Si hai ragione. Nel post includo sia commedia(accia) che thriller solo per indicare le due estremità sviluppate dal nostro cinema nel medesimo decennio, i 70s. È vero che esiste una sciagurata linea di continuità tra le sexycommedie e cinepanettoni, a dimostrazione di come, in qualche modo, questa approssimazione caciarona sia non solo sopravvissuta, ma abbia sedimentato in modo stabile perpetuando una formula molto simile a distanza di anni, decenni. Negli Ottanta vari filoni tricolori sono sopravvissuti in forma involuta e deleteria. Pensate ai film a episodi: format valido e molto intelligente nel nostro cinema del boom è poi proseguito in maniera più disimpegnata nei Settanta per approdare infine a derive insipide e grette quali i vari ‘Rimini Rimini’, ‘Roba da ricchi’ e via dicendo.Salieri D'Amato ha scritto:Alec, non farei il confronto tra i gialli e le commedie scollacciate all'italiana. I secondi, per quanto le sceneggiature siano spesso sgangherate e piene di buchi, hanno una loro dignità, un fascino che va oltre i nudi delle attrici di turno, che rappresentano solo un valore aggiunto.
Il confronto va fatto con i cinepanettoni o quel filone di commedie leggere attuali.
Pure il thriller sexy ha perso un po’ di smalto e qualità - almeno cinematograficamente, arrivando ad essere semplice veicolo promozionale per il personaggio di turno (‘Graffiante desiderio’ lo vedi solo per la Belvedere nuda, non certo per interesse nei confronti di una trama bislacca. ‘Spogliando Valeria’ sta tutto nel titolo: la Di Lazzaro che si spoglia. ‘Spiando Marina’ - daje col gerundio - ha la sua sola attrattiva in Debora Caprioglio).
Prendendo spunto dalla Bouchet ecco, pensiamo alla completezza di un altro film, ‘Milano calibro 9’. C’è una storia serrata che ne fa un buon action movie, unitamente al momento sexy (il celebre balletto di Barbara in un locale se non vado errato), quindi l’eroe che va incontro ad un destino beffardo, secondo i canoni del noir (Gastone Moschin) e ruoli eccessivi, caricaturali nel senso positivo del termine (un grande Mario Adorf). Questa miscela di elementi era perfetta per il nostro cinema degli anni 70, direi che questo ne è un bell’esempio. Oggi può benissimo risultare ingenuo e godibile solo sotto certe ottiche oppure rimanere un film da sbirciare a beneficio d’archivio, questo dipende da una serie di fattori soggettivi e da come l’offerta cinematografica (e televisiva, visto il proliferare di serie tv di alta qualità) risponde alle nostre aspettative, inevitabilmente crescenti.OSCAR VENEZIA ha scritto: Preferisco comunque Barbara Bouchet, e uno in particolare “ Le amiche di mia madre” forse l’unico che si salva di tutta la categoria.