Gli squali hanno sentito il profumo del sangue e il crollo del Morandi + i recenti disastri dei viadotti in Liguria (tutte stragi sfiorate) cascano a fagiolo. ora o mai più. infatti nel "milleproroghe" (usanza tutta italica quella del "milleproroghe" di fine anno tanto quanto i "maxi-emendamenti", all'estero non hanno idea di cosa siano) con un obbrobrio giuridico hanno tentato di ridurre le penali in caso di recesso da 23 a 6-8 mld. Tutto deve essere ratificato entro 60 gg ma se così fosse i Benetton faranno senz'altro ricorso. Tutto quello che offrono i Benetton sono 600 milioni di euro per ricostruire il ponte di Genova, 800 per indennizzi ai genovesi e 700 per il governo da impiegare come meglio crede.

L'unico che si oppone è Salvini ma solo perchè deve fare gli interessi degli imprenditori del Nord fra cui i Benetton che foraggiavano anche il PDL; il rinnovo della concessione fu fatto da Berlusconi nel 2008. Inoltre Berlusconi favorì l'ingresso dei Benetton nella cordata dei "capitani coraggiosi" che dovevano salvare Alitalia. E fu sempre Berlusconi a slegare l'aumento delle tariffe dagli investimenti e dalla qualità del servizio. Insomma sti Benetton saranno pure comunisti amici di Prodi ma anche Lega e Berlusconi non scherzavano.
"Anno 2006, Benetton finanzia la Lega di Bossi e Salvini con 150.000 euro di contributo elettorale[..]"Otto maggio 2008: si insedia come premier di nuovo Berlusconi. Il suo alleato di governo è la Lega. 29 maggio 2008: arriva in Parlamento il decreto legge n. 59, ma in quel decreto viene ficcato nottetempo l'emendamento Salva Benetton (l'articolo 8-duodecies).[...]Si aggiunga che questa convenzione, a differenza di tutte le altre, prevedeva il riconoscimento di aumenti tariffari annuali di almeno il 70% dell'inflazione reale, a cui andavano ad aggiungersi gli aumenti sugli investimenti in corso: cioè aumenti assicurati fino al 2038, indipendentemente dalla valutazione sulla qualità del servizio e la realizzazione degli investimenti". Un trattamento "che in base a un'altra norma di quel governo Berlusconi (articolo 3 comma 5 del dl recante 'Misure urgenti anti-crisi per famiglie, lavoro e imprese) è stato esteso a tutte le altre concessioni, cancellando così una misura voluta dal governo Prodi nel 2006, che legava invece in modo stringente la possibilità di aumenti tariffari a qualità del servizio e investimenti realizzati", si legge. E ancora, "la norma approvata col voto di Salvini nel 2008 cancellava la possibilità, sempre prevista dalla riforma Prodi, di ottenere migliori condizioni per interesse pubblico sulle concessioni autostradali: se le concessionarie non accettavano le richiesta di miglioramento delle condizioni, Anas aveva titolo a revocare la concessione e metterla a gara".