[O.T.] La peggiore sinistra del mondo
Moderatori: Super Zeta, AlexSmith, Pim, Moderatore1
Marino non esiste, ma ha preso l'8% fra gli iscritti e molto di più nelle grandi città
(senza contare i brogli che stanno emergendo nelle sezioni del sud).
Fra i simpatizzanti, puó avere un seguito anche molto più ampio,
e costringere il vincitore a rendersi conto che esiste un mondo esterno.
Se politicamente non regge, cade da solo senza gravi danni, perchè non ha una struttura di potere alle spalle.
Dargli tempo e spazio potrebbe essere saggio.
(senza contare i brogli che stanno emergendo nelle sezioni del sud).
Fra i simpatizzanti, puó avere un seguito anche molto più ampio,
e costringere il vincitore a rendersi conto che esiste un mondo esterno.
Se politicamente non regge, cade da solo senza gravi danni, perchè non ha una struttura di potere alle spalle.
Dargli tempo e spazio potrebbe essere saggio.
- duck65
- Impulsi superiori
- Messaggi: 1849
- Iscritto il: 09/08/2007, 12:01
- Località: ovunque c'e' LEI...
...quello che trovo stridente e' Mrino nel PD...Blif ha scritto:Marino non esiste, ma ha preso l'8% fra gli iscritti e molto di più nelle grandi città
(senza contare i brogli che stanno emergendo nelle sezioni del sud).
Fra i simpatizzanti, puó avere un seguito anche molto più ampio,
e costringere il vincitore a rendersi conto che esiste un mondo esterno.
Se politicamente non regge, cade da solo senza gravi danni, perchè non ha una struttura di potere alle spalle.
Dargli tempo e spazio potrebbe essere saggio.
...20 anni, ma anche solo 10 anni fa, ed e' questo che mi fa incazzare della metamorfosi cui si sono assoggettati, Marino sarebbe stato un perfetto esponente dei Radicali...
...poche battaglie, laicismo assoluto, difesa della autodeterminazione delle persone contro ogni clerical-fascismo-comunismo, una sana formazione yankee...
ad maiora
TORY FOREVER!!!
A VOLTE PARI ESSERE IL TAORMINA DI DI PIETRO (CanellaBruneri su Sigile) cit.
A VOLTE PARI ESSERE IL TAORMINA DI DI PIETRO (CanellaBruneri su Sigile) cit.
E' importante che l'approccio radicale abbia spazio in entrambi gli schieramenti.duck65 ha scritto:...quello che trovo stridente e' Mrino nel PD...Blif ha scritto:Marino non esiste, ma ha preso l'8% fra gli iscritti e molto di più nelle grandi città
(senza contare i brogli che stanno emergendo nelle sezioni del sud).
Fra i simpatizzanti, puó avere un seguito anche molto più ampio,
e costringere il vincitore a rendersi conto che esiste un mondo esterno.
Se politicamente non regge, cade da solo senza gravi danni, perchè non ha una struttura di potere alle spalle.
Dargli tempo e spazio potrebbe essere saggio.
...20 anni, ma anche solo 10 anni fa, ed e' questo che mi fa incazzare della metamorfosi cui si sono assoggettati, Marino sarebbe stato un perfetto esponente dei Radicali...
...poche battaglie, laicismo assoluto, difesa della autodeterminazione delle persone contro ogni clerical-fascismo-comunismo, una sana formazione yankee...
ad maiora
Mi sembra che l'organizzazione di potere del PD, per ora e magari solo grazie alla crisi in cui si dibatte, offra qualche spazio.
L'organizzazione del PdL è irrigidita dal suo ''peccato originale'' (la difesa degli interessi aziendali del capo).
Comunque sia, dove si riesce, bisognerebbe dare una spinta sia di qua sia di là .
- lone wolf
- Veterano dell'impulso
- Messaggi: 3931
- Iscritto il: 16/04/2008, 9:08
- Località: dove nacque la Pia
Basterebbe ritornare alle preferenze...oggi i parlamentari sono nominati di fatto dalle segreterie di partito, ergo non dipendono più dagli elettori e dal loro consenso ma da chi li ha messi in lista garantendogli uno stipendio ricchissimo e un'altrettanta ricchissima pensione dopo aver ''esercitato'' per solo mezza legislatura...la conseguenza di tutto ció è quella di aver snaturato la funzione del parlamento...che ormai non è più il luogo dove si discute di politica, ci si scontra ideologigamente, si varano e discutono leggi fondamentali per i destini del Paese...ma semplicemente un posto dove un giorno a settimana si vanno a votare le leggi che il governo ha messo in cantiere...anzi, che il comitato di affari berlusconiano ha messo in piedi...Blif ha scritto: Comunque sia, dove si riesce, bisognerebbe dare una spinta sia di qua sia di là .
A questo punto mi chiedo se per l'Italia ha ancora senso parlare di Repubblica parlamentare...

"Dentro un grande uomo c'è sempre un bambino che vuole giocare"
"Non darmi del Voi prima di tutto. Quando parli con un interlocutore rivolgiti a lui e non generalizzare" (Il Fede)
"Non darmi del Voi prima di tutto. Quando parli con un interlocutore rivolgiti a lui e non generalizzare" (Il Fede)
- norrin2007
- Veterano dell'impulso
- Messaggi: 4266
- Iscritto il: 11/09/2008, 12:17
- Località: terronia
è certamente una persona perbene, ma su molti argomenti non ha le idee chiare (o forse le ha, ma non le espone per non alienarsi determinate aree di consenso... per esempio, stamattina - a la7 - ha accuratamente evitato di dire cosa pensa delle adozioni per le coppie gay).Blif ha scritto:Marino non esiste, ma ha preso l'8% fra gli iscritti e molto di più nelle grandi città (senza contare i brogli che stanno emergendo nelle sezioni del sud).
Fra i simpatizzanti, puó avere un seguito anche molto più ampio,
e costringere il vincitore a rendersi conto che esiste un mondo esterno.
Se politicamente non regge, cade da solo senza gravi danni, perchè non ha una struttura di potere alle spalle.
Dargli tempo e spazio potrebbe essere saggio.
da ''osservatore esterno'', preferisco (umanamente) lui a franceschini e bersani, ma politicamente credo sia il classico ''vaso di coccio tra i vasi di ferro''.
"Nessun uomo è mai tanto grande come quando è in ginocchio davanti a Dio." (B. Pascal)
"Vi è una sola cosa peggiore dell'ingiustizia: la giustizia senza la spada in mano. Quando il diritto non è la forza è male." (O. Wilde)
"io so' 'n gueriero che sta riposanno dopo che ha rivortato mezzo monno. ma ormai c'ho er doppio petto e la cravatta, 'ndo voi che vada..." (F. Califano)
"sta diventando morale tutto ciò che ci conviene. praticamente, un affare." G. Gaber
"Vi è una sola cosa peggiore dell'ingiustizia: la giustizia senza la spada in mano. Quando il diritto non è la forza è male." (O. Wilde)
"io so' 'n gueriero che sta riposanno dopo che ha rivortato mezzo monno. ma ormai c'ho er doppio petto e la cravatta, 'ndo voi che vada..." (F. Califano)
"sta diventando morale tutto ciò che ci conviene. praticamente, un affare." G. Gaber
Peggiore o migliore non lo so; ma quella italiana sarà una buona sinistra se farà quanto suggerito in questo articolo e per le ragioni ivi esposte.
20 Ottobre 2009
UN'ERA àˆ FINITA... / Troppe aspettative tradite
di Franco Debenedetti
Dopo l'ultima estate, la fine anticipata del ciclo politico di Berlusconi è parsa diventare una concreta possibilità ; è quindi aumentata la tensione a centrare questo obiettivo. Che un ciclo politico così lungo dovesse finire, era scontato. Ma c'è modo e modo. E nel modo in cui la retorica politica sta contribuendo al framing delle particolari condizioni in cui la lunga corsa del Cavaliere verrà a finire, c'è un rischio grosso: corriamo il pericolo di buttar via più di 15 anni della nostra storia.
In questo periodo abbiamo vissuto un cambiamento straordinario di leadership e di geografia politica: un cambiamento di paradigma. Con il famoso discorso di Berlusconi del 26 gennaio 1994 non nasceva solo un nuovo partito, s'instaurava un'altra modalità di rapporto fra politica e cittadino. Cambiavano la politics, non le policies. Con la semplice affermazione che Forza Italia sarebbe stato un partito liberale di massa, cambiava la retorica politica.
Amato aveva già privatizzato il credito e disboscato la governance delle Partecipazioni statali: ora, nella nuova retorica politica, la proprietà pubblica in economia diventa negativa e positiva quella privata, emblematicamente rappresentata dalla televisione. Craxi si era scontrato con i sindacati sulla scala mobile: ora il sindacato diventa l'ostacolo esplicito, e ancor più lo sarebbe diventato dopo la sconfitta subita sulle pensioni. Referendum, leggi sui sindaci, Mattarellum avevano già aperto al bipolarismo; ora si prova a mettere addirittura in Costituzione che i governi non si fanno e disfano in parlamento. Sostenitori della separazione dei giudici dai Pm ce n'erano anche all'interno dei Ds (quorum ego); ora la definizione del rapporto tra potere politico e ordine giudiziario sale ai primissimi posti dell'agenda politica. Ora, per la prima volta, nel nostro vocabolario politico entra il tema della riduzione delle tasse.
Ancor più radicalte il cambiamento nei riferimenti culturali. Lo sdoganamento della destra, l'assunzione del localismo leghista nel governo nazionale potrebbero essere considerati un'ulteriore evoluzione dell'assetto definito alla Costituente. Invece è proprio da quell'assetto che si vogliono prendere le distanze: i suoi residui vengono bollati come azionismo datato, quella retorica viene declassata a ingombrante politically correct. Qui si verifica la frattura che attraversa le classi dirigenti. Dal conflitto d'interesse, alla competizione tra stampa e televisione, al ruolo dei mezzi di comunicazione di massa nella formazione del consenso, al rapporto tra potere economico e politico, tra etica e politica, la frattura si approfondisce sempre più: aldiqua del suo bordo si acquartierano i detentori di valori di correttezza, di probità , di democrazia, della "buona politica". Per loro questi 15 anni sono una parentesi da chiudere e dimenticare: come con il fascismo.
Ma poichè il regime, ad ogni evidenza, non si è instaurato, e oggi è ancor meno credibile che possa instaurarsi, bisognerà cercar di capire, proprio in nome della democrazia, perchè questo nuovo paradigma ha trovato la preferenza degli elettori in modo praticamente ininterrotto dal 1994 (fu D'Alema a spiegare la vittoria del '96 con l'abilità nello sfruttare la legge elettorale). Difficile pensare che questo consenso sia ascrivibile alla fascinazione del grande seduttore, o alla saturazione dello spazio di comunicazione. Ridicolo sostenere che tutto questo sia avvenuto perchè un signore, temendo per la sua proprietà , pensa bene di entrare in politica. Il che, beninteso, nelle migliori delle ipotesi spiegherebbe le motivazioni dell'eletto: non quelle degli elettori. Incongruo spiegare il successo nel contesto della generalizzata crisi delle sinistre europee, dato che da noi si è verificata con tanto anticipo. Impossibile poi che questo consenso derivi dalla soddisfazione per i risultati, dato che i governi Berlusconi in realtà nulla o quasi hanno fatto per passare dalla retorica politica alle politiche tout court.
Non resta che la spiegazione più semplice: alla maggioranza degli italiani il cambio di paradigma promesso 15 anni fa continua a piacere; le idee liberali, in un paese dove di casa non sono mai state, dopo tutto un po' di strada l'hanno fatta; e la stanchezza dell'Italia per arrangiamenti istituzionali farraginosi e bizantini, che ne frenano la crescita, non si è fatta meno sull'onda del pessimismo circa la possibilità di disfarsene. Sembrano confermarlo alcuni segnali deboli: ad esempio la maggiore competenza e libertà con cui vengono trattati dai giornali i temi economici, fiscali, di giustizia civile e penale, di pubblica amministrazione, di diritti civili. Qualcuno agitava lo spauracchio del grande fratello: invece nascono nuovi giornali d'opposizione, il satellite fa saltare il duopolio televisivo, il web moltiplica la diffusione delle opinioni. Per qualcuno era in pericolo il diritto allo studio: e spunta come un bucaneve un po' di premio al merito.
Forse gli italiani, dopo 15 anni, vogliono avere ancora meno pubblico in economia, scegliere direttamente da chi farsi governare, limitare il potere dei sindacati, tenere al loro posto i Pm, pagare meno tasse. Forse in maggioranza sono diventati insofferenti dei mantra del politically correct, non riconoscono a nessuno il monopolio di etica civile. Che la coalizione cui lo chiedono abbia dimostrato, by and large, di non essere in grado di soddisfare tale domanda politica, e ora persino se ne faccia vanto, non è certo un dettaglio: ma i pregiudizi sono resilienti e gli elettori non vivono solo pensando alla politica, per cui gli effetti del cambio di registro, si vedranno, se si vedranno, soltanto dopo un certo lag temporale. Se così è, non c'è ragione per cui il successo non debba arridere a una nuova leadership politica che garantisca di mantenere quanto si è acquisito come idea di paese normale, e sia credibile nel promettere qualche passo avanti per tradurlo in pratica.
Obbiettivamente non facile, per la sinistra: ma perchè tirarsi indietro?
20 Ottobre 2009
UN'ERA àˆ FINITA... / Troppe aspettative tradite
di Franco Debenedetti
Dopo l'ultima estate, la fine anticipata del ciclo politico di Berlusconi è parsa diventare una concreta possibilità ; è quindi aumentata la tensione a centrare questo obiettivo. Che un ciclo politico così lungo dovesse finire, era scontato. Ma c'è modo e modo. E nel modo in cui la retorica politica sta contribuendo al framing delle particolari condizioni in cui la lunga corsa del Cavaliere verrà a finire, c'è un rischio grosso: corriamo il pericolo di buttar via più di 15 anni della nostra storia.
In questo periodo abbiamo vissuto un cambiamento straordinario di leadership e di geografia politica: un cambiamento di paradigma. Con il famoso discorso di Berlusconi del 26 gennaio 1994 non nasceva solo un nuovo partito, s'instaurava un'altra modalità di rapporto fra politica e cittadino. Cambiavano la politics, non le policies. Con la semplice affermazione che Forza Italia sarebbe stato un partito liberale di massa, cambiava la retorica politica.
Amato aveva già privatizzato il credito e disboscato la governance delle Partecipazioni statali: ora, nella nuova retorica politica, la proprietà pubblica in economia diventa negativa e positiva quella privata, emblematicamente rappresentata dalla televisione. Craxi si era scontrato con i sindacati sulla scala mobile: ora il sindacato diventa l'ostacolo esplicito, e ancor più lo sarebbe diventato dopo la sconfitta subita sulle pensioni. Referendum, leggi sui sindaci, Mattarellum avevano già aperto al bipolarismo; ora si prova a mettere addirittura in Costituzione che i governi non si fanno e disfano in parlamento. Sostenitori della separazione dei giudici dai Pm ce n'erano anche all'interno dei Ds (quorum ego); ora la definizione del rapporto tra potere politico e ordine giudiziario sale ai primissimi posti dell'agenda politica. Ora, per la prima volta, nel nostro vocabolario politico entra il tema della riduzione delle tasse.
Ancor più radicalte il cambiamento nei riferimenti culturali. Lo sdoganamento della destra, l'assunzione del localismo leghista nel governo nazionale potrebbero essere considerati un'ulteriore evoluzione dell'assetto definito alla Costituente. Invece è proprio da quell'assetto che si vogliono prendere le distanze: i suoi residui vengono bollati come azionismo datato, quella retorica viene declassata a ingombrante politically correct. Qui si verifica la frattura che attraversa le classi dirigenti. Dal conflitto d'interesse, alla competizione tra stampa e televisione, al ruolo dei mezzi di comunicazione di massa nella formazione del consenso, al rapporto tra potere economico e politico, tra etica e politica, la frattura si approfondisce sempre più: aldiqua del suo bordo si acquartierano i detentori di valori di correttezza, di probità , di democrazia, della "buona politica". Per loro questi 15 anni sono una parentesi da chiudere e dimenticare: come con il fascismo.
Ma poichè il regime, ad ogni evidenza, non si è instaurato, e oggi è ancor meno credibile che possa instaurarsi, bisognerà cercar di capire, proprio in nome della democrazia, perchè questo nuovo paradigma ha trovato la preferenza degli elettori in modo praticamente ininterrotto dal 1994 (fu D'Alema a spiegare la vittoria del '96 con l'abilità nello sfruttare la legge elettorale). Difficile pensare che questo consenso sia ascrivibile alla fascinazione del grande seduttore, o alla saturazione dello spazio di comunicazione. Ridicolo sostenere che tutto questo sia avvenuto perchè un signore, temendo per la sua proprietà , pensa bene di entrare in politica. Il che, beninteso, nelle migliori delle ipotesi spiegherebbe le motivazioni dell'eletto: non quelle degli elettori. Incongruo spiegare il successo nel contesto della generalizzata crisi delle sinistre europee, dato che da noi si è verificata con tanto anticipo. Impossibile poi che questo consenso derivi dalla soddisfazione per i risultati, dato che i governi Berlusconi in realtà nulla o quasi hanno fatto per passare dalla retorica politica alle politiche tout court.
Non resta che la spiegazione più semplice: alla maggioranza degli italiani il cambio di paradigma promesso 15 anni fa continua a piacere; le idee liberali, in un paese dove di casa non sono mai state, dopo tutto un po' di strada l'hanno fatta; e la stanchezza dell'Italia per arrangiamenti istituzionali farraginosi e bizantini, che ne frenano la crescita, non si è fatta meno sull'onda del pessimismo circa la possibilità di disfarsene. Sembrano confermarlo alcuni segnali deboli: ad esempio la maggiore competenza e libertà con cui vengono trattati dai giornali i temi economici, fiscali, di giustizia civile e penale, di pubblica amministrazione, di diritti civili. Qualcuno agitava lo spauracchio del grande fratello: invece nascono nuovi giornali d'opposizione, il satellite fa saltare il duopolio televisivo, il web moltiplica la diffusione delle opinioni. Per qualcuno era in pericolo il diritto allo studio: e spunta come un bucaneve un po' di premio al merito.
Forse gli italiani, dopo 15 anni, vogliono avere ancora meno pubblico in economia, scegliere direttamente da chi farsi governare, limitare il potere dei sindacati, tenere al loro posto i Pm, pagare meno tasse. Forse in maggioranza sono diventati insofferenti dei mantra del politically correct, non riconoscono a nessuno il monopolio di etica civile. Che la coalizione cui lo chiedono abbia dimostrato, by and large, di non essere in grado di soddisfare tale domanda politica, e ora persino se ne faccia vanto, non è certo un dettaglio: ma i pregiudizi sono resilienti e gli elettori non vivono solo pensando alla politica, per cui gli effetti del cambio di registro, si vedranno, se si vedranno, soltanto dopo un certo lag temporale. Se così è, non c'è ragione per cui il successo non debba arridere a una nuova leadership politica che garantisca di mantenere quanto si è acquisito come idea di paese normale, e sia credibile nel promettere qualche passo avanti per tradurlo in pratica.
Obbiettivamente non facile, per la sinistra: ma perchè tirarsi indietro?
- Husker_Du
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 13931
- Iscritto il: 30/11/2003, 21:56
- Località: United Kingdom
La quasi certa vittoria di Bersani a segretario del PD e' un'ottima notizia per la sinistra italiana. Il piacentino e' di quanto piu' simile, per livello tecnico, a Prodi.
"Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia,
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
- balkan wolf
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 32697
- Iscritto il: 07/07/2003, 23:26
- Località: Balkan caverna
- Contatta:
bersani segretario e marino che perde bene è la situazione ottimale
ovv. si doveva votare marino dando per certa la vittoria di bersani
un buon risultato di marino serve a rafforzare la democrazia interna e a mandare un segnale all'orrido apparato
bersani è sicuramente il miglior leader della terna
franceschini deve solo sukare
p.s.
ma perchècazzo sto a scriverle io ste robe? do sta la sinistra? troppo impegnata a berciare bavosa contro il silvio?
ovv. si doveva votare marino dando per certa la vittoria di bersani
un buon risultato di marino serve a rafforzare la democrazia interna e a mandare un segnale all'orrido apparato
bersani è sicuramente il miglior leader della terna
franceschini deve solo sukare

p.s.
ma perchècazzo sto a scriverle io ste robe? do sta la sinistra? troppo impegnata a berciare bavosa contro il silvio?
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
Alan Moore the killing joke
Alan Moore the killing joke
- mr. brownstone
- Bannato
- Messaggi: 1091
- Iscritto il: 10/04/2009, 16:47
- Località: la culla intrafficata del rinascimentos
- Contatta:
-
- Impulsi superiori
- Messaggi: 1096
- Iscritto il: 10/06/2008, 16:08
I due aspetti che mi sembrano più interessanti di queste primarie sono:balkan wolf ha scritto:bersani segretario e marino che perde bene è la situazione ottimale
ovv. si doveva votare marino dando per certa la vittoria di bersani
un buon risultato di marino serve a rafforzare la democrazia interna e a mandare un segnale all'orrido apparato
bersani è sicuramente il miglior leader della terna
franceschini deve solo sukare
p.s.
ma perchècazzo sto a scriverle io ste robe? do sta la sinistra? troppo impegnata a berciare bavosa contro il silvio?
1) l'affluenza confrontabile con le precedenti, nonostante due anni davvero poco presentabili (le primarie del 2005 sono poco significative, dato l'effetto novità )
2) il risultato non completamente scontato (Prodi e Veltroni vinsero a man bassa, con avversari che chiedevano solo di essere battuti)
Le notizie sull'affluenza sono contraddittorie: si parla di affluenza superiore a due anni fa, ma si prevedono 3 milioni complessivi, contro i 3 milioni e mezzo del 2007.
Ad ogni modo, i dati definitivi dell'affluenza sono previsti fra poco.
Personalmente, spererei in un risultato risicatissimo per Bersani (che si senta sul collo il fiato dei cittadini e dia il meglio che puó dare: di unti del signore e plebiscitati dal popolo ne abbiamo avuti già troppi, ultimamente).
-
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 24091
- Iscritto il: 29/02/2008, 22:25
- balkan wolf
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 32697
- Iscritto il: 07/07/2003, 23:26
- Località: Balkan caverna
- Contatta:
echecazzo finalmente un rosso dai dopo la doppietta kennediano-democristiano ci voleva
ora vediamo se è sveglio come sembra e intercetta il malumore a sinistra del PD senza inciampare su di pietro
ora vediamo se è sveglio come sembra e intercetta il malumore a sinistra del PD senza inciampare su di pietro
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
Alan Moore the killing joke
Alan Moore the killing joke