no, la giornalista è una mia cara conoscenza, bravissima, e che è venuta qui imbeccata da me, Gioia è un femminile diverso dagli altri, lo fa chi faceva Diario e infatti ci scrivono sopra pure Formigli, paolo giordano e appunto la Di Pietro.Pimpipessa ha scritto:ronsard ha scritto:no Pimpi non scherzo, pag.92
ce l'ho!
si si si siamo citati parlano di sasha gray della mia annette e di superzeta.it scirtto in corsivo con in grassetto un trafiletto che dice sito frequentato dagli estimatori dei più vari generi pornografici ecc ecc l'articolo è di Alessandra Di Pietro,
aahhah su Gioia!!!
ma Ronsard com'è che funziona la grionalista avrà messo in google parole choiave come tette rifatte silicone pornostar e siam venuto fuori noi?
e ancora come mai tu leggi Gioia ?:-D
appena riesco posto
Labbra a canotto: favorevoli, contrarie e danneggiate. Mia nuova inchiesta su Gioia
L’avanguardia della bellezza mette fuori moda le labbra a canotto che volevano essere belle da baciare e invece sono rovinose anche solo da guardare. Chi piange sul silicone infiltrato è un gran numero di attrici, veline, ballerine televisive, ma soprattutto signore e giovani donne che anni fa hanno gonfiato la bocca il silicone, filler non riassorbibile. Oppure sono vittime di pirati della medicina estetica che ancora oggi lo usano nonostante sia vietato dalla legge, poiché una volta iniettato, rimane fissato e regala l’immobilità facciale, quando non procura infezioni, gonfiori, deturpamenti. I dati sul numero di filler effettuati per inturgidire le labbra stimano persino due milioni di interventi fino ad oggi dunque il campione potenziale della tragedia estetica contemporanea più appariscente è sterminato.
Tornare indietro è possibile, ma è costoso e fa male, spesso andare avanti con punture e riempimenti una necessità. Se sono bastate quattro punture per aumentare il volume delle labbra, volendo riaverla come “Dio me l’ha data” (parole che accompagnarono
il ravvedimento di Courtney Love) serve un intervento chirurgico complicato: asp
ortare un pezzo di labbro, fare un incisione, togliere il silicone e ricucire. Il risultato in linea di massima è accettabile, ma si vedrà sempre che c’è stata una sofferenza. Lo spiega il Dottor Emanuele Bartoletti, Segretario generale della Società italiana di medicina estetica
e figlio d’arte: suo padre, il professor Carlo Alberto Bartoletti, ha “inventato” la medicina estetica e fondato un servizio ambulatoriale unico al mondo dentro l’ospedale Fatebenfratelli, alta qualità ma a prezzo calmierato. Da qualche mese, Bartoletti ha aperto l’unico “The Second Opinion” in Italia, ovvero un ambulatorio per le complicanze estetiche che prende in carico almeno 4 casi a settimana: filler sbagliati, cicatrici o macchie da peeling o laser, eccessi da botox.
Sarà anche per questo enorme mole di riaggiustamenti, ma il dottor Bartoletti è severo, persino brusco, con le sue pazienti sul numero di filler possibili, però è compassionevole verso signore ormai avanti con l’età, ereditate da altri e che hanno iniziato a rifarsi negli anni novanta, dame ormai affezionate alle loro bocche esagerate, agli
occhi spiritati, agli zigomi con la pelle tiratissima, e gli chiedono punture su
punture “senza più avere un solo centimetro di pelle vergine”. Perché è vero che ci sono stati e ancora ci sono medici che fanno gran danni, ma esistono pure donne
che insistono per avere subito un risultato evidente, non si accontentano di un rigonfio graduale, chiedono che duri un po’ di più di quanto succede (per fortuna ormai) con le nuove che prevedono solo l’uso di filler riassorbiti entro qualche mese come l’a
cido ialuronico o il collagene.
Nel catalogo di quello cui è bene fare a meno nella vita, però, ci sono anche s
eni rigonfi, glutei bombati, zigomi puntuti, fronti irrigidite dal botox. Le bel
lezze (che ci paiono) non rifatte sono quelle che piacciono sempre di più. Sono giovani attrici come Sabrina Impacciatore, Alba Rorwacher, Maya Sansa, Valeria Bruno Tedeschi, Valeria Solarino, tutte con visi forti, bocche speciali, corpi belli fuori dagli
standard. Oppure magnifiche cinquantenni come Monica Guerritore, e bellezze imp
eriture come Vanessa Redgrave, 70 anni, che accettano le rughe e accompagnano l’
evolversi della loro grazia nel tempo. Sulle passerelle tornano le rotondità, e
con il sostegno di Anne Wintour è Laetitia Casta a presiedere la settimana dell
a moda francese. E ancora, Calvin Klein sceglie Lara Stone, olandese, definita
formosa (magrissima per il resto delle comuni mortali), Vogue online propone la
sezione curvy, e le donne impazzite di gioia ringraziano frequentandola in mass
a. In America dove Disney Corporation ha chiuso alle ragazze rifatte i provini per il nuovo Pirata dei Caraibi, premiando anni dopo la testardaggine di Keiera Knightly che
si era fieramente battuta per non essere pompata con il photoshop sulle locandine. Agostino Toscana, direttore creativo di Saatchi&Saatchi Italia, conferma che i casting sono
resi mortalmente noiosi da troppe ragazze identiche fra loro, un unico lungo sba
diglio finché non arriva qualcuna “che non è stata omologata da interventi chir
urgici, e ha conservato un naso importante, labbra naturali, oppure lentiggini e fossett
e. Allora viene scelta perché il suo difetto fa la differenza, e rende la sua be
llezza unica, dunque memorabile. La grande pubblicità cerca le maggiorate solo p
er rappresentare l’esagerazione e il grottesco”. Persino nella pornografia, spes
so accusata di essere la fucina di modelli ipersiliconati, le attrici più famose
del momento sono l’americana Sasha Grey e la tedesca Annette Schwarz, che si f
anno un vanto di avere corpi e visi autentici. E d’altronde, su superzeta, sito
frequentato dagli estimatori dei più vari generi pornografici, si moltiplicano g
li appelli degli utenti alle dive del settore perché si disfino del silicone e t
ornino alle fattezze originarie. In molte lo fanno, e se proprio non espiantano
del tutto, almeno ridimensionano vedi il caso di Victoria Beckam, che ha scalato
di un paio di misure o di Pamela Anderson che lo ha dimezzato. Il fatto è che
le maggiorate artificiali sono ruzzolate giù dal piedistallo per finire in un ta
rget sempre più piccolo, più basso e di dubbio gusto che ha avuto origine nelle
riviste erotiche patinate americane tipo Playboy e trova ancora un palcoscenico nella televisione. Enrico Vanzina, sceneggiatore, fratello del regista Carlo, autore delle c
ommedie più popolari d’Italia, colui che – ci tiene a precisarmelo - ha inventato la
frase “guance che sembrano un canotto”, accusa la tv senza mezzi termini: “La t
elevisione ha la resposabilità di mettere in scena a tutte le ore opinioniste, v
eline e partecipanti al Grande Fratello che hanno come aspirazione di assomiglia
rsi. La bellezza, invece, sta nel coraggio di essere diverse, uniche e anche imperfette”.
Medicina e chirurgia plastica non arretrano di un solo millimetro, anzi c’è un
’esplosione di varietà di trattamenti. Ogni parte del corpo può essere rimpolpat
a, lisciata, rassodata, e se calano le liposuzioni aumentano i lipofilling (ovv
ero la realizzazione della sfrenata fantasia di ricollocare il proprio grasso do
ve piace). La tendenza più raffinata è fare ma non esagerare e soprattutto non
esibire. Uno degli interventi in costante aumento è il più segreto di tutti, ov
vero la vaginoplastica a fini estetici conferma il prof Gianfranco Bernabei (del
Lvr Institute di Milano, Laser Vaginal Rejuvenation è un metodo internazionale
brevettato). Si parte da un problema di salute, come muscoli perineali allentati
dalla gravidanza, o alterazioni delle forme nelle piccole e grandi labbra
e si finisce con la chirurgia estetica
, come se fosse credibile un modello di bellezza anche per i genitali. In Italia
siamo agli esordi, ma in Inghilterra e in America, dove la pratica è molto diffusa e prevede una gran varietà di interventi tra cui l'ingrandimento del Punto G
, si sono creati ampi schieramenti di favorevoli e contrarie, oltre al fatto che contano parecchie danneggiate.