Con la sempre divertente, immancabilmente stupenda Barbara Moose, qui in fase “parrucca da carnevale”, che portava (anche in qualche film) tra il “look” dei capelli lunghi nella sua prima apparizione nel Supersex n. 9

e il successivo taglio corto del n. 42

Donna dal seno perfetto e dalle gambe gloriose, nonché con quel divertito sorriso da attrice che prova gioia a fare porno – come ho scritto altrove, a volte si ha l’impressione con Barbara Moose, così come con Cathy Greiner giovane, e con Marianne Aubert – al pari ad esempio, tra le pornostar anni ’90 o primi 2000, di Erika Lindauer, Julia Tchernei, oppure Nikki Reed – di trovarsi davanti a performers “naturali” che non si sprecano in alcuna finzione di voler fare le “attrici” ma che invece si lasciano, spesso, scappare un sorriso divertito del tutto inibito e naturale, dando l’idea che volentieri scoperebbero davanti alla fotocamera gratis per il puro loro divertimento (impressione di autentico divertimento, al di là del copione, che invece non si vede, ad esempio, con le fisicamente splendide ma mentalmente distaccate Brigitte Lahaie o l’americana Annette Haven).
E poi la Catherine Gentil, altra francese (al pari della Lahaie, la Moose, la Baker, ecc.) dal grande seno pressoché perfetto naturale (vade retro, silicone!!!) la quale, dopo diversi numeri in cui faceva l’assistente tenuta “a bocca secca”, in questa puntata riesce finalmente a farsi scopare da Pontello, ringraziandolo sentitamente (con immancabile prosa surreale e divertente, nel loro scambio di battute), ricevendo in dono una densa sborrata in faccia. Peccato che nella scena finale all’aperto Pontello non riesca a produrre una bella cumshot conclusiva ma, a giudicare dal vento e dal freddo evidenti nelle pagina 157 e 159, sarà stato per l’attore un cimento non da poco, solo tenersi il cazzo “in tiro” in quella scena: avrà avuto i testicoli gelati (ah, cosa non si fa in nome dell’arte! Il porno, ragazzi, richiede anche qualche sacrificio…

Invece sulla “Julia Perrin” nutro qualche dubbio. Temo sia una (ennesima) citazione errata in Supersex (rivista che non badava tanto all’esattezza, tra grafie storpiate, attribuzioni sballate, attrici cui si davano nomi diversi in puntate diverse, oppure nomi di pura fantasia) e che si tratti invece di Caroline Grace, che assomiglia alquanto alla Perrin ma con lineamenti facciali (e corporatura) più pesanti. Ecco a confronto la Perrin e la Grace: giudicate voi:


Tra l’altro, come scrisse il forumista “beutelwolf” sul forum VEF, “The confusion between Grace & Perrin goes back a long way - there's even a contemporary German porn magazine that got it wrong.”
(Nota sociologica a latere – diversamente dalle puntate discusse tempo fa, dove vedevamo automobili da “macro-macho” tipo una mitica Pontiac TransAm – la sola manutenzione della quale, in Europa negli anni ’70, sarà costata un patrimonio – qui vediamo invece delle sfigatissime Peugeot (credo) e Ford nonché una misera Alfa da quegli anni degli sciagurati modelli “popolari”. Un riflesso, questo, anche nelle pagine di Supersex, della crisi economica Europea di quegli anni nella scia dei ricatti petroliferi dell’OPEC? Lascio la parola agli studiosi…)
Ma bando a tante ciance: per rendere meno dolorosa l’attesa del post “intero” di venerdì prossimo, e a mo’ di piccola restituzione, in segno di profondo riconoscimento a tutti gli forumisti “uploaders” che tante inedite pagine ci regalano, eccovi una scena nuova per questo forum: dal n. 37, la scopata con sborrata in bocca di una delle mie fav assolute, Obaya Roberts (protagonista del bel film Julie la douce), nel ruolo qui di una casalinga milanese con marito guardone (nella sceneggiatura, Pontello si reca nella città meneghina per qualche motivo che al momento non ricordo). Dico contributo “piccolo” perché gli scans non sono farina del mio sacco: li ho captati diversi anni fa da un altro sito (dove però sono ormai da tempo scomparsi) dove furono postate, se non rammento male, proprio dal grande Pan (Pan: conferma?), il quale già prima in questo thread ha contribuito la scena, sempre dal n. 37, con la Karin Gambier. E dunque: All thanks to Pan, the original poster. Tuttavia, come contenuto (come vedrete), è invece un contributo grande assai (spero concordiate), sia per la bellezza della ragazza (dalla forma atletica eccellente), sia per la prosa divertente (e alla quale, dopotutto, questo thread è principalmente dedicata). E anche in questo caso la Roberts, sembra, si diverte personalmente (al di là, cioè, di quanto le chiede di recitare il copione), come dicevamo sopra, a scopare davanti all’obbiettivo:

Buona visione...

















