[OT] Signore e signori: la guerra.
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Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
Trump vuol nominare Mike Rogers segretario alla difesa, noto sostenitore di Kiev
non so niente, non mi importa niente, non mi occupo di niente, non credo niente e non voglio niente
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Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
a Zelensky (pagliaccio) non sono rimaste molte carte da giocare ma ne ha una non da poco: queste persone prive di una bussola morale e dall’ego sconfinato come Trump e Musk sono ultrasensibili all’adulazione e covenienza personale. se intascare miliardi da Putin e’ piu’ difficile perche’ sara’ sotto la lente d’ingrandimento intascarli da Zelensky (pagliaccio) e’ piu’ facile (in quanto e’ il “buono”). non mi stupirei che con le lusinghe, cash e appalti non provi a comprarseli. vedremo cosa accade nei prossimi 12 mesi.Drogato_ di_porno ha scritto: ↑09/11/2024, 12:46Trump vuol nominare Mike Rogers segretario alla difesa, noto sostenitore di Kiev
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Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
Una sintesi
un fascismo quotidiano
Si preoccupano di quattro schiaffi e non di decine di migliaia di morti sui fronti di guerra: l’Europa affonda nel suo fascismo quotidiano.
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Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
Alberto Negri - Trump all’anno zero delle promesse di pace
SCENARI «Portare allo stesso tavolo Ucraina e Russia» e porre fine al massacro in Medio Oriente - per il quale ha pesanti responsabilità -, non sembrano obiettivi davvero a portata di mano
Con Trump comincia l’anno zero della politica estera Usa e mondiale. Ma le guerre non finiscono in un giorno neppure a Hollywood, «la parte di intrattenimento del complesso militar-industriale americano», come diceva Frank Zappa. E per altro da qui al suo insediamento alla presidenza il 20 gennaio ci sono oltre due mesi – un’eternità in politica e in guerra – durante i quali su fronti come Ucraina e Medio Oriente può accadere di tutto.
Eppure a Fox News la portavoce della sua campagna Karoline Leavitt, ha dichiarato che l’agenda di Trump per il “Giorno 1” include il “riportare Ucraina e Russia al tavolo dei negoziati per porre fine a questa guerra. Trump ha affermato che il conflitto non sarebbe mai scoppiato se lui, o un altro presidente «rispettato da Putin», fosse stato alla Casa Bianca, e ha sostenuto di poter porre fine alla guerra in 24 ore, sebbene non abbia spiegato come intenda riuscirci né si è mai espresso chiaramente se desideri la vittoria dell’Ucraina.
Queste frasi ci dicono tutto della sua visione primitiva della politica estera che si risolve in un rapporto diretto fra i leader, non importa se democratici o autoritari; l’idea guida di Trump è che un accordo diretto fra “uomini forti” sia sufficiente a risolvere le principali crisi globali. L’altro strumento contemplato da Trump in politica estera è la diplomazia del denaro, che secondo lui tutto compra e tutto appiana.
Il fatto che la politica estera sia fatta dai diplomatici, con viaggi, negoziati, trattative, è un aspetto scontato ma che Trump, da businessman sbrigativo, vive con evidente fastidio. Figuratevi come Trump giudichi Bruxelles e la sua burocrazia, dove tutti e 27 gli stati dell’Unione vogliono dire la loro. È evidente che agiterà la possibile imposizione di nuovi dazi commerciali sulle esportazioni verso gli Usa per intavolare trattative bilaterali con gli europei, con l’obiettivo di dividerli e indebolirli, usando anche l’ eventuale paralisi della Nato come spauracchio.
Trump, per altro non diversamente dai presidenti democratici, ritiene gli europei degli «scrocconi» (parola usata da Obama) perché approfittiamo dell’ombrello militare americano. Qui il suo credo è semplice: dovete mettere mano al portafoglio.
Trump in Ucraina vuole vincere facile? Per lo meno come nota il politologo Ivan Kratsev, membro permanente dell’Istituto per scienze umane di Vienna, l’Occidente dovrebbe capire prima quali sono gli obiettivi di Putin, pronto a trattare ma alle sue condizioni. Ascoltiamo solo per sentire quello che vogliamo sentire, e cioè che Putin è disposto a negoziare la fine del conflitto in Ucraina. Ma è davvero così? Come credono molti analisti e la maggior parte degli europei, la guerra si concluderà con un accordo. Kiev sarà costretta a barattare una parte di territorio in cambio di garanzie sulla sicurezza, come anticipava ieri anche il Wall Street Journal, un media vicino a Trump. Eppure, anche se i negoziati sono inevitabili, forse non siamo così vicini alla conclusione del conflitto.
La ragione è che la Russia e l’Ucraina sono in due situazioni molto diverse. Al momento il Cremlino è convinto di essere in vantaggio sul campo di battaglia. Crede di avere un considerevole spazio di manovra prima di mettere fine alla guerra. Il presidente ucraino Zelensky, al contrario, è in una situazione precaria. Gli insuccessi militari hanno indebolito il sostegno politico al suo paese. Kiev vuole che la guerra finisca il prima possibile, ma non è ancora pronta a cedere del territorio in cambio di pace. Perciò Zelensky è costretto a parlare di vittoria e allo stesso tempo a cercare il compromesso. Questa è un’equazione complicata: davvero Trump la risolve in un giorno come proclama?
Così come mettere fine al massacro in Medio Oriente non è un traguardo a portata di mano. Trump si vanta di non avere iniziato delle guerre ma nel suo primo mandato ha preso decisioni rovinose: ha stracciato l’accordo di Obama sul nucleare iraniano, ha fatto uccidere il generale Qassem Soleimani capo dei Pasdaran, ha spostato l’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme, ha riconosciuto la sovranità israeliana sulle alture siriane sul Golan, il tutto contro ogni risoluzione dell’Onu, altra istituzione che lui disprezza. Non solo: suo genero Jarred Kushner aveva promesso a Netanyahu che gli Usa avrebbero certificato l’annessione israeliana del 30% della Cisgiordania.
Lo stesso Kushner questa primavera era il fautore di una deportazione dei palestinesi di Gaza nel deserto del Negev «per finire il lavoro», impiantare nella Striscia un business sul modello di Dubai, ed escludere, allo stesso tempo, qualsiasi soluzione per uno Stato palestinese.
Il tutto sullo sfondo del Patto di Abramo che Trump ha avviato durante la sua prima presidenza e che ora vuole concludere con l’ingresso dell’Arabia saudita. Forse non sarà il genero di Trump a definire l’accordo ma il fondo di investimento saudita è socio di Kushner negli investimenti turistici e immobiliari che sta trattando con Rama e Vucic in Albania e Serbia, facilitati dalla mediazione di Richard Grenell, ex ambasciatore a Berlino, ex inviato in Kosovo, ora menzionato come possibile segretario di Stato.
Come scriveva sul manifesto del 7 ottobre il direttore Andrea Fabozzi questi sono i progetti del capitalismo della sorveglianza di Trump ed Elon Musk sul piano internazionale. Ma la “pace” di Trump, in un mondo assai mutato dal 2016 quando vinse la prima volta, appare come un ramo di ulivo cosparso di spine sul destino dei popoli e delle nazioni.
SCENARI «Portare allo stesso tavolo Ucraina e Russia» e porre fine al massacro in Medio Oriente - per il quale ha pesanti responsabilità -, non sembrano obiettivi davvero a portata di mano
Con Trump comincia l’anno zero della politica estera Usa e mondiale. Ma le guerre non finiscono in un giorno neppure a Hollywood, «la parte di intrattenimento del complesso militar-industriale americano», come diceva Frank Zappa. E per altro da qui al suo insediamento alla presidenza il 20 gennaio ci sono oltre due mesi – un’eternità in politica e in guerra – durante i quali su fronti come Ucraina e Medio Oriente può accadere di tutto.
Eppure a Fox News la portavoce della sua campagna Karoline Leavitt, ha dichiarato che l’agenda di Trump per il “Giorno 1” include il “riportare Ucraina e Russia al tavolo dei negoziati per porre fine a questa guerra. Trump ha affermato che il conflitto non sarebbe mai scoppiato se lui, o un altro presidente «rispettato da Putin», fosse stato alla Casa Bianca, e ha sostenuto di poter porre fine alla guerra in 24 ore, sebbene non abbia spiegato come intenda riuscirci né si è mai espresso chiaramente se desideri la vittoria dell’Ucraina.
Queste frasi ci dicono tutto della sua visione primitiva della politica estera che si risolve in un rapporto diretto fra i leader, non importa se democratici o autoritari; l’idea guida di Trump è che un accordo diretto fra “uomini forti” sia sufficiente a risolvere le principali crisi globali. L’altro strumento contemplato da Trump in politica estera è la diplomazia del denaro, che secondo lui tutto compra e tutto appiana.
Il fatto che la politica estera sia fatta dai diplomatici, con viaggi, negoziati, trattative, è un aspetto scontato ma che Trump, da businessman sbrigativo, vive con evidente fastidio. Figuratevi come Trump giudichi Bruxelles e la sua burocrazia, dove tutti e 27 gli stati dell’Unione vogliono dire la loro. È evidente che agiterà la possibile imposizione di nuovi dazi commerciali sulle esportazioni verso gli Usa per intavolare trattative bilaterali con gli europei, con l’obiettivo di dividerli e indebolirli, usando anche l’ eventuale paralisi della Nato come spauracchio.
Trump, per altro non diversamente dai presidenti democratici, ritiene gli europei degli «scrocconi» (parola usata da Obama) perché approfittiamo dell’ombrello militare americano. Qui il suo credo è semplice: dovete mettere mano al portafoglio.
Trump in Ucraina vuole vincere facile? Per lo meno come nota il politologo Ivan Kratsev, membro permanente dell’Istituto per scienze umane di Vienna, l’Occidente dovrebbe capire prima quali sono gli obiettivi di Putin, pronto a trattare ma alle sue condizioni. Ascoltiamo solo per sentire quello che vogliamo sentire, e cioè che Putin è disposto a negoziare la fine del conflitto in Ucraina. Ma è davvero così? Come credono molti analisti e la maggior parte degli europei, la guerra si concluderà con un accordo. Kiev sarà costretta a barattare una parte di territorio in cambio di garanzie sulla sicurezza, come anticipava ieri anche il Wall Street Journal, un media vicino a Trump. Eppure, anche se i negoziati sono inevitabili, forse non siamo così vicini alla conclusione del conflitto.
La ragione è che la Russia e l’Ucraina sono in due situazioni molto diverse. Al momento il Cremlino è convinto di essere in vantaggio sul campo di battaglia. Crede di avere un considerevole spazio di manovra prima di mettere fine alla guerra. Il presidente ucraino Zelensky, al contrario, è in una situazione precaria. Gli insuccessi militari hanno indebolito il sostegno politico al suo paese. Kiev vuole che la guerra finisca il prima possibile, ma non è ancora pronta a cedere del territorio in cambio di pace. Perciò Zelensky è costretto a parlare di vittoria e allo stesso tempo a cercare il compromesso. Questa è un’equazione complicata: davvero Trump la risolve in un giorno come proclama?
Così come mettere fine al massacro in Medio Oriente non è un traguardo a portata di mano. Trump si vanta di non avere iniziato delle guerre ma nel suo primo mandato ha preso decisioni rovinose: ha stracciato l’accordo di Obama sul nucleare iraniano, ha fatto uccidere il generale Qassem Soleimani capo dei Pasdaran, ha spostato l’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme, ha riconosciuto la sovranità israeliana sulle alture siriane sul Golan, il tutto contro ogni risoluzione dell’Onu, altra istituzione che lui disprezza. Non solo: suo genero Jarred Kushner aveva promesso a Netanyahu che gli Usa avrebbero certificato l’annessione israeliana del 30% della Cisgiordania.
Lo stesso Kushner questa primavera era il fautore di una deportazione dei palestinesi di Gaza nel deserto del Negev «per finire il lavoro», impiantare nella Striscia un business sul modello di Dubai, ed escludere, allo stesso tempo, qualsiasi soluzione per uno Stato palestinese.
Il tutto sullo sfondo del Patto di Abramo che Trump ha avviato durante la sua prima presidenza e che ora vuole concludere con l’ingresso dell’Arabia saudita. Forse non sarà il genero di Trump a definire l’accordo ma il fondo di investimento saudita è socio di Kushner negli investimenti turistici e immobiliari che sta trattando con Rama e Vucic in Albania e Serbia, facilitati dalla mediazione di Richard Grenell, ex ambasciatore a Berlino, ex inviato in Kosovo, ora menzionato come possibile segretario di Stato.
Come scriveva sul manifesto del 7 ottobre il direttore Andrea Fabozzi questi sono i progetti del capitalismo della sorveglianza di Trump ed Elon Musk sul piano internazionale. Ma la “pace” di Trump, in un mondo assai mutato dal 2016 quando vinse la prima volta, appare come un ramo di ulivo cosparso di spine sul destino dei popoli e delle nazioni.
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Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
Qualche giorno fa un branco di punitopitechi mi diede del coglione perché scrissi che la ruzzia sarebbe stata una perenne minaccia esistenziale. Intanto negli asili del regime criminale...

"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
06/06/2019 FIRENZE LIBERA
https://www.youtube.com/watch?v=0Zp9AmCfWbI
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Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
Ma è cambiato tantissimo, il cambiamento della politica americana cambia il resto del mondo. Trump è al secondo mandato, si è circondato di persone di estrema fiducia e visionarie. Ha stravinto le elezioni (camera, senato, voto popolare), ha un mandato pieno e non commetterà gli errori che ha fatto precedentemente (ammesso che non lo ammazzano prima del 20’gennaio)GeishaBalls ha scritto: ↑09/11/2024, 7:12non ho capito. Cambiato nel senso che Trump Musk daranno sostegno all’Ucraina? E cosa sappiamo della saluta di Biden?giorgiograndi ha scritto: ↑09/11/2024, 0:26UhmDrogato_ di_porno ha scritto: ↑08/11/2024, 22:44mi sa che non cambierà un cazzo
Sventato complotto dell’Iran per uccidere Trump: il dossier dell’Fbi
Un ufficiale della Guardia Rivoluzionaria iraniana avrebbe dato istruzioni a un contatto lo scorso settembre per mettere a punto un piano per sorvegliare e infine uccidere Donald Trump
https://www.ilsole24ore.com/art/usa-fbi ... mp-AGG9gz0Musk presente alla telefonata tra Trump e Zelensky: il nuovo asse per il sostegno all’Ucraina con Starlink
https://www.affaritaliani.it/esteri/mus ... 43892.html
Mi pare che sia già cambiato molto, trump non metterà il culo alla casa bianca per altri 2 mesi e mezzo e già si è sentito con il pagliaccio mentre Putin apre un portone
Ha ragione Putin sta volta, gli equilibri mondiali cambieranno e parecchio, era ora
La cosa da notare è la perfetta salute di Biden da quando le elezioni sono finite.
L’idea del mondo mono-polare è morta nella culla (ovviamente). La convivenza pacifica si basa sul rispetto dei bisogni di entrambi, il che vuol dire che se alla russia sta bene solo una Ucraina demilitarizzata anche parte dell’eu (come putin aveva proposto in passato) perché non si fida della nato (a ragione) dovrebbe andare bene a tutti perché il risultato opposto è guerra (giustamente). Ormai la propaganda TV non funziona più, perché la gente ormai si informa altrove e ascolta anche punti di vista diversi rispetto alla visione mono-opinione promulgata dai media mainstream (che hanno perso la faccia con Covid e guerra e adesso con il fascismo di trump)
E… si. La vita è ingiusta. Per fare in modo che tu abbia una vita dignitosa, altre persone avranno una vita meno dignitosa, fattene una ragione ê una cosa buona, l’alternativa è che entrambi avranno una vita poco dignitosa con una guerra in mezzo.
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Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
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Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
Viene da qualche scritto di Lenin in gioventù?Miele Cinese ha scritto: ↑09/11/2024, 18:37Nella scuola di partito mi dissero questo che è la copia di Grandi.
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Lenin auspicava il comunismo con quelle parole, per arricchire la società comunista, bisogna depredare gli altri e spargere sangue (che poi è stato fatto)
Il mio era un discorso molto più semplice, perché tu possa guidare l’auto elettrica, c’è un ragazzino in Africa che fa lo schiavo in una cava. Perché tu possa avere l’i phone, c’è una fabbrica in Cina che ha gente assunta in maniera illegale. Perché tu possa avere dei giocattoli a basso costo per tuo figlio, c’è un fiume in India in cui viene scaricato il materiale di scarto e via discorrendo all’infinito. Noi occidentali (specialmente europei) siamo specializzati a predicare bene ma a razzolare male se non malissimo
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Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
Avoglia! Ci sono dei tycoon nostrani a cui basta che gli si rivolga in maniera indisponente per "costringerli" a commissionare pompe idrauliche in Cina invece che in Europa. Poi sono gli stessi che sfracassano il cazzo sui danni della globalizzazione...giorgiograndi ha scritto: ↑09/11/2024, 22:00
Il mio era un discorso molto più semplice, perché tu possa guidare l’auto elettrica, c’è un ragazzino in Africa che fa lo schiavo in una cava. Perché tu possa avere l’i phone, c’è una fabbrica in Cina che ha gente assunta in maniera illegale. Perché tu possa avere dei giocattoli a basso costo per tuo figlio, c’è un fiume in India in cui viene scaricato il materiale di scarto e via discorrendo all’infinito. Noi occidentali (specialmente europei) siamo specializzati a predicare bene ma a razzolare male se non malissimo
Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
Sono abbastanza vecchio da ricordarlo (e magari riuscisse ,l'alternativa è WWIII)Gargarozzo ha scritto: ↑09/11/2024, 14:27Alberto Negri - Trump all’anno zero delle promesse di pace
Queste frasi ci dicono tutto della sua visione primitiva della politica estera che si risolve in un rapporto diretto fra i leader, non importa se democratici o autoritari; l’idea guida di Trump è che un accordo diretto fra “uomini forti” sia sufficiente a risolvere le principali crisi globali. L’altro strumento contemplato da Trump in politica estera è la diplomazia del denaro, che secondo lui tutto compra e tutto appiana.

P.S.
Drugat hai letto questo eh?
https://gopforukraine.com/legislator/mike-rogers/
daltronde
https://www.timesofisrael.com/liveblog_ ... istration/
MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI
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Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
Cosa succede martedì?
[/quote]
Scusa il ritardo nella risposta. Martedì è avvenuta l'ovvia vittoria di Trump e ora avoglia che in Italia e in Europa si strilli che tanto non cambierà niente. Comunque andrà il pagliaccio mendicante è nella black list di Donaldone per avergli rifiutato, quattro anni fa, l'arresto del figlio di Biden che trafficava in Ucraina.
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)
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Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
Zelensky aveva negato l’arresto del figlio di Biden che trafficava? Un romanzo avvincente. Ma perché mai un presidente doveva fare indagini su eventuali reati all’estero del figlio dell’avversario, ed un altro presidente avrebbe dovuto fabbricare o fornire prove? Non sarebbe stato una cosa da regime autoritario?
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Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
La globalizzazione è stata dannosa per alcune economie, perché l’eccesso di regolamentazioni in alcuni paesi ha spinto fuori mercato le aziende locali (o le ha spinte a investire altrove)Cowboy ha scritto: ↑10/11/2024, 0:11Avoglia! Ci sono dei tycoon nostrani a cui basta che gli si rivolga in maniera indisponente per "costringerli" a commissionare pompe idrauliche in Cina invece che in Europa. Poi sono gli stessi che sfracassano il cazzo sui danni della globalizzazione...giorgiograndi ha scritto: ↑09/11/2024, 22:00
Il mio era un discorso molto più semplice, perché tu possa guidare l’auto elettrica, c’è un ragazzino in Africa che fa lo schiavo in una cava. Perché tu possa avere l’i phone, c’è una fabbrica in Cina che ha gente assunta in maniera illegale. Perché tu possa avere dei giocattoli a basso costo per tuo figlio, c’è un fiume in India in cui viene scaricato il materiale di scarto e via discorrendo all’infinito. Noi occidentali (specialmente europei) siamo specializzati a predicare bene ma a razzolare male se non malissimo
Adesso, si continua a regolamentare spingendo ancora di più le aziende altrove. On the top of this, la produttività in alcune nazioni (italia & eu) in primis è ridicola. Fare dazi è cosa buona e giusta se si supportano investimenti locali (specialmente semplificando e diminuendo il numero di regole/burocrazia), come si fa in USA, perché attraggono investimenti esteri (quindi prodotti che a causa di dazi e regolamentazioni favorevoli non vengono importati ma prodotti in loco)
Certo che chi invece utilizza l’argomento per fare o tentare di fare offese personali di basso livello, certe cose non le può evidentemente capire
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