e il quesito va riscritto ad uso e consumo delle parti...si sa che viviamo in un paese di analfabeti funzionali
uno più spregevole dell'altra, esseri umanamente miserabili.
Moderatori: Super Zeta, AlexSmith, Pim, Moderatore1
minuto 2.34
Il Terrore verso i nemici veri o solo sospetti della repubblica fu l'altra faccia della guerra rivoluzionaria. Migliaia furono gli arresti a Parigi e una cifra decine di volte maggiore in tutta la Francia, mentre i tribunali rivoluzionari facevano lavorare senza posa la ghigliottina. Nei quattordici mesi seguenti la giornata del 2 giugno caddero i deputati girondini a cominciare da Brissot e molti capi sanculotti e convenzionali repubblicani, coinvolti in processi clamorosi e colpiti dalle accuse più infamanti e più improbabili. Il cordigliere Jacques Roux si uccise prima dell'arresto; il 24 marzo 1794 furono ghigliottinati Hébert e altri estremisti che venivano chiamati "arrabbiati"; il successivo 5 aprile fu la volta dello stesso Danton e dei suoi seguaci. La legge sui sospetti introdotta il 10 giugno 1794, rese poi più facile e più spedito il ricorso alla condanna a morte. Se dal marzo 1793 al maggio 1795 le condanne capitali pronunciate a Parigi furono 1250, nelle sei-sette settimane successive al 10 giugno divennero più di 1300. Nell'intera Francia le condanne capitali furono almeno 17 mila.
Enragés (Arrabbiati)
Durante la Rivoluzione francese, gli Enragés (Arrabbiati) furono un gruppo di rivoluzionari radicali che suscitarono l'interesse e successivamente l'adesione, caso unico per l'epoca, di un movimento femminista autonomo: la Società delle Repubblicane Rivoluzionarie. Essi sostenevano l'uguaglianza civile, politica e sociale, richiedendo la tassazione delle materie prime, la requisizione degli approvvigionamenti di grano e le tasse per i ricchi. Possono essere collocati a sinistra dei Montagnardi, e considerati proto-socialisti. Nella propaganda si trova il riferimento al carattere popolare della sovranità, il suo esercizio diretto da parte del popolo in maniera permanente (democrazia diretta). Questa aspirazione ad una democrazia popolare, corollario nel pensiero degli "enragée", di una critica della rappresentanza nazionale, si basava su una diffidenza viscerale verso i rappresentanti del popolo. Questo deriva naturalmente dal forte desiderio di controllare questi mandatari. Jacques Roux scrisse così: « Popolo! Durante il regno della libertà, dovete avere continuamente gli occhi fissi sui vostri giudici »
Exagérés (Esagerati)
Gli Hébertisti, chiamati gli Exagérés (Esagerati) durante la Rivoluzione francese, furono principalmente dei membri del club dei Cordiglieri, appartenenti in gran parte ai ranghi dei Montagnardi alla "Convention nationale", all'amministrazione della Comune e del Dipartimento di Parigi, e che erano in relazione con Jean-Nicolas Pache o Jacques-René Hébert che, di per sé, non apparteneva ad un vero e proprio partito. Il movimento "esagerato" non può essere ridotto, ovviamente, all'hebertismo che è stato solo un piccolo strumento che Le Père Duchesne (Hébert) e sua moglie erano soli a rappresentare. Hébertisti è un neologismo che nasce dal processo di formazione degli "Esagerati" o ultra-demagoghi, dei quali Hebert era la "stella", la figura più familiare al pubblico a causa della sua rivista le Père Duchesne. Sono stati implicati in affari torbidi che non hanno finito di essere chiariti, riguardanti l'appropriazione indebita di fondi pubblici dal 10 agosto 1792, sui loro legami con la Banda nera e distributori e agenti di cambio di denaro estero; tutti rappresentanti delle banche ed i loro agenti: Laborde de Méréville, Jean-Frédéric Perregaux, i Walckiers ecc., rifiutando di spiegare o presentare i rendiconti. Gli "Esagerati" avevano grandi ambizioni: padroneggiavano completamente i meccanismi della demagogia più sofisticati, si appellavano a « il popolo » al quale era destinata una stampa fatta su misura, quella di Jean-Paul Marat o di Jacques-René Hébert, i quali parteciparono alla luce del sole alle imprese destinate a sconfiggere i Girondini e poi a « epurare » la Convenzione nazionale.
Crimi: "M5S non voterà governo tecnico di Draghi"
(Adnkronos) - "Il MoVimento 5 Stelle, già durante le consultazioni, aveva rappresentato che l'unico governo possibile sarebbe stato un governo politico. Pertanto non voterà per la nascita di un governo tecnico presieduto da Mario Draghi". Lo mette in chiaro su Facebook il capo politico del M5S, Vito Crimi.
2018?Drogato_ di_porno ha scritto: ↑20/02/2021, 23:10Vito "orsacchiotto" Crimi, 2 febbraio 2018 (18 giorni fa).
Crimi: "M5S non voterà governo tecnico di Draghi"
(Adnkronos) - "Il MoVimento 5 Stelle, già durante le consultazioni, aveva rappresentato che l'unico governo possibile sarebbe stato un governo politico. Pertanto non voterà per la nascita di un governo tecnico presieduto da Mario Draghi". Lo mette in chiaro su Facebook il capo politico del M5S, Vito Crimi.
Drogato_ di_porno ha scritto: ↑20/02/2021, 23:10Vito "orsacchiotto" Crimi, 2 febbraio 2018 (18 giorni fa).
Crimi: "M5S non voterà governo tecnico di Draghi"
(Adnkronos) - "Il MoVimento 5 Stelle, già durante le consultazioni, aveva rappresentato che l'unico governo possibile sarebbe stato un governo politico. Pertanto non voterà per la nascita di un governo tecnico presieduto da Mario Draghi". Lo mette in chiaro su Facebook il capo politico del M5S, Vito Crimi.
M5S, Lezzi: "Non me ne vado, ricorso contro espulsione"
"Io voglio restare nel Movimento 5 Stelle, lo amo"
(Adnkronos) - "Io voglio restare nel Movimento 5 Stelle, io amo il Movimento 5 Stelle. Non mi vedo da nessuna altra parte, continuerò a lavorare". Lo dice la senatrice M5S, Barbara Lezzi, a Mezz'ora in Più su Rai3. Lezzi, come gli altri senatori grillini che non hanno votato la fiducia al governo Draghi, sono stati colpiti dal provvedimento di espulsione. "Io non esco, io ricorrerò, Io non voglio creare nessun'altro gruppo". E gli altri? "Cabras e qualcun altro forse voglio creare un altro. Io resisterò in tutti i luoghi e in tutte le sedi perchè io ritengo di essere un esponente dei 5 Stelle e intendo restarci. E voglio correre per il comitato direttivo", ha aggiunto. "Per me il voto su Rousseau è sacro e io non ho mai detto che il quesito fosse tendenzioso ma è la previsione che è stata inserita nel quesito che non si è avverata: non c'è la fusione tra il Mise e l'Ambiente. E poi non c'è la difesa di nessuna delle nostre battaglie: non abbiamo la Giustizia, l'Istruzione, il Lavoro", ha detto facendo riferimento alla consultazione online che ha approvato, con circa il 59%, il sì del Movimento al governo. "Per questo, a norma di Statuto, ho chiesto che si rifacesse la votazione, ho fatto una richiesta formale ma non ho avuto risposta".
Alessandro Di Battista lascia ufficialmente M5s
L'ex deputato si è formalmente disiscritto dal MoVimento
Alessandro Di Battista è ufficialmente fuori dal Movimento 5 Stelle. A quanto risulta l'ex deputato si è formalmente disiscritto dal M5s. Non essendo più nel Movimento Di Battista non risulta più neppure tra gli iscritti che compaiono sulla pagina della piattaforma Rousseau.