(o.t.)Il lavoro è un diritto?

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baroccosiffredi
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#286 Messaggio da baroccosiffredi »

Minko1981 ha scritto:
Prendono lo stipendio che prendono tutti i metalmeccanici d'Italia.
Esiste un contratto nazionale dei metalmeccanici e loro prendono quanto gli altri, quanto quelli di Termini Imerese e quanto quelli di Mirafiori.

Scusate ma non è sempre così, ci sono i contratti aziendali, all'Alfa Romeo di Arese, ai tempi dell'IRI credo che gli operai guadagnassero molto meglio dei loro colleghi torinesi. Capisco che poi le cifre a molti facciano ridere, ma se prendi adesso 1.400 euro anzichè 1.000, uno ci pensa su prima di mollare il lavoro, se poi deve pure emigrare con la famiglia a carico.

Se ho scritto altre cazzate perdonatemi. :wink:

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Ortheus
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#287 Messaggio da Ortheus »

Super Zeta ha scritto:
Ortheus ha scritto:Ma cosa vuoi che prenda un operaio metalmeccanico? Ma ti rendi conto che stai sfiorando il ridicolo?
No, non me ne rendo conto
Fammi vedere la busta paga di un minatore del Sulcis che lavora lì da 20 anni e poi sbertucciami

Gli eroi dell'Alcoa invece aspetto di capire perchè non vanno a fare consegne col furgone visto che portano a casa 1000 euro, tnt paga molto meglio
l'ultima delle filippine a chiasso prende 12-15 euro l'ora a fare le pulizie, il giardiniere sudamericano arriva a 20

certo... loro hanno mosso il culo

A volte penso che qualcuno ti abbia craccato l'account.

Ma che discorsi sono? ma tu lo sai che Noi sardi siamo "storicamente" un popolo di emigranti??? Ma cosa cazzo dici "muovere il culo" a chi per decenni l'ha mosso e ha fatto in modo che molte aree ,in Italia e nel mondo, siano diventati importanti centri industriali grazie a chi ha da sempre alzato il culo???

E poi che esempio è quello della "filippina" di Chiasso? O quello dell'autista tnt?

No Fabrizio, credo davero che tu, pur di non modificare il tuo primo post in questo thread, sei disposto a coprirti di ridicolo.
E non lo meriti, cazzo, non meriti le parole e soprattutto i concetti che stai postando.
Non votate per me. Io sono fuori dal Cerchio Magico.

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Minko1981
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#288 Messaggio da Minko1981 »

Helmut ha scritto: Se ne é parlato qualche post più su, e la Sardegna presto sarà il terminale energetico del gasdotto Algeria/Sardegna/Piombino.
E’ assurda l’industria manifatturiera in un’isola, i costi di trasporto per l’export inciderebbero troppo. Quindi, con energia a costo accettabile data dal gas algerino, si potrà rilanciare il petrolifero, il metallurgico, il chimico strategico, tutte attività che necessitano il mare per la forte incidenza dei trasporti.
Ma ci vuole tempo, gli investimenti di capitale hanno i loro tempi e i loro cicli.
Helmut io so' perfettamente del gasdotto, le strade delle citta' sarde, tutte, anche i paesini di 5000 abitanti in mezzo al nulla, negli ultimi 2 3 anni sono state completamente rifatte per interrare le condutture del futuro metano che dovrebbe arrivare dall'Algeria.
E dato che c'erano molti comuni, compreso il mio, hanno interrato anche i cavi della fibra ottica, cosi'... tanto perche' non far passare l'idea che siamo un popolo di minatori e pastori senza un minimo di intelligenza.
La TERNA ha presentato un bando per l'affidamento d'appalto per la realizzazione anche di un cavo sottomarino in corrente continua per l'interconnessione tra l’Italia, regione Sardegna, e l’Algeria.
Ci vorranno anni. E va bene.
Nel frattempo i politici , che in teoria dovrebbero essere gli illuminati che governano lo stato, dovrebbero tirar fuori delle idee decenti per ovviare alle mancanze di infrastrutture, cazzi e mazzi, di regioni come questa e come altre.

Ricordo che il Cavalier Pompetta aveva promesso che sarebbe intervenuto Putin per salvare quelli che questi giorni sono in piazza..
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Minko1981
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#289 Messaggio da Minko1981 »

Poi che sia assurda l'industria manifattura in un isola che sta al centro del Mediterraneo, con Cagliari a 90km in linea d'aria da Tunisi, e' tutto da dimostrare.
La Cina riempie il mondo di prodotti pacco, esportando da migliaia di km di distanza; sfruttare la posizione dell'Italia che e' il porto d'Europa nel Mediterraneo, e' una cosa che potrebbe funzionare.
Se venisse gestita da gente come si deve.
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#290 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Giulio Tremonti ha scritto:Quello di cui parli tu non sono anticipi sugli sconti. I trecento milioni in questione sono quelli considerati dlla Commissione Europea aiuti di Stato.
Infatti non ho pronunciato la parola anticipi, perchè si tratta di "rimborsi". Dovrebbero essere "sconti" sottoforma di "rimborsi".

Mi piacerebbe sapere come funziona. L'Alcoa dice allo Stato Italiano: "Ho speso 100 milioni di euro in corrente elettrica più di quanto avrei speso con tariffa scontata", quindi eleva fattura e lo Stato rimborsa? Funziona così?
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)

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Helmut
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#291 Messaggio da Helmut »

Minko1981 ha scritto:
Ortheus ha scritto:
baroccosiffredi ha scritto:Non so ma prendere 1.800 euro al mese anzichè 800/1.000 per molti è una bella differenza, che poi sempre per molti 1.800 euro siano una miseria, sono daccordo.

P.S. Non ho la più pallida idea di cosa prendano mediamente di stipendio quelli delle aziende sopra citate.

Ma se non sai le cose, perche cazzo spari cifre? un operaio di quinto livello, cioè il livello più alto, con oltre 10 anni di anzianità, non arriva a 1.400 euro. Un operaio "base" sfiora i 1000 euro.

Beate queste zucche vuote, chissà cosa ci faranno con tutti stì soldi.
Prendono lo stipendio che prendono tutti i metalmeccanici d'Italia.
Esiste un contratto nazionale dei metalmeccanici e loro prendono quanto gli altri, quanto quelli di Termini Imerese e quanto quelli di Mirafiori. Che son piu' ricchi perche' si lamentano?
Io comunque leggo commenti di gente che da' della capra a questi operai, ma qui di giuslavoristi raffinati ne sto incontrando pochi; e la cosa che piu' trovo assurda e' tutto questo livore da parte di gente che e' pochissimo informata. Almeno non lanciatevi in invettive azzardate.
BEEP… !!! ERRORE.
Esistono i contratti integrativi, le indennità territoriali, le indennità di turno, i premi di produttività, gli accordi sindacali interni.
In una nota azienda metalmeccanica friulana molto internazionalizzata e che produce tecnologia destinata per il 90% all’export, un operaio di V livello con 10 anni di anzianità prende 1.900/mese
Nella regione accanto, in Veneto, una ditta padronale metalmeccanica con 30 dip., non sindacalizzata, che produce lamiere grezze saldate per uso carpenteria, lo stesso operaio prende 1.200.
"Innalzare templi alla virtù e scavare oscure e profonde prigioni al vizio."

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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#292 Messaggio da nik978 »

occhio che nel contratto nazionale metalmeccanici orafi sono definiti i minimi che se li leggete vi viene da ridere.

2006 Impeigato prima assunzione 5 livello 1308 euro netti in busta.. nel lordo ben 450 erano di superminimo....
Ci stanno tutte le differenze mostrate da helmut...quindi è difficile fare dei confronti
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.

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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#293 Messaggio da Super Zeta »

Ortheus ha scritto:
Super Zeta ha scritto:
Ortheus ha scritto:Ma cosa vuoi che prenda un operaio metalmeccanico? Ma ti rendi conto che stai sfiorando il ridicolo?
No, non me ne rendo conto
Fammi vedere la busta paga di un minatore del Sulcis che lavora lì da 20 anni e poi sbertucciami

Gli eroi dell'Alcoa invece aspetto di capire perchè non vanno a fare consegne col furgone visto che portano a casa 1000 euro, tnt paga molto meglio
l'ultima delle filippine a chiasso prende 12-15 euro l'ora a fare le pulizie, il giardiniere sudamericano arriva a 20

certo... loro hanno mosso il culo

A volte penso che qualcuno ti abbia craccato l'account.

Ma che discorsi sono? ma tu lo sai che Noi sardi siamo "storicamente" un popolo di emigranti??? Ma cosa cazzo dici "muovere il culo" a chi per decenni l'ha mosso e ha fatto in modo che molte aree ,in Italia e nel mondo, siano diventati importanti centri industriali grazie a chi ha da sempre alzato il culo???

E poi che esempio è quello della "filippina" di Chiasso? O quello dell'autista tnt?

No Fabrizio, credo davero che tu, pur di non modificare il tuo primo post in questo thread, sei disposto a coprirti di ridicolo.
E non lo meriti, cazzo, non meriti le parole e soprattutto i concetti che stai postando.
Punti di vista Ortheus, dal mio tu stai facendo il sardo col paraocchi
Mica ti devi incazzare, sto sostenendo praticamente un uno contro tutti argomentando domande alle quali solitamente non ricevo risposte.
Il fatto che i sardi siano storicamente un popolo di emigranti che attinenza ha con il caso di specie?
Siccome il loro prozio è andato in America allora loro hanno il Jolly lavoro?
Qui si giudica il comportamento di una singola categoria di una precisa realtà

Mi sfugge perchè chiederti il motivo per cui non vanno a fare lavori meglio retribuiti coperti da altri equivalga a coprirmi di ridicolo...

p.s.il contratto metalmeccanici ce lo ha anche Pimpi e ti assicuro non porta a casa 1000 euro, avevo glissato ma visto che mi si accusa di scrivere cazzate...

Giulio Tremonti
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#294 Messaggio da Giulio Tremonti »

Drogato_ di_porno ha scritto: Mi piacerebbe sapere come funziona. L'Alcoa dice allo Stato Italiano: "Ho speso 100 milioni di euro in corrente elettrica più di quanto avrei speso con tariffa scontata", quindi eleva fattura e lo Stato rimborsa? Funziona così?
Non ne ho idea, magari lo sconto è in fattura e il rimborso lo chiede Enel.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)

[url=http://www.youtube.com/watch?v=b63FTD58nKU]Un posticino tutto speciale[/url]

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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#295 Messaggio da Ortheus »

Caro fabrizio,Io non ho paraocchi, e parlo degli Operai Alcoa non perchè sono Sardo, ma perchè di Loro e di quelli carbosulcis hai iniziato a parlarne tu nei modi che tutti abbiamo letto.
Ora, il contratto dei metalmeccanici ce l'hanno anche gli impiegati della Confindustria (giusto per fare un esempio) e sai bene che non prendono di certo la paga ( di merda) di un operaio di una grande azienda (la Alcoa è una grande azienda,per gli standard italiani).

Gli integrativi li conosciamo tutti e li applicano, in genere, le piccole aziende . Più sono grandi e strutturate, più cercano di risparmiare sui salari.

Un minatore (e vorrei ben vedere) prende di più di un addetto alla laminazione.
Ma prende di più perchè per fare il minatore ci vuole davvero "fame".
Sei mai sceso a 400 metri sotto terra, fabrizio? Io si.
Hai mai visto da vicino un altoforno? Io si.

Io ho studiato, mi sono laureato, peno tutti i giorni per farmi pagare, ma sono un privileggiato.
Posso impiegare il mio tempo per polemizzare con te, oppure farmi una sega guardando un porno, oppure leggendo Moccia.

Lavoro quando cazzo voglio, spesso di notte, e posso anche permettermi di mandare a fare in culo i clienti .

Sono stato fortunato, nel mio piccolo, perchè i miei hanno investito su di me. Mamma casalinga e papà impiegato. Tre figli, tutti e tre laureati e tutti e tre lavoratori autonomi.

Mio padre è morto senza aver mai fatto una vacanza vera in tutta la sua vita, manco il viaggio di nozze ( che ha fatto ad Alghero, pensa te).

Ma voleva risparmi un destino da "ultimo" e mi (ci) ha fatto studiare. E tanto.

Ultimo come l'autista tnt,come il giardiniere sudamericano, come la domestica filippina.

Ultimo come chi, nella tua e e nella mia condizione, ritiene gli ultimi delle zucche vuote.
Non votate per me. Io sono fuori dal Cerchio Magico.

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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#296 Messaggio da Minko1981 »

Helmut ha scritto:
Minko1981 ha scritto:
Ortheus ha scritto:
baroccosiffredi ha scritto:Non so ma prendere 1.800 euro al mese anzichè 800/1.000 per molti è una bella differenza, che poi sempre per molti 1.800 euro siano una miseria, sono daccordo.

P.S. Non ho la più pallida idea di cosa prendano mediamente di stipendio quelli delle aziende sopra citate.

Ma se non sai le cose, perche cazzo spari cifre? un operaio di quinto livello, cioè il livello più alto, con oltre 10 anni di anzianità, non arriva a 1.400 euro. Un operaio "base" sfiora i 1000 euro.

Beate queste zucche vuote, chissà cosa ci faranno con tutti stì soldi.
Prendono lo stipendio che prendono tutti i metalmeccanici d'Italia.
Esiste un contratto nazionale dei metalmeccanici e loro prendono quanto gli altri, quanto quelli di Termini Imerese e quanto quelli di Mirafiori. Che son piu' ricchi perche' si lamentano?
Io comunque leggo commenti di gente che da' della capra a questi operai, ma qui di giuslavoristi raffinati ne sto incontrando pochi; e la cosa che piu' trovo assurda e' tutto questo livore da parte di gente che e' pochissimo informata. Almeno non lanciatevi in invettive azzardate.
BEEP… !!! ERRORE.
Esistono i contratti integrativi, le indennità territoriali, le indennità di turno, i premi di produttività, gli accordi sindacali interni.
In una nota azienda metalmeccanica friulana molto internazionalizzata e che produce tecnologia destinata per il 90% all’export, un operaio di V livello con 10 anni di anzianità prende 1.900/mese
Nella regione accanto, in Veneto, una ditta padronale metalmeccanica con 30 dip., non sindacalizzata, che produce lamiere grezze saldate per uso carpenteria, lo stesso operaio prende 1.200.
Che esistano indennita' varie e' una cosa assodata e anche giusta.
Un primo livello dell'Alcoa prende 1050 euro.
Un terzo e quarto livello prendono di base mediamente 1300 euro.
Se questi fanno turni di notte e se si fanno un festivo al mese arrivano a 1550 / 1600.
I terzi e quarti livelli sui 350 operai di Portovesme sono il 70 percento dei lavoratori.
Gli operai che guadagnano di piu' all'Alcoa sono circa 20, e hanno l'indennita' di fonderia. Lavorano quindi 8 ore nell'altoforno e trattano chimicamente l'alluminio.
Pagare questi stipendi per l'Alcoa , la piu' grande multinazionale dell'alluminio al mondo e' una sciocchezza, come ben sapeve e come piu' volte si e' detto il costo e' l'energia non il salario.
Dite che dovrebbero cercare altro, bene: se chiude l'Alcoa chiude tutto il distretto dell'alluminio italiano. Questa sfigatissima zona della Sardegna, a voi sembrera' strano e' l'unica zona d'Italia dove si produce alluminio. E quest'alluminio e' il 30 % dell'alluminio che gira in Italia.
Chiusa questa lo andremo a comprare all'estero.
Cosi in pochi anni, abbiamo perso le acciaierie, la chimica, l'alluminio e in questo paese del cazzo ci rimangono calciatori e veline. Per l'idea balorda che l'industria non serve. Basterebbe alzarvi dalla sedia e vedere in casa vostra o nel vostro ufficio, che la chimica e l'industria, sono ovunque. Date un occhiata alla vostra cucina e ci sono il 30% di pssibilita' che il piano cucina in alluminio l'abbiano prodotto questi sfigati.

E' proprio una guerra tra poveri..
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#297 Messaggio da Ortheus »

Minko1981 ha scritto: Che esistano indennita' varie e' una cosa assodata e anche giusta.
Un primo livello dell'Alcoa prende 1050 euro.
Un terzo e quarto livello prendono di base mediamente 1300 euro.
Se questi fanno turni di notte e se si fanno un festivo al mese arrivano a 1550 / 1600.
I terzi e quarti livelli sui 350 operai di Portovesme sono il 70 percento dei lavoratori.
Gli operai che guadagnano di piu' all'Alcoa sono circa 20, e hanno l'indennita' di fonderia. Lavorano quindi 8 ore nell'altoforno e trattano chimicamente l'alluminio.
Pagare questi stipendi per l'Alcoa , la piu' grande multinazionale dell'alluminio al mondo e' una sciocchezza, come ben sapeve e come piu' volte si e' detto il costo e' l'energia non il salario.
Dite che dovrebbero cercare altro, bene: se chiude l'Alcoa chiude tutto il distretto dell'alluminio italiano. Questa sfigatissima zona della Sardegna, a voi sembrera' strano e' l'unica zona d'Italia dove si produce alluminio. E quest'alluminio e' il 30 % dell'alluminio che gira in Italia.
Chiusa questa lo andremo a comprare all'estero.
Cosi in pochi anni, abbiamo perso le acciaierie, la chimica, l'alluminio e in questo paese del cazzo ci rimangono calciatori e veline. Per l'idea balorda che l'industria non serve. Basterebbe alzarvi dalla sedia e vedere in casa vostra o nel vostro ufficio, che la chimica e l'industria, sono ovunque. Date un occhiata alla vostra cucina e ci sono il 30% di pssibilita' che il piano cucina in alluminio l'abbiano prodotto questi sfigati.

E' proprio una guerra tra poveri..

Intervento molto preciso.

Basterebbe la tua frase finale. Che riassume bene tutto.
E poi mettere un bel lucchetto a questo Thread.
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Mivar

#298 Messaggio da baroccosiffredi »

Minko1981 ha scritto: Cosi in pochi anni, abbiamo perso le acciaierie, la chimica, l'alluminio...
Anche i televisori, sigh. La Mivar che li faceva per tutte le tasche non ha saputo adeguarsi e...


www.indiscreto.info/2012/04 ha scritto:Mondiali di Spagna del 1982. La vittoria di Alberto Cova ai primi Mondiali d’atletica di Helsinki, nel 1983. Le Olimpiadi di Los Angeles del 1984 e di Seul nel 1988, che sancirono il disgelo sportivo capace di anticipare il crollo del Muro di Berlino. La vittoria della nazionale di basket agli Europei del 1983, in Francia. Cosa accomuna questi eventi, al di là della nostalgia? Il fatto che oltre un terzo degli italiani, dal divano di casa o dal bancone di un bar, li abbia seguiti davanti a un televisore Mivar, la fabbrica fondata a Milano nel 1945 da Carlo Vichi, classe 1923, e dal 1963 stabilmente insediata ad Abbiategrasso, città della provincia milanese balzata agli onori della cronaca negli anni Ottanta grazie a un discorso di Ciriaco De Mita, dal palco di un congresso della Democrazia Cristiana.
La Mivar raggiunse, tra gli anni Ottanta e la fine degli anni Novanta, una quota del mercato italiano del televisore oscillante tra il 30 e il 35%. Fatturava dai 220 ai 350 miliardi annui di vecchie lire, occupando circa 800 addetti (più l’indotto). La storia di Mivar è da raccontare all’imperfetto, perché dal 2001 la creatura di Carlo Vichi è in lenta ed inesorabile agonia. Al 31 marzo scorso risale la sanguinosa firma su un accordo sindacale, l’ennesimo, che porterà la forza lavoro a sole 25 unità, tra ricorsi a cassa integrazione straordinaria, mobilità e accompagnamento alla pensione per i pochi fortunati che ne potranno usufruire.
Impresa più unica che rara nel panorama economico ed imprenditoriale, Mivar è nata e vissuta sempre all’ombra del suo pittoresco fondatore, un toscano poco avvezzo ai ricevimenti, che trascorreva (e trascorre) 350 giorni l’anno in fabbrica, sabato e domenica compresi. Mivar, che ha sempre rifiutato di spendere un euro (o una lira del vecchio conio) in pubblicità, ha sempre diffidato dall’ingaggio di manager e dirigenti. Vichi, monarca assoluto, ha regnato senza mai disporre di un vero ufficio. Sedeva, siede, a un tavolo di legno, gli stessi abiti o quasi da mezzo secolo. La combinazione tra affidabilità del prodotto e prezzo concorrenziale, l’inarrivabile servizio di assistenza interno, dove i clienti portavano i loro televisori, li riponevano su un carrello, li facevano esaminare dai tecnici e li vedevano riparati in pochi minuti, hanno contribuito ad alimentare il mito di Vichi e ad inanellare successi economici per decenni. L’industriale che invitava i giornalisti economici più famosi (abituati a lussuosi pranzi d’affari da Marchesi in Bonvesin de la Riva, dal Giannino d’antan o alla Scaletta di Pina Bellini) a consumare il pasto nella mensa, a fianco e assieme agli operai. E guai ad avanzare qualcosa, perché il Vichi imprecava, eccome se imprecava…
Nel 1984, chevalier seul, Cassandra inascoltata, Vichi pronuncia in Consiglio comunale ad Abbiategrasso un discorso che preconizza la fine dell’industria elettronica in Italia ed in Europa e il trionfo della Cina e dell’Asia a scapito della vecchia Europa, del Giappone e degli Usa. Ma nessuno gli conferisce una laurea honoris causa. Vichi si arrende al gigante asiatico dopo aver visto i suoi concorrenti cadere uno ad uno, persino la Turchia che ancora dieci anni fa produceva milioni di televisori. Oggi la Mivar ne produce cento al giorno, contro le migliaia e migliaia di un tempo. Il futuristico e avveniristico nuovo stabilimento, realizzato nel 1990 con fondi propri (100 miliardi di lire, zero lire dallo Stato o dalle banche), è una sorta di cattedrale nella pianura padana, mai attivata per disaccordi con il sindacato e per la successiva, ed impietosa, battaglia dei prezzi che ha visto trionfare i grandi nomi dell’elettronica con gli occhi a mandorla.
Certo, Vichi avrà anche perso la battaglia della modernizzazione, avrà sottovalutato la portata innovativa di Lcd e tv a Led. Però è sintomatico che un uomo come Carlo Vichi, alla soglia dei 90 anni, ceda il passo al cospetto di famelici speculatori e degli inventori di strumenti diabolici come i derivati o i Credit Default Swap. Perché sebbene sui generis, e Indiscreto lo rivela in esclusiva, Vichi è il padrone che per decine di volte ha pagato le rate di mutuo a operai in difficoltà, anche se iscritti al Pci (Vichi è un cultore del Ventennio mussoliniano), senza mai chiedere nulla in cambio. Vichi è il padrone che a Natale, il 21 o il 22 dicembre, prelevava 250 milioni di lire in contanti e li distribuiva ai suoi operai e alle sue tante operaie, i più meritevoli. Vichi è il padrone, per chiamare le cose con il loro nome (che non è CEO), che ha sempre aiutato lavoratori in difficoltà, purché leali con lui e la sua azienda. Paternalismo da buttare? Forse chi è in mezzo a una strada butterebbe prima di tutto l’economia finta.
Adesso che il sole si accinge a tramontare per sempre, sull’impero della Mivar, siamo certi che qualcuno non esiterà a dirsi soddisfatto. Che qualcuno sogghignerà divertito, mentre in suo editoriale ci spiega che il futuro è l’Asia. Cazzi vostri. Tenetevi i banchieri inamidati che rifilavano bond Parmalat ai vecchi con il bastone, tenetevi i paperoni delle merchant bank, i private banker, i future banker e i killer banker. Noi ci teniamo stretti il camerata Carlo Vichi, l’adoratore del Ventennio, l’unico che ebbe l’ardire di scrivere al senatore Giovanni Agnelli che gli operai meritano un pranzo decoroso, da consumare in tempi ragionevoli, perché sono uomini e non macchine. Ci teniamo Carlo Vichi, che ha tenuto in piedi le vecchie banche popolari del territorio, che hanno sempre finanziato la piccola e media impresa lombarda, e non certo avventurieri dai capelli ingellati. Ci teniamo Carlo Vichi. Altri tempi, altre imprese. Ma soprattutto altri uomini. E tutti gli altri, come disse il grande Giannibrerafucarlo, che vadano pure a scoa’ el mar.

Fabrizio B. Provera-aprile 2012

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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#299 Messaggio da Helmut »

Minko1981 ha scritto:
Che esistano indennita' varie e' una cosa assodata e anche giusta.
Un primo livello dell'Alcoa prende 1050 euro.
Un terzo e quarto livello prendono di base mediamente 1300 euro.
Se questi fanno turni di notte e se si fanno un festivo al mese arrivano a 1550 / 1600.
I terzi e quarti livelli sui 350 operai di Portovesme sono il 70 percento dei lavoratori.
Gli operai che guadagnano di piu' all'Alcoa sono circa 20, e hanno l'indennita' di fonderia. Lavorano quindi 8 ore nell'altoforno e trattano chimicamente l'alluminio.
Pagare questi stipendi per l'Alcoa , la piu' grande multinazionale dell'alluminio al mondo e' una sciocchezza, come ben sapeve e come piu' volte si e' detto il costo e' l'energia non il salario.
Dite che dovrebbero cercare altro, bene: se chiude l'Alcoa chiude tutto il distretto dell'alluminio italiano. Questa sfigatissima zona della Sardegna, a voi sembrera' strano e' l'unica zona d'Italia dove si produce alluminio. E quest'alluminio e' il 30 % dell'alluminio che gira in Italia.
Chiusa questa lo andremo a comprare all'estero.
Cosi in pochi anni, abbiamo perso le acciaierie, la chimica, l'alluminio e in questo paese del cazzo ci rimangono calciatori e veline. Per l'idea balorda che l'industria non serve. Basterebbe alzarvi dalla sedia e vedere in casa vostra o nel vostro ufficio, che la chimica e l'industria, sono ovunque. Date un occhiata alla vostra cucina e ci sono il 30% di pssibilita' che il piano cucina in alluminio l'abbiano prodotto questi sfigati.

E' proprio una guerra tra poveri..
Mi spieghi perché abbiamo dovuto delegare la produzione di alluminio agli americani e adesso sperare negli svizzeri… ??? E non avere aziende nazionali che trattano l’alluminio…???
Pochi grandi gruppi internazionalizzati, molto statalismo, retorica insopportabile sulle piccole-medie aziende, una pletora di piccola borghesia improduttiva (burocrazia pubblica, piccolo commercio, avvocaticchi, professionisti senza professione, servizi a basso valore aggiunto)
Questa è la classe imprenditoriale italiana: non vuole crescere (a parte lodevolissime eccezioni)
Finita la predica, bisogna guardare avanti, verso nuove prospettive: alluminio riciclato, che richiede 1/5 dell’energia rispetto alla bauxite.
Ci vorrebbero pero’ grossissimi investimenti: centri di raccolta, nastri trasportatori, ricerche della materia prima, trattamento del rottame.
Ma si puo’ fare.
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baroccosiffredi
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#300 Messaggio da baroccosiffredi »

Helmut ha scritto: una pletora di piccola borghesia improduttiva (burocrazia pubblica, piccolo commercio, avvocaticchi, professionisti senza professione, servizi a basso valore aggiunto)

Faccio una domanda se posso, gli ordini professionali sono un diritto?

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