Tigerman ha scritto:Ho qualche problema a relazionarmi con persone che non conosco, in determinati contesti: feste in cui ci sono solo io, cene o quant'altro.
Sabato mi hanno invitato ad una cena in cui ci saranno veramente tante persone, solo un paio di miei amici che però hanno là in mezzo un sacco di amici.
Mi frena un sacco la paura di non parlare con qualcuno, di fare la figura della carta da parati.. non sono un tipo loquacissimo e se non sono in un ambiente in cui mi trovo a mio agio.. mi innervosisco.
E poi mi è arrivato l'invito per la cena aziendale-nazionale, a dicembre: qui peggio che peggio, oltre a non conoscere solo che i miei colleghi (con cui ho legato fino ad un certo punto), sono pure tutti vecchi rispetto a me.. qui punti in comune pure meno.
Stranamente, una cena tra "amici" con cui gioco a calcetto (dico tra virgolette perché a parte uno, li ho conosciuti tutti lì, e per via del ginocchio rotto, solo il tempo di 4 o 5 partite) la farei volentieri, anzi la organizzerei anche.
Boh.. sarò sociopatico?
Non è strano che tu organizzi una cena con gli amici del calcetto, perchè li conosci bene e ti piace la loro compagnia.
Ti rompi il cazzo e hai paura di stare una serata intera muto e senza conoscere nessuno, avendo paura inoltre di fare la figura del coglione. Non è sociopatia questa. E' una cosa che non hai voglia di fare perchè non ti piace, tutto qua.
Devi accettare i tuoi limiti, sei leggermente più introverso di moltissime persone, sicuramente più estroverso di altre. E' inutile convincersi che la "via giusta" è sbloccarsi, diventare X, superare. Viviti le cose ma non aspettarti di diventare qualcun altro, probabilmente sei già bello e funzionante così di tuo.
Solo a me fanno schifo le persone omologate e invece mi piacciono i tipi come me e tigerman?
Sapessi com'è bello fanculizzare il mondo e vivere la vita a modo tuo...

Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.
Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.