un po' di sano vecchio Kronos-quote
zio ha scritto:ho sempre detto che il pensiero cattolico è un pensiero forte che puó apparire arrogante per chi non lo condivide. ma che per giudicare la chiesa occorre partire dalla radice di questa sua arroganza: perchè la chiesa dice di possedere la Verità ?
la stessa domanda la si puó fare per tutti gli altri soggetti che si dicono portatori di Verità assolute. ovviamente tu dirai che quegli altri hanno torto, e solo la Chiesa ha la Vera Verità . per me la Chiesa non ha più verità dell'Islam, dell'Ebraismo, del Buddismo o del culto di Mitra.
e siccome la "Verità " non è un fatto accertabile, ma un atto di fede, le opzioni fideistiche restano tutte ugualmente attendibili o non attendibili.
zio ha scritto:c'è l'evidenza che il pensiero cattolico ha una visione dell'uomo che lo salvaguarda da qualsiasi riduzione ideologica, sociale o di opinione.
torniamo a bomba: "c'è l'evidenza" per alcuni (i cattolici), per altri questa evidenza non c'è affatto. anzi, ci sono letture del cattolicesimo come riduzione ideologica all'autorità , come diminuzione delle libertà sociali e individuali, etc. c'è poi chi consiglia di osservare le istituzioni giuridiche a cui la Chiesa cattolica ha dato vita, come lo Stato del Vaticano, monarchia assoluta di stampo maschilista, diciamo che le condizioni dell'uomo sotto il cattolicesimo possono anche essere viste diversamente da come le spieghi tu.
senza troppi giri di parole: il Vaticano tollera le democrazie finchè non fanno leggi che non gradisce. ma è lecito pensare che la forma migliore di governo per qualcuno è quella che lui stesso si è liberamente dato. no?
ora, se vediamo la storia della chiesa (che ovviamente rifiuti come argomento perchè crea un po' di problemi), ma anche alla chiesa attuale, scopriamo per esempio che il ruolo che le donne hanno conquistato nelle democrazie, all'interno del vaticano è qualcosa di alieno.
a questo punto si tira fuori il dogma: "non ha senso fare questo discorso perchè qui si entra in questioni dottrinarie e teologiche", quasi che professare libertà in casa d'altri non avesse niente a che fare con quel che si fa in casa propria.
zio ha scritto:oppure se stabiliamo un metro dal quale decidere se la qualità della vita è la minima degna per essere vissuta. ovvio che io preferisco la prima ben conoscendo il limite dopo il quale l'uomo diventa un semplice oggetto.
ti spaventa tanto questa cosa? se io mi dovessi trovare nelle condizioni di Welby penso che farei esattamente la sua scelta.
e dire che agire come Welby significa "ridurre l'uomo ad oggetto" mi pare una prevaricazione, una arroganza e una offesa alla dignità di un uomo che da solo, libero, consapevole, ha deciso che la sua vita non era più degna di essere vissuta.
e chi siamo noi per dirgli "non hai ragione", e per continuare a imporgli per legge di vivere una vita non più voluta e per lui fonte unicamente di sofferenze estreme?
al di là delle speculazioni su dignità , amore cristiano e tutto il resto, questa è pura violenza.