[O.T.] Crisi economica

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repeat
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2476 Messaggio da repeat »

Blif ha scritto:Domanda teorica (ma non troppo).

Se un paese va in default e ristruttura il debito, i vari BOT, BTP e compagnia cantante di solito vengono congelati a scadenze lunghissime.
Ma quelli che hanno già scadenze lunghe, di solito che fine fanno?

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Io farei gestire la faccenda a lui...
La ripresa non si vede, ma è dentro di noi.
Il governo ha aggravato la crisi per favorire la crescita.

Giulio Tremonti
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2477 Messaggio da Giulio Tremonti »

repeat ha scritto: Bisogna cominciare ad entrare nell'ordine di idee che il riequilibrio della distribuzione della ricchezza è un passaggio fondamentale, se non si vuole condannare un'intera società al collasso o alla rivoluzione.

Spostare - gradualmente, certo, ma spostarla, vivaddio! - la tassazione dai consumi e dai reddito medio-bassi alla rendita, al patrimonio e ai redditi medio-alti è, oramai, un'esigenza improcrastinabile. Non ci sono più alternative credibili a questa soluzione. Si è già raschiato il fondo del barile e i palliativi o gli aggiustamenti di piccolo conto non riformano più nulla (dal punto di vista strutturale). Tappano solo qualche buco... che si ripresenterà più grande, uno o due anni dopo.

Riforma della tassazione, nel senso che auspico sopra.
Non sono risolutivi per vari motivi.

Uno parla di rendita finanziaria e pensa agli speculatori di Wall Street, invece buona parte dei Titoli di Stato è detenuta dalle famiglie, e sarebbero loro a pagare.

Anche ammesso che si trovi il modo di distinguere gli interessi dei cattivi speculatori, questi hanno a disposizione gli strumenti più sofisticati per eludere, al limite possono dirottare verso lidi più remunerativi i loro investimenti e comunque scaricherebbero i loro costi sui piccoli risparmiatori, che rappresentano il lato rigido della domanda.

In questo momento in cui l'Italia ha bisogno di investimenti per la crescita colpire il risparmio va nella direzione opposta.

Inoltre, l'aumento del gettito sui Titoli sarebbe, almeno parzialmente, una partita di giro, dato che i suddetti Titoli dovrebbero pagare un rendimento maggiore, vanificando l'aumento di entrate fiscali o ridimensionandolo assai.

Recuperare l'evasione significa aumentare la pressione fiscale che in Italia è ~43%. Se prendiamo per buono il dato di DDP di 275 miliardi di evasione, dato che il Pil è ~1500 mld, la pressione fiscale salirebbe a 0.4*1500 + 275= 920 mld, cioè il 61% del Pil di media. Ovvero si ucciderebbe l'economia.

Considerando che 275 mld sono il 18% del Pil e l'evasione non si può azzerare dato che i Paesi più virtuosi hanno evasione intorno a 10%, se riuscissimo ad arrivare a metà strada e ridurre l'evasione del 4% si farebbe emergere circa 60 mld e tassandoli al 33% in media se ne ricaverebbero ~20 mld. Pagati tutti dagli evasori? No, perchè buona parte, diciamo quasi la metà, la pagherebbero anche i consumatori per un effetto di traslazione.
Senza contare che tassata, l'evasione non genererà più lo stessa quota di PIL, dato che le tasse riducono l'attività economica anche quando le pagano gli evasori. Per cui quei venti mld andrebbero diminuendo nel tempo.

Si potrebbe contestualmente ridurre la tassazione sui redditi (come per la tasse sulle attività finanziarie e l'aumento dell'IVA o le patrimoniali), ma a questo punto i conti pubblici rimarrebbero nella stessa identica situazione. Operazione poco verosimile perchè la storia d'Italia ci insegna che i vari tesoretti che il Ministero si è trovato tra le mani non sono mai serviti ad abbassare le tasse o a ridurre il debito ma ad espandere sempre più la spesa pubblica.
Ricette miracolose e scorciatoie non ce ne sono: pareggio di bilancio, che si ottiene aumentando le tasse o tagliando le spese (o entrambe) e crescita, non ci sono altri modi.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)

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Giulio Tremonti
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2478 Messaggio da Giulio Tremonti »

zio ha scritto:come ben sai, da quando c'è l'euro, sono anche cazzi nostri.
Ok sono anche nostri, anche se l'euro non c'entra. Soprattutto sono dei tedeschi e dei francesi che detengono parecchio debito greco.
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2479 Messaggio da Kronos »

Giulio Tremonti ha scritto:
Non sono risolutivi per vari motivi.
intanto piazzi la tobin tax su tutte le transazioni finanziarie effettuate: con lo 0,05% tiri su un botto di soldi,
ma a livello europeo cosi' si evitano furbate.

e poi un bello stop ai trust anonimi e le societa' di comodo dove i furbi nascondono i dane' e un bel giro di vite ai furbetti con la residenza fittizia all'estero e che vivono qua tranquilli.
"Duca conte buonasera..sono le 17...le serviamo un tè?" Maurizio Liberti, 25.03.2007
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2480 Messaggio da Kronos »

Giulio Tremonti ha scritto: Recuperare l'evasione significa aumentare la pressione fiscale che in Italia è ~43%. Se prendiamo per buono il dato di DDP di 275 miliardi di evasione, dato che il Pil è ~1500 mld, la pressione fiscale salirebbe a 0.4*1500 + 275= 920 mld, cioè il 61% del Pil di media. Ovvero si ucciderebbe l'economia.
si discute di tasse gia' evase cioe' dovute e non pagate.
non sale nessuna pressione fiscale: aumenta solo se aumenti le aliquote casomai.

il ragionamento che fai non mi torna: se i 275 miliardi sono gia' conteggiati nel pil vuol dire non si puo' usare il dato del pil come attendibile per fare il rapporto pil/tasse:perche' una parte e' tassata e l'altra no.

Se invece sostieni che l'evasione e' di 275 miliardi vuol dire che quella cifra e' il 43% di una cifra in piu' (645 miliardi circa) che dovrebbe essere aggiunta al valore del pil iniziale: a quel punto se fai il rapporto non credo proprio che si arrivi al 61% del pil
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2481 Messaggio da dostum »

Husker_Du ha scritto:
Capitanvideo ha scritto:Mi sa che ci siamo davvero stavolta. C'e' la volontà a lasciarli nell'insolvenza. Il primo default europeo presto nelle vostre case!

Giulio e Husker, che ne pensate?

Guerriglia in strada e soldi in fuga: caos Grecia. E la Ue è ancora nel tunnel

ATENE – In strada è allarme rosso e i conti pubblici sono in profondo rosso: la crisi greca torna a far rumore e paura all’Europa. Non di semplice rigurgito si tratta: anche quando i giornali (italiani) ne hanno parlato meno la Grecia è rimasta là, sull’orlo del baratro tra proteste e scioperi che la paralizzano ogni giorno, discussioni su una presunta ristrutturazione del debito che secondo la Bce farebbe più danni che benefici, e debolezza di un governo che vorrebbe ma non può.

Giovedì 15 giugno l’allarme suona quasi contemporaneamente in quattro zone diverse e la giornata greca (ed europea) si trasforma in un calvario. Ci si mettono, contemporaneamente o quasi, la piazza, la Banca centrale Europea, il governo e soprattutto l’agenzia di rating Standard & Poor’s. L’ultimo allarme, quello meno visibile, è quello che fa più paura. A vederlo distrattamente è solo l’ennesimo taglio di rating (da “B” a “CCC”) quello di quattro banche, la National Bank of Greece, Efg Eurobank Ergasias, Alpha Bank e Piraeus Bank. A leggere con attenzione il perché invece viene da riflettere: “Pesano – spiega l’agenzia di rating - i deflussi dei depositi bancari da parte dei correntisti greci, che potrebbero intensificarsi”. Significa che in Grecia chi ha i soldi sui conti correnti li sta facendo andare all’estero e che le banche locali hanno un debito definito “altamente speculativo”. I soldi, insomma, scappano dalla Grecia e le banche rischiano di chiudere da un momento all’altro. Con conseguenze, al momento, ancora tutte da prevedere.

La cronaca della giornata greca racconta invece di un’Atene paralizzata dall’ennesima giornata di sciopero scontri: sassi e yogurt contro la polizia, sassi lanciati da chi non vuole in nessun caso la macelleria sociale. L’alternativa è la bancarotta ma ricordare cosa sta succedendo ai greci giova: tredicesima e quattordicesima cancellate dalla busta paga dei dipendenti pubblici, e “gentile” decurtazione dello stipendio. Non solo: assunzioni bloccate nella pubblica amministrazione, liberalizzazioni sfrenate in diversi settori e aumento della pressione fiscale (Iva dal 21 al 23% lo scorso luglio), anche sui ceti più deboli. Cura da cavallo che può forse far sopravvivere il malato Grecia ma che promette di ridurre in miseria o quasi decine di migliaia di greci.

Nel pomeriggio il premier socialista George Papandreou sbotta e si dice pronto a dimettersi. Serve un governo di unità nazionale e Papandreou ha detto che in caso di governo che appoggi il piano di aiuti Ue sarebbe pronto a un passo indietro. Neppure questa strada, però, è agevole. Parte dell’opposizione greca, infatti, vuole trattare con Europa e Bce, negoziare condizioni diverse e meno dure, per ottenere gli aiuti. Strada utopistica perché la Bce ha fatto chiaramente capire che da questa strada non si passa. L’Europa sugli aiuti alla Grecia rimane sostanzialmente divisa: da un lato c’è la Germania che apre alla ristrutturazione del debito, dall’altra parte c’è la Bce che insiste per la linea dura, quello dello stringere la cinghia perché ristrutturare oggi comporterebbe più rischi che benefici.

Per completare il quadro, come se non bastasse, la Bce proprio giovedì diffonde il suo bollettino semestrale, bollettino inquietante in cui parla di stabilità finanziaria della Ue a rischio. Nel mirino dell’Istituto finisce la “stretta interconnessione” fra i il settore pubblico e le banche. Queste ultime, infatti, hanno ampie fette di titoli di Stato periferici in portafoglio: per la Bce si tratta di una situazione che rappresenta il rischio principale per la stabilità finanziaria nell’area euro e che ha ”il potenziale percreare effetti di contagio”. Secondo il rapporto, che la Bce pubblica ogni sei mesi, le difficoltà per la messa in pratica del risanamento della Grecia sono aumentate rispetto all’ultima Financial Stability Review dello scorso dicembre. Tuttavia c’è anche uno sviluppo positivo dato dal rafforzamento della fiducia in ”altri Paesi dell’area euro che avevano mostrato alti rendimenti dei titoli governativi”, grazie non solo agli sforzi di risanamento bancario ma anche al rafforzamento dei fondamentali economici e di bilancio.
Il dafault, almeno parziale, greco credo sia inevitabile. Anche i mercati non vedono alternative e lo spread con i bund decennali tedeschi e' ora a livelli veramente alti per i greci.

La BCE continua ad avere paura dell'effetto di contagio e quindi continua nella sua battaglia di dare tutto il sostegno possibile alla grecia.
Il contagio e' sicuramente un problema, tuttavia, lo e' solo nel caso in cui la Spagna o l'Itaglia venissero coinvolte (il portogallo e' troppo piccolo per creare grossi problemi). La Spagna in effetti e' un problema, ma la politica fiscale spagnola mi sembra di tutt'altra pasta rispetto a quella grecia. Tanto che a fronte di una disoccupazione elevata, la spesa pubblica e' stata comunque tagliata. Se la Spagna riuscira' a resistere a fronte di stagnazione economica, allora credo che il pericolo gontagio sia abbastanza limitato.
L'itaglia e' un altro discorso. Tremonti non facendo nulla si e' mantenuto nei limiti, ma senza riforme strutturali l'itaglia restera' sempre un paese in bilico.
Ecco perchè dobbiamo svenarci per la Grecia!

Questo losco figuro (Mario Draghi) riceve approvazione inspiegabile da dx e sx.


Europa: Di che si occupava Draghi in Goldman Sachs?
Etichette: Economia, Italia, UE-EUROPA

Qual'era la funzione di cui era incaricato Mario Draghi quando lavorò in Goldamn Sachs ? La Commissione affari economici e monetari del Parlamento europeo ha cercato di far luce su questa questione, durante la seduta pubblica in cui ha partecipato l'ex capo della Banca d'Italia. Non è stato possibile chiarire il ruolo da lui svolto, nè appurare con approssimazione la natura della missione di colui che arrivò ad essere il vice-presidente di Goldman Sachs Internazionale per l'Europa, dal 2002 fino al 2005 . Proprio nel periodo in cui la filiale europea della banca d'affari USA è sospettata d'aver pagato 300 milioni di euro di tangenti per aiutare la Grecia a truccare il tasso d'indebitamento effettivo accumulato.

Alla domanda specifica di Pascal Canfin, cioè se la tra le sue funzioni vi era quella di vendere i servizi di Goldamn Sachs ai vari Tesori europei,
Draghi ha risposto che lui non si occupava del debito sovrano delle nazioni. Eppure -dice Canfin- quando Draghi iniziò a lavorare per Goldman Sachs, questa emise un comunicato ufficiale che recitava così: "sarà incaricato di sviluppare attività della banca presso...i governi e le loro agenzie". Mario Draghi si affretta ad aggiungere che -successivamente- fece richiesta ai suoi superiori gerarchici di esentarlo dall'occuparsi dei "prodotti finanziari" legati ai debiti sovrani. E' credibile? Insomma, la banca degli USA lo recluta per il più succulento business del debito, lo paga di conseguenza....e poi rinuncia a fargli svolgere tale mansione. Perchè? Solo perchè il reclutato rifiuta? Se così fosse, Goldaman Sachs avrebbe sicuramente rinunciato ai servigi di Draghi. Poco credibile.


Le banche centrali nazionali, la BCE, sono dirette da funzionari formati e parti attive nell'organigramma dei centri finaziari anglosassoni privati, interscambiabili, che trasmigrano da uno all'altra senza problema. Artisti della "finanza creativa" al servizio dell'oligarchia finanziaria, abili piloti invisibili che moltiplicano il debito delle nazioni a fini privati e poi -voila- vengono infiltrati alla testa delle banche statali nazionali ed europei. E si trasformano in spietati profeti dei tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni, nuova fiscalità. Per ripagare le banche private presso cui spesso lavoravano, vestendo sempre i medesimi abiti del liberismo ortodosso.
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Baalkaan hai la machina targata Sassari?

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Capitanvideo
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2482 Messaggio da Capitanvideo »

E intanto......

Crisi, Moody’s: “Possibile il taglio del rating dell’Italia”

ROMA Dopo l’outlook negativo assegnato al rating italiano da Standard & Poor’s, il merito creditizio del nostro Paese finisce sotto la lente di Moody’s, in vista di una possibile revisione al ribasso.

Con un comunicato diramato in tarda serata, la principale agenzia di rating del mondo ha confermato l’attuale valutazione ad Aa2, ma ha avvisato di un possibile taglio in futuro nel caso in cui l’Italia non riesca a far fronte ai principali profili di rischio citati dagli analisti di Moody’s: in particolare le sfide sul fronte della crescita, dovute a debolezze strutturali ed una probabile crescita dei tassi di interesse nel prossimo futuro; i rischi collegati all’attuazione dei piani di consolidamento dei conti pubblici che sono richiesti per ridurre l’indebitamento e mantenerlo a livelli sostenibili; e quelli collegati al cambiamento delle condizioni di finanziamento per i Paesi europei con alti livelli di debito.

Meno di un mese fa, il 20 maggio scorso, la seconda agenzia internazionale, Standard & Poor’s, aveva tagliato da stabile a negativo l’outlook sul debito dell’Italia, citando le attuali deboli prospettive di crescita e l’incerto impegno politico per attuare riforme che stimolino la produttività. E di sviluppo torna a parlare anche Moody’s, sottolineando che la ”revisione del rating si concentrerà soprattutto sulle prospettive di crescita per l’economia italiana nei prossimi anni, ed in particolare sulla rimozione di importanti e strutturali colli di bottiglia che possono frenare la ripresa economica nel medio termine”.

Sotto il faro dell’agenzia di rating finirà anche ”l’abilità del Governo nel raggiungere ambiziosi obiettivi di consolidamento dei conti pubblici”, anche alla luce del possibile aumento dei tassi di interesse. Nel caso dovesse arrivare un taglio, sarebbe il primo per l’Italia da parte di Moody’s da oltre quindici anni, visto che le ultime due azioni (nel 1996 e nel 2002) avevano portato ad un aumento del rating. Ora l’attenzione del mercato si sposta a lunedì, per valutare la possibile reazione delle borse, che avevano registrato freddamente il taglio dell’outlook da parte di S&P.

Occhi puntati lunedì prossimo soprattutto sulle aste dei titoli di Stato, con quelle di Bot e Ctz, a cui faranno seguito martedì quelle di Btp e Cct. In giorni in cui i rendimenti, e di conseguenza gli spread, dei titoli di Stato dei Paesi dell’Eurozona sono già sotto pressione a causa del traballante debito greco, l’annuncio di Moody’s potrebbe provocare ulteriori tensioni sui titoli di Stato, quelli italiani in prima battuta.
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Giulio Tremonti
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2483 Messaggio da Giulio Tremonti »

Kronos ha scritto: intanto piazzi la tobin tax su tutte le transazioni finanziarie effettuate: con lo 0,05% tiri su un botto di soldi,
ma a livello europeo cosi' si evitano furbate.
Tasse per tutti, insomma. E' proprio quello che ci serve.
si discute di tasse gia' evase cioe' dovute e non pagate.
non sale nessuna pressione fiscale: aumenta solo se aumenti le aliquote casomai.
Finchè non sono contabilizzate non rientrano nel calcolo della pressione fiscale, dovute o non dovute.
il ragionamento che fai non mi torna: se i 275 miliardi sono gia' conteggiati nel pil vuol dire non si puo' usare il dato del pil come attendibile per fare il rapporto pil/tasse [...]
Non ho ben capito quel che vuoi dire. Nel Pil rientra tutta la produzione. Il fatto che sia tassata o meno non cambia nulla. Ai fini del calcolo interessa conoscere questo dato.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)

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Re: [O.T.] Crisi economica

#2484 Messaggio da repeat »

Uno parla di rendita finanziaria e pensa agli speculatori di Wall Street, invece buona parte dei Titoli di Stato è detenuta dalle famiglie, e sarebbero loro a pagare.
Tanto pagherebbero comunque, se l'idea geniale è quella di aumentare l'IVA. Almeno qui pagherebbero in ragione di un "tesoretto" che hanno da parte, e non perché, dovendo necessariamente consumare per vivere, sarebbero tassati maggiormente. D'altra parte, non esistono ricette indolore. Si tratta semplicemente di scegliere quella più "ragionevole" in un momento di crisi.
Anche ammesso che si trovi il modo di distinguere gli interessi dei cattivi speculatori, questi hanno a disposizione gli strumenti più sofisticati per eludere, al limite possono dirottare verso lidi più remunerativi i loro investimenti e comunque scaricherebbero i loro costi sui piccoli risparmiatori, che rappresentano il lato rigido della domanda.
Ricatto inaccettabile... e discutibile. Adeguare la tassazione sulle rendite finanziarie a quella degli altri paesi ci mette solo sul loro stesso piano. Attrarre capitali e investimenti è anche una questione di serietà, non solo di convenienze.
In questo momento in cui l'Italia ha bisogno di investimenti per la crescita colpire il risparmio va nella direzione opposta.
La continua erosione del risparmio, invece, in che direzione va?
La crisi si supera con una politica che rilanci i consumi, da una parte, e faccia pagare le tasse a chi, pur avendo molto, pretende di tenerselo per sè con la scusa che può "investire" e rilanciare l'economia.
Per rilanciare i consumi non devi fare favori alla Confindustria... ma agli operai. Agli unici che pagano SICURAMENTE le tasse: i lavoratori dipendenti (pubblici e privati). Devi lasciargli i soldi in tasca, devi dargli la possibilità, se vogliono, di spendere e di far girare i quattrini.
La rendita finanziaria, le patrimoniali, l'aumento della tassazione dei redditi medio-alti, sono l'altra faccia della medaglia. O cerchi di riequilibrare le diseguaglianze oppure non ne esci fuori.

Recuperare l'evasione significa aumentare la pressione fiscale che in Italia è ~43%. Se prendiamo per buono il dato di DDP di 275 miliardi di evasione, dato che il Pil è ~1500 mld, la pressione fiscale salirebbe a 0.4*1500 + 275= 920 mld, cioè il 61% del Pil di media. Ovvero si ucciderebbe l'economia.
Far pagare le tasse significa "uccidere l'economia"?
Ok, allora per evitare di correre questo rischio, si potrebbe consentire anche ai lavoratori dipendenti di evaderle. Che dici? Non è una grande idea? Così, non pagandole nessuno, non corriamo il rischio di ferirla manco di striscio, 'st'economia...
Considerando che 275 mld sono il 18% del Pil e l'evasione non si può azzerare dato che i Paesi più virtuosi hanno evasione intorno a 10%, se riuscissimo ad arrivare a metà strada e ridurre l'evasione del 4% si farebbe emergere circa 60 mld e tassandoli al 33% in media se ne ricaverebbero ~20 mld. Pagati tutti dagli evasori? No, perchè buona parte, diciamo quasi la metà, la pagherebbero anche i consumatori per un effetto di traslazione.
Senza contare che tassata, l'evasione non genererà più lo stessa quota di PIL, dato che le tasse riducono l'attività economica anche quando le pagano gli evasori. Per cui quei venti mld andrebbero diminuendo nel tempo.
E se invece cominciassimo a buttare in galera chi evade le tasse?
Invece dei condoni e di una politica perdonista (che conviene solo a chi evade e continua a farlo...), tiriamo fuori le manette, sbattiamoli in carcere, sequestriamo i patrimoni. Facciamogli capire che è cambiato il vento...
Si potrebbe contestualmente ridurre la tassazione sui redditi (come per la tasse sulle attività finanziarie e l'aumento dell'IVA o le patrimoniali), ma a questo punto i conti pubblici rimarrebbero nella stessa identica situazione. Operazione poco verosimile perchè la storia d'Italia ci insegna che i vari tesoretti che il Ministero si è trovato tra le mani non sono mai serviti ad abbassare le tasse o a ridurre il debito ma ad espandere sempre più la spesa pubblica.
Ricette miracolose e scorciatoie non ce ne sono: pareggio di bilancio, che si ottiene aumentando le tasse o tagliando le spese (o entrambe) e crescita, non ci sono altri modi.
Miracoli non se ne possono fare, su questo hai ragione.
Si tratta di scegliere se conviene continuare questo tipo di politica fiscale, oppure se non è arrivato il momento di inventarsi qualcosa di veramente rivoluzionario e mai tentato prima: scaricare il peso della contribuzione fiscale sui patrimoni dei ricchi, far pagare le tasse a chi può e a chi, finora, le ha evase (o eluse) e continuerebbe a farlo (in attesa, magari, di un altro condono...), tagliare le spese inutili e i privilegi della casta.

Queste sono le uniche riforme fiscali che posso accettare, e che ritengo credibili. Tutto il resto è fuffa che non può spostare niente. Serve solo per tappare l'ennesimo buco. Non rilancia nessuna economia e non supera nessuna crisi... perché la gente non ha più soldi, non ha lavoro (o ne ha uno precario) e non ha quasi neanche più voglia di vivere o di metter su famiglia.
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2485 Messaggio da repeat »

repeat ha scritto: Queste sono le uniche riforme fiscali che posso accettare, e che ritengo credibili. Tutto il resto è fuffa che non può spostare niente. Serve solo per tappare l'ennesimo buco. Non rilancia nessuna economia e non supera nessuna crisi... perché la gente non ha più soldi, non ha lavoro (o ne ha uno precario) e non ha quasi neanche più voglia di vivere o di metter su famiglia.
Mi cito.
Sia chiaro, questa è la mia opinione, non la verità rivelata.
:wink:
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2486 Messaggio da Kronos »

Giulio Tremonti ha scritto: Tasse per tutti, insomma. E' proprio quello che ci serve.
http://it.wikipedia.org/wiki/Tobin_Tax

la tobin tax e' una tassa sulle speculazioni finanziarie:colpirebbe banche e speculatori.

il privato ne e' sostanzialmente immune e il gettito fiscale derivato garantirebbe risorse per lo stato. le banche si cagano in mano perche' dovrebbero versare in contanti cifre che non hanno per le speculazioni folli sui derivati.

Non ho ben capito quel che vuoi dire. Nel Pil rientra tutta la produzione. Il fatto che sia tassata o meno non cambia nulla. Ai fini del calcolo interessa conoscere questo dato.
se io dico che evado 275 miliardi di tasse presuppongo che siano il 43% dell'imponibile che e' circa 645 miliardi.
questa cifra e' gia' stata conteggiata nel pil o meno?

perche' se e' gia all'interno dei 1500 miliardi di pil il calcolo che hai prospettato in cui sostieni che si salirebbe al 61% e' sbagliato;
correttamente dovrebbe essere 0.43 x 1500 - 275 (e non sommato ) perche' sono soldi dovuti non versati, quindi si presume gia' conteggiati nel prodotto del pil a 1500. se ricalcolo a questo punto il rapporto reale pil/tasse con la tua formula per magia vado al 25% e non al 43% o al 61%. la cosa in se significherebbe in altri termini che non si pagano nel reale quasi la meta' delle tasse dovute: e se vado a vedere il sistema di fiscalita' corrente non e' certo il lavoratore dipendente che puo' non pagare tasse visto che sono detratte a monte in automatico.

se invece la cifra in questione non e' conteggiata allora devi aggiungere ai 1500 del pil 645 di sommerso non tassato e non considerato dal pil stesso (il cui 43% corrisponde ai famosi 275 miliardi evasi) e allora il conto che fai e' ancora sbagliato perche' sarebbe 0.43 x 1500 + 275 ma rapportato a 1500+645 che sarebbe il pil reale ricalcolato.

se invece sostengo che siano 275 miliardi da tassare al 43% sono sui 108 miliardi di mancato tassato e allora sarebbe corretto ragionare su 0.43 x 1500 + 108 rapportato a 1500+275

in ogni caso non fa 61% come sostieni tu.
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2487 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Tutto ciò potrebbe dare una mano a Tremonti contro Silvio Bossi e Maroni che vogliono soldi per rialzare il consenso.
L'Italia nel mirino di Standard & Poor's, Moody's e Fitch

Dopo Standard & Poor's anche Moody's avvisa il malato Italia. Affidabilità creditizia forse declassata in negativo nei prossimi mesi. La SEC, la Consob statunitense, considera l'ipotesi di una causa civile contro le agenzie Standard & Poor's e Moody's

di Massimo Demontis


L’Italia nel mirino. Di chi? Della triade newyorkese, le agenzia di rating Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch.
Che il nostro Paese fosse al centro della loro attenzione si sapeva. Già a maggio Standard & Poor’s aveva „avvisato“ l’Italia. Adesso, poche settimane dopo, arriva puntuale la seconda parte del copione: stavolta firmato Moody’s.

Ieri sera la stessa agenzia ha diffuso la notizia che l’outlook dell’Italia, in relazione alla sua affidabilità creditizia, potrebbe essere declassato in negativo nei prossimi mesi. In altre parole, i titoli di stato subirebbero un duro colpo di credibilità passando dall’attuale valutazione AA2 a una inferiore.

Con quali conseguenze? In primo luogo la raccolta del credito diventa più difficile e soprattutto più cara. E il debito cresce. Una spirale dalla quale diventa poi difficile uscire.

La preoccupazione delle agenzie di rating, in parte confermata dal Fondo Monetario Internazionale, è che l’Italia, a causa delle sue debolezze strutturali, della sua crescita a passo zero, e in ragione di politiche economiche e industriali incapaci di produrre ricchezza e redistribuirla, non sia in grado di far fronte alla doppia sfida crescita e abbattimento del debito pubblico.

Siamo quindi in quarantena, sotto osservazione come un malato altamente contagioso.


Ma quanto è affidabile il primario medico che controlla l’affidabilità dell’Italia e di quasi tutti i Paesi dell’area mediterranea più l’Irlanda?

Una prima risposta la si può cercare nella notizia proveniente dagli Stati Uniti. Qui, secondo fonti del Wall Street Journal, la SEC Securities and Exchange Commission, per fare un parallelo la temuta Consob statunitense, si appresterebbe a „fare i conti“ con Standard & Poor’s e Moody’s per la loro corresponsabilità nel diffondersi della crisi finanziaria. Una seconda, nel rapporto Fcic (Financial Crisis Inquiry Commission), una commissione di indagine parlamentare istituita dal Congresso USA dove si parla di disastro causato dalle agenzie.

Sino ad ora le agenzie di rating americane erano state lambite da polemiche e accuse di correo. Ora la SEC considera la possibilità di una causa civile contro Standard & Poor’s e Moody’s.

Tutti gli investitori del mondo guardano con estrema fiducia ai giudizi della „triade“ che rilascia il 95% di tutti i rating di affidabilità finanziaria. Qui sono da ricercare le ragioni delle accuse a Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch. Possibile che non fossero in condizione di valutare i segnali della crisi esplosa nel 2007? Tutte e tre avevano rilasciato giudizi positivi sui titoli ipotecari USA da cui partì la crisi finanziaria.

Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch per ora fanno come le tre scimmiette e continuano il loro lavoro come se nulla fosse. Guadagnare montagne di soldi valutando l’affidabilità di Stati, aziende e titoli in generale. Prost!
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Husker_Du
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2488 Messaggio da Husker_Du »

Standard and Poor, Moody's e le varie agenzie di rating hanno rotto la minchia.
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Giulio Tremonti
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2489 Messaggio da Giulio Tremonti »

[quote="repeat"]
Almeno qui pagherebbero in ragione di un "tesoretto" che hanno da parte

Transazioni finanziare le fa anche chi ha un conto corrente. Senza contare che avrebbero un'effetto punitivo sulle famiglie che sono riuscite a risparmiare.

Ricatto inaccettabile... e discutibile. Adeguare la tassazione sulle rendite finanziarie a quella degli altri paesi ci mette solo sul loro stesso piano. Attrarre capitali e investimenti è anche una questione di serietà, non solo di convenienze.

La considerazioni morali lasciano il tempo che trovano e non cambiano la realtà. Già in questa situazione il nostro Paese è così poco attrattivo per quanto riguarda gli investimenti che dobbiamo pagare interessi più alti rispetto alla media UE. I costi aggiuntivi li renderebbero gli nvestimenti ancora meno attrattivi e avrebbero l'effetto di aumentarne i rendimenti lordi.

La crisi si supera con una politica che rilanci i consumi

I consumi sono già cresciuti e non sono la causa del ristagno italiano di questo decennio, dato che in quest'arco di tempo sono aumentati costantemente. Ti risulta il contrario?

Far pagare le tasse significa "uccidere l'economia"?

No. (Tar)tassarla in maniera opprimente sì.

E se invece cominciassimo a buttare in galera chi evade le tasse?

D'accordissimo.

far pagare le tasse a chi può e a chi, finora, le ha evase (o eluse) e continuerebbe a farlo (in attesa, magari, di un altro condono...)

D'accordo anche su questo. Allora bisognerebbe cominciare a far pagare le tasse ai meridionali, visto che l'evasione è concentrata al Sud, nella miriade lavoratori non dipendenti sconosciuti al fisco, tollerati e incentivati dalla politica di laggiù.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)

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Giulio Tremonti
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2490 Messaggio da Giulio Tremonti »

Kronos ha scritto: la tobin tax e' una tassa sulle speculazioni finanziarie:colpirebbe banche e speculatori.
Cosa ti fa pensare che banche e gestori non ricaricherebbero i loro costi sui clienti, alla fine?

Anche ammesso che si trovi il modo di distinguere gli interessi dei cattivi speculatori, questi hanno a disposizione gli strumenti più sofisticati per eludere, al limite possono dirottare verso lidi più remunerativi i loro investimenti e comunque scaricherebbero i loro costi sui piccoli risparmiatori, che rappresentano il lato rigido della domanda.
se io dico che evado 275 miliardi di tasse presuppongo che siano il 43% dell'imponibile che e' circa 645 miliardi.
questa cifra e' gia' stata conteggiata nel pil o meno?
[...]
se invece sostengo che siano 275 miliardi da tassare al 43% sono sui 108 miliardi di mancato tassato e allora sarebbe corretto ragionare su 0.43 x 1500 + 108 rapportato a 1500+275
No, sono conteggiati nel Pil ma non contribuiscono al calcolo della pressione fiscale.
Anche in questo caso sarebbero comunque 0.43*1500+118, cioè il ~51% del Pil, un record mondiale (rapportato a 1500 , com'è giusto che sia).
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)

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