Appunto. Il limite di Nigel era quello: il cervello. Avesse avuto la testa di un Piquet o di un Prost avrebbe portato a casa almeno tre mondiali, e non uno solo come avvenne. Un limite enorme, se parliamo di "Campionissimi". Ma un limite che è stata anche la fortuna di tutta la F1. Era estemporaneo, imprevedibile; se in giornata, in grado di compiere qualunque impresa: sull'asciutto, sul bagnato, su tre ruote....James (S)Hunt ha scritto:Io tirai giù tante di quelle bestemmia che rischiai la scomunica: ma come dopo 11 anni la rossa è in lotta per il mondiale e stò testa di minchia che fa, affonda il compagno.nik978 ha scritto:Drogato_ di_porno ha scritto:Ricordo bene quella garaJames (S)Hunt ha scritto: 1) mansell che in portogallo partendo dalla pole pensò bene di tentare di stampare prost, suo compagno di squadra in lotta per il mondiale con lui in prima fila, verso il muretto dei box, dando via libera elle mclaren di senna e berger e alla benetton di piquet., ne avevo accennato anch'io un anno fa: viewtopic.php?f=2&t=25141&p=1101105
Il mio odio per Mansell risale a quell'evento, non gliel'ho mai perdonato e mai glielo perdonerò.
nemmeno io..mi incazzai come non mai..
Poi l'incazzatura è passata, mansell era così, prendere o lasciare, tutto cuore e niente cervello (famosa la battuta di alboreto sulle sospensioni intelligenti della williams). L'anno precedente sempre in portogallo dopo essere stato squalificato per aver fatto retromarcia ai box, ignorò la bandiera nera e speronò senna.
Mansell era spettacolo allo stato puro. Spettacolo, spesso, fine a se stesso, inconcludente, se non addirittura controproducente, ai fini del campionato che pretendeva di vincere, ma comunque sempre in grado di regalare qualcosa al pubblico.
Tornando al 1990. E' vero, quella scellerata partenza dell'inglese compromise gravemente le chance iridate di Prost sul finire della stagione. E d'altra parte, ad Interlagos, anche Senna ebbe la disavventura di incappare nel doppiaggio del kamikaze Nakajima e perse una gara già vinta. Ad Imola, addirittura, si ruppe il cerchione della sua McLaren, appiedandolo al terzo o quarto giro di gara.
Le gare, insomma, sono 16. Se ognuno si mette a fare la conta delle sfighe avute qui o là, tutti possono trovare giustificazioni o alibi alla mancata vittoria.
La sostanza, al di là degli episodi, è che Prost, nonostante gli sforzi profusi, non riuscì quasi mai a partire davanti a Senna in griglia. E questo, a gioco lungo, si paga, perché se ti metti nella scomoda posizione di dover sempre inseguire o bruciare il tuo avversario in partenza per guadagnare la posizione o per tentare di rimanergli incollato, parti già sullo 0-1. Puoi recuperare una volta; due... tre... Ma non puoi concedere 14, 15 o 16 vantaggi al tuo rivale principale.