Drogato_ di_porno ha scritto:D'Alema nel 2000 si dimise dopo la sconfitta alle europee nonostante detenesse la maggioranza col 41% (e spiccioli dei voti).
La fredda realtà dei numeri contro i deliri di poveri dementi.
Te lo faccio io l'esempio aggiornato: Silvio ha detto che questo voto aveva "PIÙ CHE MAI" (sic) valore nazionale, più che mai conferma o meno del governo.
Avendo perso viene meno la conferma al governo, no?
Fate i "nazionali" prima e gli "amministrativi" dopo?
Scusa, Drogato, leggendoti concordo spesso con te, ma non stavolta.
D'Alema ricercava nelle elezioni regionali del 2000 una legitimazione popolare "ex post" rispetto alla sua ascesa a Presidente del Consiglio, dato che, nelle elezioni politiche del 1996, il candidato premier eletto dai cittadini era stato Romano Prodi.
Nonostante tale legittimazione popolare ex post non fosse, a termini di legge, dovuta - dato che la nostra è, formalmente, ancora una Repubblica parlamentare e non presidenziale, in cui il Primo Ministro viene eletto direttamente dal corpo elettorale - purtuttavia, D'Alema cercava, nelle elezioni regionali, una ratifica popolare "a posteriori" della sua nomina a Primo Ministro.
E non la ottenne.
Proprio per tali ragioni, ritengo che S.B non debba dimettersi, in nessun caso, all'esito del secondo turno elettorale, nemmeno se perdesse Milano.
S.B. è stato eletto regolarmente nel corso delle elezioni politiche del 2008 e deve restare in carica sino a quando, formalmente, non verrà decretata una crisi di governo, mediante la sfiducia del Parlamento.