Ah, il n. 7…. Numero eccellente per le ambientazioni, forse non tanto per la prosa (che offre delle battute ottime, come ad esempio:
ma non ancora deliziosamente surreali come troveremo in alcuni numeri successivi) quanto per il tentativo di avere una trama coerente dall’inizio alla fine (cosa non sempre riuscito nella serie Supersex, che è invece piena – nelle trame – di salti di logica, contraddizioni, risoluzioni banali. Ma insomma, in fondo siamo qui per vedere delle belle donne sonoramente scopate (le quali, all’occorrenza, si prestino volonterose a ingoiare qualche CC di seme maschile

) in contesti divertenti. Oddio, anche nell’ammirevole tentativo di presentare una sceneggiatura minimamente degna d’essere seguita (di là delle scene di sesso) troviamo in questo numero defaillance risibili (come Pontello che si mette a spargere badilate di concime in giardino mentre è vestito di tutta punta

—nasce il dubbio che quelli della produzione fossero a corto di costumi adeguati per tutte le scene previste dal copione).
Quanto alle situazioni, mi ricordo che all’epoca, quando questo numero uscì in edicola, trovai particolarmente eccitante il concetto delle scene con tutti seduti a tavola, moglie e mariti, e dunque dall’idea che nel corso della puntata Pontello, quelle donne, se le sarebbe scopate tutte
Ma anche così – e per sottolineare gli eccessi cui può portare l’esagerata consumazione di pornografia – rammento che pensavo “Ma come? E perché non anche una scena di sesso con la cameriera?”.
Ragazzi, questo sì che era ingordigia insaziabile… Tuttavia, mi conforta il pensiero che la cameriera/comparsa in questione sarà stata una dei “fluffers” della compagnia di fotografia, incaricata di tenere in tiro il buon Gabriel fuori scena, mentre i tecnici sistemavano le luci o il trucco alle attrici, e che dunque, sebbene ella non abbia preso cazzo in bocca davanti alla macchina fotografica, sicuramente il miracolato (attore) Pontellone si sarà goduto (quanto meno) qualche pompino dalla “cameriera” fuori campo.
Il grande forumista
pontellino, che ci dona la visione ottimamente scannerizzata (e finalmente
completa) di questo gioiello del 1977, ipotizza a proposito delle attrici in questo episodio che “nessuno di loro diventerà una star di riferimento nel campo del porno” ma poi aggiunge la diffida parentetica “correggimi se sbaglio”. Ovvia birichinata da parte sua, questa, per stuzzicarmi ad approfondire quali potessero invece essere state le carriere – oggi dimenticate – delle bellezza qui esposte (e anche loro, se vogliamo, “approfondite” da parte di Pontello

). Vabbene, non mi tiro indietro: parafrasando Alberto Sordi “Pontellino, m’hai provocato, e ora me lancio”. Diciamo che a proposito di due di loro hai pienamente ragione, caro pontellino, mentre sulle altre due, consentimi di dissentire, almeno un po’.
Partiamo, per sfoltire il campo, dall’effettiva “one-shot wonder” (o, al massimo, “three-shot”), la burrosa tettona Katia Heimerton.
Come spiegai alla pagina 77 di questo thread (andate lì per vedere varie immagini), la Heimerton mi era piaciuta dal primo momento che la vidi (soprattutto per via dell’ovvio piacere che prova, e la risultante gioia che dimostra, questa attrice nello scopare davanti alla macchina fotografica). E dunque ho tenuto d’occhio da trent’anni i vari film e riviste nonché (successivamente all’entrata in scena dell’Internet) i forum, per vedere se magari la Heimerton rispuntasse. Ma a tutt’oggi, oltre a questo numero di Supersex, la maggiorata naturale Katia mi risulta sia apparsa (molto brevemente, quasi da “comparsa”) in un solo film,
Suprêmes jouissances, nonché sulle copertine (ma solo la copertina, neanche nell’interno) di un numero della rivista
Pleasure e un numero della rivista
Frivol.
Di lei, dunque, possiamo asserire che le due scene in cui appare nel n. 7 segnano l’apice della sua partecipazione al porno. Questo non esclude ovviamente una sua ipotizzabile ampia carriera scopareccia pubblica nei locali a luci rosse “dal vivo”, a Parigi o ad Amburgo negli anni ’70: un amico che all’epoca di quei locali parigini era un
habitué mi raccontava che diverse attrici apparse solo di sfuggito nelle riviste o nel cinema porno nel 1975-1980 erano invece delle stars conosciutissime dei locali di Pigalle. Chissà…
Delle altre attrici, due invece – Arlette Colonna (aka Siegried Cellier) e Christine Chirex [sic] – meritano altra considerazione: ebbero entrambe carriere porno tutt’altro che esigue.
Partiamo da quella che all’epoca fu sì lanciata per diventare una stella al pari delle varie Lahaie, Jess, Dominique Saint Claire, ecc: la Colonna (la quale, per trovare la sua estesa filmografia, andrebbe cercata sotto il nome d’arte più comune, Seigried Cellier).
Già ammirata sulle pagine di
Supersex nel n. 4, dove non si è dovuta sforzare la fica più di tanto grazie alle dimensioni contenute del cazzutino (mezzo moscio) di Joel Chartier, la Colonna mostrava delle capacità acrobatiche di tutto rispetto mentre i due scopano sul cofano e sul parabrezza di una Chevrolet Corvette anni ’60 (sacrilegio!!!! Vabbé, per la bella Siegried, concediamo … Avessi avuto io una Corvette d’epoca nel mio box e la disponibilità di una bella ragazza ventenne che volesse eseguire una trombata da ginnastica acrobatica, neanche io avrei fatto tante obbiezioni). (Pensiero a latere: quella stessa automobile venne usata anche come sostegno a una scopata della Karine Gambier in un altro di primi numeri di Supersex: ma, al carrozzerie, come spiegavano la causa delle eventuali deformazioni sul cofano?

). Come ho riferito prima, il 1977 era per la Colonna/Cellier un anno d’oro: appariva ovunque in riviste e in tanti film, il più memorabile dei quali era
Les Hôtesses du sexe dove recitava come co-protogonsta. Ma venne lanciata anche come protagonista primaria in film dal budget cospicuo e valori di produzione alti come
Nuites suédoises e
Le monteuses.
Ad ogni modo, è invece vero che la sua carriera, inizialmente lanciato bene, era breve: sembra concludersi nel giro di quei pochi anni: dopo il 1979, EGAFD non elenca alcuna sua apparizione. Augurandoci che la Cellier non abbia riscontrato la tragica fine di diverse stelle del porno (ad esempio morte per overdose come Marianne Aubert o Cathy Stewart), possiamo ipotizzare che si sia sposata con qualche riccone che la fece smettere la carriera hard per questioni di decoro familiare ...
Storia diversa invece, in quanto a longevità di carriera, per la grande sgobbatrice (oltre che scopatrice) Christine Chirex
cognome dalla grafia solo minimante storpiata dell’attrice Marie-Christine Chiriex. Mai “protogonista assoluta” in un film ma la quale vanta comunque una carriera durata quasi due decenni (dalla metà degli anno ’70 ai primi anni ’90 e forse anche oltre), e che doveva avere una figa d’acciaio: EGAFD elenca sua presenza in non meno di una settantina di film. Anche facendo la tara per scene riciclate, sono almeno 50 sono titoli “in originale” per non contare poi le decine e decine di cortometraggi (“loops”) ed le innumerevoli presenze sul riviste di ogni genere. Pur non avendo mai avuto ruoli da protagonista, la Chiriex ha un suo “fan base” davvero appassionato e accanito (come potete notare su diversi altri forum), per cui non è difficile rintracciarne foto. E per quanto alla parabola della sua carriera, gareggia per il titolo di “attrice prezzemolo – che trovi dappertutto” con Odette Burel (sebbene quest’ultima pare sia l’insuperata detentrice del primato da Guinness in tal senso). La Chiriex la vediamo nel numero 7 (indossando una parrucca della serie “non badiamo a spese” dall’Upim

) in una dolce lesbicata con la Leclercq ma è l’unica del quartetto in questa puntata a non prendersi una sborrata da Pontello; tuttavia si rifarà ampiamente non solo in diversi numeri successivi di Supersex (inclusa una bella inculata).
ma anche negli episodi ad “appendice” di Supersex con la Cicciolina
nella rivista Erotik
in diverse riviste e “fotoromanzi”
e in cinema di diversi tipi
sfoggiando capigliature o parrucche sempre cangianti.
Questo è quanto, per le due ragazze dalla carriera porno di tutto rispetto.
Notizie invece su “Martine Leclercq”
sono difficili da rintracciare, anzi, devo dire, finora impossibile. A un certo punto, tempo fa, credevo si fosse trattata dell’attrice conosciuta sotto il nome d’arte di Gwenda Farnel, navigatissima pornattrice dal curriculum cinematografico di tutto rispetto. Tale deduzione era corroborata dall’analoga ipotesi ventilata anche da un forumista sul sito Delta di Venere. Ma oggi, rivedendo bene le scene con la Leclercq, credo che l’identificazione con la Farnel sia sicuramente sbagliata: è vero che hanno lineamenti facciali simili, ma la Farnel mi sembra più alta e, soprattutto, già a quell’epoca (stando ai miei appunti a proposito dell’anno di pubblicazione di una rivista tedesca) la Gwenda si era già fatta fare dei seni finti (da carnevale, purtroppo) prima del 1977. Ecco la Farnel in un servizio fotografico a colori, trombata al fresco proprio dal nostro stallone Gabriel.
Ora, stando agli elenchi del cinema francese, nel 1968 una “Martine Leclerc” (scritto senza la “q” finale) ebbe un ruolo miniscolo nel film erotico-soft
Therese and Isabelle del 1968, mentre nel 1984 una “Martine Leclercq” recitò nella parte di una suora nel film “normale”
Le dialogue des Carmélites. Non ho visto né l’uno nell’altro film e non posso dunque confermare se si tratta della stessa attrice; inoltre, data la fantasia perfino assurda con la quale erano affidati nomi ad alcune delle protagoniste di Supersex (all’attrice Diane Duval vennero assegnate, se non erro, ben quattro diversi nomi in altrettante puntate) può darsi che la ricerca per un’attrice
porno dal nome Martine Leclercq, al di fuori da questa prestazione in
Supersex n. 7, possa rivelarsi una bufala.
OK, mi fermo.
E bravo, pontellino … con la tua provocazione mi hai fatto perdere un’oretta (sebbene di una giornata altrimenti noiosa – ma sempre tempo perso è) davanti al computer!
