nik978 ha scritto:
quoto te ma riprendo anche zio
il concetto di corte e cortigiani espresso da zio non è campato in aria. lui non si rende conto di cosa gli accade intorno e lo vive come una corte medioevale. Peccato che siamo nel 2012 e usi e costumi, per fortuna, sono mutati. Le corti vevano senso all'epoca, ora sono fuori dal mondo e fuori dalla realtà lo è anche lui...quindi non credo si renda conto siano prostitute...
correggo alcuni dettagli che possono essere illuminanti nick.
le corti del settecento erano ambitissime perché lì si giocavano le sorti nobiliari dei vari ducati, e soprattutto perché si tessevano le tele di matrimoni e affari commerciali. ma stare a corte costava parecchio. un nobile per stare a corte spesso dilapidava il suo benessere se non era bravo a costruirsi un futuro di rapporti e affari. la più famosa corte è stata quella del Re Sole in Francia. al suo funerale il vescovo iniziò la predica dicendo le parole: "Solo Dio è", riferendosi che anche un re sole alla fine è cenere.
le corti contemporanee sono molto diverse. e non è vero che non ce ne sono e che oggi sono fuori dal mondo. anzi.
io ne vedo molte. vi sono ad esempio corti culturali. se fai parte di quelle corti puoi contare di emergere come intellettuale d'avanguardia a condizione di non toccare temi tabù precisamente individuati e invece di toccarne altri altrettanto precisamente individuati.
ma anche corti economiche. si anche in italia. non c'è mica solo Berlusconi.
pensa un ligresti, un debenedetti, la famiglia agnelli, la famiglia moratti, i caltagirone. pensi che attorno abbiano solo persone fidate, amici e tecnici meritori?
la differenza è indubbiamente la presenza in politica e mi sia consentito dire una certa sua (il silvio) meridionalizzazione come connotazione culturale (intendendo con tal termine l'aspetto nazionalpopolare televisivo da avanspettacolo e da dramma popolare).
p.s.
x l'aspetto politico, gli altri hanno referenti.
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw