Prostituzione, Masturbazione ed Erezione IL RITORNO DEL FLOP

Scatta il fluido erotico...

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Lolita
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#166 Messaggio da Lolita »

monello72_it ha scritto:/quote]

Ciao Papero.. io vengo dal sud.. anche se da anni vivo nella capitale, dalle mie parti si dice " 'O cazzo nu 'vvole penzieri "...non ti si rizza perchè forse pensi troppo ossessionatamente alla fica.. questo forum esiste anche per divertirsi scambiandosi quattro chiacchiere, cercando di far incazzare qualche forumista..far perdere la pazienza ai moderatori... insomma, lascia che il sesso venga da te...non andare a cercartelo..e pagarlo. L'immaginazione non potrà  mai essere eguagliata dalla realtà  ...è normale che te vedi la figona sul sito di escort e il tuo cervello comincia a creare, tono di voce, odore movimenti sguardi.. poi quando vai lì..bussi alla porta e ti apre sta tizia completamente diversa dal prototipo che intanto si era formato nella tua testa..ed ecco che lillo che era felice della "tua" immagine ci rimane male e ti fa fare brutta figura...
Da amico, non progettare le tue chiavate.. meglio andare in un locale e abbordare una mai vista prima e, se poi và , vedrai che mazza dura che ti viene...e poi dirai di nuovo "ma quanto è bello trombare!!".

un abbraccio
Riquoto! :kiss:
"Nulla è di per sè bene o male.Solo il pensiero lo rende tale."

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Lolita
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#167 Messaggio da Lolita »

Secondo me, a furia di vedere film porno, alcuni uomini si fanno un'idea assolutamente irreale del sesso.Si aspettano perfomances assolutamente improbabili da donne assolutamente normali e per di più, con il tempo, perdono pure la voglia di fare sesso. Tempo fa ne parlavo con una mia amica psicologa che da un pó di tempo insegna educazione sessuale alle scuole superiori e mi confermava, appunto, questo problema. Problema che ha riscontrato pure in coppie sposate da anni. Uomini che non riescono più ad eccitarsi se non stimolati con immagini o che si eccitano solo andandando a prostitute. Cosa ne pensate? :kiss:
"Nulla è di per sè bene o male.Solo il pensiero lo rende tale."

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SuSEr
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#168 Messaggio da SuSEr »

Lolita ha scritto:
Lino Banfi ha scritto: c) trovati una benedetta ragazza, una che ti piace veramente e con cui scoperesti :wink:

Quoto! :kiss:
Papero non dare retta a questi pazzi! Se ti deprimi adesso figurati con una "benedetta ragazza". (il che risponde anche al quesito di Lolita sulle coppie di vecchia data con lui che riesce ad eccitarsi solo guardando porno e andando a puttane).

Quando al sesso: è vero, a volte è sopravvalutato peró è sempre meglio di un pugno in faccia o della Fiorentina in serie B ;)

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coppiagiocosa
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#169 Messaggio da coppiagiocosa »

hai ragione lolita.
il sesso ormai ha investito la quitidianità  delle persone. da internet, alle veline, ai calendari, a molte pubblictà , tutto cioè che riguarda il sesso è estremizzato.
si dovrebbe parlare/guardare di meno e scopare di più

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Drogato_ di_porno
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#170 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Senza voler fare lo psicologo del cazzo ( :-D ), da quel che ho letto in tutti questi anni il sesso è l' ultimo dei problemi del papero.

Non lo dico per denigrarlo, il paperotto è uno dei miei utenti preferiti. Ha un candore, un elementare energia, una forza istintiva nelle sue passioni, sembra un manichino di un mondo perduto.

Quanto alla domanda di Lolita la rimandiamo direttamente al sito del Punzi :DDD :

www.noallapornodipendenza.it (http://it.groups.yahoo.com/group/noallapornodipendenza)
non so niente, non mi importa niente, non mi occupo di niente, non credo niente e non voglio niente

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monteur
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Re: Prostituzione, Masturbazione ed Erezione LA VENDETTA

#171 Messaggio da monteur »

Paperinik ha scritto: "ecco perche! non farti tutte ste seghe, sono troppe, lo vizi troppo! al massimo fattene una la settimana, e se proprio ti vien voglia, trattieniti, pensa ad altro! sei venuto da me, io posso darti qualche consiglio, ma pensa che figura che avresti fatto con la fidanzata!"

riprendo questo vecchio post del papero per sottolineare come anche io tendo spesso a farmi seghe (una al giorno peró, non 2 o 3 ) e poi al momento di andare con le signorine prostitute stare mezz'ora a scopare anche di brutto ma senza venire.... tant'è che molte volte potevamo andare avanti tutta la notte........ (sì ma cazzo come sarebbe costato... )

riguardo alla debacle del cazzo moscio, mi è capitato solo una volta in svizzera. cmq il giorno prima mi ero segato.

il bello è che alcuni miei amici prima di portarmi a troie le prime volte (e poi spesso ci andavano anche loro, non con la stessa mia ma altre, pur essendo fidanzati, cosa che nn approvo per nulla) mi avevano raccomandato di farmi una sega subito prima per non venire subito :DDD :DDD :DDD :DDD :DDD


alla faccia .....

dopo un annetto il commento su di me si è così trasformato:

"ha una resistenza incredibile :DDD non gode lui e fa godere le puttane"

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Romeo
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#172 Messaggio da Romeo »

Paperinik ha scritto:Sapete icche?
A me trombare fà  proprio schifo. Non è tutto sto granche che sembra...pseudo-maiale che fingono, uccelli che non si alzano, quattrini che volano e post-sbobbata ti senti vuoto, una merda..almeno io.
A presindere cmq dal pago o meno, che tristezza trombare...e lo chiamano divertirsi. Anzi, oltre che tristezza trombare, che tristezza la gnocca in sè. Ma che cazzo ho combinato di buono io fino ad adesso...il niente più assoluto...mavaffanculovà , che stó a fare quì..anzi, perche mi sono riloggato...
Mi sono sempre chiesto perchè il papero vista la sua idiosincrasia per il sesso scriva su un forum di porno. Gliel'ha consigliato il dottore ?

Papero, per le persone come te la soluzione esiste: farsi prete. Pensa che ti sistemi e hai lo stipendio assicurato.
Oppure non è che sei un gay represso? Che ti ecciti solo se spompini un cazzo o se sei inculato, mentre la figa nun te dice nulla?

Cerca di trovare una soluzijone perchè di solito le persone che non riescono a sfogarsi nel sesso si sfogano in altri modi, poco piacevoli per gli altri...
Il Bullo: "stasera posso guardarmi allo specchio perchè oggi ho tormentato qualcuno".
E' veramente penoso :)

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Barabino
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#173 Messaggio da Barabino »

Romeo, non devi prendere le prendere alla lettera le parole del Canga... non e' che che scopare gli faccia schifo, ma comincia a stufarsi di questa sete inestinguibile... voglio fare il secchione e citare il poema latino di Lucrezio, nella traduzione di Balilla Pinchetti (1953)

Si agita ‹in› noi questo seme, di cui ho parlato prima,
appena l'adolescenza rafforza le membra.
Giacchè diverse cause eccitano e provocano diversi oggetti:
dall'uomo, solo l'attrattiva dell'uomo fa scaturire il seme umano.
E appena questo, emesso dalle sue sedi, esce,
attraverso le membra e le giunture si ritira da tutto il corpo,
raccogliendosi in determinate regioni nervose,
e immediatamente eccita proprio gli organi genitali.
Le parti stimolate inturgidiscono di seme e nasce la voglia
di emetterlo là  verso dove è protesa la furente brama,
e il corpo cerca quello da cui la mente è ferita d'amore.
Giacchè tutti solitamente cadono sulla ferita, e il sangue
spiccia in quella direzione da cui è giunto il colpo
e, se il nemico è vicino, il rosso liquido lo copre.
Così, dunque, chi riceve i colpi dai dardi di Venere,
lo trafigga un fanciullo di membra femminee
o una donna che da tutto il corpo irraggi amore,
tende verso là  donde è ferito, e anela a congiungersi,
e in quel corpo spandere l'umore tratto dal corpo.
Chè il muto desiderio presagisce il piacere.
Questa è Venere per noi; e di qui viene il nome di amore,
di qui quella goccia della dolcezza di Venere stilló
prima nel cuore, e le susseguì il gelido affanno.
Infatti, se è assente l'oggetto del tuo amore, son tuttavia presenti
le sue immagini, e il dolce nome non abbandona le tue orecchie.
Ma conviene fuggire quelle immagini e respingere via da sè
ció che alimenta l'amore e volgere la mente ad altro oggetto
e spandere in altri corpi, quali che siano, l'umore raccolto,
e non trattenerlo essendo rivolto una volta per sempre all'amore
d'una persona sola, e così riservare a sè stesso affanno e sicuro dolore.
Ultima modifica di Barabino il 28/10/2006, 9:53, modificato 1 volta in totale.

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#174 Messaggio da Barabino »

Giacchè la piaga s'inacerbisce e incancrenisce, a nutrirla,
e di giorno in giorno la follia aumenta e la sofferenza s'aggrava,
se non scacci con nuove piaghe le prime ferite, e non le curi
vagando con Venere vagabonda mentre sono ancora fresche,
o trovi modo di rivolgere altrove i moti dell'animo.
Nè dei frutti di Venere è privo colui che evita l'amore,
ma piuttosto coglie le gioie che sono senza pena.
Giacchè certo agli assennati ne viene un piacere più puro
che ai malati d'amore. Infatti nel momento stesso del possedere
fluttua ed erra incerto l'ardore degli amanti, nè sanno
che cosa debbano prima godere con gli occhi e le mani.
Quel che hanno desiderato, lo premono strettamente, e fanno
male al corpo, e spesso infiggono i denti nelle labbra,
e urtano bocca con bocca nei baci, perchè non è puro il piacere
e assilli occulti li stimolano a ferire l'oggetto stesso,
quale che sia, da cui sorgono quei germi di furore.
Ma lievemente attenua le pene Venere nell'atto di amore
e il carezzevole piacere, commisto, raffrena i morsi.
Giacchè in ció è la speranza: che dallo stesso corpo
da cui è nato l'ardore, possa anche essere estinta la fiamma.
1) l'ignoranza crea, la cultura rimastica.
2) dopo cena non è mai stupro.
3) "Cosa farebbe Kennedy? Lo sai che se la farebbe!"
4) le donne vogliono essere irrigate, non ignorate

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#175 Messaggio da Barabino »

Ma la natura oppone che ció avviene tutto al contrario;
e questa è l'unica cosa per cui, quanto più ne possediamo,
tanto più il petto riarde d'una crudele brama.
Difatti cibo e bevanda sono assorbiti dentro le membra;
e poichè possono occupare determinate parti,
perció la sete e la fame si saziano facilmente.
Ma di una faccia umana e di un bel colorito nulla, di cui
si possa godere, penetra nel corpo, tranne tenui simulacri,
che spesso trascinano la mente con una misera speranza.
Come quando in sogno un assetato cerca di bere e non gli è data
bevanda che nelle membra possa estinguere l'arsura,
ma a simulacri di acque aspira e invano si travaglia
e in mezzo a un fiume impetuoso bevendo patisce la sete,
così in amore Venere con simulacri illude gli amanti,
nè possono saziare i propri corpi contemplando corpi pur vicini,
nè sono in grado di strappar via qualcosa dalle tenere membra
con le mani errando incerti su per tutto il corpo.
E quando, alfine, congiunte le membra, si godono il fiore
di giovinezza, quando il corpo già  presagisce il piacere,
e Venere è sul punto di effondere il seme nel femmineo campo,
s'avvinghiano avidamente al corpo e mischiano le salive
bocca a bocca, e ansano, premendo coi denti le labbra;
ma invano; perchè non possono strapparne nulla,
nè penetrare e perdersi nell'altro corpo con tutto il corpo;
infatti sembra talora che vogliano farlo e che per questo lottino:
tanto ardentemente si tengono avvinti nelle strette di Venere,
finchè le membra si sciolgono, sfinite dalla forza del piacere.
Infine, quando il desiderio costretto nei nervi ha trovato sfogo,
segue una piccola pausa dell'ardore violento, per poco.
Quindi torna la stessa rabbia, e di nuovo li invade quel furore,
quando essi stessi non sanno ció che bramano ottenere,
nè sono in grado di trovare che mezzo possa vincere quel male:
in tanta incertezza si consumano per una piaga nascosta.

Aggiungi che sciupano le forze e si struggono nel travaglio;
aggiungi che si trascorre la vita al cenno di un'altra persona.
Son trascurati i doveri, e ne soffre il buon nome e vacilla.
Frattanto il patrimonio si dilegua, e si converte in profumi
babilonesi, e bei sandali di Sicione ai piedi ridono,
s'intende, e grandi smeraldi con la verde luce
sono incastonati nell'oro, e la veste color di mare è consunta
assiduamente, e maltrattata beve il sudore di Venere;
e i beni ben guadagnati dai padri diventano bende, diademi,
talora si cangiano in un mantello femminile e in tessuti di Alinda e di Ceo.
S'apparecchiano conviti con splendide tovaglie e vivande,
giochi, coppe senza risparmio, unguenti, corone, serti,
ma invano, perchè di mezzo alla fonte delle delizie
sorge qualcosa di amaro che pur tra i fiori angoscia,
o quando per caso l'animo conscio s'angustia per il rimorso
d'una vita trascorsa nell'inerzia e perduta nelle orge,
o perchè lei ha lanciato, lasciandone in dubbio il senso, una parola,
che confitta nel cuore appassionato divampa come fuoco,
o perchè gli sembra che troppo lei occhieggi o che il suo sguardo
sia attratto da un altro, e nel suo volto vede le tracce d'un sorriso.
Ultima modifica di Barabino il 28/10/2006, 9:54, modificato 1 volta in totale.

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#176 Messaggio da Barabino »

E questi mali si trovano in un amore che dura ed è felice
al più alto grado; ma, se è infelice e senza speranza, ci sono
mali che puoi cogliere anche ad occhi chiusi,
innumerevoli; sì che è meglio stare prima all'erta,
come ho insegnato, e guardarsi dall'essere adescati.
Difatti evitare di cadere nei lacci d'amore
non è così difficile come districarsi, una volta presi
in mezzo alle reti, e forzare i possenti nodi di Venere.
E tuttavia, anche avviluppato e inceppato, potresti sfuggire
all'insidia, se proprio tu non opponessi ostacoli a te stesso,
e non ti celassi in primo luogo tutti i difetti dell'animo
o quelli del corpo di colei che prediligi e desideri.
Questo infatti fanno per lo più gli uomini ciechi di passione,
e attribuiscono alle amate pregi ch'esse non posseggono davvero.
Così vediamo che donne in molti modi deformi e laide
sono adorate e godono del più alto onore.
E poi s'irridono a vicenda, e l'uno invita l'altro a placare
Venere, perchè lo affligge un brutto amore, e spesso
non scorge, l'infelice, i propri mali, che sono i più grandi.
La nera "ha il colore del miele", la sudicia e fetida è "disadorna",
se ha occhi verdastri è "l'immagine di Pallade", se è nervosa e secca è "una gazzella",
la piccoletta, la nanerottola, è "una delle Grazie", è "tutta puro sale",
la corpulenta e smisurata è "un prodigio" ed è "piena di maestà ".
La balbuziente, che non puó parlare, "cinguetta", la muta è "pudica";
e l'irruente, odiosa, linguacciuta è "tutta fuoco".
Diventa "un sottile amorino", quando non puó vivere
per la consunzione; se poi è già  morta di tosse, è "delicata".
E la turgida e popputa è "Cerere stessa dopo aver partorito Bacco",
la camusa è "una Silena" e "una Satira", la labbrona è "un bacio".
Troppo mi dilungherei, se tentassi di dire tutte le altre cose
di questa specie. Ma tuttavia sia pure bella in volto quanto vuoi,
sia tale che da tutte le sue membra promani il potere di Venere:
certo ce ne sono anche altre; certo senza di lei siamo vissuti per l'addietro,
certo ella fa in tutto, e noi sappiamo che le fa, le stesse cose
che fa la brutta, e da sè stessa, misera, s'appesta di odori nauseanti:
fuggono allora le ancelle lontano da lei e furtivamente sghignazzano.
Ma l'amante escluso, piangendo, spesso copre di fiori
e ghirlande la soglia, e profuma di maggiorana
la porta superba, e addolorato imprime baci sui battenti;
ma se, alfine ricevuto, lo investisse nell'entrare una sola
di quelle esalazioni, cercherebbe speciosi pretesti per andar via,
e cadrebbe il lamento, a lungo meditato, ripreso da lontano,
e in quel punto egli si taccerebbe di stoltezza, perchè vedrebbe
d'avere attribuito a lei più di quanto conviene concedere a una mortale.
Nè questo sfugge alle nostre Veneri; perció tanto più esse celano
con la massima cura tutti i retroscena della vita a costoro
che vogliono tenere saldamente avvinti nei vincoli d'amore,
ma invano, perchè tu con la mente hai pur sempre il potere di trarli
tutti alla luce e di scrutare tutto ció che puó essere oggetto di riso,
e, se lei è di animo amabile e non è odiosa, a tua volta
puoi lasciar correre ‹e› perdonare all'umana limitatezza.
1) l'ignoranza crea, la cultura rimastica.
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#177 Messaggio da Barabino »

Nè sempre di finto amore sospira la donna, quando,
abbracciando il corpo dell'amante, col proprio corpo lo congiunge,
e lo tiene avvinto, dando umidi baci sulle labbra che sugge.
Difatti spesso lo fa di cuore e, cercando condivisi
piaceri, lo stimola a raggiungere la meta dell'amore.
Non potrebbero altrimenti gli uccelli, gli armenti
e le fiere e le greggi e le cavalle sottomettersi ai maschi,
se la stessa natura loro non entrasse in calore, non ardesse traboccando
e non rispondesse con gioia alla Venere di quelli che dan loro l'assalto.
Non vedi anche come quelli che vicendevole piacere
ha avvinti, spesso nei legami comuni si travagliano?
Quanto spesso nei trivi i cani, anelando a distaccarsi,
bramosamente tirano con tutte le forze in direzioni opposte,
mentre restano tuttavia stretti nei possenti lacci di Venere!
Questo non lo farebbero mai, se non conoscessero mutui piaceri,
capaci di farli cadere nella rete e tenerli avvinti.
Dunque, ancora e ancora, come dico, il piacere è condiviso.
E quando, nel frammischiarsi dei semi, per avventura
la femmina con sùbita forza ha vinto e travolto la forza del maschio,
allora i figli nascono simili alle madri per effetto del seme materno,
come ai padri per il seme paterno. Ma quelli che vedi
partecipi d'ambedue gli aspetti, mescolare, l'uno accosto all'altro,
i volti dei genitori, crescono dal corpo paterno e dal sangue materno,
quando il concorde, mutuo ardore ha spinto a incontrarsi
i semi eccitati per le membra dagli stimoli di Venere,
e nessuno dei due ha vinto, nè è stato vinto.
Avviene anche talora che possano nascere figli simili agli avi,
e spesso riproducano gli aspetti dei bisavoli,
perchè spesso i genitori celano nel proprio corpo
molti principi mescolati in molti modi, che, provenienti
dal ceppo originario, son trasmessi da padri ad altri padri:
così Venere con varia sorte forma gli aspetti
e riproduce i volti e le voci e i capelli degli antenati;
giacchè questi sono creati in noi ‹da› semi determinati,
non meno che le facce e i corpi e le membra.
E figlie femmine sorgono dal seme paterno
e maschi nascono plasmati dal corpo materno.
Sempre infatti il parto è prodotto da duplice seme,
e quello dei due cui più rassomiglia chi vien procreato,
è lui che ha dato la parte più grande; come puoi scorgere,
si tratti di maschio rampollo o di prole femminile.
Nè divine potenze rifiutano ad alcuno il seme generativo,
perchè non venga mai chiamato padre dai dolci nati
e in sterili amori trascorra l'esistenza;
come credono sovente gli uomini, e mesti cospargono
di molto sangue le are e bruciano offerte sugli altari,
perchè possano far gravide le mogli con seme abbondante.
Invano affaticano la potenza degli dèi e gli oracoli.
Giacchè sterili sono, parte a causa di seme troppo denso,
altri, per contro, perchè il seme è liquido e sottile più del giusto.
Il sottile, poichè non puó fissare la sua aderenza alle parti,
sùbito scorre via e torna indietro senza fecondare.
Il seme troppo denso, inoltre, poichè per quegli altri nell'emissione
è più tenace del giusto, o non vola via con lancio abbastanza lungo,
o non puó penetrare egualmente nelle parti, o, sebbene sia
penetrato, si mescola a stento col seme femminile.
Si vede infatti che molto differiscono le armonie di Venere.
E alcuni più fan pregne alcune donne, e da altri
meglio altre accolgono il peso e diventano gravide.
E molte furono per l'addietro sterili in più matrimoni
e tuttavia alfine trovarono l'uomo dal quale poterono
generare fanciullini e arricchirsi di dolce parto.
E spesso anche per uomini, cui prima nella casa le mogli,
benchè feconde, non avevano potuto partorire, fu trovata
la natura confacente, sì che poterono munire di figli la vecchiaia.
A tal punto importa che i semi possano
mischiarsi coi semi in un modo atto alla generazione,
e che i densi s'uniscano coi liquidi e i liquidi coi densi.
E in ció ha importanza con quale vitto la vita si sostenti;
e infatti per alcuni cibi s'ingrossano i semi nelle membra
e per altri, al contrario, si assottigliano e si struggono.
E in quali modi si goda lo stesso carezzevole piacere,
è anche cosa di grande importanza; difatti si crede per lo più
che nella positura delle fiere e alla maniera dei quadrupedi le mogli
concepiscano meglio, perchè così i semi possono raggiungere
le proprie sedi, quando il petto è chinato e son sollevati i fianchi.
Nè le mogli han punto bisogno di movimenti voluttuosi.
Giacchè la donna s'impedisce di concepire e contrasta,
se godendo risponde essa stessa con le anche alla Venere dell'uomo
e con tutto il petto che s'agita flessuoso provoca il fiotto:
infatti scosta il solco dal retto percorso del vomere
e svia dalle sue sedi il getto del seme.
E così son solite agitarsi le meretrici per propria utilità ,
per non essere fatte pregne sovente e giacer gravide,
e insieme perchè l'atto stesso di Venere sia agli uomini più grato;
ma di ció è evidente che le nostre spose non hanno bisogno.
E non avviene per volere divino talora o per le saette di Venere
che una donnetta di aspetto meno leggiadro sia amata.
Giacchè la donna stessa talvolta, col suo fare
e coi modi compiacenti e col corpo finemente curato,
riesce ad avvezzar‹ti› facilmente a trascorrere la vita con lei.
Del resto, la consuetudine fa nascere l'amore;
giacchè ció che è percosso da colpi continui, benchè lievi,
tuttavia in lungo tratto di tempo è vinto e cede.
Non vedi come anche le gocce d'acqua che cadono sopra
le rocce, in lungo tratto di tempo bucano le rocce?
1) l'ignoranza crea, la cultura rimastica.
2) dopo cena non è mai stupro.
3) "Cosa farebbe Kennedy? Lo sai che se la farebbe!"
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#178 Messaggio da Romeo »

Barabino ha scritto:Romeo, non devi prendere le prendere alla lettera le parole del Canga... non e' che che scopare gli faccia schifo, ma comincia a stufarsi di questa sete inestinguibile... voglio fare il secchione e citare il poema latino di Lucrezio, nella traduzione di Balilla Pinchetti (1953)

Si agita ‹in› noi questo seme, di cui ho parlato prima,
appena l'adolescenza rafforza le membra.
Giacchè diverse cause eccitano e provocano diversi oggetti:
dall'uomo, solo l'attrattiva dell'uomo fa scaturire il seme umano.
E appena questo, emesso dalle sue sedi, esce,
attraverso le membra e le giunture si ritira da tutto il corpo,
raccogliendosi in determinate regioni nervose,
e immediatamente eccita proprio gli organi genitali.
Le parti stimolate inturgidiscono di seme e nasce la voglia
di emetterlo là  verso dove è protesa la furente brama,
e il corpo cerca quello da cui la mente è ferita d'amore.
Giacchè tutti solitamente cadono sulla ferita, e il sangue
spiccia in quella direzione da cui è giunto il colpo
e, se il nemico è vicino, il rosso liquido lo copre.
Così, dunque, chi riceve i colpi dai dardi di Venere,
lo trafigga un fanciullo di membra femminee
o una donna che da tutto il corpo irraggi amore,
tende verso là  donde è ferito, e anela a congiungersi,
e in quel corpo spandere l'umore tratto dal corpo.
Chè il muto desiderio presagisce il piacere.
Questa è Venere per noi; e di qui viene il nome di amore,
di qui quella goccia della dolcezza di Venere stilló
prima nel cuore, e le susseguì il gelido affanno.
Infatti, se è assente l'oggetto del tuo amore, son tuttavia presenti
le sue immagini, e il dolce nome non abbandona le tue orecchie.
Ma conviene fuggire quelle immagini e respingere via da sè
ció che alimenta l'amore e volgere la mente ad altro oggetto
e spandere in altri corpi, quali che siano, l'umore raccolto,
e non trattenerlo essendo rivolto una volta per sempre all'amore
d'una persona sola, e così riservare a sè stesso affanno e sicuro dolore.
Che il papero e il canga siano la stessa persona l'ho sempre sospettato, che aspettano i moderatori a prendere provvedimenti?
E tu cerchi i fa cambiare pagina al topic?
Il Bullo: "stasera posso guardarmi allo specchio perchè oggi ho tormentato qualcuno".
E' veramente penoso :)

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#179 Messaggio da Barabino »

No sono io che confondo sempre le persone l'una con l'altra... sono di un distratto!!! :-/
Mi scuso col Canga e col Papero!
Vi autorizzo a chiamarmi per tutta la vita "Vincenzo" invece di "Vittorio" (cosa che odio!!)

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#180 Messaggio da Barabino »

Ma perche' in un forum qualcuno dovrebbe prendersi la briga di fare un clone che non e' molto meglio di se' stesso? Un clone che ha anche lui venti anni ma fa il portiere d'albergo a Firenze invece di fare il commesso di Trony a Prato?!?

Se uno si fa un clone, lo fa per dargli delle caratteristiche che lui non possiede e che gli permettono di essere al centro dell'attenzione: essere una donna, essere Flavio Briatore, essere un ingegnere dell'Eni...

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