(OT) Fazio

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Squirto
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#16 Messaggio da Squirto »

Despe1 ha scritto:
Husker_Du ha scritto:Ma io mi domando: chi cazzo deve pagare se si fanno porcherie nel sistema bancario???? Mio zio pescatore????

Oppure colui che e' preposto al controllo ed alla vigilanza del sistema bancario italiano????? (leggi: governatore della banca d'italia)....

In piu', lo hanno beccato con le mani nel sacco.....cristo santo, stiamo parlando della piu' alta carica istituzionale nel sistema creditizio italiano.....come cazzo si fa a mantenerlo al suo posto dopo una cosa del genere?????
Condivido pienamente.

O che cazzo.. gli dobbiamo dare un bacino in fronte anche noi come Fiorani ?

UN BEL CALCIO IN CULO e dopo vediamo, ma cominciamo con un bel calcio nel culo, PER CORTESIA
il problema è che ha un mandato a vita..... è assurdo, ma è così.
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#17 Messaggio da Super Zeta »

Quoto Husker anche nelle virgole

Fazio sarebbe da cacciare solo per il fatto di non aver avuto la decenza di andarsene immediatamente da solo
E non parliamo del passato tipo Parmalat va...

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Squirto
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#18 Messaggio da Squirto »

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camminatore
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#19 Messaggio da camminatore »

fazio ha impedito che una banca italiana finisse a prezzo di liquidazione agli olandesi. da questo punto di vista si è comportato da uomo delle istituzioni: non mi stupisce che i comunisti (quelli delle privatizzazioni alla de benedetti e alla prodi) ce l'abbiano con lui.

quanto alle dimissioni, mi domando perchè non siano state chieste anche per quel governatore che brució 100 mila miliardi per mantenere la lira nello SME (in quel periodo la francia faceva il referendum sull'euro e la banca d'italia dovette pagare le megalomanie di mitterand). anzi: mi risulta che quel governatore sia stato mandato al quirinale.
"signori: tenete a mente le parole di un profeta !! lo scudetto 2006 è del milan "
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armageddom
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#20 Messaggio da armageddom »

Ma Ricucci, come ha fatto tutti sti soldi ?

Stefano Ricucci, definito «star emergente» del mondo immobiliar-finanziario italiano, ha raggiunto le prime pagine dei giornali mantenendo peró sempre un alone di mistero. Nonostante sia ormai membro di punta del salotto più buono d'Italia, quello di Rcs Media Group, molti ancora continuano a chiedersi come abbia fatto o dove abbia trovato tutti i soldi che manovra. Da anni si scrive, o si lascia intendere, che agisca per conto di finanziatori occulti. Da un'inchiesta del Sole-24 Ore, intesa a trovare risposte a queste domande, risulta che la storia imprenditoriale di Ricucci è piuttosto segnata negli anni iniziali dalla difficoltà  a reperire liquidità , e anche per questo abbonda di operazioni di favore o di incerta natura. Ma soprattutto sono i numeri di Ricucci che non tornano.
I suoi numeri subiscono da sempre moltiplicazioni sorprendenti. Risultato: il patrimonio dichiarato appare decisamente superiore rispetto a quello documentato. In altre parole Stefano Ricucci è molto meno ricco di quanto non ami affermare. Perchè secondo i nostri calcoli i suoi immobili rappresentano circa un decimo del patrimonio di 2 miliardi di euro da lui dichiarato ai quattro venti e le sue partecipazioni azionarie sono ad altissima leva, cioè finanziate con i soldi di banche che le hanno in pegno.
Insomma il segreto di Ricucci è che è un maestro del bluff.

I conti
Proseguendo il lavoro iniziato dal nostro giornale con l'articolo del 5 maggio scorso a firma di Gianni Dragoni, abbiamo deciso di fare i conti in tasca al gruppo Magiste. Non si puó non cominciare dal patrimonio immobiliare. Perchè Ricucci stesso ama definirsi un immobiliarista. E perchè sin dagli albori della sua carriera Ricucci ha sempre usato gli immobili come leva finanziaria. Ma prima una precisazione: invocando la trasparenza, «Il Sole-24 Ore» ha ripetutamente chiesto un'intervista al signor - dottore per i lettori di San Marino (vedi box in basso) - Ricucci, al fine di ricostruire con il suo apporto la sua brillante ascesa. Per due mesi ci è stata negata. Così come ci è stato negato un curriculum scritto di sua mano che ricostruisse le pietre miliari della sua carriera.
Come ormai è noto, la sua avventura è cominciata in un paesino della periferia romana, Zagarolo, prima con un piccolo studio odontotecnico, poi con un appartamento, quindi due, tre e così via. Fin quando non è arrivato a fare il suo primo miliardo. Tutto nel giro di pochissimi anni.
Ricucci ha pubblicamente dichiarato: «A 23 anni fatturavo già  6 miliardi». Forse, ma un fatto è certo: le sue dichiarazioni dei redditi non sono quelle di un miliardario. Nel 1986, a 24 anni, dichiaró 12 milioni di lire di imponibile, nel 1990 42 milioni, e nel 1995, già  trentaduenne, il suo reddito scese addirittura a meno di 5 milioni. Di vecchie lire. Soltanto nel 1999 superó seppur a malapena la barriera dei 100 milioni.
Che per Ricucci quelli fossero anni duri lo testimonia anche il fatto che non una, ma due delle maggiori banche attive nel mercato edile della provincia romana - Credito Italiano e Cariplo - cessarono di operare con lui. Anche perchè la centrale rischi della Banca d'Italia, interrogata, aveva segnalato frequenti aperture e chiusure di conti su banche diverse e senza stabilità  di rapporti. Già  allora risultó inoltre chiaro a quelle banche che nonostante la sua società  avesse come oggetto sociale la costruzione edilizia, in realtà  costruiva ben poco svolgendo invece attività  finanziarie.
L'istituto che invece lo sosteneva anche in quel periodo incerto, con affidamenti di svariati miliardi, era la Banca Agricola Mantovana, una vera e propria anomalia poichè non aveva neppure una filiale a Roma. Comunque sia, da allora la Bam, che fino al 1999 aveva Roberto Colaninno come azionista e consigliere e fu poi assorbita dal Monte dei Paschi, è sempre rimasta vicina a Ricucci, accompagnandolo in molte delle sue avventure finanziarie, dalla Meliorbanca alla Hopa.

Il rapporto con la legge
Nella sua biografia pubblica si nota l'assenza di ogni riferimento alla passata attività  di odontotecnico. Due pazienti lo denunciarono, una nel 1986 per truffa e l'altra nel 1989 per esercizio abusivo della professione dentistica, sostenendo che sarebbe intervenuto in modo sbagliato spacciandosi per dentista. Secondo gli accertamenti svolti dalla polizia giudiziaria nel secondo caso, «nel settembre 1988 la denunciante a seguito di una iniezione praticatagli dal Ricucci veniva colta da malessere e precisamente da semi-paresi dell'occhio sinistro, della guancia e del collo». I fatti sono remoti e non risulta che siano mai stati vagliati da un giudice anche perchè nel 1989 è intervenuta l'amnistia.
Cosa non successa in un'altra vicenda giudiziaria avvenuta in giorni più recenti. Il 18 giugno 2002, quando la Magiste dichiarava già  un patrimonio da 600 milioni di euro e Ricucci era il primo azionista di Banca Popolare di Lodi e aveva partecipazioni sostanziose anche nell'Hopa di Emilio Gnutti , è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale per il quale ha patteggiato quattro mesi di reclusione con la pena sospesa.

Il bluff degli immobili
Ma veniamo al suo patrimonio immobiliare attuale: nell'elenco del portafoglio del gruppo Magiste, unico documento significativo fornitoci dal suo ufficio per le relazioni esterne, sono citate 31 proprietà . Di queste, 25 hanno un valore commerciale medio dichiarato di 4,1 milioni di euro, per un totale di 103 milioni. Dai numeri forniti dalla stessa Magiste risulta quindi che l'intero patrimonio immobiliare del gruppo, a cui è attribuito un valore di 560 milioni di euro, si basa soprattutto su 6 immobili. «Il Sole-24 Ore» ha perció focalizzato la propria attenzione su questi. E ha concluso che i valori dichiarati sono altamente inflazionati.
L'immobile di Via Silvio Pellico 4, a Milano, è stato valutato 60 milioni di euro nonostante sia stato comprato nel marzo 2004 per 36 milioni grazie a un leasing della banca più amica di Ricucci, la Banca Popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani.
L'immobile di Via Ferdinando di Savoia 1 e quello di via Lima 51-53 a Roma, sono valutati 100 milioni di euro, nonostante siano stati (ri)acquistati da Ricucci dalla Bipielle Investimenti il 29 dicembre scorso all'interno di un pacchetto pagato 68,2 milioni che conteneva altre sette unità  immobiliari.
Villa Feltrinelli, bellissima proprietà  sul Monte Argentario, dagli atti della Magiste risulta valutata 70 milioni di euro, ma il valore commerciale attribuitogli nella zona non supera i 20 milioni (e il sindaco Nazareno Alocci ha confermato al Sole-24 Ore che gli amministratori locali non permetteranno mai alcuna speculazione edilizia che potrebbe giustificare un aumento del valore della proprietà  fino a cifre anche solo vicine a quella dichiarata).
La vicenda del palazzo di Via Borromei 5, a Milano, valutato da Magiste 120 milioni di euro, ha poi una storia tutta particolare. Fino al 2004 è stato il quartier generale milanese della Meliorbanca, di cui Ricucci deteneva circa il 2%. Il 30 giugno 2004 una controllata della banca ha ceduto il suo contratto di leasing sull'immobile a Magiste, con la quale ha contestualmente firmato un contratto di affitto. «Il palazzo è stato valutato 84 milioni, di cui 40 erano il residuo del debito e 43,9 il corrispettivo da noi incassato per la cessione del contratto di leasing» ci ha spiegato Massimiliano Naef, amministratore delegato di Meliorbanca.
Con questa entrata straordinaria, Meliorbanca ha potuto ridurre le perdite a bilancio per l'esercizio 2004 a 30,8 milioni di euro. Quello che peró Naef non ha detto è che a finanziare l'operazione è stata Meliorbanca stessa. Non solo: il costo del leasing è inferiore alla rendita dell'affitto. In altre parole, Meliorbanca ha ceduto a un suo azionista un immobile che rende più di quello che sta costando. Un bel regalo, oltre che un esercizio di cosmetica contabile che ovviamente migliora il bilancio della banca i conti solo in apparenza. Perchè i soldi sono entrati da una parte e usciti dall'altra.
Come se non bastasse c'è da notare che Meliorbanca ha successivamente dato a Ricucci finanziamenti per 50 milioni di euro per l'acquisto di azioni Bnl (avute peró in pegno di garanzia).
Una vicenda non troppo dissimile, seppur con altri protagonisti, è quella di un palazzo ancora più controverso: quello di Piazza Durante 11 a Milano, acquisito dalla Magiste nel settembre 2004. A detta della Procura di Brescia, l'immobile è stato al centro di una delle più sfacciate truffe ordite da alcuni amministratori della Bipop assieme al costruttore romano Mauro Ardesi, maggiore azionista della banca bresciana che il 30 maggio scorso è stato rinviato a giudizio.
Riassunto in breve: nella primavera 1999 venne costituita una società  di facciata - Rovema 2000 Srl - che fece un duplice accordo di leasing e di affitto con il gruppo Bipop-Fineco per il quale avrebbe pagato 12 anni di canoni semestrali di leasing per un totale di 68,6 miliardi di lire mentre avrebbe incassato, nel corso degli stessi 12 anni, canoni di locazione pari a 108 miliardi. Dopo quei 12 anni, con un esborso di appena 11 miliardi, Rovema 2000 avrebbe potuto rilevare il palazzo, pagando così in tutto meno di 80 miliardi un edificio che nel 1999 un perito della Bipop aveva valutato 107 miliardi.
Nel corso della sua indagine, la procura ha scoperto che dietro alla San Paolo Fiduciaria, che risultava formalmente proprietaria di Rovema 2000, si nascondeva lo stesso Mauro Ardesi (alle cui ditte Bipop fece inoltre fare lavori di ristrutturazione per oltre 62 miliardi ritenuti da un perito della banca non necessari.)
Questo accordo, che la procura di Brescia ha dichiarato frutto di reato, è rimasto in essere anche dopo l'acquisizione del gruppo Bipop-Fineco da parte di Capitalia. Il che significa che Rovema 2000 ha continuato per anni a incassare di affitto quasi il doppio di quello che pagava in leasing. Nel settembre 2004, Ardesi ha peró passato questa gallina dalle uova d'oro a Ricucci, il quale ha rilevato sia Rovema 2000 che Rebuffone Srl, società  di proprietà  al 100% di Ardesi, e le ha poi incorporate in Magiste.
I motivi di questa operazione non sono stati a noi spiegati. Anche Ardesi si è infatti rifiutato di parlarci. Abbiamo peró notato che nel 1999, anno in cui venne siglato il presunto accordo-truffa tra Rovema 2000 Srl e gruppo Bipop, dalla dichiarazione dei redditi Ricucci risulta aver percepito 9,812 milioni di lire di compensi dalla San Paolo Fiduciaria, la stessa fiduciaria attraverso la quale Ardesi controllava segretamente Rovema 2000. Una coincidenza? Probabile. Rimane il fatto che Ricucci ha tolto le castegne dal fuoco ad Ardesi, perchè l'esito sfavorevole del suo processo a Brescia avrebbe potuto anche portare a un'eccezione di nullità  del contratto di leasing/affitto per Piazza Durante. Rischio che a questo punto finirebbe col ricadere su Ricucci.

I numeri della finanza
Ma anche sul fronte finanziario «Il Sole-24 Ore» ha trovato operazioni piuttosto anomale e numeri che non quadrano. Cominciamo dai numeri del raid in Borsa che ha sancito il passaggio di Ricucci da illustre sconosciuto a finanziere dal fiuto straordinario: la famosa plusvalenza sul suo investimento in Capitalia.
In svariate occasioni Ricucci ha dichiarato che vendendo la quota da lui accumulata in Capitalia tra l'autunno del 2002 e quello del 2003 ha avuto una plusvalenza di 100 milioni di euro. Ma sul bilancio del 2003 di Magiste International, acquirente delle azioni Capitalia e unica società  del gruppo a render pubblici i suoi dati, la plusvalenza dichiarata è di 48.035.658,35 euro.

I rapporti con Gnutti e Fiorani
Il redditizio raid su Capitalia, Ricucci lo ha attuato solo dopo aver fatto ingresso nel mondo della finanza italiana. Cioè dopo essere entrato in modo massiccio in Hopa, una delle protagoniste della madre di tutte le scalate, la conquista di Telecom Italia da parte del duo formato da Roberto Colaninno (vecchio consigliere di Bam, la prima banca a puntare su un Ricucci al quale altre banche negavano fidi) ed Emilio Gnutti. Quell'operazione è significativa non solo per la sua creatività  ma perchè è emblematica dello stile di Ricucci e dei suoi soci in affari.
Ecco come andó: Magiste fece un accordo con la Fingruppo di Gnutti in base al quale tra il 3 aprile e il 30 novembre 2001 avrebbe comprato 20 milioni di azioni Hopa per un valore di 100 miliardi di lire e azioni Banca Valori per altri 2,3 miliardi, riconoscendo una parcella di consulenza di 7,7 miliardi alla G.P. Finanziaria (sempre del gruppo Gnutti). L'esborso totale era quindi di 110 miliardi di lire. Da parte sua, tra il 5 aprile e il 30 maggio 2001, Fingruppo avrebbe comprato immobili da Magiste per un valore della stessa esatta cifra.
Sui bilanci delle società  interessate, l'impatto dell'operazione fu senza dubbio significativo, ma «Il Sole-24 Ore» ha appurato che fu in realtà  un affare a finanza zero in cui nessuna delle due parti mise mano al portafoglio. Non solo, fu anche un'operazione a elastico. Era cioè previsto sin dal suo concepimento che venisse azzerata. Entrambe le parti avevano infatti un'opzione put per tornare al precedente stato delle cose. Ricucci aveva un put sui 20 milioni di azioni Hopa che avrebbe potuto esercitare tra il 1° e il 31 dicembre 2004, mentre Gnutti aveva un put sugli immobili acquisiti (qualora fossero rimasti invenduti) negli stessi esatti 31 giorni.
Come in ogni buon affare, la convenienza era reciproca. A Gnutti servivano liquidi da dirottare verso Bell, la holding lussemburghese che in quel momento controllava a fatica Telecom Italia. Ricucci ambiva invece a fare un ingresso alla grande nel mondo della finanza, senza peró tirar fuori soldi che non aveva. Il problema era che neppure il suo pacchetto immobiliare aveva un grande valore. Oltre a garage, appartamenti e una palazzina abbandonata da anni, includeva addirittura immobili il cui acquisto era «da perfezionare». Ma siccome l'interesse di entrambi era che le cifre fossero più alte possibili, il valore del pacchetto venne fortemente «gonfiato». Al fine di evitare equivoci o controversie la cosa fu codificata nel contratto stesso, che recita: «Le Parti si danno reciprocamente atto che il prezzo degli Immobili oggetto di opzione è stato determinato su base totalmente convenzionale ed aleatoria e pertanto prescinde dall'effettivo valore che degli immobili stessi potranno avere al momento in cui abbia eventualmente luogo l'esercizio dell'opzione di vendita».
L'operazione non avrebbe peró avuto alcun senso se non avesse generato liquidi. A metter quelli fu la solita banca vicina sia a Gnutti che a Ricucci, la Banca Popolare di Lodi di Fiorani. Dopo aver trasferito gli immobili di Ricucci su una ex scatola vuota chiamata Immobiliare il Corso Srl, Gnutti vendette infatti questa società  (con tanto di put) al gruppo Bpl. Fu così che dal cilindro finanziario di Fiorani emersero i contanti da uno scambio alla pari senza cash.
L'operazione ebbe poi la sua preannunciata seppur difficoltosa conclusione tre anni dopo, quando Bipielle Investimenti restituì l'Immobiliare Il Corso alla Magiste e Ricucci uscì da Hopa. Nel frattempo peró Gnutti aveva fatto enormi plusvalenze con la vendita di Telecom Italia a Tronchetti Provera. E Ricucci era diventato una "star emergente" del firmamento finanziario italiano.
In conclusione, pur volendo puntualizzare che nella sua inchiesta «Il Sole-24 Ore» non ha trovato tracce di denaro di provenienza illecita, resta il fatto che il ritratto emerso non è certamente quello di un finanziere con gli strumenti per conquistare quasi il 20% di Rcs Media Group. Finora le cose gli sono sempre andate bene, anche se molto meno bene di quanto non faccia pensare lui. Ma chi cavalca l'onda speculativa senza avere mezzi propri all'altezza della situazione, è sempre a rischio di caduta. E più alta è l'onda, più violenta è la caduta.
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#21 Messaggio da Drogato_ di_porno »

camminatore ha scritto:fazio ha impedito che una banca italiana finisse a prezzo di liquidazione agli olandesi. da questo punto di vista si è comportato da uomo delle istituzioni: non mi stupisce che i comunisti (quelli delle privatizzazioni alla de benedetti e alla prodi) ce l'abbiano con lui.

quanto alle dimissioni, mi domando perchè non siano state chieste anche per quel governatore che brució 100 mila miliardi per mantenere la lira nello SME (in quel periodo la francia faceva il referendum sull'euro e la banca d'italia dovette pagare le megalomanie di mitterand). anzi: mi risulta che quel governatore sia stato mandato al quirinale.
Guarda che a chiedere le dimissioni sono Fini e Siniscalco. Critiche vengono anche da quei comunisti dell' Economist e del Financial Times, due inserti dell' Unità  da sempre schierati contro Berlusconi.
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#22 Messaggio da Squirto »

camminatore ha scritto:non mi stupisce che i comunisti (quelli delle privatizzazioni alla de benedetti e alla prodi) ce l'abbiano con lui.
Palazzo Chigi ha già  pronta una nota, in tutto una cartella, linguaggio e parole concordate due sere fa con il Quirinale, destinatario Fazio. Contenuto: esiste un patrimonio di credibilità  (quello di Bankitalia) da tutelare; chi ne è il custode, indipendentemente dalle sue azioni, è chiamato a rendere servizio a questo patrimonio.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Poli ... azio.shtml

:lol:
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#23 Messaggio da Husker_Du »

Squirto ha scritto: il problema è che ha un mandato a vita..... è assurdo, ma è così.
Il mandato a vita (che resta chiaramente una cazzata... :) ) è giustificato dal fatto che un governatore a vita (come capita in quasi tutti i paesi sviluppati) ha meno incentivi ad essere accondiscendente con il governo in carica (che prima o poi passa mentre il governatore se non schiatta rimane al suo posto) attraverso la politica monetaria, ad esempio stampando moneta per ripagare parte del deficit fatto dal governo, il che creerebbe inflazione e balle varie....


Ora, sta roba qua, poteva avere una giustificazione quando la banca d'italia aveva la dsicrezionalità  sulla politica monetaria italiana, ora peró tale discrezionalità  non esiste più e le condotte di politica inflazionistica e non, sono nelle mani della banca centrale europea.....

Quindi il mandato a vita per il governatore della banca d'italia non è più una necessità ......

Premesso questo: se Fazio non si dimette sarebbe una vergogna.... :(
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#24 Messaggio da Paperinik »

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"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.

06/06/2019 FIRENZE LIBERA
https://www.youtube.com/watch?v=0Zp9AmCfWbI

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#25 Messaggio da armageddom »

Husker_Du ha scritto:
Squirto ha scritto: il problema è che ha un mandato a vita..... è assurdo, ma è così.
Il mandato a vita (che resta chiaramente una cazzata... :) ) è giustificato dal fatto che un governatore a vita (come capita in quasi tutti i paesi sviluppati)

A me non pare che sia così diffusa la durata a vita

ANSA) - BRUXELLES, 2 SET - Di seguito le principali caratteristiche e le regole di funzionamento della Fed, della Bce e delle grandi banche centrali europee: FED (Federal Reserve) azionista: sistema delle banche centrali dei singoli stati nomina presidente: Presidente Usa (confermato dal Senato) durata mandato: 4 anni (rinnovabile, no limite eta') governance: decisioni collegiali BCE (Banca centrale europea) azionista: banche centrali Eurolandia nomina presidente: Consiglio Ue (dopo avere consultato Parlamento Ue e Consiglio direttivo Bce) durata mandato: 8 anni (non rinnovabile, no limiti eta') governance: decisioni a maggioranza BANK OF ENGLAND azionista: Tesoro nomina governatore: Consiglio dei Ministri durata mandato: 5 anni (rinnovabile, no limiti d'eta') governance: decisioni a maggioranza BANQUE DE FRANCE azionista: Stato nomina governatore: Consiglio dei Ministri durata mandato governatore: 5 anni (rinnovabile, limite 65 anni) governance: decisioni a maggioranza BUNDESBANK azionista: Repubblica federale tedesca durata mandato: 8 anni (rinnovabile, limite 68 anni) nomina governatore: Governo federale governance: decisioni a maggioranza BANCA D'OLANDA azionista: Stato nomina governatore: Regina durata mandato: 7 anni (rinnovabile, no limiti eta') governance: decisioni collegiali BANCA NAZIONALE DEL BELGIO azionista: 50% Stato, 50% pubblica (in borsa) nomina governatore: Re durata mandato: 5 anni (rinnovabile, no limiti eta') governance: decisioni a maggioranza BANCA NAZIONALE AUSTRIACA azionista: 50% Stato, 50% privata (banche e assicurazioni) nomina governatore: Governo durata mandato: 5 anni (rinnovabile, no limiti eta') governance: decisioni a maggioranza BANCA DI SPAGNA azionista: ente di diritto pubblico (Stato ha annullato quote) nomina governatore: Re, su proposta presidente del Consiglio durata mandato: 6 anni (non rinnovabile, limite 70 anni) governance: decisioni a maggioranza BANCA DEL PORTOGALLO azionista: persona giuridica di diritto pubblico (patrimonio proprio) nomina governatore: Consiglio dei ministri durata mandato: 5 anni (rinnovabile) governance: decisioni a maggioranza . (ANSA).
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#26 Messaggio da patrulla »

fazio ha il culo attaccato alla poltrona peggio di carraro.
GODI FORTE !!!

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#27 Messaggio da Tatiana »

Squirto ha scritto:che uomo... è pure dell'Opus Dei...
Mmm...solo per questo andrebbe messo agli arresti domiciliari!

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Husker_Du
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#28 Messaggio da Husker_Du »

armageddom ha scritto:
Husker_Du ha scritto:
Squirto ha scritto: il problema è che ha un mandato a vita..... è assurdo, ma è così.
Il mandato a vita (che resta chiaramente una cazzata... :) ) è giustificato dal fatto che un governatore a vita (come capita in quasi tutti i paesi sviluppati)

A me non pare che sia così diffusa la durata a vita

ANSA) - BRUXELLES, 2 SET - Di seguito le principali caratteristiche e le regole di funzionamento della Fed, della Bce e delle grandi banche centrali europee: FED (Federal Reserve) azionista: sistema delle banche centrali dei singoli stati nomina presidente: Presidente Usa (confermato dal Senato) durata mandato: 4 anni (rinnovabile, no limite eta') governance: decisioni collegiali BCE (Banca centrale europea) azionista: banche centrali Eurolandia nomina presidente: Consiglio Ue (dopo avere consultato Parlamento Ue e Consiglio direttivo Bce) durata mandato: 8 anni (non rinnovabile, no limiti eta') governance: decisioni a maggioranza BANK OF ENGLAND azionista: Tesoro nomina governatore: Consiglio dei Ministri durata mandato: 5 anni (rinnovabile, no limiti d'eta') governance: decisioni a maggioranza BANQUE DE FRANCE azionista: Stato nomina governatore: Consiglio dei Ministri durata mandato governatore: 5 anni (rinnovabile, limite 65 anni) governance: decisioni a maggioranza BUNDESBANK azionista: Repubblica federale tedesca durata mandato: 8 anni (rinnovabile, limite 68 anni) nomina governatore: Governo federale governance: decisioni a maggioranza BANCA D'OLANDA azionista: Stato nomina governatore: Regina durata mandato: 7 anni (rinnovabile, no limiti eta') governance: decisioni collegiali BANCA NAZIONALE DEL BELGIO azionista: 50% Stato, 50% pubblica (in borsa) nomina governatore: Re durata mandato: 5 anni (rinnovabile, no limiti eta') governance: decisioni a maggioranza BANCA NAZIONALE AUSTRIACA azionista: 50% Stato, 50% privata (banche e assicurazioni) nomina governatore: Governo durata mandato: 5 anni (rinnovabile, no limiti eta') governance: decisioni a maggioranza BANCA DI SPAGNA azionista: ente di diritto pubblico (Stato ha annullato quote) nomina governatore: Re, su proposta presidente del Consiglio durata mandato: 6 anni (non rinnovabile, limite 70 anni) governance: decisioni a maggioranza BANCA DEL PORTOGALLO azionista: persona giuridica di diritto pubblico (patrimonio proprio) nomina governatore: Consiglio dei ministri durata mandato: 5 anni (rinnovabile) governance: decisioni a maggioranza . (ANSA).
Ho sbagliato, ho detto una minchiata, tra l'altro a pensarci, io mi ricordo forse solo la Nuova Zelanda che aveva il governatore a vita e forse qualche paese nordico, ma non ne sono neppure sicuro. Quello che volevo dire è che è diffusa ed accettata l'idea che più è lungo il mandato del banchiere centrale minori sono le possibilità  di creare inflazione da parte delle banche centrali....C'e' stato un periodo, in cui si leggevano articoli accademici che dicevano: "lunga vita al banchiere centrale", e balle varie.... :roll: :roll:
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#29 Messaggio da camminatore »

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Poli ... chet.shtml


Il ministro dell'Economia Siniscalco: mi riconosco in quelle parole
Trichet: anche il governo ha responsabilità 
Il presidente della Banca centrale europea sul caso Fazio: stiamo seguendo attentamente la situazione, tutti facciano la loro parte

MANCHESTER - Anche il governo italiano, come le altre istituzioni coinvolte, ha le sue responsabilità  e sulla vicenda Bankitalia. La Banca centrale europea, dal canto suo, sta vigilando e seguendo attentamente la situazione.
L'INTERVENTO DI BERLUSCONI - E' questa la replica indiretta del presidente della Bce, il francese Jean Claude Trichet, dal vertice Ecofin di Manchester, alle parole del premier italiano, Silvio Berlusconi, che in mattinata aveva detto che il governo non ha alcun potere di intervento nell'impasse legata alle vicende di via Nazionale e che aveva rimandato la questione proprio alla Banca centrale europea. Trichet non ha voluto fare un riferimento diretto alle risposte date da Berlusconi durante la conferenza stampa di palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri. Ma ha spiegato di aver voluto fare questa precisazione riferendosi in particolare alle «recenti informazioni» sul caso.
LE ISTITUZIONI COINVOLTE - «Responsabilità  - ha fatto notare Trichet a margine del summit dei ministri economici europei - hanno il governo e il Parlamento, il Consiglio superiore della banca d'Italia, che mi pare si debba riunire a fine settembre, così come ha responsabilità  per quanto riguarda il mercato interno la Commissione Ue. Sono coinvolte molte istituzioni e la situazione è complessa». Trichet non ha voluto peró rispondere con un sì o con un no alla domanda se fosse venuto il momento di esercitare nei confronti di Antonio Fazio «una pressione tra pari» in ambito bce per convincerlo alle dimissioni. «La Bce è inflessibilmente attaccata alla creazione di un mercato unico in Europa - ha puntualizzato il presidente della Banca centrale europea -. E' inflessibilmente attaccata a che non si considerino gli interessi nazionali e a che venga creato un livello competitivo equo e uguale per tutti».
SINISCALCO D'ACCORDO - «Quando si viene all'estero si difende l'Italia al meglio - è stato il commento del ministro dell'Economia, Domenico Siniscalco -. Io mi riconosco molto nella posizione equilibrata di Trichet che dice che ciascuno ha le proprie responsabilità ».
09 settembre 2005
"signori: tenete a mente le parole di un profeta !! lo scudetto 2006 è del milan "
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#30 Messaggio da camminatore »

in particolare, volevo evidenziare la frase di trichet

«La Bce è inflessibilmente attaccata alla creazione di un mercato unico in Europa - ha puntualizzato il presidente della Banca centrale europea -. E' inflessibilmente attaccata a che non si considerino gli interessi nazionali e a che venga creato un livello competitivo equo e uguale per tutti».

come al solito, quando c'è da sacrificare qualcosa a vantaggio delle economie dei soliti noti, chissà  come mai, ci vanno di mezzo i soliti minchioni.

il nemico dell'italia non è la propria classe politica, ma l'ignoranza di un certo (purtroppo numeroso) bacino elettorale.

possibile che le privatizzazioni europeiste di prodi (e la successiva perdita di competitività ) non ci abbia insegnato nulla ?

povero fazio: la sua sfortuna è stata quella di nascere in italia.
fosse nato in francia, oggi sarebbe acclamato come il nuovo de gaulle.
fosse nato in germania, sarebbe il nuovo willy brandt.
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