Marcos chiama l’Inter: giocate in Chiapas
Il subcomandante pone una condizione: non vendete i diritti tv. La società : siamo onorati
Su un campo sterrato della Selva Lacandona un giocatore in maglietta rossa e passamontagna attraversa la difesa nerazzurra e va in rete. Il primo gol per vincere la partita ed entrare nella storia: quella volta in cui l’«equipo» zapatista la spuntó contro Vieri, Zanetti, Adriano e compagni.
Il Subcomandante Marcos ha fatto un sogno e perchè si realizzi l’ha messo nero su bianco: una lettera consegnata un mese fa in Chiapas a un dirigente dell’Inter (la società è da un anno in Messico per progetti di aiuto agli indios) e adesso arrivata a Milano. «Vi scrivo per sfidarvi formalmente a una partita di calcio tra la vostra squadra e la selezione dell'Ezln (Esercito zapatista di liberazione nazionale, ndr), in un luogo, in una data e a un'ora che definiremo».
Un po’ di garbata presa in giro in stile «Sub»: «Visto l'affetto che sentiamo per voi, siamo disposti a non farvi una goleada, ma a sconfiggervi con una sola marcatura... Dopo la partita, vi offriremo generose razioni di Pozol Agrio (bevanda energetica a base di mais, ndr)».
Qualche dettaglio tecnico: «Il pallone lo dovrete portare voi: i nostri sono tutti bucati». Gli accordi per la diretta: «Spero che non vi precipitiate a vendere i diritti perchè l'esclusiva spetta al Sistema Televisivo Intergalattico Zapatista (l'unica tv che si legge)». Garanzia di divertimento: «In attesa di una vostra risposta, continueremo ad allenarci nei rigori (dovremo superare i tempi supplementari per far godere appieno l'evento agli spettatori). Prepareremo grandi feste per il nostro primo gol». Un finale più serio: «Vogliate gradire il nostro affetto, la nostra ammirazione e i nostri ringraziamenti. E un abbraccio. Dalle montagne del Sud Est messicano. Il Subcomandante Insurgente Marcos».
L’affetto è ricambiato: «Siamo onorati di questa lettera " fanno sapere dall’Inter " è un segno di rispetto e cortesia». Il patron Moratti e il presidente Facchetti stanno valutando con attenzione l’invito. E l’idea al capitano Javier Zanetti non dispiace: «Nessun problema se la società deciderà di accettare " risponde al Corriere ". Sì, io ci andrei volentieri». E sarebbe anche disposto a incontrare Marcos, suo grande tifoso? «Senza problemi».
Lo scambio di affettuosità sigilla un anno di intensi rapporti tra l’Inter e il Chiapas: consegna di attrezzature sportive, ma anche la costruzione di un acquedotto e l’invio di medicinali. Lo scorso aprile, un viaggio di un mese per le 5 «caracoles », le province in cui è ritagliato il territorio gestito dagli zapatisti. Tappa a La Garrucha, visita a un nuovo laboratorio di oftalmologia. Il dirigente dell’Inter Bruno Bartolozzi viene avvicinato da un membro della «comandancia » zapatista, passamontagna in testa, che lo invita a seguirlo. C’è anche il direttore del giornale online Peacereporter (fondato da Emergency e dall’agenzia Misna),Maso Notarianni.
La scena che descrivono è degna di un romanzo di Osvaldo Soriano. Due squadre di calcio, una maschile e l’altra femminile, i volti coperti, aspettano gli italiani per una consegna «ufficiale »: la lettera di Marcos e due trofei di marmo e ferro, con dettaglio di giocatori zapatisti che calciano il pallone. Uno per «los hombres» dell’Inter, l’altro «a las mujeres».
Alessandra Coppola
11 maggio 2005
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Este ... apas.shtml