in campania è vietato da 15 giornisensibilmente ha scritto:per prima è stata l'emilia romagna, ...cicciuzzo ha scritto:da quello che so solo in Lombardia
forse anche il friuli v.g.
ma non ho il quadro completo
[O.T.] Runners
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Re: [O.T.] Runners
Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinto che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock stars. Ma non é cosi. E lentamente lo stiamo imparando. E ne abbiamo veramente le palle piene. (Tyler Durden, Fight Club)
Re: [O.T.] Runners
ma vietato vietato o consentito solo nei dintorni della propria abitazione? (che poi vai a sapere cosa vuole dire)MauroG ha scritto:in campania è vietato da 15 giornisensibilmente ha scritto:per prima è stata l'emilia romagna, ...cicciuzzo ha scritto:da quello che so solo in Lombardia
forse anche il friuli v.g.
ma non ho il quadro completo
Re: [O.T.] Runners
Mirabella, provato dall'emergenza coronavirus, runner 43enne si suicida
ovviamente per arrivare a impiccarsi chissà quali problemi aveva questo poveretto (pare sia appena morto un suo parente proprio per covid-19), ma l'importante è sottolineare che fosse un runner...
ovviamente per arrivare a impiccarsi chissà quali problemi aveva questo poveretto (pare sia appena morto un suo parente proprio per covid-19), ma l'importante è sottolineare che fosse un runner...
Re: [O.T.] Runners

L'infelicità degli uomini viene da una sola cosa: non sapersene stare in pace nella loro stanza.
Di epidemie se ne intendevano, della natura umana anche.
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Re: [O.T.] Runners
voleva allenare i muscoli del collo, se non fosse stato fuori allenamento non sarebbe successo niente...Kowalski ha scritto:Mirabella, provato dall'emergenza coronavirus, runner 43enne si suicida
ovviamente per arrivare a impiccarsi chissà quali problemi aveva questo poveretto (pare sia appena morto un suo parente proprio per covid-19), ma l'importante è sottolineare che fosse un runner...
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Re: [O.T.] Runners
Chi e il figlio di Matteo Renzi beccato in flagranza di reato di jogging
Nelle more della caccia al runner che si è sviluppata in questi giorni di emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 dobbiamo registrare, dopo il Giornale e la presunta foto di Rocco Casalino, il servizio che Chi di Alfonso Signorini ha dedicato a Francesco Renzi, figlio maggiore di Matteo Renzi. “Che cosa ci fa in giro a fare jogging il figlio dell’ex premier quando il diktat per tutti è #restiamoacasa? Per carità, l’attività sportiva all’aperto è consentita (in prossimità della propria abitazione), ma dare il buon esempio usando le protezioni (come la mascherina) non sarebbe male…”. Allora, in primo luogo si noti la raffinatezza della notizia che si autosmentisce: non sappiamo quando sono state scattate le foto (la norma sullo jogging nei pressi della propria abitazione risale a quattro giorni fa) e Chi dice espressamente che l’attività sportiva all’aperto è consentita. In secondo luogo va ricordato anche a Signorini che, come ha detto ieri Silvio Brusaferro dell’Istituto Superiore di Sanità, “le mascherine non sono necessarie se si mantiene la distanza di sicurezza di almeno un metro. Devono usarle le persone che hanno sintomi respiratori, come tosse, raffreddore o altre cose. Ma per proteggere gli altri. Se uno vuole proteggersi perché durante il percorso non riesce a mantenere sempre la distanza, la mascherina è la soluzione ma in carenza di mascherine si possono usare anche altri sistemi come sciarpe o foulard”.
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)
Re: [O.T.] Runners
Sterminare tutta la famiglia sino alla terza generazioneDrogato_ di_porno ha scritto:Chi e il figlio di Matteo Renzi beccato in flagranza di reato di jogging
Nelle more della caccia al runner che si è sviluppata in questi giorni di emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 dobbiamo registrare, dopo il Giornale e la presunta foto di Rocco Casalino, il servizio che Chi di Alfonso Signorini ha dedicato a Francesco Renzi, figlio maggiore di Matteo Renzi. “Che cosa ci fa in giro a fare jogging il figlio dell’ex premier quando il diktat per tutti è #restiamoacasa? Per carità, l’attività sportiva all’aperto è consentita (in prossimità della propria abitazione), ma dare il buon esempio usando le protezioni (come la mascherina) non sarebbe male…”. Allora, in primo luogo si noti la raffinatezza della notizia che si autosmentisce: non sappiamo quando sono state scattate le foto (la norma sullo jogging nei pressi della propria abitazione risale a quattro giorni fa) e Chi dice espressamente che l’attività sportiva all’aperto è consentita. In secondo luogo va ricordato anche a Signorini che, come ha detto ieri Silvio Brusaferro dell’Istituto Superiore di Sanità, “le mascherine non sono necessarie se si mantiene la distanza di sicurezza di almeno un metro. Devono usarle le persone che hanno sintomi respiratori, come tosse, raffreddore o altre cose. Ma per proteggere gli altri. Se uno vuole proteggersi perché durante il percorso non riesce a mantenere sempre la distanza, la mascherina è la soluzione ma in carenza di mascherine si possono usare anche altri sistemi come sciarpe o foulard”.
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Baalkaan hai la machina targata Sassari?
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Re: [O.T.] Runners
se era in osservanza delle norme, nulla di male.
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Re: [O.T.] Runners
La sua gara l'ha vinta venendo al mondo, in apparenza abbastanza normale, in barba al nefasto patrimonio genetico
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Re: [O.T.] Runners
Alfonsina la pazza è sempre vigile


"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)
Re: [O.T.] Runners
Anche il Passatore è stato annullato.
Che tu sia maledetto Covid 19. Mi costringerai a rivedere le mie VHS porno. Devo scaricare un pò di endorfine. Corda Tapis non basteranno.
Avrei la soluzione : Nel Paese di mia moglie è ancora tutto consentito, ma mi sentirei un traditore. Non lascio l'Italia!
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Avrei la soluzione : Nel Paese di mia moglie è ancora tutto consentito, ma mi sentirei un traditore. Non lascio l'Italia!
Le medaglie si vincono in allenamento. Le gare servono per ritirarle.
Un vincente trova sempre una strada, un perdente trova sempre una scusa.
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Re: [O.T.] Runners
facciamoci compagnia, frustriamoci a vicenda !!
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Re: [O.T.] Runners
In India la polizia ti fa fare i piegamenti sulle gambe o le flessioni, ottimo surrogato del jogging
hanno a cuore il fitness
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"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)
Re: [O.T.] Runners
https://www.corriere.it/scuola/primaria ... a91b.shtml
emergenza
Coronavirus e proroga chiusura scuole. L’appello degli psicologi: «Un’ora d’aria per i bambini, i decreti devono occuparsi anche di loro»
Da Milano la lettera aperta di associazioni, insegnanti e psicologi per misure speciali adatte ai bambini e alle famiglie: «Anche l’Oms chiede un’ora di moto al giorno». E a Firenze i genitori hanno scritto al sindaco chiedendo di pensare anche ai più piccoli
Quanto potranno restare chiusi in casa i bambini, specialmente piccoli, senza danno a se stessi e alle famiglie? Sono alcuni giorni che se lo chiedono i genitori e non solo. All’inizio dell’emergenza, quando si chiusero le scuole nelle regioni del Nord più di un esperto di adolescenza e psicologia, consigliò comunque di garantire un piccolo svago in sicurezza all’aperto ai bambini e ai ragazzi (qui l’intervista di Raffaele Mantegazza). Poi con la chiusura totale, ci si è attrezzati a resistere in casa (come spiega in questa lettera ai nostri ragazzi lo psicoterapeuta Alberto Pellai). Ora, che il governo è pronto a prorogare per altre due settimane la chiusura totale, i genitori di Firenze hanno scritto al loro sindaco per chiedere di pensare anche ai cittadini più piccoli. Da Milano arriva l’appello che pubblichiamo qui sotto, firmato da esperti, psicologi, genitori, artisti ed educatori. Ecco il testo:
Chiediamo un’ora d’aria per tutti i bambini/e e ragazzi/e, senza alcun assembramento nel rispetto delle distanze di sicurezza e delle normative. Le scuole sono chiuse da più di un mese ormai, bambini e ragazzi non escono di casa da due settimane e già è stato annunciato dalla Ministra dell’Istruzione che la data di rientro a scuola il 3 aprile non sarà praticabile. Ad oggi – a pochissimi giorni dalla fatidica data del 3 aprile – dal Governo e dal Ministero non si hanno informazioni chiare. Molti genitori di questi bambini escono ancora per andare al lavoro perché impiegati in numerosi settori definiti «essenziali». Secondo gli ultimi decreti governativi, i genitori che rimangono a casa possono uscire per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute.
E’ vietato l’accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici, non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; resta consentito svolgere individualmente attività motoria nei pressi della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno 1 metro da ogni altra persona. Non c’è alcun riferimento ai bambini, che di certo non possono uscire individualmente. Bambini e ragazzi sono costretti a stare 24 ore al giorno tra le mura di casa, spesso in appartamenti molto piccoli, spesso condivisi con tanti famigliari, e questo, come hanno già evidenziato pediatri e psicologi, a lungo andare può fare molto male alla loro salute fisica e mentale. Sono molte le situazioni di disagio che un bambino può avere, emotivo e fisico. In questo periodo la cura di questo disagio ricade solo sui genitori, che hanno la responsabilità di salvaguardare tutti gli aspetti della vita dei propri figli.
L’OMS, l’organizzazione Mondiale della Sanità in tempi di Coronavirus consiglia: almeno mezz’ora d’attività fisica al giorno per gli adulti e un’ora per i bambini, passeggiate e giri in bicicletta a distanza di sicurezza. Lo stesso dicono scienziati farmacologi come Silvio Garattini, e medici-biologi come il presidente del comitato scientifico della Società Italiana di Medicina Ambientale Ernesto Burgio.
Chiediamo a chi ci governa che ai bambini venga concessa una breve uscita al giorno, a piedi, di corsa, in bicicletta o sul monopattino, accompagnati da un genitore che garantisca il rispetto delle distanze di sicurezza, senza nessun assembramento o stazionamento in parchi-gioco o giardini. In questo modo non verrebbero a contatto con nessuno, se non con il genitore, ma potrebbero prendere un po’ di aria e sole e uscire per poco tempo da casa. A noi adulti viene chiesto senso di responsabilità per non accalcarci al supermercato o quando manteniamo le distanze mentre portiamo fuori il cane. Lo stesso senso di responsabilità verrebbe usato nel portare fuori i nostri figli a piedi o in bicicletta.
Chiediamo pertanto urgentemente che venga accolta questa richiesta e che si ricominci a parlare e a occuparsi dei bambini nei decreti ministeriali, mentre attendiamo dalla Ministra dell’Istruzione disposizioni sulla chiusura delle scuole e la didattica a distanza. Dobbiamo mantenere sano lo spirito e il corpo dei nostri bambini e ragazzi, per i lunghi mesi a venire.
Le firme: Associazione Frantz Fanon Dimitris Argiropoulos, Università di Parma Antonio Augugliaro, regista Roberto Beneduce, antropologo ed etnopsichiatra Università degli Studi di Torino Emilio Bertoncini, atelierista educativo e formatore Valentina Bonifacio, antropologa, Università Ca’ Foscari Venezia Gina Bruno, educatrice SO.H Monica Carafone, impiegata amministrativa Tiziana Ciampolini, Forum Diseguaglianze e Diversità Federica Cicu, psicomotricista Claudia Cipriani, documentarista Massimo De Nardo, editore e scrittore Sergio Di Giorgi, formatore e critico cinematografico Roberta Di Martino, pedagogista e mediatrice familiare Alexandra D’Onofrio, antropologa, Keele University Alessandra Falconi, antropologa Carlotta Ferrozzi, pedagogista Enza Galluzzo, docente scuola dell’infanzia Valeria Indirli, insegnante Stefano Laffi, sociologo Simone Lanza, insegnante Olimpia Lanzo, impiegata Paolo Mottana, professore di filosofia dell’educazione Università di Milano Bicocca Andrea Marchesi, pedagogista Lidia Maggiori, blogger e scrittrice Giuliano Marrucci, giornalista Marianna Palitto, psicologa Mariella Roberti, pedagogista Tatiana Saruis, sociologa Rossella Schillaci, documentarista e antropologa Massimo Tumini, sociologo Simona Taliani, antropologa e psicologa Università degli Studi di Torino Natalia Tarnavska, docente di pedagogia Università di Zitomir Anna Sicilia, insegnante Chiara Vallini, regista teatrale
Re: [O.T.] Runners
All’inizio sono stati i cinesi. Sono passati meno di due mesi da quando ci siamo ritrovati il coronavirus in casa, e sembra già un secolo fa. Il primo capro espiatorio su cui riversare la paura irradiata da Wuhan fu la comunità cinese, migliaia e migliaia di persone residenti in pianta stabile in Italia che di colpo, nel giro di un paio di tamponi positivi, diventano agli occhi dei più il terminale del male oscuro. Allora ci furono ristoranti che liquidarono in fretta e furia le riserve di spring rolls prima di chiudere i battenti fino a data sconosciuta e interi corsi di nuoto disertati da grandi e piccini per paura del contagio dei presunti untori.
Oggi che Pechino, riscrivendo la Storia per lasciarsi alle spalle omissioni e responsabilità, sostiene di doversi difendere da noi e sigilla i cieli come facemmo a nostra volta a febbraio sospendendo notte tempo decine di voli diretti, il bisogno di scaricare la rabbia sociale, nel frattempo lievitata, cerca nuovi bersagli. Gli immigrati no perché pare che per ora si ammalino meno degli europei (il virologo Burioni in realtà smentisce questa vulgata). Ebrei e musulmani nemmeno perché il Dio biblico, lungi dal volersi vendicare degli uomini, risulta assente dalla scena. I cani, che in alternativa depositerebbero i loro bisogni in salotto, non possono essere imputati di alcunché. Stavolta tocca agli sportivi, ai runners, gli irriducibili dell’aria aperta su cui da giorni si sfoga il malessere della reclusione coatta come se loro, proprio loro, correndo su marciapiedi sempre più stretti, fossero la zavorra che impedisce la sconfitta dell’epidemia.
«Il clima è peggiorato con l’inasprirsi delle misure di confinamento, sul principio mi guardavano male come se mi fossi scoperta salutista tanto per ostacolare le decisioni del governo, poi il biasimo si è trasformato in minacce» racconta Antonella, informatica romana e mamma, una come tante alle prese con la miscela esplosiva di smart working e gestione della prole. Lei, finora, disinnescava la miccia con una full immersion di jogging serale: «Quando hanno interdetto i parchi le cose si sono messe male per noi che amiamo lo sport all’aperto, sono cominciate le battute sulla voglia matta di stare in forma, l’ironia social che alimenta l’astio si è fatta feroce, più il contagio si diffondeva e più i corridori scalavano la classifica dei nemici sanitari. Martedì sono stata presa a male parole in strada e, mentre cercavo di tenere il passo ignorando le critiche, un ragazzo mi insultava dalla finestra».
Claudia non è l’unica. Un piccolo giro di telefonate in diverse città del centro e del nord descrive una tensione montante, otto su nove descrivono un clima da “caccia al corridore”. Sempre a Roma un professore di mezza età è stato chiuso da una vettura nel vicolo in cui si esercitava nello scatto e ne è uscito solo chiamando la polizia. Una commessa romagnola, già ko per la clausura coatta e la crisi del negozio di abbigliamento per cui lavorava, è stata aggredita verbalmente all’uscita di casa per la sua tenuta (tuta, fascia per capelli e scarpe da ginnastica) e una volta tornata tra le pareti domestiche si è affrettata ad ordinare un tapis roulant online. In Piemonte, dove il numero delle vittime non guarda in faccia alla zona rossa, un impiegato di banca è stato più volte appellato come “irresponsabile” perché correva privo di mascherina, «ma come si fa a correre con la mascherina? Non si respira..».
Secondo una recentissima ricerca dell’Istituto Ixè, il consenso degli italiani per la linea dura è sommo: l’86% è favorevole all’eventuale inasprimento delle restrizioni (contrario il 7%) mentre appena uno su 4 crede che usciremo dall’emergenza prima di Pasqua (il 50% pensa che arriveremo all’estate). Demos conferma che, nonostante gli errori e le incertezze, il gradimento dell’esecutivo è oltre il 70%, vale a dire che i più sposano la politica della tolleranza zero con pene pesantissime per chi si avventura oltre i 200 metri lontano da casa. Inoltre il 57%, al netto di una diffusa vocazione auto assolutoria, è convinto che i connazionali non rispettino abbastanza i divieti.
I corridori, diventati l’icona di una sorta di anarco-atletismo che cercherebbe d’infilarsi tra le maglie dello stato d’emergenza, catalizzano l’ira di chi, custode della nuova virtù sanitaria, punta l’indice e chiede il giro di vite. E poco conta che spesso i censori vadano a fare la spesa più volte al giorno accampando la dimenticanza del burro. L’epidemica colpisce il corpo ma anche lo spirito. A chi toccherà quando lo jogging sarà messo al bando del tutto?
p.s.
Pascal il primo Hikikomori!
Oggi che Pechino, riscrivendo la Storia per lasciarsi alle spalle omissioni e responsabilità, sostiene di doversi difendere da noi e sigilla i cieli come facemmo a nostra volta a febbraio sospendendo notte tempo decine di voli diretti, il bisogno di scaricare la rabbia sociale, nel frattempo lievitata, cerca nuovi bersagli. Gli immigrati no perché pare che per ora si ammalino meno degli europei (il virologo Burioni in realtà smentisce questa vulgata). Ebrei e musulmani nemmeno perché il Dio biblico, lungi dal volersi vendicare degli uomini, risulta assente dalla scena. I cani, che in alternativa depositerebbero i loro bisogni in salotto, non possono essere imputati di alcunché. Stavolta tocca agli sportivi, ai runners, gli irriducibili dell’aria aperta su cui da giorni si sfoga il malessere della reclusione coatta come se loro, proprio loro, correndo su marciapiedi sempre più stretti, fossero la zavorra che impedisce la sconfitta dell’epidemia.
«Il clima è peggiorato con l’inasprirsi delle misure di confinamento, sul principio mi guardavano male come se mi fossi scoperta salutista tanto per ostacolare le decisioni del governo, poi il biasimo si è trasformato in minacce» racconta Antonella, informatica romana e mamma, una come tante alle prese con la miscela esplosiva di smart working e gestione della prole. Lei, finora, disinnescava la miccia con una full immersion di jogging serale: «Quando hanno interdetto i parchi le cose si sono messe male per noi che amiamo lo sport all’aperto, sono cominciate le battute sulla voglia matta di stare in forma, l’ironia social che alimenta l’astio si è fatta feroce, più il contagio si diffondeva e più i corridori scalavano la classifica dei nemici sanitari. Martedì sono stata presa a male parole in strada e, mentre cercavo di tenere il passo ignorando le critiche, un ragazzo mi insultava dalla finestra».
Claudia non è l’unica. Un piccolo giro di telefonate in diverse città del centro e del nord descrive una tensione montante, otto su nove descrivono un clima da “caccia al corridore”. Sempre a Roma un professore di mezza età è stato chiuso da una vettura nel vicolo in cui si esercitava nello scatto e ne è uscito solo chiamando la polizia. Una commessa romagnola, già ko per la clausura coatta e la crisi del negozio di abbigliamento per cui lavorava, è stata aggredita verbalmente all’uscita di casa per la sua tenuta (tuta, fascia per capelli e scarpe da ginnastica) e una volta tornata tra le pareti domestiche si è affrettata ad ordinare un tapis roulant online. In Piemonte, dove il numero delle vittime non guarda in faccia alla zona rossa, un impiegato di banca è stato più volte appellato come “irresponsabile” perché correva privo di mascherina, «ma come si fa a correre con la mascherina? Non si respira..».
Secondo una recentissima ricerca dell’Istituto Ixè, il consenso degli italiani per la linea dura è sommo: l’86% è favorevole all’eventuale inasprimento delle restrizioni (contrario il 7%) mentre appena uno su 4 crede che usciremo dall’emergenza prima di Pasqua (il 50% pensa che arriveremo all’estate). Demos conferma che, nonostante gli errori e le incertezze, il gradimento dell’esecutivo è oltre il 70%, vale a dire che i più sposano la politica della tolleranza zero con pene pesantissime per chi si avventura oltre i 200 metri lontano da casa. Inoltre il 57%, al netto di una diffusa vocazione auto assolutoria, è convinto che i connazionali non rispettino abbastanza i divieti.
I corridori, diventati l’icona di una sorta di anarco-atletismo che cercherebbe d’infilarsi tra le maglie dello stato d’emergenza, catalizzano l’ira di chi, custode della nuova virtù sanitaria, punta l’indice e chiede il giro di vite. E poco conta che spesso i censori vadano a fare la spesa più volte al giorno accampando la dimenticanza del burro. L’epidemica colpisce il corpo ma anche lo spirito. A chi toccherà quando lo jogging sarà messo al bando del tutto?
p.s.
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