marziano ha scritto: ↑02/03/2021, 11:34
Ronzinante ha scritto: ↑04/07/2020, 11:40
Una cosa bella che mi hai insegnato è godere di vini piccoli nel prezzo ma che alla fine ti danno tanta gioia: il pinot nero vinificato bianco di Piccolo Bacco dei Quaroni, il Custoza e il Bardolino di Cavalchina, il Valpolicella base di Zymé, il Franconia di Bortolusso (un rosso da bere freddo di frigorifero!), la malvasia e il gutturnio di La Tosa.
Io nel mio locale ho fatto una scelta netta, che qualche cliente non condivide, ma pazienza: 60/70 etichette in carta, non di più, prezzo massimo di vendita 30/35 euro, non di più. C'è da sbattersi parecchio a cercare le cantine giuste (che poi è anche divertente...) e si fa fatica a proporle ai clienti, soprattutto quando sono fuori dal cerchio magico degli uvaggi modaioli, però quando il cliente va a casa contento, perchè ha bevuto una buona bottiglia, spendendo magari 20 euro, è una grande soddisfazione.
bravo, sei il ristoratore che apprezzerei.
ste carte tutte uguali non hanno senso.
spesso poi coi vini che trovi anche in certe GDO o comunque etichette banali (il bruciato, il grigio di san felice, etc etc)
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Ci sono carte dei vini di ristoranti che sembrano fotocopiate, perchè ormai il mercato è in mano ai distributori. Sono molto pochi i ristoranti che possono permettersi di comprarsi tutti i vini che hanno in cantina, direttamente dal produttore. Si preferisce in genere rivolgersi a uno o più distributori, i, quali, però, spesso, ti chiedono di gestire direttamente la carta, addirittura facendosi gli ordini da soli quando qualche tipologia scarseggia. E diversi ristoratori, purtroppo, per poco tempo, poca voglia, o scarsa conoscenza della materia, spesso si affidano a questi, con il risultato che le carte si assomigliano sempre più.
Per me costruire la carta, invece, è un piacere, oltre che un servizio che ritengo vada dato al cliente. Purtroppo noi ci siamo dati dei limiti anche quantitativi, oltre che di prezzo, quindi devo sempre muovermi tra lacci e lacciuoli, altrimenti mi divertirei come un pazzo.
Ogni anno gli eventi che ciascun distributore organizza (organizzava, diciamo, in precovid), dove si passa una intera giornata in mezzo a tutti i produttori di quel distributore, assaggiando la qualunque, restano tra i momenti che più mi esaltano del mio lavoro (a parte la settimana che mi serve per riprendermi), quindi, figuriamoci se delego la carta a qualcuno.