prendere una posizione così netta vorrebbe dire che mezzo mondo si schiera CONTRO questa gente, in quanto si schiera CON il loro nemico.
Non vedo l'ingresso di israele nella nato come una cosa politicamente fattibile.
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Ultima modifica di Tecnico Informatico il 17/07/2006, 17:49, modificato 1 volta in totale.
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Non credo che gli hezbollah scomparirebbero se Israele entrasse nella Nato....e penso che neanche gli attacchi suicidi palestinesi smetterebbero....Squirto ha scritto: attaccare un paese isolato come è ora Israele non sarebbe come attaccare un membro della NATO.
Forse Iran e Siria non attaccherebbero direttamente, ma sempre indirettamente finanziando i terroristi vari....da un punto di vista pratico, per Israele cambierebbe pochissimo...da un punto di vista politica si rischia tantissimo....almeno fino a quando gli arabi continueranno ad essere i principale fornitori del petrolio....
E' vero che la turchia e' nella Nato....ed e' anche vero che la grecia non e' felicissima della cosa ed infatti le relazioni tra i due paesi sono da sempre tese se non tesissime....figuriamoci se accadesse in medio oriente....
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si quoto husker...
inoltre non dobbiamo mai dimenticarci che pur essendo militarmente e tecnologicamente piu' forti (come NATO) rispetto ai paesi arabi, siamo incredibimente deboli dal punto di vista energetico.
se per disgrazia si arrivasse ad uno scontro su ampia scala, con cosa riempiremo i serbatoi delle nostre navi, dei nostri carri e dei nostri aerei??????
che fine farebbero le nostre economie?
a quanto arriverebbe il prezzo di un barile di petrolio?
inoltre non dobbiamo mai dimenticarci che pur essendo militarmente e tecnologicamente piu' forti (come NATO) rispetto ai paesi arabi, siamo incredibimente deboli dal punto di vista energetico.
se per disgrazia si arrivasse ad uno scontro su ampia scala, con cosa riempiremo i serbatoi delle nostre navi, dei nostri carri e dei nostri aerei??????
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Ultima modifica di Tecnico Informatico il 17/07/2006, 17:54, modificato 1 volta in totale.
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Israele nella NATO ?
Brevemente...
Non possono entrare a far parte della NATO paesi che si trovano coinvolti in conflitti o dispute territoriali : questa è sempre stato il comandamento che ha regolato l'ingresso di nuovi paesi nell'alleanza.
Inoltre La NATO, sin dagli anni '90, ha sviluppato un'iniziativa di "Dialogo Mediterraneo" che coinvolge Israele e sei paesi arabi. Un rapporto che è stato recentemente consolidato e elevato a vero partenariato e che coinvolge tutti questi paesi in molteplici attività pratiche, militari, politiche e diplomatiche. E' facile immaginare la reazione dei 6 partner arabi alla notizia di un possibile ingresso di Israele nella NATO e come andrebbero a farsi fottere anni di pazienti lavori diplomatici...
Infine, lasciare che sia Israele a gestire alcuni "affari sporchi" senza coinvolgere la NATO è cosa che fa piacere a non poche persone, sia tra i vertici politici di Israele e USA, sia tra i trafficanti internazionali di armamenti. Che sia invece deleterio per il popolo israeliano, questo è palese.
Detto ció, vi inviterei a non appioppparmi d'ufficio etichette di nemico di Sion e amichetto di Mohamed... non sono sicuramente il secondo, quanto al primo, proprio non ci riesco a pensare che Israele vada difeso a priori, anche quando commette massacri.
Brevemente...
Non possono entrare a far parte della NATO paesi che si trovano coinvolti in conflitti o dispute territoriali : questa è sempre stato il comandamento che ha regolato l'ingresso di nuovi paesi nell'alleanza.
Inoltre La NATO, sin dagli anni '90, ha sviluppato un'iniziativa di "Dialogo Mediterraneo" che coinvolge Israele e sei paesi arabi. Un rapporto che è stato recentemente consolidato e elevato a vero partenariato e che coinvolge tutti questi paesi in molteplici attività pratiche, militari, politiche e diplomatiche. E' facile immaginare la reazione dei 6 partner arabi alla notizia di un possibile ingresso di Israele nella NATO e come andrebbero a farsi fottere anni di pazienti lavori diplomatici...
Infine, lasciare che sia Israele a gestire alcuni "affari sporchi" senza coinvolgere la NATO è cosa che fa piacere a non poche persone, sia tra i vertici politici di Israele e USA, sia tra i trafficanti internazionali di armamenti. Che sia invece deleterio per il popolo israeliano, questo è palese.
Detto ció, vi inviterei a non appioppparmi d'ufficio etichette di nemico di Sion e amichetto di Mohamed... non sono sicuramente il secondo, quanto al primo, proprio non ci riesco a pensare che Israele vada difeso a priori, anche quando commette massacri.
so bene che non sei partigiano, ma concorderai che c'è anche chi difende i nemici di Israele "a priori qualsiasi massacro commettano"... e che gli "affari sporchi" non li gestisce solo Israele... e i trafficanti internazionali di armamenti non fanno affari solo con Israele... o forse che i razzi e le armi degli Hezbollah (e di Syria e Iran) li fabbricano gli operai libanesi in tutta trasparenza?donegal ha scritto:Infine, lasciare che sia Israele a gestire alcuni "affari sporchi" senza coinvolgere la NATO è cosa che fa piacere a non poche persone, sia tra i vertici politici di Israele e USA, sia tra i trafficanti internazionali di armamenti.
Detto ció, vi inviterei a non appioppparmi d'ufficio etichette di nemico di Sion e amichetto di Mohamed... non sono sicuramente il secondo, quanto al primo, proprio non ci riesco a pensare che Israele vada difeso a priori qualsiasi massacro commetta...
Israele non va difeso a priori per nessun motivo. quel che va difeso a priori a mio parere è il suo diritto all'esistenza. e non sento così tante voci che attaccano chi nega questo diritto.
ho sentito più voci indignate per la famosa passeggiata di Sharon nella spianata delle moschee, che non per le scandalose dichiarazioni di Ahmadinejad sulla cancellazione di Israele dalla carta geografica...
due pesi e due misure? no, grazie
[b:75b2453c67]trovato in rete: alcuni spunti interessanti, magari non tutti ,ma la parte su "rapimenti" e arresti l'avevo pensata anche io...[/b:75b2453c67]
[i:75b2453c67]Difendere Israele
Regola uno: stravolgere la realtà
Uno dei recenti ‘trucchi linguistici' escogitati per difendere la causa del Sionismo è l'utilizzo improprio delle parole "rapimento" e "sequestro".
Nessuna tv o giornale "autorevole" fa eccezione (per cui è superfluo proporre esempi), ma se ancora il dizionario della lingua italiana ha un senso si dovrebbe parlare di militari israeliani fatti "prigionieri" dai miliziani dello Hezbollah libanese. Ma questo sarebbe pretendere troppo, perché significherebbe che al nemico viene riconosciuto lo status di belligerante, mentre nei fatti è considerato alla stregua di una "anonima sequestri": i "rapimenti" e i "sequestri" non li fanno, appunto, dei volgari banditi?
Ma oggi viviamo una situazione irreale: di tutti gli Stati che aderiscono all'Onu, ne abbiamo tre - Usa, GB e Israele - che si arrogano l'esclusivo diritto di potersi fregiare a pieno titolo del rango di Stato, mentre gli altri son tutti potenzialmente oggetto di "operazioni di polizia internazionale"; è il motivo per cui la guerra non si "dichiara" più, per il semplice fatto che la suddetta triade non riconosce, all'atto pratico, altri Stati. Questo considerarsi al di sopra di tutto e tutti comporta tutta una serie di atteggiamenti sbalorditivi, quali, ad esempio, il bombardamento di un aeroporto internazionale di uno Stato membro delle Nazioni Unite (il Libano), il sorvolo a bassa quota con aerei da guerra del palazzo presidenziale di un altro Stato membro delle Nazioni Unite (la Siria), la traduzione di fronte ad un tribunale fantoccio del legittimo Governo di uno Stato membro delle Nazioni Unite (l'Iraq), il paventato arresto del presidente di uno Stato membro delle Nazioni Unite (l'Iran) qualora si fosse presentato a tifare per la sua nazionale ai mondiali di calcio!
Non si può certo dar torto al presidente bielorusso Lukashenko, che ha affermato per mettere i puntini sulle "i": "L'Onu siamo noi".
Sostenere che solo Usa, GB e Israele si sono esclusivamente attribuiti la dignità di Stato sovrano negandola agli altri non è un'esagerazione che, al limite, può andare bene solo in relazione agli Stati arabi: si pensi alle pressioni a non finire sull'Austria all'epoca del "caso Haider", oppure alla fine della Jugoslavia (bombardamento su Belgrado, processo farsa a Milosevic ecc.: ricordo che l'unico aviatore serbo che riuscì ad abbattere un aereo della Nato è stato poi messo sulla graticola giudiziaria come un volgare "terrorista").
Conosco anche l'obiezione degli arroganti - perché ipermediatizzati - "avvocati d'Israele": che Hezbollah "non è l'esercito libanese". Ma nell'atipica situazione libanese va detto che esso rappresenta l'unica garanzia d'intangibilità del territorio del Libano. E non lo dico io, lo dimostrano i fatti recenti del Libano. La verità è che la piega che si voleva far prendere agli eventi in seguito all'assassinio di Hariri non è quella desiderata dai suoi mandanti: Hezbollah, oltre ad aver ottenuto 14 parlamentari non ha smobilitato le sue milizie, e questo non perché si è imposto unilateralmente sui desideranti un "Libano libero" (e "arancione"), ma perché almeno mezzo Libano (compresi settori cristiani) si è reso conto che disarmare Hezbollah equivaleva ad un suicidio nazionale.
Ma torniamo ai "sequestri" e ai "rapimenti". Aljazeera per descrivere i militari israeliani nelle mani di Hezbollah usa il termine asà®r (pl. asrà ), che significa appunto "prigioniero", e lo stesso Hasan Nasrallah parla di "prigionieri" di Hezbollah in mano all'esercito israeliano, proponendo difatti uno "scambio di prigionieri". Evidentemente c'è della dignità nella considerazione che Hezbollah ha dei militari israeliani, ma non il contrario. Lo si evince anche dal modo in cui gli oltre sessanta uomini politici palestinesi nelle mani degli israeliani vengono descritti da questi ultimi: trattasi di "arresti". Ora, mi sembra un po' strano che i membri di un parlamento e di un governo di uno Stato (seppur un simulacro di Stato, comunque uno "Stato": non salmodiano sempre "due Stati per due popoli"?) possano essere "arrestati" da un altro Stato. Al limite dovrebbe trattarsi di "prigionieri", ma non sia mai detto, o forse proprio in questo caso si tratta effettivamente di "rapiti" e "sequestrati"...
Come che sia, anche questa volta "Israele" la farà franca: dopo aver causato al Libano in un solo giorno un danno economico stimato in decine di milioni di dollari (ponti, strade, piste dell'aeroporto, turisti in fuga, viaggi annullati, blocco delle importazioni e delle esportazioni, borsa crollata: a proposito, a chi si rivolgerà il turista italiano per il risarcimento del biglietto? all'Ambasciata israeliana? al gran rabbino?) riceverà , in ossequio alla logica della "equivicinanza" elaborata in qualche Centro che naturalmente auspica la "pace in Medio Oriente", rinnovate e più sperticate lodi, che supereranno in fantasia e piaggeria il "siamo tutti ebrei" di Bertinotti (dopo aver ricevuto delle minacce!), la denuncia dei "rigurgiti di antisionismo" (Giordano), l'individuazione nello "scudo di David" delle "radici europee"... fino all'"Israele patrimonio dell'umanità " (Prodi): fino ad ora avevo sentito parlare di "patrimoni dell'umanità " con riferimento a città , opere d'arte o architettoniche, ma stavolta viene il dubbio che il "patrimonio" stia nell'assetto istituzionale (discriminatorio) dello Stato sionista, o addirittura nel c.d. "popolo ebraico", in tal modo custodito come una sorta di bene prezioso, il Bene incarnato.
Ma i complimenti, sebbene graditi da "Israele", non bastano mai se non sono accompagnati dalle palanche. E' di questi giorni la notizia di un accordo firmato tra la Regione Lazio e un Centro industriale israeliano per "la ricerca e lo sviluppo", le cui basi sono state gettate circa un mese fa in occasione dell'ennesimo "viaggio della memoria". Parafrasando il titolo del celebre libro di Finkelstein verrebbe da titolare "Industria e Olocausto"! Quanto ai palestinesi, si accontenterebbero di un banalissimo riconoscimento dei torti subiti (uccisioni, distruzioni, espulsioni ecc.), senza scomodare gli "olocausti", ma non hanno nemmeno questa magra consolazione: le industrie e gli "accordi", per il momento, se li possono sognare!
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[i:75b2453c67]Difendere Israele
Regola uno: stravolgere la realtà
Uno dei recenti ‘trucchi linguistici' escogitati per difendere la causa del Sionismo è l'utilizzo improprio delle parole "rapimento" e "sequestro".
Nessuna tv o giornale "autorevole" fa eccezione (per cui è superfluo proporre esempi), ma se ancora il dizionario della lingua italiana ha un senso si dovrebbe parlare di militari israeliani fatti "prigionieri" dai miliziani dello Hezbollah libanese. Ma questo sarebbe pretendere troppo, perché significherebbe che al nemico viene riconosciuto lo status di belligerante, mentre nei fatti è considerato alla stregua di una "anonima sequestri": i "rapimenti" e i "sequestri" non li fanno, appunto, dei volgari banditi?
Ma oggi viviamo una situazione irreale: di tutti gli Stati che aderiscono all'Onu, ne abbiamo tre - Usa, GB e Israele - che si arrogano l'esclusivo diritto di potersi fregiare a pieno titolo del rango di Stato, mentre gli altri son tutti potenzialmente oggetto di "operazioni di polizia internazionale"; è il motivo per cui la guerra non si "dichiara" più, per il semplice fatto che la suddetta triade non riconosce, all'atto pratico, altri Stati. Questo considerarsi al di sopra di tutto e tutti comporta tutta una serie di atteggiamenti sbalorditivi, quali, ad esempio, il bombardamento di un aeroporto internazionale di uno Stato membro delle Nazioni Unite (il Libano), il sorvolo a bassa quota con aerei da guerra del palazzo presidenziale di un altro Stato membro delle Nazioni Unite (la Siria), la traduzione di fronte ad un tribunale fantoccio del legittimo Governo di uno Stato membro delle Nazioni Unite (l'Iraq), il paventato arresto del presidente di uno Stato membro delle Nazioni Unite (l'Iran) qualora si fosse presentato a tifare per la sua nazionale ai mondiali di calcio!
Non si può certo dar torto al presidente bielorusso Lukashenko, che ha affermato per mettere i puntini sulle "i": "L'Onu siamo noi".
Sostenere che solo Usa, GB e Israele si sono esclusivamente attribuiti la dignità di Stato sovrano negandola agli altri non è un'esagerazione che, al limite, può andare bene solo in relazione agli Stati arabi: si pensi alle pressioni a non finire sull'Austria all'epoca del "caso Haider", oppure alla fine della Jugoslavia (bombardamento su Belgrado, processo farsa a Milosevic ecc.: ricordo che l'unico aviatore serbo che riuscì ad abbattere un aereo della Nato è stato poi messo sulla graticola giudiziaria come un volgare "terrorista").
Conosco anche l'obiezione degli arroganti - perché ipermediatizzati - "avvocati d'Israele": che Hezbollah "non è l'esercito libanese". Ma nell'atipica situazione libanese va detto che esso rappresenta l'unica garanzia d'intangibilità del territorio del Libano. E non lo dico io, lo dimostrano i fatti recenti del Libano. La verità è che la piega che si voleva far prendere agli eventi in seguito all'assassinio di Hariri non è quella desiderata dai suoi mandanti: Hezbollah, oltre ad aver ottenuto 14 parlamentari non ha smobilitato le sue milizie, e questo non perché si è imposto unilateralmente sui desideranti un "Libano libero" (e "arancione"), ma perché almeno mezzo Libano (compresi settori cristiani) si è reso conto che disarmare Hezbollah equivaleva ad un suicidio nazionale.
Ma torniamo ai "sequestri" e ai "rapimenti". Aljazeera per descrivere i militari israeliani nelle mani di Hezbollah usa il termine asà®r (pl. asrà ), che significa appunto "prigioniero", e lo stesso Hasan Nasrallah parla di "prigionieri" di Hezbollah in mano all'esercito israeliano, proponendo difatti uno "scambio di prigionieri". Evidentemente c'è della dignità nella considerazione che Hezbollah ha dei militari israeliani, ma non il contrario. Lo si evince anche dal modo in cui gli oltre sessanta uomini politici palestinesi nelle mani degli israeliani vengono descritti da questi ultimi: trattasi di "arresti". Ora, mi sembra un po' strano che i membri di un parlamento e di un governo di uno Stato (seppur un simulacro di Stato, comunque uno "Stato": non salmodiano sempre "due Stati per due popoli"?) possano essere "arrestati" da un altro Stato. Al limite dovrebbe trattarsi di "prigionieri", ma non sia mai detto, o forse proprio in questo caso si tratta effettivamente di "rapiti" e "sequestrati"...
Come che sia, anche questa volta "Israele" la farà franca: dopo aver causato al Libano in un solo giorno un danno economico stimato in decine di milioni di dollari (ponti, strade, piste dell'aeroporto, turisti in fuga, viaggi annullati, blocco delle importazioni e delle esportazioni, borsa crollata: a proposito, a chi si rivolgerà il turista italiano per il risarcimento del biglietto? all'Ambasciata israeliana? al gran rabbino?) riceverà , in ossequio alla logica della "equivicinanza" elaborata in qualche Centro che naturalmente auspica la "pace in Medio Oriente", rinnovate e più sperticate lodi, che supereranno in fantasia e piaggeria il "siamo tutti ebrei" di Bertinotti (dopo aver ricevuto delle minacce!), la denuncia dei "rigurgiti di antisionismo" (Giordano), l'individuazione nello "scudo di David" delle "radici europee"... fino all'"Israele patrimonio dell'umanità " (Prodi): fino ad ora avevo sentito parlare di "patrimoni dell'umanità " con riferimento a città , opere d'arte o architettoniche, ma stavolta viene il dubbio che il "patrimonio" stia nell'assetto istituzionale (discriminatorio) dello Stato sionista, o addirittura nel c.d. "popolo ebraico", in tal modo custodito come una sorta di bene prezioso, il Bene incarnato.
Ma i complimenti, sebbene graditi da "Israele", non bastano mai se non sono accompagnati dalle palanche. E' di questi giorni la notizia di un accordo firmato tra la Regione Lazio e un Centro industriale israeliano per "la ricerca e lo sviluppo", le cui basi sono state gettate circa un mese fa in occasione dell'ennesimo "viaggio della memoria". Parafrasando il titolo del celebre libro di Finkelstein verrebbe da titolare "Industria e Olocausto"! Quanto ai palestinesi, si accontenterebbero di un banalissimo riconoscimento dei torti subiti (uccisioni, distruzioni, espulsioni ecc.), senza scomodare gli "olocausti", ma non hanno nemmeno questa magra consolazione: le industrie e gli "accordi", per il momento, se li possono sognare!
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me la sento sucata!
ROB.
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Uno dei recenti ‘trucchi linguistici' escogitati per difendere la causa del Sionismo è l'utilizzo improprio delle parole "rapimento" e "sequestro".
Nessuna tv o giornale "autorevole" fa eccezione (per cui è superfluo proporre esempi), ma se ancora il dizionario della lingua italiana ha un senso si dovrebbe parlare di militari israeliani fatti "prigionieri" dai miliziani dello Hezbollah libanese. Ma questo sarebbe pretendere troppo, perché significherebbe che al nemico viene riconosciuto lo status di belligerante, mentre nei fatti è considerato alla stregua di una "anonima sequestri": i "rapimenti" e i "sequestri" non li fanno, appunto, dei volgari banditi?
Ma oggi viviamo una situazione irreale: di tutti gli Stati che aderiscono all'Onu, ne abbiamo tre - Usa, GB e Israele - che si arrogano l'esclusivo diritto di potersi fregiare a pieno titolo del rango di Stato, mentre gli altri son tutti potenzialmente oggetto di "operazioni di polizia internazionale"; è il motivo per cui la guerra non si "dichiara" più, per il semplice fatto che la suddetta triade non riconosce, all'atto pratico, altri Stati. Questo considerarsi al di sopra di tutto e tutti comporta tutta una serie di atteggiamenti sbalorditivi, quali, ad esempio, il bombardamento di un aeroporto internazionale di uno Stato membro delle Nazioni Unite (il Libano), il sorvolo a bassa quota con aerei da guerra del palazzo presidenziale di un altro Stato membro delle Nazioni Unite (la Siria), la traduzione di fronte ad un tribunale fantoccio del legittimo Governo di uno Stato membro delle Nazioni Unite (l'Iraq), il paventato arresto del presidente di uno Stato membro delle Nazioni Unite (l'Iran) qualora si fosse presentato a tifare per la sua nazionale ai mondiali di calcio!
Non si può certo dar torto al presidente bielorusso Lukashenko, che ha affermato per mettere i puntini sulle "i": "L'Onu siamo noi".
Sostenere che solo Usa, GB e Israele si sono esclusivamente attribuiti la dignità di Stato sovrano negandola agli altri non è un'esagerazione che, al limite, può andare bene solo in relazione agli Stati arabi: si pensi alle pressioni a non finire sull'Austria all'epoca del "caso Haider", oppure alla fine della Jugoslavia (bombardamento su Belgrado, processo farsa a Milosevic ecc.: ricordo che l'unico aviatore serbo che riuscì ad abbattere un aereo della Nato è stato poi messo sulla graticola giudiziaria come un volgare "terrorista").
Conosco anche l'obiezione degli arroganti - perché ipermediatizzati - "avvocati d'Israele": che Hezbollah "non è l'esercito libanese". Ma nell'atipica situazione libanese va detto che esso rappresenta l'unica garanzia d'intangibilità del territorio del Libano. E non lo dico io, lo dimostrano i fatti recenti del Libano. La verità è che la piega che si voleva far prendere agli eventi in seguito all'assassinio di Hariri non è quella desiderata dai suoi mandanti: Hezbollah, oltre ad aver ottenuto 14 parlamentari non ha smobilitato le sue milizie, e questo non perché si è imposto unilateralmente sui desideranti un "Libano libero" (e "arancione"), ma perché almeno mezzo Libano (compresi settori cristiani) si è reso conto che disarmare Hezbollah equivaleva ad un suicidio nazionale.
Ma torniamo ai "sequestri" e ai "rapimenti". Aljazeera per descrivere i militari israeliani nelle mani di Hezbollah usa il termine asà®r (pl. asrà ), che significa appunto "prigioniero", e lo stesso Hasan Nasrallah parla di "prigionieri" di Hezbollah in mano all'esercito israeliano, proponendo difatti uno "scambio di prigionieri". Evidentemente c'è della dignità nella considerazione che Hezbollah ha dei militari israeliani, ma non il contrario. Lo si evince anche dal modo in cui gli oltre sessanta uomini politici palestinesi nelle mani degli israeliani vengono descritti da questi ultimi: trattasi di "arresti". Ora, mi sembra un po' strano che i membri di un parlamento e di un governo di uno Stato (seppur un simulacro di Stato, comunque uno "Stato": non salmodiano sempre "due Stati per due popoli"?) possano essere "arrestati" da un altro Stato. Al limite dovrebbe trattarsi di "prigionieri", ma non sia mai detto, o forse proprio in questo caso si tratta effettivamente di "rapiti" e "sequestrati"...
Come che sia, anche questa volta "Israele" la farà franca: dopo aver causato al Libano in un solo giorno un danno economico stimato in decine di milioni di dollari (ponti, strade, piste dell'aeroporto, turisti in fuga, viaggi annullati, blocco delle importazioni e delle esportazioni, borsa crollata: a proposito, a chi si rivolgerà il turista italiano per il risarcimento del biglietto? all'Ambasciata israeliana? al gran rabbino?) riceverà , in ossequio alla logica della "equivicinanza" elaborata in qualche Centro che naturalmente auspica la "pace in Medio Oriente", rinnovate e più sperticate lodi, che supereranno in fantasia e piaggeria il "siamo tutti ebrei" di Bertinotti (dopo aver ricevuto delle minacce!), la denuncia dei "rigurgiti di antisionismo" (Giordano), l'individuazione nello "scudo di David" delle "radici europee"... fino all'"Israele patrimonio dell'umanità " (Prodi): fino ad ora avevo sentito parlare di "patrimoni dell'umanità " con riferimento a città , opere d'arte o architettoniche, ma stavolta viene il dubbio che il "patrimonio" stia nell'assetto istituzionale (discriminatorio) dello Stato sionista, o addirittura nel c.d. "popolo ebraico", in tal modo custodito come una sorta di bene prezioso, il Bene incarnato.
Ma i complimenti, sebbene graditi da "Israele", non bastano mai se non sono accompagnati dalle palanche. E' di questi giorni la notizia di un accordo firmato tra la Regione Lazio e un Centro industriale israeliano per "la ricerca e lo sviluppo", le cui basi sono state gettate circa un mese fa in occasione dell'ennesimo "viaggio della memoria". Parafrasando il titolo del celebre libro di Finkelstein verrebbe da titolare "Industria e Olocausto"! Quanto ai palestinesi, si accontenterebbero di un banalissimo riconoscimento dei torti subiti (uccisioni, distruzioni, espulsioni ecc.), senza scomodare gli "olocausti", ma non hanno nemmeno questa magra consolazione: le industrie e gli "accordi", per il momento, se li possono sognare!
[/i:0323d8e83c][/quote:0323d8e83c]
Tutto molto bello...veramente bello....peccato non dica ASSOLUTAMENTE UN CAZZO.....
C'e' una guerra in medio-oriente e questo scrive sulla differenza semantica che esiste tra le parole Prigioniero ed Arrestato...oppure di Stato sovrano e di Stato semplice.....
La perla sugli accordi della regione lazio e' fenomenale.....
Complimentoni al meastro di penna che ha sprecato 20 minuti della sua vita per non dire assolutamente nulla.....
[i:0323d8e83c]Difendere Israele
Regola uno: stravolgere la realtà
Uno dei recenti ‘trucchi linguistici' escogitati per difendere la causa del Sionismo è l'utilizzo improprio delle parole "rapimento" e "sequestro".
Nessuna tv o giornale "autorevole" fa eccezione (per cui è superfluo proporre esempi), ma se ancora il dizionario della lingua italiana ha un senso si dovrebbe parlare di militari israeliani fatti "prigionieri" dai miliziani dello Hezbollah libanese. Ma questo sarebbe pretendere troppo, perché significherebbe che al nemico viene riconosciuto lo status di belligerante, mentre nei fatti è considerato alla stregua di una "anonima sequestri": i "rapimenti" e i "sequestri" non li fanno, appunto, dei volgari banditi?
Ma oggi viviamo una situazione irreale: di tutti gli Stati che aderiscono all'Onu, ne abbiamo tre - Usa, GB e Israele - che si arrogano l'esclusivo diritto di potersi fregiare a pieno titolo del rango di Stato, mentre gli altri son tutti potenzialmente oggetto di "operazioni di polizia internazionale"; è il motivo per cui la guerra non si "dichiara" più, per il semplice fatto che la suddetta triade non riconosce, all'atto pratico, altri Stati. Questo considerarsi al di sopra di tutto e tutti comporta tutta una serie di atteggiamenti sbalorditivi, quali, ad esempio, il bombardamento di un aeroporto internazionale di uno Stato membro delle Nazioni Unite (il Libano), il sorvolo a bassa quota con aerei da guerra del palazzo presidenziale di un altro Stato membro delle Nazioni Unite (la Siria), la traduzione di fronte ad un tribunale fantoccio del legittimo Governo di uno Stato membro delle Nazioni Unite (l'Iraq), il paventato arresto del presidente di uno Stato membro delle Nazioni Unite (l'Iran) qualora si fosse presentato a tifare per la sua nazionale ai mondiali di calcio!
Non si può certo dar torto al presidente bielorusso Lukashenko, che ha affermato per mettere i puntini sulle "i": "L'Onu siamo noi".
Sostenere che solo Usa, GB e Israele si sono esclusivamente attribuiti la dignità di Stato sovrano negandola agli altri non è un'esagerazione che, al limite, può andare bene solo in relazione agli Stati arabi: si pensi alle pressioni a non finire sull'Austria all'epoca del "caso Haider", oppure alla fine della Jugoslavia (bombardamento su Belgrado, processo farsa a Milosevic ecc.: ricordo che l'unico aviatore serbo che riuscì ad abbattere un aereo della Nato è stato poi messo sulla graticola giudiziaria come un volgare "terrorista").
Conosco anche l'obiezione degli arroganti - perché ipermediatizzati - "avvocati d'Israele": che Hezbollah "non è l'esercito libanese". Ma nell'atipica situazione libanese va detto che esso rappresenta l'unica garanzia d'intangibilità del territorio del Libano. E non lo dico io, lo dimostrano i fatti recenti del Libano. La verità è che la piega che si voleva far prendere agli eventi in seguito all'assassinio di Hariri non è quella desiderata dai suoi mandanti: Hezbollah, oltre ad aver ottenuto 14 parlamentari non ha smobilitato le sue milizie, e questo non perché si è imposto unilateralmente sui desideranti un "Libano libero" (e "arancione"), ma perché almeno mezzo Libano (compresi settori cristiani) si è reso conto che disarmare Hezbollah equivaleva ad un suicidio nazionale.
Ma torniamo ai "sequestri" e ai "rapimenti". Aljazeera per descrivere i militari israeliani nelle mani di Hezbollah usa il termine asà®r (pl. asrà ), che significa appunto "prigioniero", e lo stesso Hasan Nasrallah parla di "prigionieri" di Hezbollah in mano all'esercito israeliano, proponendo difatti uno "scambio di prigionieri". Evidentemente c'è della dignità nella considerazione che Hezbollah ha dei militari israeliani, ma non il contrario. Lo si evince anche dal modo in cui gli oltre sessanta uomini politici palestinesi nelle mani degli israeliani vengono descritti da questi ultimi: trattasi di "arresti". Ora, mi sembra un po' strano che i membri di un parlamento e di un governo di uno Stato (seppur un simulacro di Stato, comunque uno "Stato": non salmodiano sempre "due Stati per due popoli"?) possano essere "arrestati" da un altro Stato. Al limite dovrebbe trattarsi di "prigionieri", ma non sia mai detto, o forse proprio in questo caso si tratta effettivamente di "rapiti" e "sequestrati"...
Come che sia, anche questa volta "Israele" la farà franca: dopo aver causato al Libano in un solo giorno un danno economico stimato in decine di milioni di dollari (ponti, strade, piste dell'aeroporto, turisti in fuga, viaggi annullati, blocco delle importazioni e delle esportazioni, borsa crollata: a proposito, a chi si rivolgerà il turista italiano per il risarcimento del biglietto? all'Ambasciata israeliana? al gran rabbino?) riceverà , in ossequio alla logica della "equivicinanza" elaborata in qualche Centro che naturalmente auspica la "pace in Medio Oriente", rinnovate e più sperticate lodi, che supereranno in fantasia e piaggeria il "siamo tutti ebrei" di Bertinotti (dopo aver ricevuto delle minacce!), la denuncia dei "rigurgiti di antisionismo" (Giordano), l'individuazione nello "scudo di David" delle "radici europee"... fino all'"Israele patrimonio dell'umanità " (Prodi): fino ad ora avevo sentito parlare di "patrimoni dell'umanità " con riferimento a città , opere d'arte o architettoniche, ma stavolta viene il dubbio che il "patrimonio" stia nell'assetto istituzionale (discriminatorio) dello Stato sionista, o addirittura nel c.d. "popolo ebraico", in tal modo custodito come una sorta di bene prezioso, il Bene incarnato.
Ma i complimenti, sebbene graditi da "Israele", non bastano mai se non sono accompagnati dalle palanche. E' di questi giorni la notizia di un accordo firmato tra la Regione Lazio e un Centro industriale israeliano per "la ricerca e lo sviluppo", le cui basi sono state gettate circa un mese fa in occasione dell'ennesimo "viaggio della memoria". Parafrasando il titolo del celebre libro di Finkelstein verrebbe da titolare "Industria e Olocausto"! Quanto ai palestinesi, si accontenterebbero di un banalissimo riconoscimento dei torti subiti (uccisioni, distruzioni, espulsioni ecc.), senza scomodare gli "olocausti", ma non hanno nemmeno questa magra consolazione: le industrie e gli "accordi", per il momento, se li possono sognare!
[/i:0323d8e83c][/quote:0323d8e83c]
Tutto molto bello...veramente bello....peccato non dica ASSOLUTAMENTE UN CAZZO.....
C'e' una guerra in medio-oriente e questo scrive sulla differenza semantica che esiste tra le parole Prigioniero ed Arrestato...oppure di Stato sovrano e di Stato semplice.....
La perla sugli accordi della regione lazio e' fenomenale.....
Complimentoni al meastro di penna che ha sprecato 20 minuti della sua vita per non dire assolutamente nulla.....
"Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia,
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"