Non scherziamo, è molto più sicuro un rapporto sessuale in un set pornografico piuttosto che scopare con Tizio e Caio nella vita privata. Ci sono produttori che richiedono il test ogni 2 settimane. La gente seria gira soltanto con attori e attrici che presentano un test valido.Leicster ha scritto:dal di fuori sembra un lavoro con soli aspetti positivi ma poi ti accorgi che è un lavoro pieno di responsabilità e molto più impegntivo di quanto si immagini per la lista dei morti è lunga e mi sa che è meglio che ti informi che dire che nessuno muore è abbastanza superficiale,la causa principale di morte non è l'aids ma alcool droga,farmaci e tutto il resto appresso, che poi alcuni controlli non li fanno neanche in maniera professionale è stato denunciato più volte da attori contagiati
Ovviamente esiste il rischio, ed è un rischio calcolato, ed esisterà sempre, fintantoché non avverrà una rivoluzione tecnologica tale nel campo della profilassi da dare l'opportunità agli attori di spararsi un profilattico spray sul cazzo a mo' di repellente per le malattie sessualmente trasmissibili, tipo il Baygon con gli scarrafoni. Fino ad allora però, ci toccherà fare spallucce e "accontentarci" dei controlli odierni, che reputo più che adeguati.
Sulla questione alcol e droghe, è indubbio che il fenomeno è radicato in questo ambiente, ma volendo essere schietti, l'interno showbiz è cosi, che si tratti di porno o meno, quindi che si fa, aboliamo tutto?
Marilyn Monroe faceva porno? Non mi sembra, eppure s'è imbottita di farmaci e l'ha fatta finita, e tanti altri sono i casi simili nel mondo dello spettacolo.
Sono adulto e vaccinato, nessuno mi costringe a bere come una spugna, e nessuno può obbligarmi a bucarmi le vene e sniffare. Se ho la testa sulle spalle, so che non devi pisciare mai fuori dal seminato, lavoro e vita son due cose separate che non devono entrare mai in contatto. Mai stringere amicizie all'interno di un mondo tanto controverso come quello pornografico. Se contrariamente invece finisco per invischiarmi in questa merda, allora non bisogna indagare soltanto sull'ambiente che gravita intorno ai set, ma soffermarsi sulle cause che mi hanno indirizzato verso una rotta che dovrei sapere essere sbagliata; traumi psicologici da ricondurre ad esperienze familiari burrascose? Il mio retaggio socioculturale? Chissà.
Il tizio che mi offrirà la droga sarà l'effetto culminante di una causa che mi porto dietro latentemente, da chissà quanto tempo, da chissà quale trauma, e magari accetto perché inconsciamente quella tentazione ha effetto anestetizzante sulla mia psiche, mi aliena dal mondo che mi circonda e in cui non mi riconosco. Il resto è l'inevitabile risultato; l'autodistruzione, che spesso si associa alla morte.
Personalmente, se volessi veramente ricondurre determinate cause a precisi fattori, approfondirei l'aspetto socio psicologico e familiare di una parte degli individui che intraprendono questo percorso "artistico". Quello sì che sarebbe il vero aspetto determinante per una certa inflessione autolesionistica. Non metto in dubbio l'esistenza di questa triste realtà, ma cerchiamo di sbrogliare nel migliore dei modi il bandolo della matassa.
La verità è che non esistono professioni che tengano quando si è di fronte ad uno dei lati peggiori della condizione umana, il nichilismo.