Mavco Pizellonio ha scritto:Andrebbe analizzato - non da me chè non saprei da dove comiciare - come siano i reati legati in qualche modo al sesso a scatenare le reazioni più violente e senza appello.
Per molti versi si puó capire, l'idea dello stupro colpisce anche me come poche altre cose. E la tentazione di dire "cancellateli dalla faccia della terra" ce l'ho anch'io, d'istinto.
Altro aspetto è quello della legittimità della violenza. Un governo che decide per la guerra, il che in pratica si traduce nell'annientamento di migliaia di persone, porta a un pacato e pacifico dibattito sui pro e i contro, nel migliore dei casi. Nel peggiore si traduce in un sostegno incondizionato. In nessun caso suscita reazioni simili a quelle di cui sopra.
Il "monopolio legittimo della violenza" è accettato. Di qui "il branco", come si compiacciono di affermare i media per primi (e quindi perchè stupirsi se il commentatore internettiano medio parla di "animali"?), e quindi una manifestazione percepita come "irrazionale" di violenza, che non si spiega, che non ha una funzione, che non rientra in un sistema comunemente accettato e percepito come legittimo; di qui il dispiego della violenza da parte di un apparato statale, e quindi legittimo, funzionale, inevitabile, percepito come "naturale".
Non è quindi la violenza in sè a scatenare le paure incontrollate dell'individuo, ma la violenza o la forza che si esercita al di fuori di un sistema di forza comunemente accettato.
Beninteso, non mi reputo estraneo a questo meccanismo di pensiero. Tento di affrancarmene, tento di vedere al di là , ma è necessario uno sforzo di immaginazione e ragionamento. L'istinto spingerebbe in tutt'altra direzione.
Tu ci insegni che la guerra è nei testi sacri e all'ordine del giorno di innumerevoli pontificati. La massima espressione della forza e della violenza non puó che essere prerogativa del potere e quindi legittimata, giusta e, in molte occasioni, "santa".
I gradi inferiori sono, come sempre, per il popolo. Stupri e relativi desideri di linciaggio sono lasciati agli umori momentanei dei subalterni. C'è una distribuzione di classe anche della violenza e dei suoi strumenti. Dall'ammirazione per le sofisticate ipertecnologie belliche dei padroni del mondo ai pinocchi artigianali talvolta usati da curva a curva.
Nello specifico di questi giorni, poi, non si puó fare a meno di notare come vi sia una sorta di cortocircuito tra tipologie degli stupratori e teatri di interventi militari italiani degli ultimi 25 anni:Libano, Corno d'Africa, Iraq, Kossovo, Afghanistan.
Stranieri del terzo mondo. E non facciamo l'errore di credere che i signori incollati nel topic siano in grado di sottilizzare sul fatto che i rumeni siano comunitari. Lo ignorano, come ignorano che non sono slavi e li percepiscono non diversamente da albanesi, negri, arabi.
Il fatto che anche lo Stato combatte contro questa "gentaglia" rafforza le prese di posizione forcaiole nei casi di criminalità comune.
Nondimeno mi tocca dar ragione a Lucia Annunziata nel porre l'accento sul fatto che "la donna", vittima di tali atti, è passata in secondo piano rispetto all'argomento "extracomunitari".
La situazione non mi stupisce più di tanto, considerato che la "questione sicurezza" è stata artatamente, programmaticamente e soprattutto mediaticamente, data in pasto alle masse in luogo di inverosimili sostegni economici. Autentica istigazione alla guerra fra poveri.
Non posso darti lavoro? Sbrana il barbone, arrostisci l'indiano!