Ossia, a quelle donne che, dietro le scene, avevano il compito di mettere (o mantenere) “in tiro” i protagonisti maschili, preparandoli per le scene. Compito sovente demandato a donne dell’équipe (assistenti del fotografo, truccatrici, parrucchiere) per evitare tale fatica alle protagoniste, per non rovinare trucco e pettinatura di chi poi faceva la scena (oppure, in alcuni casi, perché le protagoniste si ritenevano “primedonne” che non si prestavano a far sesso al dì la dell’esigenza di fotografia. Ben note, tra tali “donne di ghiaccio”, erano tipi come Annette Haven o Nicole Segaud le quali, appena prima o appena finita la scena, non si lasciavano nemmeno sfiorare dagli attori maschili).
Nei primi anni dell’“epoca d’oro” del porno (più o meno 1975-85) giravano storie particolarmente stuzzicanti a proposito di alcune di queste “fluffers”: a volte erano delle amiche accompagnatrici delle stesse protagoniste, o sorelle (meno belline) o addirittura mamme o zie, che si prestavano a ciucciare il cazzo all’attore di turno per prepararlo. L’etimologia della parola, per chi non lo sapesse già, è prettamente americana, e deriva dal concetto dell’atto di “fluffing up a pillow” ossia battere delicatamente un cuscino per farlo riprendere la forma “gonfia”. Dunque, “colei che esegue il fluffing” = “fluffer”.
A volte, le stesse “fluffers” passavano davanti alla macchina da presa, vuoi come comparse, ma vuoi anche in scene d sesso, come ad esempio facendo parte di un esteso gruppo in una scena da orgia. Ci sono stati anche casi di “fluffers” che si sono prestate a fare, nei primi piani dei genitali (dove la faccia non si vede), quello che una protagonista rifiutava di fare (ad esempio, qualche scena “anal” o una doppia penetrazione, dove nel “primo piano” dell’inserzione c’era invece una fluffer). In questo ruolo, ricordano lo “stunt cock”, ossia il membro maschile (in tutti i sensi

E a volte le “fluffers” apparivano anche in una scena di sesso “one on one” una tantum, per poi scomparire e non riapparire (fotografata) da nessun’altra parte: ritengo sia questo il caso con un cospicuo numero delle “sconosciute” identificate solo con una sigla tipo “XNK000” nel data base EGAFD, che appaino in un loop o filmato per poi svanire nel nulla. Specie se si tratta di scene CFNM, ossia restando vestite e limitandosi a fare un pompino o tirare una pippa. Prevedibile le ragioni – per il regista, la necessità di avere una breve apparizione di (magari) una MILF o di una “passante” ecc. (pensa a esempio all’anziana che, alla fine della scena del ristorante nel film Barbara Broadcast, viene costretta a succhiare il cazzo al capo cameriere); mentre per la “fluffer”, c’era l’opportunità di guadagnare qualche lira in più per una fuggevole prestazione davanti alla cinepresa.
Cito tutto ciò perché, ritengo, abbiamo visto un classico esempio di una fluffer che faceva la “stand in” di sesso in una scena “unicum” di un numero postato qualche settimana fa, il n. 19. Parlo dell’anonima MILF che resta vestita e tira un pompino a Pontello:

(scena tra l’altro con dialoghi, e soprattutto in una situazione, al limite dell’assurdo: lui la sottopone al fluido erotico, ma lei, restando vestita, si limita a fargli un pompino senza ricavare alcun piacere proprio, e alla fine lui le dice che potrà vantarsi d’aver fatto un pompino a un extra terrestre. La scena rammenta quella vecchia battuta sulla segretaria di un uomo vanitoso ed egoista, la quale dice al capo “Lei è un uomo talmente affascinante, che vorrei tanto farle un pompino” e lui risponde “Va bene per lei; ma io cosa ne ricavo?”

Se non erro, credo sia la stessa donna che ricompare (sempre anonima, senza “credit”) nel ruolo dell’assistente del Barone (capo di Pontello), nel n. 27:

Chiunque sai, nella sua brevissima apparizione sessuale nel fotoromanzo, ci dona un scena mignon “extra” che è divertente assai.
Evvia dunque le “fluffers”!