Finalmente ho due minuti per approntare una risposta di senso compiuto.Barabino ha scritto: sotto questo aspetto, la strafottenza (o sicurezza di se') di scb gli e' derivata dall'essere praticante avvocato in puglia (= quello istruito in mezzo a una palude di analfabeti) -- essere un praticante commercialista in maremma (=un'interfaccia umana che copia le fatture dalle carte in un programma gestionale) a livello di formazione della propria identita' non e' neanche paragonabile
Parti da due premesse errate. Non sono né strafottente, né tanto meno sicuro di me.
Tutt'altro.
Come ogni essere che si dibatte su questa terra, coltivo il dubbio come senso di vita. Le certezze, in primis quelle in me stesso, le lascio ad altri, non mi piacciono e mi troverei di una noia infame ad averle.
Veniamo al nocciolo della questione. In effetti, da bimbo, ero un po' lo sgobbone della cricca. La strafottenza, proprio per questo, apparteneva ad altri. Ci misi poco a capire come girava il mondo; a capire, detta in altri termini, che ancora una risposta esatta o uno sfoggio di cultura mostruosa per un dodicenne, e sarei finito come un agnello in mezzo ai lupi, come attestava inconfutabilmente lo sguardo severo del vicino di banco asino ma dominante.
Al liceo capii la lezione numero uno, la più importante di tutte. Nel gruppo, qualunque esso sia, ovunque ci muoviamo, bisogna prima farsi accettare come uno di loro, e poi, solo poi, primeggiare se in possesso dei requisiti prescritti.
Bastò, a me colto e ben educato, svaccare con qualche commento volgare ma salace, qualche battuta arguta ma col tocco del trivio. La compagna di classe carina, venerata e temuta, fu bersagliata da un commento sulle tette che sabotavano gli sguardi inferociti di noi quindicenni. Da allora mi guardò non più come lo sgobbone, ma come l'ennesimo simpatico ragazzo in preda a crisi ormonali.
Lì fui prima accettato, poi visto come tipo in gamba (non dovevo perdere il tratto dominante datomi dall'innegabile superiorità culturale, solo camuffarlo ed in ipotesi metterlo a servizio del clan), infine venerato.
Come vedi, la base della crescita di un individuo è sempre lì: la socialità qualunque essa sia. Rapportarsi, se del caso in modo conflittuale, con l'ambiente circostante, col bulletto e con la fighetta. Rischiare il due di picche, la scazzottata. Rischiare, rischiare, rischiare.
Da ultimo, e con riserva di ulteriori approfondimenti, mi duole comunicarti che il livello culturale medio della mia terra è innegabilmente più alto di quello della tua.
Da secoli. Noi abbiamo il Romanico Pugliese. Voi il Pastore Maremmano.
Va da sé che fossi nato Maremmano come te, forse sì, sarei stato strafottente.