[O.T.] Aria di fascismo

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dostum
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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1501 Messaggio da dostum »

Il vero partigiano è Yoda!


Viviamo in tempi in cui c’è un’ascesa di nazionalismo, incremento della preoccupazione sul controllo delle frontiere, un crescente malcontento verso i diversi governi, una diminuzione della fiducia nella democrazia, e la lenta omogeneizzazione di correnti politiche le quali hanno messo al potere persone le cui motivazioni e caratteristiche sono più che preoccupanti. Il razzismo cambia approccio, la paura verso “l’altro” aumenta, e una sempre crescente paranoia sembra diffondersi per tutto il mondo. E no, non stiamo parlando solo di Drumpf.

Parlare di politica non era stato mai cosi importante. Oggi più che mai c’è consapevolezza tra i giovani su come i leader delle nazioni influenzino le nostre vite quotidiane. Per il bene o per il male. Tuttavia, a volte può sembrare che la conversazione (o la situazione stessa) ci sfugga di mano.

A volte pare che guardiamo la realtà da troppo vicino, e tutto può sembrare sconnesso quando siamo noi quelli che lo vivono giorno dopo giorno. È qui che guardare una fiction e analizzare diversi media può esserci d’aiuto a capire la realtà. È così come Star Wars entra nel mix, essendo il primo esempio di come possiamo utilizzare la finzione per tacciare paralleli nella realtà, che a volte non è soltanto più chiara ma anche più digeribile.

Non è poco comune sentire la gente chiedersi come alcune paesi abbiano permesso che accadessero atrocità, come la Germania ha permesso al Nazismo di prevalere? Le persone non si sono opposte (…)?


Aldilà delle nostre opinioni sulla saga, è una serie di film che si immergono in temi politici ben disegnati. Indipendentemente se George Lucas lo cercasse o meno, ha tracciato un percorso e dipinto un’immagine vivida di come un sistema democratico pienamente funzionante può diventare un regime militare totalitario di terrore, in cui il governo stesso provoca paura tra la sua popolazione. (Quando menzioniamo “la saga” ci riferiamo agli episodi I a VI).

I sei film possono aiutarci ad identificare nazioni ed esempi del passato, chiarire eventi e comportamenti presenti, ed aiutarci a diventare più consapevoli del sentiero in discesa al quale ci possono portare alcune delle scelte che facciamo come individui e come nazioni.

Non è poco comune sentire la gente chiedersi come alcune paesi abbiano permesso che accadessero atrocità, come la Germania ha permesso al Nazismo di prevalere? Le persone non si sono opposte ai crimini commessi dal governo? Potevano essere d’accordo con le tattiche di Hitler? Tutti erano felici della situazione? Come hanno permesso di andare così lontano?

Quando tutto ciò che vediamo è il terribile regno del terrore, può essere difficile entrare in empatia con le persone che hanno vissuto durante l’ascesa di Hitler, Mussolini, Stalin. Perciò, percorriamo un’altra strada, e immergiamoci nella fantascienza, e ricordati… qualsiasi somiglianza con la realtà non è una coincidenza.



Lunga vita all’impero
Nella trilogia originale, l’impero è stato scritto specificamente come analogia del Nazismo. George Lucas non è stato mai capace di gestire la sottigliezza, quindi non c’è da meravigliarsi che attinga cosi tanto dai regimi fascisti di metà secolo.

La galassia è in guerra civile, l’Impero ha operato come tale da 19 anni, e una piccola fazione di ribelli prova a destabilizzare e distruggere il sistema attuale. Come spettatori può essere difficile capire come la situazione è arrivata a quel punto, onestamente forse non ci interessa nemmeno. Ma se ci pensiamo, potremmo chiederci come mai è arrivato a quel punto? Per ora, pero, sospendiamo la nostra incredulità per capire che l’Impero è cattivo, che i ribelli sono degli eroi provando a ristorare la libertà, e la respirazione asmatica di Darth Vader è stata probabilmente la cosa più terrificante che i bambini avessero visto fine al 1977.


Il sistema stesso ha creato una situazione in cui la miglior speranza per un giovane della classe operaia per una “vita migliore” è quella di unirsi all’esercito.


Dall’inizio del film non c’è dubbio di quanto spietato sia l’Impero, gli Stormtroopers imperiali abbordano su una nave e ammazzano praticamente tutti a bordo, e non appena compare Darth Vader, emessi una serie di ordini che esemplificano chiaramente il tipo di governo che lo Imperatore richiede ai suoi esecutori. Vader ordina di inviare un segnale di soccorro e manipola la situazione, cosi se il Senato Imperiale dovesse chiedere, sembrerebbe che un attacco (probabilmente pirati o contrabbandasti) sia successo prima che l’Impero raggiungesse la nave “in pericolo”. I suoi ordini sono pieni di minacce sia per i “traditori ribelli” che per i suoi uomini; accusa la Principessa Leia di tradimento e la prende prigioniera. Alcune parole ci fanno sapere di un atteggiamento spietato verso la manipolazione della verità e la tortura dei civili.

La Principessa Leia (principessa per nascita, senatrice di Alderaan a 19 anni di età) è catturata e presa per ulteriori “interrogatori”. Questa giovane donna non ha conosciuto mai un sistema diverso dell’Impero, e anche se è pienamente consapevole che la sua cattura molto probabilmente significa la morte, affronta le conseguenze delle sue azioni e continua a prendere posizione contro la tirannia.




Le razze aliene vengono segregate, sfruttate per lavori forzati, e torturate.



Quando incontriamo Luke in Tattooine siamo tentati a credere che la situazione del paese sia conseguenza dei metodi di dominio dell’Impero. Tuttavia, è importante segnalare che Tattoine non è un pianeta centrico, e che la nuova struttura probabilmente non affetta molto il suo sostento. Anche in un pianeta remoto come Tattooine c’è consapevolezza di una “ribellione contro l’Impero”, e anche Luke è consapevole che sebbene l’Impero sia “malvagio”, arruolarsi nel suo programma militare per piloti è la sua migliore opportunità per uscire da Tattooine. Il sistema stesso ha creato una situazione in cui la miglior speranza per un giovane della classe operaia per una “vita migliore” è quella di unirsi all’esercito.

All’inizio possiamo pure vedere che tutte le menzioni del Senato Imperiale (che è stato dissolto permanentemente 19 anni dopo la nascita dell’Impero) vengono circondate da connotazioni che indicano quanto impotente è diventato quel corpo di governo, e la paura aperta e le tattiche violente usate da Darth Vader in nome dell’imperatore ci mostra fino a che punto sono arrivati come regime di terrore. Senza un senato. Rimane a ogni sistema mantenere la popolazione in linea, ed è esplicitamente detto che la paura è il metodo che loro seguono per farlo.


Non è una coincidenza che tutto ciò avvenga con il completamento della prova della Stella della Morte, in quanto tale arma di terrore riesce a funzionare come uno degli strumenti principali per esercitare la paura e il controllo sulla popolazione.

Un’altra cosa interessante è come coloro che sono al potere sottovalutano l’abilità e possibilità dei ribelli, credendo che le armi e il potere a loro disposizione siano sufficienti per sommettere qualsiasi insurrezione. È questa eccessiva fiducia e la mancanza di consapevolezza dell’opinione pubblica e la sconnessione con la situazione reale quello che ha fatto cadere sistemi come questi in passato.

La paura è un tema ricorrente. Gli Stormtroopers imperiali ispirano paura tra il cittadino medio della galassia, Darth Vader e personaggi come Grand Moff Tarkin sono ancora più spaventosi e ispirano avversione a quelli che conoscono. E soprattutto, l’Imperatore è diventato il massimo sinonimo di paura, la sola menzione del suo nome fa tremare gli altri imperiali.

Il potere dell’Impero è innegabile, anche se solo prendiamo in considerazione che impiegano 8 anni nel ricostruire la Stella della Morte, che inizialmente aveva tardato 19 anni per essere costruita. (É vero che non è ricostruita completamente ma è una stazione molto più grande e pienamente operativa).

Il nome dell’imperatore è pronunciato diverse volte e sempre in tono riverente. Persino Darth Vader viene mostrato facendo segni di sottomissione a lui, e quello che Vader è –per la persona media—la cosa più terrificante che si possa mai immaginare. Incarna la punizione fisica e psicologica per quelli in disaccordo con i capi del sistema, o con quelli percepiti come deboli, incompetenti o che non riescono a portare a termine il loro compito. L'Impero è un sistema spietato basato sulla paura come movente, e questo vale sia per coloro che sono all'interno della macchina sia per coloro che sono sotto il suo governo o contro di essa.
Attraverso la trilogia originale alcuni elementi sono abbastanza evidenti e degni di nota in questa analisi poiché mostrano paralleli diretti con i sistemi fascisti reali del passato.



Il dissenso è considerato tradimento.



•L’impero è composto maggiormente da umani bianchi.


•Gli Stormtroopers non hanno nomi, sono identificati tramite numeri. Le uniformi degli imperiali non sono soltanto omogenee, sono piuttosto monocromatiche. Si enfatizza fortemente la distruzione dell’identità individuale all’interno del sistema.


•Le razze aliene vengono segregate, sfruttate per lavori forzati, e torturate per perfezionare le armi e tattiche dell’Impero.


•Il governo militare e totalitario che è l’Impero è basato fortemente su nozioni di potere e forza per controllare la galassia attraverso la paura. Sia quando si tratta di loro stessi all’interno come del pubblico generale.


•La manipolazione della verità da parte dell’Impero è naturale come respirare.


•Il dissenso è considerato tradimento, anche al minimo livello. L’incompetenza o debolezza sono inammissibili e non sono tollerate.


•Tutto gira intorno alla figura centrale dell’Imperatore e alla paura che i suoi beni più fedeli ispirano gli altri, da Darth Vader e Moff Tarkin, alle massicce Stelle della Morte e alle letali navi utilizzate in numerose battaglie.


•Lo stesso governo che si suppone stia provando a raggiungere la pace e la prosperità è comodo torturando per ottenere informazioni di qualcuno con il minimo sospetto di tradimento. Il dissenso non è solo perseguito, ma condannato a morte.




La trilogia originale non mostra nessuna progressione per quanto riguarda la politica della galassia, e questo (mentre in realtà è conseguenza della scrittura e di epoche diverse) fa vedere come una volta che un governo totalitario fascista si stabilisce, la politica vera “cessa” di esistere fino a un certo punto. Tutto quello che rimane è un sistema che cresce compiacente e dipendente della figura del capo al commando, e le atrocità del sistema verso la gente.

Quello che si mostra nei film originali è la lotta del “piccolo uomo” per abbattere il sistema, ma c’è abbastanza per rendersi conto quanto il sistema sia corrotto e come è avanzato nella distruzione della diversità e spinto a quelli che sono diversi ai confini della civilizzazione. La lotta dell’Alleanza Ribelle è un raggio di speranza per abbattere un sistema che prospera su bugie e paura, e la storia narrata nei prequel è un ammonimento su come i mostri del fascismo possono essere nascosti a semplice vista, nonostante rimangano sufficientemente riconoscibili se sappiamo dove guardare.

Ed è così come muore la libertà


Arriviamo nella seconda trilogia della saga, Sheev Palpatine è Senatore di Naboo nel Senato della Repubblica. Ci viene presentata la Regina Amidala dello stesso pianeta, una giovane (eletta) regina chi crede nella democrazia, nel suo popolo, e nel fare la cosa giusta per le persone che l’hanno scelta per governare. Ha fiducia che i suoi consiglieri e il suo senatore si attengano agli stessi principi di integrità e cura degli interessi della gente.




IL suo discorso semplifica il problema e suggerisce una “soluzione”.



Grazie alla struttura poco ortodossa della saga, sappiamo che Palpatine è l’uomo che diventerà l’Imperatore, perciò quando appare il personaggio di Darth Sidious, sappiamo dall’inizio che questo senatore in particolare non è come gli altri.

Come Darth Sidious non esita ad ammettere la sua influenza nel Senato, assicurando ai suoi scagnozzi con faccia di pesce che le sue azioni illegali non saranno prese in considerazione, facendo capire che lui manipolerà la situazione a loro favore e sfrutterà la buona volontà della Regina per raggiungere i suoi propri piani. Da questo primo momento non mostra alcuna esitazione a usare la forza e l’intimidazione, introducendo Darth Maul, ordinando l’assassinio dei Jedi, ordinando il rapimento della Regina, ecc.

Come Senatore, Palpatine è corrotto nel modo più sottile possibile. Si presenta come alleato, fingendo essere interessato al benessere del suo mondo natale, mentre pianta semi di dubbio, discordia, e spinge l’ingenua Padme Amidale in una posizione di disperazione. Indica i tanti e veri difetti del sistema politico, accusando l’attuale leader della Repubblica, Cancelliere Valorum. IL suo discorso semplifica il problema e suggerisce una “soluzione”, mentre manipola la giovane Regina per fare qualcosa che lei come capo di Stato può fare; dando un voto di sfiducia su Valorum.

Questa mossa lo porta ad essere nominato per la posizione di Cancelliere Supremo, vincendo alla fine. Lui promette di usare il potere appena ottenuto per “influenzare il Senato a favore di lei”, promette (quasi troppo letteralmente) di elevarsi sopra la burocrazia e cambiare il sistema dall’interno.

Attraverso la serie, Palpatine non mostra alcun rimorso nel manipolare qualcuno nei guai, sfruttando la loro situazione e la loro relativa ignoranza o fiducia, per influenzarli a fare una semplice scelta che inevitabilmente porterà più beneficio a lui rispetto alle altre parti coinvolte. E attraverso la prima meta della saga possiamo osservare come lentamente lascia cascare la sottigliezze dei suoi metodi.

Da questo primo momento possiamo osservare il suo discorso e ragionamento sul perché il Cancelliere Supremo precedente era inefficace. Una narrativa che mantiene e si espande per tutta la saga. Sostiene che la debolezza di Valorum esiste perché lui stesso è debole, indeciso, privo di fermezza, senza una vera bussola morale; intanto che si presenta a se stesso come più forte e determinato, disposto a cambiare lo status quo del sistema per “beneficiare la gente”.

Gli eventi del primo film postano le basi per una serie di complicazioni che si sviluppano nei dieci anni successivi. Il secondo film comincia in un periodo di disordini politici, in quanto diversi sistemi vogliono lasciare la Repubblica. Il Senato sta prendendo una mozione per creare un esercito per la Repubblica e esistono voci opposte all’interno del Senato.



La prima parte della saga è molto più carica in termini di raffigurazioni politiche –uno dei motivi per cui alcuni non la gradiscono—ma in questo caso ci permette di tracciare le righe tra l’immaginaria Repubblica Galattica e tanti dei veri governi del nostro mondo. Il modo in cui le apparenti motivazioni di Palpatine si mostrano ci permette di contrastare quello che lui dice e come lo dice con le azioni che intraprende.

Nell’Episodio II vediamo un uomo che è stato il Cancelliere Supremo per 10 anni, e chi ha cominciato a perdere la sottigliezza nei suoi metodi per tirare le corde. Il primo esempio di questo è la sua risposta e posizione di fronte all’imminente separazione dei sistemi. La sua posizione è quella di spingere verso “l’unità” fino alla fine, di non permettere che “una Repubblica che si erge da mille anni di essere divisa in due”, di bloccare il cambiamento anche se le preoccupazioni dei separatisti sono valide. I Jedi lo avvertono che se le sue negoziazioni falliscono, e mantiene la sua posizione di “nessuno si separa”, non ci sono abbastanza Jedi per fare la guerra.

Dobbiamo capire che mentre la preoccupazione principale dei sistemi che vogliono separarsi dalla Repubblica può essere valida e giustificata –corruzione in Senato, mancanza di attenzione ai sistema piccoli, ecc.—, il nucleo della sua organizzazione è intrinsecamente corrotto. Essere guidati dai Sith permette a voci che non esiteranno ad assassinare e distruggere alla sua opposizione di essere quelle che comandano. Alla fine, il suo movimento e solo una tattica in più di Palpatine per debilitare la Repubblica, destabilizzare il sistema, ed implementare un sistema autoritario in un colpo solo.

Obi Wan dice nel primo terzo del film: “Ho notato che lui è molto furbo a capire le passione e pregiudizi dei senatori.”

Palpatine è astuto e sa quali pulsanti premere:

•Per manipolare la situazione di Padme a modo suo, punta sulla sua tendenza a fare contenti i suoi amici e al suo senso di fedeltà (“Fallo per me, milady, per favore. Il pensiero di perderti è insopportabile.”).


•Per manipolare Anakin, punta su la sua necessita di distinguersi dagli altri, di essere il miglior Jedi, di eccellere, dicendogli che lui è di gran lunga il più grande e forte Jedi che abbia mai visto. Ciò riecheggia attraverso il film, e questi sentimenti di inadeguatezza diventano più forti alla morte della sua madre, tutto si nutre dell’idea che ha bisogno di essere più forte per sentirsi realizzato. Una emozione costantemente sfruttata per Palpatine.


•Per manipolare il Senato nella sua decisione di dare al Cancelliere “poteri di emergenza” per approvare la creazione di un esercito (suggerito dagli stessi burocrati che Palpatine criticava nel primo film), utilizza a Jar-Jar Binks, puntando sulla sua necessita di dimostrarsi degno dell’incarico che gli è stato dato per i suoi amici. Commentando come “qualcuno con abbastanza carattere” o con abbastanza “determinazione” e “coraggio” potrebbe aiutare grandemente; e dicendo (falsamente) che se Padme fosse la, avrebbe deciso lo stesso.


Per il terzo atto del film, il Cancelliere riceve quei poteri di emergenza, per “prevenire un attacco” e come misura presa per una situazione straordinaria in tempo di crisi. È interessante vedere che durante il film solo qualche persona (visibilmente Yoda, Padme e Obi Wan) esprimono dubbio rispetto le intenzioni e azioni del Cancelliere.

Come al solito, i discorsi di Palpatine davanti a una moltitudine sono sempre molto rivelatori. La sua reazione al ricevere più potere è calcolata e ci ricorda i discorsi pronunciati per politici attraverso la storia, dove il velo è sottile e da fuori magari si osserva la ipocrisia delle sue parole.


“È stato con grande riluttanza che ho accettato questa carica. Io amo la democrazia. Io amo la Repubblica. I poteri che mi conferite saranno da me rimessi al risolversi di questa crisi.” Quindi il suo primo atto ufficiale è creare un esercito come “misura preventiva” (proviamo a ignorare la stupidità di quella frase).

In questa fantascienza viene mostrata l’estrema duplicità delle persone Palpatine/Darth Sidious e Count Dooku/Darth Tyranus. Anche se tutti e due i lati di ogni personaggio sono stati scritti e ritratti per essere visti perfidi, è interessante come possiamo trovare i paralleli nella realtà. Un tiranno non “cambia all’improvviso” le proprie idee e i propri metodi una volta al potere, semplicemente lascia il proprio programma personale o nascosto diventare il centro della sua personalità pubblica. Assassinati, rifiuto e punizione di dissidenti, accettazione della violenza per affrontare problemi emergenti, Tutte queste pratiche sono incarnate per il lato “Sith” dei malvagi, ma fanno parte della stessa persona tutto il tempo.



Il discorso di dare priorità all’azione sul pensiero spinge una retorica pericolosa che in passato ha portato a commettere atrocità per il bene comune.


Una cosa che trovo molto interessante in questo punto della storia è l’ingenuità di Anakin rispetto a come vengono gestiti la politica e i sistemi. Sin dall’inizio possiamo sentirlo parlare di come cambierebbe la legge per assicurare che le “brave persone” rimangano in politica, e come una singola voce possa far avanzare le cose. In un certo senso, queste idee prefigurano le sue azioni successive; ma in parte ci aiuta pure a vedere quello che possibilmente pensa la generalità della popolazione galattica. L’assoluta ignoranza su quello che fa il Senato, il pensiero che qualcuno con più potere e determinazione possa spingere il Senato a decidere più rapidamente; e la frustrazione e la sensazione de che il sistema attuale non funziona.

Quando arriviamo al terzo film (o terzo atto della caduta della Repubblica), ci viene mostrato come il velo cade per completo. Per noi come pubblico, i cambiamenti possono sembrare radicali. Come il Senato permette al Cancelliere di continuare la guerra fino alla fine? Come nessuno nota il crescente disprezzo per le voci dissidenti? E la risposta è tempo. Tutto questo accade col passare del tempo, e a questo punto vediamo come Palpatine continua a difendere la continuazione della guerra, anche dopo la morte del Conte Dooku, sostiene che la guerra deve continuare finche il Generale Grievous non sarà morto. Ciò garantisce pure che mantenga i suoi “poteri di emergenza” man mano che la crisi continua. Inoltre, con il procedere della guerra, Palpatine riceve più poteri. È interessante vedere come tanti (esemplificato nelle parole e azioni di Anakin) credono sia una buona cosa in quanto dà la priorità all’azione. L’dea di che meno deliberazione e più azione porteranno a risultati migliori e più rapidi è un tema ricorrente tra Palpatine ed Anakin, e anche per i politici con tratti fascisti e populisti nella realtà. Il discorso di dare priorità all’azione sul pensiero spinge una retorica pericolosa che in passato ha portato a commettere atrocità per il bene comune. Il problema con questo tipo di voce “contro-sistema” è che comincia accusando il sistema e le sue lente procedure, finche eventualmente riesce a dissolvere il sistema e le garanzie che aveva contro i sistemi totalitari.
C’è una crescita di voci dissidenti all’interno del Senato. Sempre più senatori esprimono preoccupazione per l’esistenza di una “terza via” per la guerra in corso. Queste sono stati portati sullo schermo tramite le opinioni di Padme, Senator Organa e Obi Wan; e loro rappresentano ciò che accade alle voci in disaccordo all’interno di un sistema totalitario. Queste voci sono zittite, le minacce alla diversità di pensiero sono fatte sia contro Padme che contro Organa.

Questa sensazione è stata ripresa per i Jedi e si mostra nel personaggio di Obi Wan. Lui è consapevole dell’influenza di Palpatine su Anakin e di quanto inusuale siano le sue azioni. I Jedi ormai sono consapevoli che Palpatine potrebbe avere un programma nascosto, e si dice che Palpatine è riuscito a rimanere in carico più a lungo del solito.

Anche Anakin assume un atteggiamento minaccioso quando Padme menziona l’idea che il Cancelliere stesso potrebbe essere corrotto, che la Repubblica possa non essere più quella di una volta, e che forse loro sono dalla parte sbagliata della guerra. Lei non vuole dire che i Separatisti abbiano ragione, pero che ci sia qualcosa in più che loro non riescono a vedere.

In entrambi i casi loro hanno la sensazione che qualcosa non vada, nonostante le sue preoccupazioni siano zittite prima che possano agire. Poche voci di ragione cominciano a sentirsi, gli allarmi iniziano a spengersi, eppure Palpatine riesce a soffocare quelli voci e chiamarli traditori e ribelli.

Per chi è curioso, c’è una scena cancellata di un incontro nell’appartamento di Padme in cui vengono mostrati i pensieri iniziali del movimento che diventerà l’Alleanza Ribelle. La scena completa viene inclusa nella novellizzazione del film e ci da una idea del crescente scontento con la situazione di alcuni dei senatori più attenti.


Trovando un nuovo nemico dopo la fine ufficiale della guerra, [Palpatine] convince il Senato che la costituzione di un Impero e la sua posizione come leader indiscusso è l’azione necessaria.

Mentre il film procede possiamo vedere come le due personalità di Palpatine si fondono lentamente, e come la sua influenza su entrambi le parti comincia ad allinearsi verso gli stessi obiettivi, culminando con il suo “tradimento” dei separatisti, riducendoli a ciò che sono sempre stati: il mezzo per arrivare a un fine. Con la sua utilità spinta e con la nuova narrativa del tradimento della Repubblica da parte dei Jedi, può liberarsi dei Separatisti e concentrarsi su le nuovi obiettivi dell’Impero.

La sua attenzione va ad adulare quelli che può unire a la sua causa, fino a corrompere (convincendo Anakin che lui è l’unico che può salvare Padme, per esempio), causando paura e confusione tra le diverse persone convolte. Utilizza la culminazione di detta confusione e la tensione causata nella Repubblica per la guerra per spingere a cambiamenti politici drastici in una sola azione. La maschera cade e le due identità di Palpatine si fondono, apertamente attaccandosi al potere e alterando la verità e i fatti per farli inquadrare in una narrativa in cui i Jedi sono cospiratori malvagi, e dove lui è l’unico salvatore, sostenendo che lui è il senato, e lui stesso può mantenere la pace e l’ordine.

In questo modo, alla fine del film ha sradicato i leader dei separatisti, ha decimato i Jedi, ed è riuscito a passare da potente Cancelliere a Senatore assoluto. Trovando un nuovo nemico dopo la fine ufficiale della guerra, convince il Senato che la costituzione di un Impero e la sua posizione come leader indiscusso è l’azione necessaria per sradicare il complotto dei Jedi per assumere il controllo del Senato, annullando nel contempo la democrazia e riuscendo a razionalizzare le sua azione come “il meglio per la galassia”.

In parole di Padme, “è così come muore la libertà. Sotto scroscianti applausi.”

Anakin è la personificazione della caduta della Repubblica, usando un misto di paura, alterazione della verità e una logica distorta, Anakin è sceso a spirale fino a diventare un essere che vive nella paura e nella rabbia, e questa rabbia obbedisce solo ai capricci del suo padrone. Vader fa indiscutibilmente come l’Imperatore gli comanda di fare, e adotta il suo discorso, poiché vede in esso la forza che non riesce a trovare dentro di sé.

Anakin allontana quelli più vicini a se, perché è così come casca il velo, di fronte a le persone più care a noi. Possiamo vedere il fascismo nel modo più chiaro quando cambia qualcuno, e quello è il caso di Obi Wan e Padme nelle scene finali del film.

Conclusione
L’utilità di analizzare le piccole istanze del fascismo è che ci aiuta a trovare schemi sulle sue variazioni, dandoci una visione dei nuovi volti che il fascismo potrebbe assumere.

Se pensiamo a Star Wars e al suo esempio di fascismo come una nuova e in qualche modo più attuale versione di questo regime totalitario e demagogico, potremmo avvicinarci all’identificazione delle sue nuove rivolte al nostro mondo attuale.

Il fanatismo viene rappresentato come la fame di potere, ma questo è di per sé l’obiettivo ultimo della credenza Sith.

Se guardiamo solo la trilogia originale potrebbe essere difficile visualizzare la portata alla discesa da una democrazia funzionante a un regime totalitario. Come è stato detto in precedenza, potrebbe non importarci di come l’Imperatore è arrivato dov’ è, e per quello che conta, potremmo pensare che l’impero ha conquistato la Repubblica e che gli imperiali siano li per l’uso della forza. Ma se prendiamo tempo per analizzare la trilogia del prequel, guardando la saga nel suo complesso, la verità è molto più terrificante.
Palpatine orchestra la caduta della Repubblica per raggiungere i suoi obiettivi egoistici. In questo caso, il fanatismo viene rappresentato come la fame di potere, ma questo è di per sé l’obiettivo ultimo della credenza Sith. Alla fine, Sheev Palpatine (alias: Cancelliere Supremo, Darth Sidious, Imperatore) impone le sue opinioni e “il modo Sith” per raggiungere la pace.
Viene mostrato che la sua idea di potere include lo sradicamento del pensiero dissenziente (i senatori che si oppongono alle sue opinioni, la decimazione degli Jedi), l’annientamento o l’abuso di “specie inferiori” (i wookies sono usati per lavoro forzato, l’Impero è costituito quasi interamente da umani bianchi, l’assassinio di leader separatisti), la soppressione dell’individualismo (l’Impero è monocromo, vestono uniformi, per identificare i soldati sono usati numeri), ecc.

A prescindere dalle sue vere motivazioni –forse desidera vendicarsi dei Jedi per la caduta dei Sith, forse crede davvero che l’Impero offra pace, forse è solo amaro perché il suo maestro era conosciuto come “il grande” e vuole superarlo—noi vediamo il discorso persuasivo di Palpatine, le diverse tecniche che usa per ottenere ciò di cui ha bisogno dagli altri per promuovere la sua causa. Questo lo vediamo principalmente attraverso la caduta di Anakin (dato che non analizzeremo la serie tv o l’ex universo espanso).


La situazione perfetta di shock su cui applicare il cambiamento. E questi dissidenti, “i diversi”, sono quelli che vengono sradicati per lasciare il posto all’Impero.


Il Cancelliere Supremo crea una situazione in cui interi pianeti (paragonabile a nazioni/razze nella nostra realtà) costituiscono “l’altro”. Questi emarginati, quelli che sono “diversi” rispetto alle norme e ai “cittadini di valori tradizionali”, quelli che sono stati predisposti per essere visti come i cattivi; questi sono quelli che sono spinti a diventare il nemico (i separatisti nei prequel).
Mentre pianeti/persone hanno motivi validi per volere un cambiamento o usciere dalla Repubblica (corruzione, inefficienza, ecc.), sono anche pressati per l’oscuro Sidious per assumere azioni violente. Ciò da alla Repubblica, nella forma di Cancelliere Palpatine, l’opportunità di punire i dissidenti, di creare un nemico comune e di dar seguito alla guerra civile. La situazione perfetta di shock su cui applicare il cambiamento. E questi dissidenti, “i diversi”, sono quelli che vengono sradicati per lasciare il posto all’Impero.
Allora, perché è più terrificante? Perché sarebbe troppo facile credere che i “cattivi” vengano dall’esterno, che la forza sia usata per costringere le persone, che una pistola sia tenuta in mano e che siano stati costretti a nominare qualcuno cosi vile come il loro capo. In realtà sono le persone, i governi che lentamente si indeboliscono nell’accettare le atrocità che accadano.
La democrazia non può salvare se stessa, ha bisogno che le persone siano consapevoli di ciò che li circonda, di essere vigili e di denunciare coloro che lo farebbero cadere. Combattere le soluzioni apparentemente semplici, cercare di vedere un po’ più lontano, combattere la paura, combattere l’odio. Fermare i discorsi tossici e pericolosi prima che possano eliminare le salvaguardie della democrazia.
Dicono che la realtà supera la fantasia, pero tutta fantasia ha le sue radici nella realtà. Star Wars non è l’eccezione, e se scavare un po’più a fondo nelle opere di fantascienza ci aiuta a dare un senso alla nostra realtà, allora abbiamo trovato profondità nell’intrattenimento e reso le nostre vite un po’più ricche.

Caro Rosado


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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1502 Messaggio da dostum »

Da blog di dx

Fasciofobia: la malattia dell’antifascismo




La fasciofobia è una patologia mentale ossessivo-compulsiva nota anche con il termine di antifascismo militante, che colpisce tutti i soggetti affetti da odio verso l’ideologia fascista, ed è principalmente radicata negli ambienti dell’estremismo di sinistra e comunisti in genere.

Il confine tra antifascismo ideologico e fasciofobia è sottile, quasi impercettibile, e si fa presto a cadere da uno stato all’altro, ammalandosi di tale patologia, con conseguenze devastanti e irrimediabili per la propria psiche.

I fasciofobi, ovvero coloro che sono affetti da fasciofobia, vivono la loro esistenza quotidiana andando in cerca in modo quasi maniacale della presenza del fascista, da sopprimere, da punire, a cui togliere ogni libertà, ogni spazio, nel nome di una loro astratta visione di democrazia da far prevalere a tutti i costi…

Chiaramente questa visione è frutto unicamente di allucinazioni ed esasperazione esistenziale, che porta il soggetto affetto da tale malattia a far ricadere tutti i mali del mondo e della società in cui vivono su questo fantomatico “nemico”….

I fasciofobi, esattamente come tutti i maniaci, spiano ogni singola mossa del reale o presunto fascista che riescono ad individuare; spulciano tutti i documenti che trovano (principalmente su siti internet e social network) per carpire più informazioni possibili, per ottenere un ampio dossieraggio, con tanto di schedatura delle vittime, con tanto di acquisizione di fotografie delle persone, di luoghi di ritrovo o abitazioni.




Seguono tutti gli spostamenti e le iniziative in programma di quei gruppi riconducibili a idee politiche fasciste, o che loro interpretano come tali, con un aggiornamento quotidiano, in modo tale da essere pronti ad andare subito a contrastare le vittime designate, per non dargli possibilità di stare nelle strade o in un qualsiasi luogo pubblico.

I fasciofobi non si limitano a spiare, schedare e “manifestare” contro, o segnalare pagine internet da oscurare, che già di per sé rappresenta uno stato avanzato della malattia alquanto preoccupante…

I fasciofobi necessitano di sfogare le loro frustrazioni e la loro ossessione maniacale, oltrepassando i limiti della rabbia “verbale”, abbandonando così ogni freno inibitore per passare all’azione fisica. Da qui pestaggi di persone ritenute “fasciste”, attentanti incendiari, dinamitardi e atti vandalici contro sedi di partito, contro locali ritenuti “fascisti”, contro abitazioni e automobili che si scopre esser proprietà delle vittime designate.

I fasciofobi vivono la loro esistenza nell’odio verso un fantomatico nemico, e ne sono talmente ossessionati che in taluni casi sono pronti anche ad uccidere (come tristemente dimostrano gli anni di piombo, come nei casi di Sergio Ramelli, massacrato a colpi di chiave inglese; oppure i fratelli Mattei, bruciati vivi dentro la loro casa….)

I fasciofobi vivono in uno stato perenne di frustrazione e necessitano di sfogarsi fisicamente contro il nemico immaginario che fascistizzano, pur di dare un senso alla propria inutile e fallimentare esistenza di esseri umani.

Quando sono in crisi di astinenza (ovvero quando non trovano un nemico in carne ed ossa su cui sfogarsi) iniziano a soffrire di allucinazioni, addirittura vedono i “fantasmi”, in particolar modo gli appare lo spirito del Duce…

A quel punto, in preda al panico e al delirio, provano a praticare una sorta di esorcismo, come cancellare la cittadinanza onoraria che in varie città italiane fu data a Mussolini 90 anni fa, o chiedendo di rimuovere la tomba di Predappio quasi che nascondendone il corpo ottengano di far sparire la sua “presenza” ingombrante…

E per esser certi che l’esorcismo funzioni, chiedono pure di far rimuovere dai monumenti storici le scritte e simboli riconducibili al fascismo, o rimuovere dai negozi i souvenir con le immagini del Duce, o perseguitare chi nel proprio bar ha foto del capo del fascismo, mandandogli le forze dell’ordine…

Una cura efficace e definitiva alla fasciofobia ancora non è stata trovata, anche perché questa malattia si è sviluppata nel corso degli ultimi 70 anni sempre più in forma grave, specie negli ultimi decenni… Però è guaribile, bisogna impegnarsi, lavorare a fondo e crederci.

Ad ogni modo il paziente va curato con buone dosi di storia verità, dove gli si insegna che il fascismo è stato invece una grande esperienza storica; al paziente va mostrato tutto il bene di quel periodo, ma gradualmente, altrimenti il soggetto rischierebbe di avere uno shock nel scoprire la realtà positiva tutta in una volta.

Va accompagnato in questo cammino anche con percorsi di meditazione dove poter rilassare corpo e mente (lo Yoga ad esempio, oppure il Qigong), ma anche intensa attività fisica, possibilmente all’aria aperta, dove poter ossigenare il cervello (una bella corsa quotidiana di almeno 30-45 minuti) e sfogare al contempo i nervi (praticare arti marziali o boxe, sono una buona ricetta).

Infine, ma non ultimo, tenerli lontani da luoghi malsani come centri sociali, associazioni Anpi e affini, sedi di partiti comunisti; toglier loro la cattiva informazione e propaganda storico-politica che ha causato il lavaggio del cervello aggravandone così la malattia. Possibilmente vietargli anche l’uso di droghe e cannabis che contribuiscono a rincitrullirne la mente.

Dalla fasciofobia si può guarire, esattamente come si può guarire dall’alcolismo, dalla droga o da qualsiasi altra dipendenza: però bisogna volerlo, bisogna impegnarsi a fondo con sacrificio e soprattutto farsi aiutare dagli altri, specie dai propri cari (purché non siano anch’essi affetti da tale malattia…)

Il paziente fasciofobo, ironia della sorte, per poter guarire deve forzatamente far suo il motto fascista: “Credere-Obbedire-Combattere”.

CREDERE di potercela fare a guarire.
OBBEDIRE ai medici che gli somministrano le cure
COMBATTERE per giungere alla propria guarigione.

A chi vorrà uscire da questo tunnel, posso solo dire: “IMMAGINA, PUOI!”

di Michelangelo Turrini
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dostum
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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1503 Messaggio da dostum »

RONCOFERRARO – Roncoferraro Anche il semplice restauro di un pennone risalente a più di ottant’anni fa (il più alto del Mantovano, ndr ) – facente parte del percorso generale di restauro del patrimonio storico locale tra monumenti, cippi, effigi e stemmi avviato dall’amministrazione comunale di Roncoferraro – può diventare tema di scontro politico. Tutto nasce dopo le recenti operazioni di pulizia del basamento marmoreo del medesimo pennone, dal quale sono riaffiorate delle vecchie scritte, sbiadite dal tempo, quasi cancellate dalla storia. Non scritte qualunque, ma celebrative dei caduti roncoferraresi durante la Prima guerra mondiale, dove si fa riferimento ad arditi e legionari con tanto di elogio “firmato” da Benito Mussolini. A sollevare la questione, con un post al vetriolo su Facebook, è stato l’ex sindaco Federico Baruffaldi , oggi tra i banchi della minoranza. «Con i nostri soldi si restaura un cippo di tal fattura, davanti ad una scuola elementare, a fianco alla chiesa e all’uscita dell’oratorio, in bella vista per le centinaia di ragazzini che vi transitano e senza alcuna contestualizzazione storica». L’attacco si consuma così: «Suona ironico che chi promuove queste iniziative abbia giurato sulla Costituzione e sia stato eletto democraticamente. Mi auguro quantomeno che su quel pennone non si pensi di innalzare una bandiera italiana». La replica del sindaco Sergio Rossi , sollecitato dallo stesso Baruffaldi a fornire chiarimenti, non s’è fatta attendere. «Constato per l’ennesima volta che qualsiasi cosa, anche la pulizia di un monumento, può divenire il pretesto per creare aloni sinistri e strumentali sull’operato dell’amministrazione – commenta il primo cittadino -. Amareggia riscontrare questo atteggiamento polemico a prescindere, teso unicamente ad alimentare sospetti sull’operato altrui, proprio da chi si è distinto per una legislatura divisiva. Altro non mi sento di aggiungere, anche perché stiamo veramente parlando del nulla. Tuttavia voglio rassicurare Baruffaldi: nessuna rievocazione nostalgica da parte di questa amministrazione, che a differenza sua non scava trincee ma cerca di fare del proprio meglio nell’interesse dei cittadini. Altri interventi dello stesso genere sono già programmati a Cadè e a Barbasso, mentre sempre nel capoluogo si sta pensando di riqualificare l’area che accoglie il monumento dei Caduti ai piedi del municipio, sempre nell’ottica di ripristino del decoro urbano».
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CianBellano
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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1504 Messaggio da CianBellano »

Chi sa il motivo del font fascista ma anche di altre epoche (che ora non sono in grado di elencare), che ha questa caratteristica di escludere testardamente la V, ma premette tranquillamente altre lettere tondeggianti come la P, C oppure esagerando O?
Ma scrivi sta V che ti costa? Invece no, scrivono la V come la V e cosi' devi sempre stare li ad analizzare se quella parola se avesse invece della V una V magari avrebbe piu' senso e allora mentalmente la sostituisci e pronunci V e scarti la V.
Luttazzi sembra una di quelle cose che scappa quando sollevi una pietra. (Renato Schifani)
se hai tipo 40 anni e stappi lo spumante tutto convinto, senza tradire nemmeno una punta di ironia, ti trovo ridicolo. (Fuente)
Scrivi fistola anale (dboon)
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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1505 Messaggio da bellavista »

CianBellano ha scritto:
08/10/2020, 14:18
Chi sa il motivo del font fascista ma anche di altre epoche (che ora non sono in grado di elencare), che ha questa caratteristica di escludere testardamente la V, ma premette tranquillamente altre lettere tondeggianti come la P, C oppure esagerando O?
Ma scrivi sta V che ti costa? Invece no, scrivono la V come la V e cosi' devi sempre stare li ad analizzare se quella parola se avesse invece della V una V magari avrebbe piu' senso e allora mentalmente la sostituisci e pronunci V e scarti la V.
Curiosità interessante in effetti.
Chi conosce l’aneddoto per cui la U era diventata V? Deve esserci un motivo
Qui habet, dabitur ei. E comunque: Stikazzi

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Salieri D'Amato
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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1506 Messaggio da Salieri D'Amato »

CianBellano ha scritto:
08/10/2020, 14:18
Chi sa il motivo del font fascista ma anche di altre epoche (che ora non sono in grado di elencare), che ha questa caratteristica di escludere testardamente la V, ma premette tranquillamente altre lettere tondeggianti come la P, C oppure esagerando O?
Ma scrivi sta V che ti costa? Invece no, scrivono la V come la V e cosi' devi sempre stare li ad analizzare se quella parola se avesse invece della V una V magari avrebbe piu' senso e allora mentalmente la sostituisci e pronunci V e scarti la V.
Quì dice che per l'incisore fare la U era più complicato :roll:
https://it.cultura.storia.moderato.nark ... memorative
La via più breve tra due cuori è il pene

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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1507 Messaggio da gaston »

ehm era un richiamo all'età classica , si usava un carattere , oggi diremmo un font ispirato alla lapidaria romana detta anche capitale libraria quadrata o elegante ,qui un esempio , https://colorgrammar.files.wordpress.co ... rattas.jpg e in quello stile anticamente la u la facevano come V per il motivo spiegato da Salieri o magari parlavano davero con la V :-D :-D

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Blif
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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1508 Messaggio da Blif »

In latino classico c'era un suono solo.



Per chi non reggesse due minuti, ne parla al minuto 1:06.
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dostum
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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1509 Messaggio da dostum »

L'ORGIA DEL POTERE

L’orgasmo del fascismo

Fedora Sandelli ha nella Storia sessual-politica d’Italia un posto centrale e insospettabile. Nel 1976 il giornalista Osvaldo Pagani pubblicò per i tipi della Casa editrice SugarCo di Milano un lungo libro-intervista che svelò le attività di questa signora, all’epoca del volume quasi ottantenne, che al tempo del Fascismo era stata tenutaria di un bordello sull’Appia antica, in una posizione discreta e poco evidente. Sorpresa: il ritrovo era stato voluto direttamente da Benito Mussolini come buen retiro di gerarchi, amici e colleghi (non escludendo gli ospiti nazisti, spagnoli e giapponesi al tempo dell’Asse).


Scrive il saggista Luca Scarlini nel suo libro del 2013 Il Sesso al Potere. Dall’Unità a oggi (Guanda): “Il tono della testimonianza è guascone, beffardo: la signora non indietreggia di fronte a niente. Dopo essere stata la mantenuta di un ricco signore, per tramite di un amante, arriva al Duce. Il suo primo incarico è quello di reclutare delle ragazze – puttane ma non troppo – per il primo incontro Hitler-Mussolini a Venezia, nel 1934. Le damigelle coinvolte devono essere ben vestite, disposte a tutto, o quasi, e tacere sempre. Dopo il primo successo, declinato nelle prevedibili lussuose suite del Danieli, con tutte le possibili combinazioni offerte dall’equipe, composta da giovani beltà con i nomi di un canovaccio del varietà o di un romanzo di Liala (Lory, Genny, Feby), la collaborazione si consolida. Anche lei, maitresse di questo erotico circo, è esposta a ogni attacco, e le ci vuole il suo amico a strapparla dalla foga del pilota personale di Hitler e da quella dei gerarchi locali, accorsi con i calzoni calati ai prevedibili festini al Grand Hotel.
Fedora si reca a Palazzo Venezia con un abito a fiori e i riccioli di ordinanza tanto in voga a quel tempo. Il suo amico-amante-magnaccia, dal nome in codice di Carmelo, le ha detto di non mettersi le mutande. Il padre della patria la sbatte sul mappamondo e verifica la mercanzia, ma dice che non ha tempo, hélas, perché deve risolvere un inghippo diplomatico. La signora soprattutto è attenta al “birolo” o “ceppo” che dir si voglia, ne descrive con precisione tecnica pregi e limiti, e per lei Mussolini è uno “con due palle così” (perché, assicura, ha provveduto a toccargliele nel corso dell’incontro)”.

La concatenazione degli eventi è evidente: Fedora si dedica a un casting lunghissimo. Le “signore” e “signorine” che si offrono devono venire tanto dal generone che dall’aristocrazia, solitamente hanno una mansione di copertura nella Moda o anche nel Cinema: tutte hanno bisogno di soldi o vogliono tentare l’avventura.
L’inaugurazione del bordello avviene il 23 marzo 1935: tutto il Fascismo al gran completo si precipita per passare “qualche ora serena”. Da quel momento e fino al crollo del Regime Palazzo Venezia ebbe la gestione diretta di un bordello di alto bordo, dalle altissime tariffe (maggiori di quelle di case rinomate come Madama Saffo a Firenze, il Suprema di Genova o dei più raffinati “Collegi” delle tose di via dei Fiori Chiari e Fiori Scuri a Milano). Il costo era di lire 500 per una prestazione semplice. Lire 1000 per un trattenimento prolungato, lire 1300 fino a mezzanotte, lire 2000 per la nottata dalla mezzanotte in poi. Una fortuna: basti pensare che la consumazione della “marchetta” semplice corrispondeva a due lire nei bordelli più popolari.

Scrive Scarlini: “Diana, Kitty, Leda, Elly, Bettina, fior fiore del “puttanesimo romano”, facevano del loro meglio. Le camere da letto diventavano luoghi di confessione e di raccolta di informazioni: bodyguards littori e spie cominciarono in breve a comprendere che madama Fedora era una persona importante nell’organigramma fascista. Facendo il conto delle erezioni, delle performance, della vigoria, pronosticava il destino di potere di gerarchi e autorità romane o straniere.

Di lì a breve, infatti, la villa sull’Appia divenne abituale “tabarino” per generali spagnoli a caccia di denari, ambasciatori rumeni e uomini d’affari portoghesi alla ricerca di buone occasioni. Mentre Ettore Muti e Alessandro Pavolini facevano di tutto per essere ricordati come stalloni da Gran premio, Mussolini arrivava per sveltine tra la dichiarazione della guerra etiopica e la consacrazione dell’Impero.
Le ragazze di Fedora colgono frammenti di storie più grandi di loro e la furba maitresse tiene un quaderno di tutto, a futura memoria.


Una vera e propria sequenza di fotogrammi della tirannia vista nei suoi doppi fondi. Fino all’apice e alla conclusione della saga: una festa per Hermann Göring, ciccione travestito, con parrucca, che malgrado tutto faccia pensare diversamente, possiede gagliardamente varie signorine, in mezzo a una ronda di SS e gerarchi festanti.

Non esistono controprove alle dichiarazioni della signora scatenata, ma senz’altro il nesso dittatura-bordello è di quelli che restano di più nell’immaginazione”. Tanto che nel 2008 lo scrittore di gialli Marco Vichi ha pubblicato presso Piemme un racconto intitolato Puttana dove immagina che una ragazza, Simonetta, al fine di vendicare il fratello Spartaco impiccato a Bologna nel 1922 dalle Camicie nere, si faccia assumere nel famoso bordello per uccidere Benito Mussolini. Naturalmente non ci riuscirà: sarà invece lei ad essere stuprata e uccisa da Ettore Muti e il suo cadavere gettato in mare.


Conclude Scarlini: “I trionfi baracconi delle adunate di letto da Fedora lasciano in breve tempo spazio alla preparazione della guerra e al disastro. Lo sfascio, a quel punto, è anche quello di corpi segnati dalla deboscia e dagli eccessi. Mussolini, le ultime volte che si presenta alla casa, è ormai un vecchio acciaccato, che ha però bisogno di mantenere alta la sua reputazione di infaticabile guerriero d’amore. Pavolini, nella sua trasformazione in “tigre”, nel bordello si sfoga del suo rancore, dopo il ritorno dalla Germania. Reclama a gran voce la morte del “traditore numero uno” Galeazzo Ciano.
Il destino delle ragazze di Fedora fu invece vario. Molte trovarono in queste attività la via a una carriera mondana fiorente, ma non per tutte furono rose e fiori. La turnazione era fittissima, se una “non funzionava” in un mese si ritrovava in una casa di minor prestigio. Le signorine dovevano stare molto attente: un qualsiasi passo falso si pagava caro. Una che non voleva lavar via il seme del Duce per restarne incinta venne arrestata e un’altra che dichiarava di attendere un figlio da Hitler morì per un tentato aborto (in realtà venne assassinata) e così via, in questo fastoso quanto disperato demi-monde.
Fedora, malgrado le richieste, rifiutò saggiamente di trasferirsi a Salò (sul sito leggi qui) e restò a Roma, in attesa degli eventi, congedò le ragazze che dovettero sostentarsi in altro modo, ma disse loro di stare pronte per il prossimo cambio di regime. Infatti quando arrivarono gli Alleati aveva già pronte nuove e vecchie girls, di provata fede alleata, per gli angloamericani e per alcuni politici italiani di recente fama, che avevano voglia di cimentarsi.

Il bordello del Regime si trasformò così in un istituto di piacere repubblicano in cui si pagava in am-lire”.
Fedora però morì prima di poter pubblicare le memorie dedicate a questo periodo.
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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1510 Messaggio da dostum »

IMHO la foto nella discarica poteva rimanere

Romentino, la foto del Duce nell’ufficio della discarica: rimossa dopo l’interrogazione in Consiglio


Forse l’immagine era appesa a quella parete da tempo e lì è rimasta finché qualche cittadino non l’ha notata, segnalandola infastidito alla capogruppo di minoranza Paola Occhetta: cosa ci fa una foto di Benito Mussolini nell’ufficio del centro di conferimento rifiuti di strada Cardana? È lecito tenerla in quello che deve considerarsi un luogo pubblico, visto che gli utenti vi hanno accesso quando occorre sbrigare alcune pratiche?

Occhetta ha sollevato il caso durante l’ultimo Consiglio comunale, nella fase di «question time» che conclude i lavori: vengono poste verbalmente nuove interrogazioni, alle quali di solito l’amministrazione si riserva di dare una risposta circostanziata nella seduta successiva. All’inizio la consigliera ha usato un’espressione un po’ vaga, parlando della «foto di chi ha governato l’Italia fino al 1943», ma poi ha precisato: «Ovvero la foto del Duce». «Non riuscivo a dire Mussolini in quell’aula - spiega - mi dava un po’ fastidio». Il sindaco Marco Caccia, ignaro della vicenda, ha assicurato: «Verificheremo e risponderemo».

E in effetti pochi giorni dopo la foto è sparita dall’ufficio, come ha potuto verificare la stessa Occhetta quando si è recata all’isola ecologica per conferire alcuni rifiuti. Lei era l’assessore che, durante la precedente amministrazione Biondo, ha avviato il progetto di ristrutturazione del centro di conferimento, riaperto il 3 agosto scorso dopo dieci mesi di lavori. «L’addetto - dice - mi ha riconosciuta e mi ha chiesto: “È lei la signora che mi ha fatto togliere la faccia di Mussolini? ”. Poi ha precisato di essere “solo un po’ fascista” e di averla messa “per e di averla messa “per provocazione”. Comunque con me è stato gentile, l’ha detto con il sorriso. Credo che la forma sia anche sostanza e che nella cosa pubblica occorra essere rispettosi». Il sindaco Marco Caccia, esponente di Fratelli d’Italia, precisa che al centro di conferimento non lavorano dipendenti comunali ma personale del Consorzio di bacino del basso Novarese e aggiunge: «Ho dato mandato di andare a verificare quella segnalazione e sto aspettando il verbale per poi rispondere nel prossimo Consiglio comunale. Comunque, da quanto mi è stato in seguito riferito, sembra che quella foto fosse lì da anni e che ci fosse anche dell’altro». Che altro? «Qualche svastica». Da sindaco qual è la sua valutazione? «Ognuno a casa sua è libero di fare quel che vuole, ma in un ufficio pubblico eviterei».

La vicenda ricorda quella dei cimeli del Ventennio esposti nella sede di Novara dell’Atc, l’Agenzia territoriale per la casa. Solo che in quel caso non erano nell’ufficio di un addetto al conferimento dei rifiuti, ma in quello del presidente Luigi Songa. Ne era seguita lo scorso febbraio una polemica, con la richiesta di dimissioni da parte del presidente della Regione, rimasta finora inascoltata

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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1511 Messaggio da dostum »

https://vimeo.com/374764154



Il progetto di porno-attivismo che “stupra” i monumenti fascisti e colonialisti


"Fuck the fascism" è la versione 2.0 delle statue abbattute e vandalizzate dal movimento Black Lives Matter, abbinando la ricerca storica allo "stupro" dei responsabili di atrocità razziste e coloniali




Quando il mese scorso sono cominciate le proteste per BLM e ho letto delle statute tirate giù o vandalizzate, il mio pensiero è subito volato a “Fuck the Fascism”, un progetto di Maria Basura (nome d’arte che significa “spazzatura”) e Paula Garrido, che fanno parte del collettivo “Terrorismo teatral migrante”. Ho così deciso di intervistarle e quello che è venuto fuori è un pezzo doloroso e necessario, forte e irruento, che lascia spiazzati.



Se avete difficoltà con l’autocritica, consiglio pezzi più ameni, se invece avete voglia di mettervi in discussione, continuate a leggere. Siete stanchi del politicamente corretto? Qui non ne troverete affatto.

Prima di tutto vorrei chiedervi se vi sentite o identificate come pornoattiviste e se potreste spiegarci in cosa consiste il porno attivismo.
Prima di tutto, ci consideriamo un collettivo anti-colonialista, anti-razzista e anti-fascista che si rafforza attraverso la pornografia e il vandalismo per compiere le proprie azioni: cosa c’è di più pornografico della storia coloniale e capitalistica che tiene a bada queste potenze egemoniche?

La pornografia per noi è uno strumento per raggiungere il nostro obiettivo, riappropriandocene e lottando contro canoni estetici, corporali, sentimentali e passionali che censurano corpi dissidenti ed esclusi. È un altro modo per fare porno e di rivendicare la creazione di un immaginario non etero-normativo che produca un crossover con la metafora di qualcosa di brutale come la storia della colonizzazione. Noi siamo il risultato di uno stupro sistematico perpetrato dall’uomo bianco, non possiamo ignorare che nelle nostre vene scorra il sangue dello stupratore e della terra stuprata che non avrà mai giustizia.

Crediamo che sia necessario che le persone bianche facciano le proprie ricerche, perché noi facciamo già pedagogia storica sul tema del razzismo per spiegare cosa sia il porno attivismo. Il porno attivismo non è il punto del nostro progetto: è un’aggiunta a massacri, desideri, torture ed esotismo che sono il prodotto delle pratiche coloniali tuttora in vigore. Per esempio, perché Rolling Stone, essendo un magazine bianco, di successo e mainstream, non compensa materialmente il nostro tempo e la nostra energia per rispondere a queste domande? Dobbiamo fare pedagogia gratuita in cambio di visibilità? In qualche modo questa intervista o altre sfruttano i corpi che non sono né bianchi né di successo. Veniamo considerati esotici dal boom del momento, che a un certo punto verrà dimenticato, pur essendo un progetto che ha quattro anni.

Quando vi è venuta in mente l’idea di “Fuck the Fascism”?
Crediamo che vi sia un bisogno millenario e collettivo di giustizia che si scontra e si antepone alla negligenza e all’indifferenza anch’essa millenaria e collettiva di una società che accetta quotidianamente di passare accanto a monumenti che commemorano e onorano genocidi. La singolarità di questo progetto e del suo collettivo sono le persone che hanno avuto bisogno di vendetta, che convergono con altre che si sono “risvegliate” attraverso questa proposta. FTF si è concretizzato dopo che Basura ha trovato i video del suo intervento al Colòn di Barcellona [Mirador de Colum, il memoriale dedicato a Cristoforo Colombo] per il 12 ottobre 2015, quando fu arrestata.



Perché avete scelto di “stuprare” monumenti invece che vandalizzarli in altri modi? O avete scelto il porno perché è la vostra lingua, come la pittura è quella dei pittori, per esempio?
È interessante e al contempo davvero divertente che la puerilità e il cinismo della società bianca concentrino l’attenzione per il nostro progetto sul concetto di stupro. Sono incredibili lo stupore e l’orrore che si risvegliano in essa, considerando che è rivolto a pietre e cemento inerti, non capendo che la nostra vendetta punta alla memoria costruita sull’abuso, la tortura e lo stupro che voi stessi continuate a perpetuare. Capiamo che sia un tabù e un argomento provocatorio, ma sono le vostre mani a essere sporche di sangue. Noi siamo alla ricerca di un risarcimento e una vendetta metaforici, non siamo andati presso le loro popolazioni [dei colonizzatori] a violentarle, rapirle, torturarle e strappare loro la propria identità, i credi e la spiritualità, sfruttare le loro terre. Il tema dello stupro è un tema e un orrore che appartiene alla gente bianca, all’inquisitore.

Come scegliete dove e quali statue e monumenti fottere?
FTF è un progetto che può essere portato dappertutto nel mondo perché ci sono monumenti fascisti ovunque. Ci avvaliamo della cooperazione di collettivi che organizziamo attraverso quelli che chiamiamo “raduni complottisti”; facciamo ricerca storica e la problematizziamo con persone interessate e alleate per creare una proposta di azioni pornovandaliche.

State pianificando o lavorando su nuovi atti?
Lavoriamo costantemente su FTF. Attualmente stiamo lavorando al prossimo capitolo: “L’attraversamento di due mondi”, disponibile su YouTube. Abbiamo anche materiale registrato a Bruxell e Londra che non siamo ancora riuscite a finire per ragioni di budget.

Cosa pensate e come vi sentite riguardo agli ultimi eventi in tutto il mondo riguardanti il movimento BLM e soprattutto la pratica di buttare giù le statue dei colonizzatori?
Non c’è posto per la gioia nei nostri corpi. Ogni monumento crollato è un orgasmo per i nostri cuori insorti.

Penso che ciò che fate con FTF sia piuttosto disturbante perché usate lo stupro per umiliare la memoria della persona alla quale la statua o il monumento sono dedicati, questo rende la protesta molto forte e potente per me ma ho la sensazione che, se la gente che sta protestando ora avesse scelto questa strategia, avrebbe ricevuto meno consenso anche da coloro che adesso sono dalla sua parte, perché c’è un tabù così grande sul sesso che sarebbero stati sconvolti dal potere di una protesta come FTF. Cosa ne pensate?
Al di là del tabù sessuale, c’è un tabù di fronte alla nudità autorevole dell’altro. Ciò che disturba sono i corpi silenziati o quelli sempre esposti completamente nudi, come nel caso della schiavitù e degli zoo umani. La scelta della violenza verso la nudità usata come linguaggio di protesta e non come strumento di vendita, di esorcismo per il suo consumo o di intrattenimento è un fattore determinante, perché – perfino nel ventunesimo secolo – sono la carne e la terra che prendono i proiettili. Noi fottiamo quelle pietre, voi continuate a ucciderci e ridurci in niente.

La violazione dei monumenti come concetto di lotta probabilmente non è un modo seducente per unire le forze ma è un fatto storico che i nostri antenati e le nostre sorelle hanno vissuto e continuano a vivere. È un problema che ha bisogno di essere messo sul tavolo di discussione.

Pensate che lo stupro sia peggio della violenza in generale o pensate che una violazione sia quello che è e che il sesso non la renda meno o più problematica?
Come può la questione dello stupro rimanere sensazionalistica mentre non ci è stato chiesto il lavoro di ricerca storica che abbiamo fatto?

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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1512 Messaggio da dostum »

Il Giro d’Italia. Ma di 80 anni fa. Quando, nella Firenze-Modena, come scriveva Orio Vergani sul “Corriere della Sera” il 30 maggio 1940, “vedevo qualcosa di nuovo, aquila, rondine, alcione, non saprei come dire, che sotto alla frusta della pioggia e al tamburello della grandine, le mani alte e leggere sul manubrio, le gambe che bilanciavano nelle curve, le ginocchia magre che giravano implacabili, come ignorando la fatica, volava, letteralmente volava su per le dure scale del monte, fra il silenzio della folla che non sapeva chi fosse e come chiamarlo”. Era Fausto Coppi.

Eppure, per la vittoria – la prima delle sue cinque vittorie al Giro – Coppi non dovette ringraziare solo Bartali, il capitano che gli lasciò via libera e che sulle Alpi lo aiutò a vincere, ma anche Adolf Hitler. Ne scrive Claudio Gregori in “Coppi contro Bartali” (Diarkos, 560 pagine, 19 euro). “La mattina del 30 maggio, mentre i tifosi leggono le celebrazioni di Coppi, il Duce consegna al ministro degli Esteri Ciano, perché la mandi a Hitler, la data prescelta per l’entrata in guerra dell’Italia: è il 5 giugno”. Ma era previsto che il Giro si concludesse a Milano il 9 giugno. “Il messaggio cifrato è comunicato a Berlino all’ambasciatore Alfieri, che lo porta a Hitler”.

Hitler ci ripensò due volte. La prima volta chiese che la data venissse spostata di alcuni giorni, “e ciò perché intende nei prossimi giorni fare un attacco a fondo contro gli aeroporti francesi – come riportato nel “Diario” di Ciano -. Teme che l’inizio dell’azione italiana determini uno spostamento delle forze aeree francesi e sventi il suo piano di distruzione”. Allora Mussolini comunicò che la data dell’entrata in guerra sarebbe stata l’11. “In serata, però, von Mackensen – svela Gregori – chiese un incontro urgente e avvertì che Hitler ritirava le riserve e gradiva l’anticipo dell’intervento dell’Italia. Questo non era più possibile, perché le divisioni erano in movimento”. Tutto quello che si poté fare fu l’anticipo dall’11 al 10. Così la conclusione del Giro e la vittoria di Coppi furono salvi.

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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1513 Messaggio da pan »

Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)

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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1514 Messaggio da dostum »

Però questa era ottima idea



Il Vallo Alpino Littorio è un insieme di fortificazioni eretto per difendere i confini italiani da una possibile invasione da parte della Germania nazista. Le fortificazioni vennero costruite in tempo record tra gli anni 1939 e 1942.
L’Italia di Mussolini aveva stipulato con la Germania di Hitler il 22 maggio 1939 una stretta alleanza: il Patto d’Acciaio, ma dopo l’invasione tedesca dell’Austria, Mussolini, non fidandosi dell’imprevedibile e potente alleato, scelse di costruire questo sistema difensivo che venne per questo motivo soprannominato “Linea non mi fido”.


Il 21 novembre 1939, mentre la guerra in Europa era già iniziata senza il coinvolgimento dell’Italia, Mussolini diede l’ordine di fortificare massicciamente il confine settentrionale con la costruzione del Vallo Alpino Littorio.
Le posizioni delle fortificazioni vennero stabilite da una commissione militare, i terreni vennero acquistati o espropriati e per il duro lavoro, a volte anche pericoloso, gli operai ricevevano un salario fino a 50 lire al giorno.
La realizzazione delle opere fu pieno di difficoltà: dalla mancanza delle strade di accesso, in parte ancora da costruire e sostituite da teleferiche provvisorie, per far giungere i materiali nelle posizioni più impervie, al getto del calcestruzzo che poteva essere effettuato solo ad una temperatura superiore ai -5° C per cui, in alta montagna, soprattutto in inverno, i lavori erano fortemente limitati.


Per la costruzione dei diversi sbarramenti bisognava trasportare in loco, a ridosso del confine, materiale edile sotto gli occhi dell’”amico-nemico” che, venuto a conoscenza della costruzione del Vallo Alpino si oppose finchè Mussolini, il 4 ottobre 1942, fu costretto a ordinare la sospensione dei lavori.
In totale vennero edificati circa 350 bunker che non vennero allestiti, 80 opere non vennero terminate come edificazione e rimasero solo i lavori di scavo. La maggior parte delle opere di artiglieria non venne equipaggiata perché gli affusti e le feritoie per i cannoni non vennero più consegnate.
Il costo dell’opera, rilevato da documenti datati 1942, fu di Lire 544.000.000.

La catena di fortificazioni però non ostacolò nessun attacco del nemico, i nazisti, quando invasero l’Italia passarono attraverso l’Alto Adige senza trovare alcuna resistenza in quanto erano considerati alleati e non ci furono ordini di contrastarli.
Viste le attrezzature usate, non efficienti come le attuali, e il poco tempo impiegato per la realizzazione, la costruzione del Vallo Alpino Littorio è da considerarsi un’impresa.
Uno dei bunker del Vallo Alpino si trova nei pressi di Monte Colesei.
Per ora, lo si può ammirare solo dall’esterno percorrendo il sentiero che lo costeggia e da dove si possono osservare le costruzioni a cupola di calcestruzzo dove dovevano essere posizionati i pezzi di artiglieria per la difesa del Passo Monte Croce Comelico.

All’interno, il forte è disposto su tre piani: un corridoio centrale che attraversa in longitudine la Croda Sora i Colesei, dove era prevista la collocazione degli alloggiamenti delle truppe e altri 2 piani, uno inferiore e uno superiore dove sono dislocate le postazioni di difesa. È vietato entrare all’interno del forte che risulta essere un vero labirinto dal quale è difficile uscire.
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Re: [O.T.] Aria di fascismo

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