[O.T.] 10 Febbraio Giornata del Ricordo

Scatta il fluido erotico...

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BanitoXXX
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#166 Messaggio da BanitoXXX »

ESODO GIULIANO-DALMATA. LA STORIA PRIMA NEGATA E OGGI SCIPPATA.


Dopo oltre 50 anni di silenzio e indifferenza, il Governo italiano ha finalmente dato un riconoscimento morale al popolo degli Esuli istituendo,con apposita legge, il Giorno del Ricordo, che cade il 10 febbraio, giorno in cui fu firmato il Trattato di Parigi.
Ma il Giorno del Ricordo non è destinato solo a ricordare gli orrori e gli errori di una storia tragica, la cui memoria deve essere rinnovata affinchè le nuove generazioni possano conoscerne ed evitarne le conseguenze.
La nostra storia, come dice il prof. Luigi Tomaz, non va solo ricordata perchè non si ripeta, come altre tristi tragedie, ma piuttosto va sempre tenuta presente perchè la persecuzione che l'ha provocata continua e non dà  segno di cessare nel prossimo futuro.
Sono finiti i regimi, è crollata la Jugoslavia socialista, ma i piccoli stati nati dalla sua disgregazione continuano ad agire contro di noi come contro i peggiori nemici. Oggi più che mai il Giorno del Ricordo ci parla di un popolo che è diventato il simbolo della riscossa dei diritti umani.
Il tentativo di plagio culturale da parte della Croazia e della Slovenia (ex Jugoslavia) in corso tutt'oggi rende gli Esuli d'Istria, Fiume e Dalmazia l'unico caso al mondo in cui una identità  culturale non solo viene negata, ma addirittura si tenta di scipparla per esibirla come propria.

La Croazia dopo aver liberato con la pulizia etnica le terre cui agognava da secoli, oggi si veste della loro cultura presentandola come prodotto nazionale.
Il più clamoroso falso ideologico che si conosca!! Lo scopo? Cancellare dalla Storia l'esistenza di un popolo di cultura millenaria.

Il francobollo su Fiume è l'ultimo esempio di umiliazione subito dagli Esuli. L'emissione prevista per il 30 ottobre 2007 fu bloccata a causa di arrendevolezza da parte del Governo italiano in seguito ad una precisa richiesta della Croazia in tal senso. Il francobollo, che ritrae la facciata del Palazzo del Governatore dell'odierna Rijeka dove oggi ha sede il Museo marittimo e storico del litorale croato, sormontato dalla scritta" Fiume, terra orientale già  Italiana" è uscito il 10 dicembre. Immediatamente è giunta una nuova protesta ufficiale da parte del ministero degli Esteri croato: un pressante invito a prendere "misure adeguate" per impedire che il francobollo continuasse a essere distribuito.

Ritengo che il messaggio che il Giorno del Ricordo debba trasmettere sia questo: la verità  storica è patrimonio dell'umanità  ed è intoccabile. Solo così avrà  valore il concetto secondo cui " Uno Stato che non conosce il proprio passato, non ha futuro"

Marisa Brugna
Presidente Comitato Provinciale di Sassari
Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
http://www.anvgd.com


Sondaggio ANVGD: gli italiani che non conoscono Foibe ed Esodo
La Sede centrale di Roma dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia ha commissionato un sondaggio d'opinione alla Ferrari Nasi & Grisantelli di Milano, sulla conoscenza tra gli italiani del dramma delle Foibe e dell'Esodo giuliano-dalmata.
Non mancano le sorprese, ovvero la conferma che questi temi storici sono ancora poco conosciuti, nonostante siano passati sessant'anni da quei tragici eventi e la legge sul Giorno del Ricordo risalga al 2004. Sono comunque dati sicuramente più positivi di quelli di alcuni anni orsono, quando le parole Foibe ed Esodo non superavano la doppia cifra percentuale di risposte.
La conoscenza esatta di cosa sia una Foiba è nel bagaglio culturale del 40% della popolazione, mentre un 20% ne ha solo sentito parlare. Ben il 35% dichiara sconosciuta la parola e addirittura il 5% fornisce una descrizione di Foiba completamente errata. Entrando in un'analisi incrociata dei dati, tra chi conosce le Foibe, il profilo del più edotto è maschio, tra i 36 e i 55 anni, abitante nelle regioni del Triveneto, laureato. La percentuale più bassa è invece proprio nei più giovani, con il 22%, a dimostrazione che ancora oggi la Scuola non porta alcun messaggio storico sulla vicenda. Scorrendo i dati, si scopre che la classe sociale più bassa è quella più sensibile all'argomento (50% di risposte esatte). Inoltre viene alla luce che i politicamente orientati a centrosinistra (47% di risposte esatte) staccano di dieci punti quelli di centrodestra (37%).
Passando all'Esodo giuliano-dalmata, la conoscenza degli italiani scende al 23%, che risale ad un 40% se si considera anche chi ne ha sentito parlare ma non sa bene cosa sia. Addirittura il 57% dichiara di non averne mai saputo nulla. Tra i (pochi) eruditi la maggioranza spetta agli ultra-cinquantaseienni (29%), a dimostrazione che l'Esodo è nella memoria storica dei singoli più che nella conoscenza dell'opinione pubblica; tant'è che tra i più giovani solo il 14% sa cosa sia. In ambito politico si riduce la differenza di percezione: gli orientati a centrodestra si fermano al 23%, poco più su, al 27%, chi vota a centrosinistra.
Il campione di rilevazione su tutto il territorio nazionale riguarda 600 casi di popolazione italiana adulta; le rilevazioni sono state effettuate nel gennaio 2008. Arnaldo Ferrari Nasi, della società  che ha eseguito il sondaggio (www.fngricerche.it) afferma che "come già  avvenuto in altre occasioni, il nostro istituto ha riscontrato una profonda ignoranza di importanti fatti storici del '900, anche nelle fasce di popolazione con titolo di studio alto. In questo caso neanche la metà  dei laureati sa dirci del dramma dell'Esodo e solo pochi in più di quello delle Foibe. Da padre, più che da sociologo o docente, sono preoccupato di come la Scuola italiana insegni la Storia ai nostri figli".
Il sondaggio voluto dall'ANVGD ha così dimostrato ampiamente come sia ancora lungo il cammino che la società  civile italiana deve compiere, prima di ricomporre in maniera davvero completa una memoria storica nazionale che rifletta fedelmente gli avvenimenti che sconvolsero l'Istria, Fiume e la Dalmazia al termine della seconda guerra mondiale, coinvolgendo inermi cittadini italiani, costretti all'Esodo, quando non al massacro.
L'imminente Giorno del Ricordo del prossimo 10 febbraio sarà  così una ulteriore occasione che gli italiani non devono lasciarsi sfuggire per riscrivere nella maniera più corretta la storia del ‘900.
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balkan wolf
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#167 Messaggio da balkan wolf »

che merdata assurda sta storia ( parlo in generale )

ogni volta che ci ripenso non riesco in nessun modo a digerirla ( molto ma molto peggio degli yankees al sud ... almeno li era guerra legittima e classica )

quei coglioni dei commy in questo paese con sta merdata si sono squalificati ( e hanno parzialmente riabilitato la parte avversaria ) per l'eternità 

XXV APRILE E' LUTTO NAZIONALE!!!

quanto alle falsificazioni che dire ... finchè si chiamerà  resistenza una guerra civile non si andrà  da nessuna parte ma d'altro canto il traditore è un bugiardo per antonomasia no?

ruggirà  per noi il leone

dirà  al raglio di somaro

heja carne del carnaro

heja heja alalà 
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
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BanitoXXX
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#168 Messaggio da BanitoXXX »

FOIBE, NAPOLITANO: ONORIAMO LE VITTIME ITALIANE
di Alberto Spampinato

Il ricordo della tragedia delle foibe, l'omaggio alle vittime di quegli anni, il riconoscimento delle ingiustizie sono doverosi, ma "non possono e non devono prescindere da una visione complessiva", da un inquadramento storico, che non puó dimenticare il prima e il dopo, ha detto Giorgio Napolitano celebrando il Giorno del Ricordo al Quirinale. Il quadro d'insieme è stato richiamato dal ministro della Cultura Francesco Rutelli e dal vice presidente dell' Associazione degli esuli istriani e giuliano-dalmati Lucio Toth.

Quella barbarie, che produsse circa 20 mila morti e 350 mila profughi fra i nostri connazionali, ha ricordato Toth, ha radici lunghe e profonde, negli scontri tra nazionalismi ottocenteschi; poi, nel Novecento, nell'impatto tra gli imperialismi; e ancora dopo nello scontro tra le ideologie. Vicende drammatiche e complessa difficili da comprendere in tutte le sfumature mentre accadevano, ma che "oggi si possono e si devono capire, esplorando le vicende con animo sereno, per far ritornare in primo piano la ragione e la verità ". Queste considerazioni hanno indotto il presidente della Repubblica ad aggiungere all'ultimo momento, a braccio, una frase al testo scritto del suo intervento, per richiamare un duro giudizio dell'anno scorso che "suscitó qualche reazione inconsulta fuori Italia": per l'esattezza un incidente diplomatico con l'allora presidente croato Stipe Mesic, chiuso nel giro di qualche giorno.

Napolitano citó recenti ricerche per dire che al confine orientale dell'Italia, dopo l'8 settembre 1943, migliaia di italiani furono vittime di un "moto di odio e di furia sanguinaria e di un disegno annessionistico slavo che prevalse in tutto nel trattato di pace del 1947 e che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica". Su questo passaggio si appuntó la reazione croata. Mesic ci vide elementi di aperto razzismo, revisionismo storico e revanscismo politico. Altri lamentarono l'uso del termine 'slavo'. Oggi Napolitano si è limitato a richiamare il concetto dicendo: "Era giusto esprimermi a nome della Repubblica con quelle parole, con quell'impegno che qui ho sentito ricordato con piacere dal ministro Rutelli".

Rutelli ha parlato dell'emozione provata poco prima consegnando 75 medaglie ricordo agli eredi delle vittime. "Ho avvertito la tenacia della sofferenza, l'orgoglio e la dignità  rispetto alla desolazione umana, materiale e morale, subita a suo tempo da loro per i loro cari e questo ci ricorda - ha detto il vice presidente del Consiglio - che l'impegno per la libertà  si vive e conquista ogni giorno. Oggi si tratta di quindi di proiettare questo ricordo verso il domani, senza dimenticare le tradizioni storiche culturali che legano questa gente con l'Italia, in un realtà  che, se pensiamo ai sanguinosi giorni vissuti dalla ex Jugoslavia, venti anni fa ci sarebbe parsa impensabile: con la Slovenia non ci sono più confini e quel paese ha la presidenza dell'Eu. Una situazione che deve farci sperare che si possa risolvere anche la questione del Kossovo". Quelle terribili vicende, ha ricordato Napolitano, hanno lasciato ferite profonde, oggi rimarginate per effetto del lungo tempo trascorso, ma soprattutto dell'entrata in campo dell'Europa unita quale comune cornice di civiltà  e di pace. Una cornice da rafforzare, perchè ancora pochi anni fa, quando sembrava impensabile, abbiamo avuto "conflitti sanguinosi" nei Balcani. Dobbiamo onorare e ricordare le vittime delle foibe, ha concluso. Il modo migliore per farlo è dimostrare di "aver appreso tutti la lezione della storia".

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Scorpio
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#169 Messaggio da Scorpio »

BanitoXXX ha scritto:
Dopo oltre 50 anni di silenzio e indifferenza, il Governo italiano ha finalmente dato un riconoscimento morale al popolo degli Esuli istituendo,con apposita legge, il Giorno del Ricordo, che cade il 10 febbraio, giorno in cui fu firmato il Trattato di Parigi.

Ritengo che il messaggio che il Giorno del Ricordo debba trasmettere sia questo: la verità  storica è patrimonio dell'umanità  ed è intoccabile. Solo così avrà  valore il concetto secondo cui " Uno Stato che non conosce il proprio passato, non ha futuro"

Marisa Brugna

Sondaggio ANVGD: gli italiani che non conoscono Foibe ed Esodo
Scorrendo i dati, si scopre che la classe sociale più bassa è quella più sensibile all'argomento (50% di risposte esatte). Inoltre viene alla luce che i politicamente orientati a centrosinistra (47% di risposte esatte) staccano di dieci punti quelli di centrodestra (37%).

tant'è che tra i più giovani solo il 14% sa cosa sia.
In ambito politico si riduce la differenza di percezione: gli orientati a centrodestra si fermano al 23%, poco più su, al 27%, chi vota a centrosinistra.
Il campione di rilevazione su tutto il territorio nazionale riguarda 600 casi di popolazione italiana adulta; le rilevazioni sono state effettuate nel gennaio 2008. Arnaldo Ferrari Nasi, della società  che ha eseguito il sondaggio (www.fngricerche.it) afferma che "come già  avvenuto in altre occasioni, il nostro istituto ha riscontrato una profonda ignoranza di importanti fatti storici del '900, anche nelle fasce di popolazione con titolo di studio alto. In questo caso neanche la metà  dei laureati sa dirci del dramma dell'Esodo e solo pochi in più di quello delle Foibe. Da padre, più che da sociologo o docente, sono preoccupato di come la Scuola italiana insegni la Storia ai nostri figli".


Se è per questo, gli itaGliani sanno ancora meno!
La loro massima preoccupazione del Lunedì è parlare di calcio, mentre in settimana pure ma di Domenica vederne le partite....

Guarda solo che fonte di voti sia una pompinara la cui caratteristica peculiare è essere nipote di quel grosso figlio di mignotta che ha governato questo paese per 20anni!

Parla con un trentenne, sopratutto bolognese; non sa mica cos'è successo il 2 Agosto 1980.

Se glie lo rammenti, parlandogli della strage, ti risponde: "ah sì".

se gli chiedi chi è stato, ti risponde pure "le Brigate Rosse" !

E meno male che per Helmut, cè ancora l'egemonia culturale della sx, in particolare fra i nostri docenti!
Tutto quello che faceva paura del comunismo - che avremmo perso le nostre case, i nostri risparmi, che ci avrebbero costretto a lavorare tutto il tempo per un salario scarso, e che non avremmo avuto alcuna voce contro il sistema - è diventato realtà grazie al capitalismo.

Se esiste un Dio, un giorno sarà lui a dovermi chiedere perdono (frase letta su un muro di Auschwitz).

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#170 Messaggio da BanitoXXX »

10 febbraio 2008 - Giorno del Ricordo

Esuli istriani in visita-pellegrinaggio alla foiba di Roditti e a Capodistria (Rodik e Koper ora in Slovenia) sono stati prima "intercettati" dalla polizia al confine (ma non si era detto che i confini non c'erano più ?!) la quale ha prima tentato di bloccare -con intimidazioni- il pullman e poi ha comminato agli organizzatori due multe salate per "manifestazione non autorizzata" (!?).... dimostrando che i tempi ed i requisiti per una riconciliazione non sono proprio a portata di mano come molti ottimisticamente vorrebbero che sia.... e che a governare l'Europa in questo semestre forse cè una repubblica ancora molto chiusa e non troppo preparata a farlo.

www.piemonte-istria.com

Foibe: ancora polemiche dalla Croazia
Il presidente Mesic: «Le sue parole non sono in accordo con un'Europa unita e in pace»


ZAGABRIA - Come ogni anno arriva puntuale la polemica della Croazia con l'Italia 24 ore dopo la Giornata del ricordo delle vittime delle foibe. «La conferma delle espressioni e delle qualificazioni usate dal presidente italiano l'anno scorso, non sono in accordo nè con l'atmosfera nel quale si era svolto l'incontro tra i due capi di Stato a Brno, nè con l'idea di un'Europa unita, in pace e dinamica a cui il presidente Napolitano si richiama». àˆ la nota dell'Ufficio del presidente croato, Stipe Mesic, al discorso pronunciato domenica dal presidente italiano Giorgio Napolitano, che ha parlato di «reazioni inconsulte» giunte l'anno scorso dall'estero in seguito al suo intervento sulle foibe.

NOTA CROATA - «L'Ufficio della presidenza della Croazia», si legge in un comunicato, «è dell'opinione che non ci sia bisogno di aggiungere nè di togliere una sola parola alla dichiarazione con la quale il presidente Mesic aveva reagito un anno fa alle parole del capo dello Stato italiano: i buoni rapporti con i Paesi vicini, il confronto con il passato in tutti i suoi aspetti e la piena parità  nelle relazioni internazionali restano valori fondamentali della politica estera croata».

STUPORE - «Apprendo con stupore la sorpresa di Mesic per le parole del presidente Napolitano», ha replicato Lapo Pistelli, responsabile esteri del Partito democratico. «Napolitano ha ribadito di nuovo, con chiarezza, una verità  storica su quella che è stata una terribile pulizia etnica subita dagli italiani durante l'occupazione di Tito».

11 febbraio 2008
http://www.corriere.it/esteri/08_febbra ... c667.shtml

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#171 Messaggio da BanitoXXX »

Per non dimenticare mai.....

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Pier Antonio Quarantotti Gambini, istriano di Capodistria, descriveva in «Primavera a Trieste» la realtà  nella quale si era venuta a trovare la Venezia Giulia e la Dalmazia nel 1945: «siamo una nave naufragata con i pirati a bordo» e Giani Stuparich in «Trieste nei miei ricordi» ricordava: «sembró che una buia notte medievale scendesse sulla nostra terra da un cielo nemico». Entrambi non si rendevano conto allora che il panslavismo, utilizzando ai suoi fini, il terrore comunista mirava ad impadronirsi dell'intera Venezia Giulia, di Fiume e della Dalmazia, per annettere terre italiane alla Repubblica Federale Jugoslava ad ordinamento comunista. Infatti nel 1945/1946 Milovan Gilas ed Edward Kardelj furono inviati da Tito in Istria, per organizzare la mattanza degli italiani, una pulizia etnica atta a dimostrare alle autorità  militari alleate, che quelle terre erano slave e non italiane. Come perseguire questo obiettivo?, Nell'intervista rilasciata al periodico «Panorama», il 21 Luglio 1991 Gilas confessa : «bisognava indurre gli italiani ad andar via con pressioni di ogni tipo. E COSI' FU FATTO».

http://www.flickr.com/photos/pierovis-ciada/3265546175/

ALLOCUZIONE DEL PRESIDENTE DELL'UNIONE DEGLI ISTRIANI IN OCCASIONE DEL GIORNO DEL RICORDO
Trieste, 9 febbraio 2009


Spettabili autorità ,
cari concittadini, Istriani, Fiumani e Dalmati,

da quando è stato istituito per Legge, il Giorno del Ricordo rappresenta per tutti noi uno strumento essenziale ed unitario per commemorare la violenta persecuzione comunista - quella jugoslava e quella non trascurabile dei molti, troppi collaborazionisti italiani filo-jugoslavi - delle genti giuliane.

E' un dovere assoluto onorare la memoria di migliaia di italiani morti nelle foibe e di molte centinaia di italiani torturati, seviziati e deceduti nei campi di concentramento jugoslavi: nella stragrande maggioranza innocenti concittadini assassinati perchè colpevoli di voler riaffermare la propria fede religiosa e la propria identità , l' unica e vera, alla quale appartenevano non da poche decine di anni – come ancora in molti si sforzano di asserire – ma da ben oltre duemila anni : quella latina e veneziana, e cioè italiana.

Si tratta di un dato incontrovertibile, questo, che va adeguatamente ribadito contrastando i non pochi e tutt'altro che episodici convegni e simposi negazionisti e giustificazionisti che continuano a trovare ospitalità  non solo tra le istituzioni locali su tutto il territorio nazionale, ma anche tra le direzioni scolastiche di ogni ordine e grado. Anche in questi giorni, infatti, si svolgono manifestazioni ufficiali e di rilievo appositamente organizzate per stravolgere, in molti casi completamente, il senso e lo spirito che invece aveva animato il legislatore nella stesura della Legge del Giorno del Ricordo, ed il Parlamento italiano nell'approvarla a grande maggioranza.

Più difficile, invece, è svelare le grandi responsabilità  di uomini di Governo e di altrettanti uomini di partito, che dai primi mesi del secondo dopoguerra a questa parte hanno fattivamente contribuito al progetto di espiare tutte le colpe dell'Italia, anche se molte – lasciatemelo dire – in verità  solamente presunte, sulla pelle degli esuli dei loro discendenti, mortificandone la dignità  e compromettendone l'esistenza come italico popolo.

Dopo così tanti anni, infatti, si sarebbe già  dovuto esaurire lo spazio, tutt'altro che angusto, nel quale invece sono ancora relegate precise responsabilità  e crimini che ancora oggi partiti e fazioni parapolitiche si rifiutano di voler riconoscere, perchè così facendo confesserebbero il tradimento commesso con la loro compartecipazione al compimento del nostro genocidio.

Invece, al di là  dei facili entusiasmi che talvolta animano anche una parte del nostro mondo associativo, è ancora molto lunga da percorrere la strada verso una definitiva riabilitazione – ripeto, definitiva e completa riabilitazione - del popolo istriano di fronte agli occhi offuscati della Nazione italiana: un popolo che aveva il pieno diritto di ricongiungersi con Venezia, la Terra Madre al di là  dell'Adriatico che l'aveva plasmata, cresciuta e rispettosamente amata, e che nessun torto ha commesso in duemila anni di laboriosa e saggia esistenza a chicchessia.

A questo popolo oggi, a cui tutto è stato tolto ma nulla si vuole restituire, si ha il coraggio sfrontato di chiedere un ultimo sacrificio, quello di accettare una riconciliazione assurda con chi non solo non ha mai ammesso alcun torto pur avendone di evidenti, ma ne continua a vilipendere senza pudore la civiltà  e la cultura.

Sarebbe l'ultimo delitto che la Storia riserva ad un popolo senza Giustizia e senza Pace.

Ecco allora che il Giorno del Ricordo deve trovare al più presto una sua enunciazione chiara e netta, che guardi certamente al futuro, ma non quel futuro di annientamento che in troppi ancora vogliono.

Con questo auspicio rivolgo dunque il mio pensiero a tutta la nostra gente che ha sofferto: dai nostri vecchi finiti dall'angoscia e dalla disperazione ai nostri bambini morti di freddo nella baracche dei campi profughi, ai molti uomini e donne sventagliati in tutto il mondo e la cui diaspora è e rimane una tragedia che necessità  non di finta commiserazione ma solo ed unicamente di Verità  e Giustizia, che sono le uniche basi su cui costruire una vera e duratura Pace.

Grazie

Massimiliano Lacota

Missoni: a noi nessuno ha detto di tornare (Il Piccolo 10 feb)
martedì 10 febbraio 2009

di MADDALENA REBECCA

«Te vol che parlèmo del Giorno del Ricordo? Va ben, parlèmo. Anche perchè a noi esuli, giusto el ricordo ne xe rimasto. Che poi no se capissi perchè i gà  spetà  50 anni per ricordarse. Ghe lo go dito anche a Fini quando, durante una visita al villaggio dalmata a Roma tre o quatro ani fa, el se ga scusà  per averne dimenticado cussì a lungo. Se te spetavi ancora un poco - ghe go risposto mi -, no te trovavi più nissun per domandarghe scusa!».

àˆ uno che non le manda certo a dire Ottavio Missoni, lo stilista originario di Ragusa, diventato celebre in tutto il mondo per le sue inconfondbili «maje a zig zag». Stilista, ma anche sindaco del Libero Comune di Zara, e fiero rappresentante di quel popolo dalmata che si è trovato a fare i conti con le «durissime conseguenze di un conflitto sbagliato». «Perchè disèmola tuta - spiega â€

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Re: [O.T.] 10 Febbraio Giornata del Ricordo

#172 Messaggio da BanitoXXX »

Anche domani , per non dimenticare , Istria , Fiume e Dalmazia romane, veneziane , italiane ....per non dimenticare le Foibe e l'Esodo dei 350 mila . Per non dimenticare , mai .

http://passatopresente.blog.rai.it/2009 ... o-udovisi/

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il tranquillo
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Re: [O.T.] 10 Febbraio Giornata del Ricordo

#173 Messaggio da il tranquillo »

BanitoXXX ha scritto:Anche domani , per non dimenticare , Istria , Fiume e Dalmazia romane, veneziane , italiane ....per non dimenticare le Foibe e l'Esodo dei 350 mila . Per non dimenticare , mai .

http://passatopresente.blog.rai.it/2009 ... o-udovisi/

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ne parlavo qualche giorno fa con un carissimo amico ex militante di forza nuova, quindi tutt'altro che sospettabile di simpatie "rosse":

le foibe furono una operazione di pulizia etnica,autentica specialità slava,che ha origine essenzialmente nella feroce repressione e discriminazione delle popolazioni slovene e serbo croate nei territori istriani e dalmati ad opera del regime fascista.

è da ricordare che nei vent'anni di fascismo,in friuli,istria e dalmazia era vietato parlare sloveno, era stato vietato ai medici,agli avvocati ed ai docenti sloveni di esercitare la professione,e le popolazioni locali erano oggetto di feroci vessazioni e discriminazioni per il solo fatto di vivere nella loro terra e di essere sloveni.
migliaia di slavi,uomini, donne e bambini furono imprigionati dai fascisti in campi di concentramento che poco o nulla avevano da invidiare ai lager nazisti (Leggetevi i libri di Boris Pahor), l'anima multiculturale,cosmopolita e variegata di trieste e gorizia,alimentata dalla Serenissima prima e dall'impero asburgico poi, fu spazzata via,sostituita da un nazionalismo feroce e ottuso...
"logico" (notare le virgolette, prego) che alla fine della seconda guerra mondiale si scatenasse la vendetta....

inoltre vorrei pure ricordare i terrificanti crimini di guerra compiuti dai militari italiani nelle zone occupate della ex jugoslavia.

i generali Roatta e Pirzio Biroli ordinarono ferocissime rappresaglie in dalmazia e montenegro, intere comunità furono sterminate ne più e ne meno come a lidice,oradour e marzabotto ed un famoso ordine del giorno di Pirzio Biroli recitava:
"voi a casa siete di certo bravi padri di famiglia,bravi figli,mariti e fratelli, ma qui non sarete mai abbastanza ladri,stupratori ed assassini".

oppure Roatta,colui che se ne fuggì poi da roma dopo l'otto settembre 1943 lasciando le sue truppe a combattere contro i tedeschi senza ordini e senza direttive, quello che scriveva a proposito della occupazione italiana nei territori ex jugoslavi sosteneva che "Qui non si ammazza abbastanza"..
e per non parlare poi di tutta la macelleria varia combinata dagli ustascia croati alleati dell'italia e della germania (i lager ustascia erano presi a modello dalle SS) nella breve e sanguinaria esistenza dello stato fantoccio di croazia...


insomma, ce ne stava abbastanza per fare incazzare gli slavi, che come si sa non è che vivano per la vendetta, loro SONO la vendetta....

"logico" e "naturale" (notare sempre le virgolette, grazie...) che poi quando si trattò di rendere pan per focaccia agli slavi non sembrò vero...

le foibe hanno ANCHE una valenza politica (l'eliminazione fisica da parte dei titoisti dell'elite culturale e politica italiana in istria, copiando un sistema pianificato alla perfezione da stalin, coi Polacchi, a Katyn) ma si tratta essenzialmente di una vendetta,efferata e crudele...

sapete cosa mi ha detto l'amico "nero" di cui sopra:
"gli italiani di istria son fuggiti non tanto perchè volevano restare italiani, ma perchè volevano restare vivi...sapevano benissimo cosa gli sarebbe successo perchè sapevano benissimo COSA ERA STATO FATTO dagli italiani agli slavi sotto il fascismo prima e durante la guerra poi".


insomma... le foibe sono il frutto avvelenato,tragico e crudele della sconsiderata politica del "chi semina raccoglie"

e dire che i sudditi slavi della serenissima repubblica furono i soli a difendere venezia da napoleone... gli italiani e gli stessi veneziani si fecero sottomettere senza battere ciglio mentre Dalmati,slavoni e istriani si facevano massacrare per il leone di san marco dai francesi....

il tranquillo
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Re: [O.T.] 10 Febbraio Giornata del Ricordo

#174 Messaggio da il tranquillo »

per chi soffre di amnesie selettive

http://www.youtube.com/watch?v=QBZT-9f-bIk
http://www.youtube.com/watch?v=1JT0nq3bS-w
http://www.youtube.com/watch?v=qyhI_52noN8

poi su you tube troverete tutto il resto..........

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Re: [O.T.] 10 Febbraio Giornata del Ricordo

#175 Messaggio da gosth »

tranquillo concordo su molte cose che hai scritto, non su tutte.

se si giustificano stragi andando a vedere chi ha incominciato, alla fine si giustifica la shoah.

non è il tuo caso, ma sto facendo un discorso in generale.

la vera sconcezza è il silenzio steso x 50 anni dalla bella "intellighenzia" composta da intellettuali sinistrati e sinistri.

vai su un qualsiasi sito di sx e leggi cosa scrivono.

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Helmut
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Re: [O.T.] 10 Febbraio Giornata del Ricordo

#176 Messaggio da Helmut »

il tranquillo ha scritto: le foibe furono una operazione di pulizia etnica,autentica specialità slava,che ha origine essenzialmente nella feroce repressione e discriminazione delle popolazioni slovene e serbo croate nei territori istriani e dalmati ad opera del regime fascista.
Caro MiniMe, ( :wink: )

non fu "pulizia etnica", ma "pulizia politica".

Tito non voleva, nel progetto di futura Jugoslavia comunista e multietnica (che 50 anni dopo fallì miseramente :blankstare: ) una "quinta colonna" di italiani che erano in gran parte classe dirigente e media borghesia:funzionari, imprenditori, commercianti, insegnanti etc., e che potevano rappresentare pericolo di irredentismo.

Quindi, l'azione era volta ed eliminare gli elementi non di italianità (chi accettò la cittadinanza jugoslava e fece professione di fede comunista rimase vivo e vegeto, di italiani in Istria ce ne sono ad oggi 50.000) ma di possibile opposizione al regime che si stava preparando. :o



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Re: [O.T.] 10 Febbraio Giornata del Ricordo

#177 Messaggio da El Diablo »

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Re: [O.T.] 10 Febbraio Giornata del Ricordo

#178 Messaggio da balkan wolf »

oggi più che mai

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Re: [O.T.] 10 Febbraio Giornata del Ricordo

#179 Messaggio da il tranquillo »

gosth ha scritto:tranquillo concordo su molte cose che hai scritto, non su tutte.

se si giustificano stragi andando a vedere chi ha incominciato, alla fine si giustifica la shoah.

non è il tuo caso, ma sto facendo un discorso in generale.

la vera sconcezza è il silenzio steso x 50 anni dalla bella "intellighenzia" composta da intellettuali sinistrati e sinistri.

vai su un qualsiasi sito di sx e leggi cosa scrivono.
quella non è sinistra,mio caro...è IDIOZIA.
( e se si leggono certi siti di destra lasciamo pure perdere.....lì ci sarebbe davvero da mettere mano al fucile a pompa che mi voglio comprare)

in quanto al giustificare io non giustifico alcunchè e me ne guardo bene... Giustificare una cosa è un conto e SPIEGARE perchè quella cosa è successa (con un'idea personale filtrata attraverso le letture, la conoscenza dei fatti storici e il ragionamento e trattandosi di idea e teoria personale è suscettibilissima di critiche e obiezioni) è un'altra faccenda.
le tragedie non vanno mai ne giustificate ne scusate...
la mia opinione è che le cose vanno SPIEGATE affinchè si capisca perchè sono successe....
questa del "giustificare la shoah" se si inizia a cercare le cause è una cavolata,scusami tanto ma è un ragionamento che non sta proprio in piedi!!!
Ultima modifica di il tranquillo il 10/02/2010, 12:57, modificato 1 volta in totale.

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Re:

#180 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Helmut ha scritto:Vecchio argomento...ma sempre nuovo...!!!

Cercando di guardarlo oltre le ideologie e le convenienze di partito (gli stessi che adesso piangono le vittime delle foibe con lacrime di coccodrillo 50 anni fa erano complici del vergognoso silenzio, oppure sostenevano mentendo che a gettare persone nelle cavità  carsiche furono i nazifascisti...!!! :cry: ) questi terrbili fatti hanno una radice poilitica e non etnica...

...il buon Tito (buono si fa per dire :lol: ) che interesse aveva a far fuori gli italiani d'Istria e Dalmazia...??? Pulizia etnica...??? E perchè mai...???

Non creó all'epoca uno stato comunista (poi fallito miseramente) multietnico...??? Albanesi del Kossovo, Macedoni, Ungheresi della Vojvodina che c'azzeccavano con gli slavi...??? :o

La verità  è che doveva sbarazzarsi degli Italiani, perchè rappresentavano una borghesia commerciale, industriale, di funzione pubblica che avrebbe poi rappresentato una "classe dirigente" a lui ostile all'interno dello stato jugoslavo...e non necessariamente fascista.

Per cui...giù nei pozzi...!!! :cry:

Per anni è andata bene alla destra per impugnare questi orribile eccidi in funzione nazionalista e antislava, alla sinistra trombona per mantenere alto il vessilo antifascista acritico.

Adesso, caduto (per fortuna :-D ) il Muro di Berlino e con lui tutte le ideologie del cazzo, tutti lanciano alti e tardivi piagnistei sulle vittime delle Foibe, compresi ex-democristiani ignominiosamente complici di 59 anni di silenzio...!!! La fiera dell'ipocrisia...!!! :evil:

E il buon Mesic farà  bene a starsene zitto, non perchè non abbia un po' di ragione, ma perchè altrimenti a Bruxelles decideranno di lasciare la Croazia furi dall'UE ancora per un bel po' di tempo...e lui non se lo puo' permettere... :wink:
Helmut ha scritto:Caro MiniMe, ( :wink: )

non fu "pulizia etnica", ma "pulizia politica".

Tito non voleva, nel progetto di futura Jugoslavia comunista e multietnica (che 50 anni dopo fallì miseramente :blankstare: ) una "quinta colonna" di italiani che erano in gran parte classe dirigente e media borghesia:funzionari, imprenditori, commercianti, insegnanti etc., e che potevano rappresentare pericolo di irredentismo.

Quindi, l'azione era volta ed eliminare gli elementi non di italianità (chi accettò la cittadinanza jugoslava e fece professione di fede comunista rimase vivo e vegeto, di italiani in Istria ce ne sono ad oggi 50.000) ma di possibile opposizione al regime che si stava preparando. :o



Per non dimenticare mai:

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sorry helmut, ultimamente faccio fatica a capire i tuoi post. ti chiedo: se uno era borghese (quindi nemico di classe: insegnante, commerciante, imprenditore, funzionario ecc.) ma avesse accettato la cittadinanza jugoslava e fatto ''professione di comunismo'', sarebbe rimasto vivo e vegeto RESTANDO borghese (cioè continuando a fare l'insegnante e il commerciante sotto Tito)? per ''professione di comunismo'' intendi la rinuncia al proprio mestiere?

altrimenti c'è una contraddizione: avrebbero rappresentato un pericolo non in quanto borghesi (cioè nemici di classe) ma in quanto "italiani" (pericolo di irredentismo, e si torna alla radice etnica, non politica).

puoi chiarire? (non è polemica, ne so certo meno io di un triestino)
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”

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