Imitare lo stile degli altri utenti è davvero difficile, Bardamu è forse l'unico in grado di farlo.
Provo anch'io, conscio della mia umiltà
Volpe side
Ragazzi, che nottata barese di merda!
Vi racconto tutto.
Ieri, all'Università, ho visto una tettona che mi ha ingrifato come un riccio, sono tornato a casa che stavo con l'uccello in tiro e non riuscivo a farlo smosciare. Di qui, la decisione, bisognava andare dalla milfona zozza d'ordinanza. Lei ormai mi conosce, e sa come farmi rilassare
Bene, a pranzo ho chiesto a mia madre un bel piatto energetico, dicendole che dovevo fare calorie per la palestra ( ), così lei mi ha preparato la trippa al sugo e le gm'ridd alla brace, Una mangiata coi fiocchi, ragazzi!
Nel pomeriggio sono riuscito a scannare tre conigli ed una gallina, venduti subito a vecchiazze del Paese con uno sconto del 30%
Torno su a casa, mi doccio per bene, un bel pò di deodorante e mi preparo pure una bella tisana di ginseng, funghi cinesi, alghe, redbull, vodka e mezza Peroni ghiacciata.
Metto a dormire le blatte, i lucertoloni e i topini e mi avventuro sul luogo del misfatto.
La zozzona era già lì ad aspettarmi. Le avevo detto di mettere la vestaglietta di pizzo ed il reggiseno a balconcino
Per farla breve, ragazzi, Frank Castle stava di marmo, e la tipa ha iniziato a succhiare ben bene la mercanzia, e mi diceva:
<<Uagliù, stasair stè propr' arrap't>>
A un certo punto, mentre me la bombavo a pistone con grande gusto, sento dei crampi allo stomaco, insomma, sentivo il vomito che mi saliva in gola. Cazzo, lo sapevo che la Peroni ghiacciata non ci andava nella tisana!
Scappo in bagno, la milfona dietro che mi dice che è occupato, ma io non ce la faccio più. Butto giù la porta con un calcio, e qui la cosa più di merda della situazione: dentro ci stava il marito della milfona, beatamente seduto sul cesso a cagare. Lo conosco bene, il cornutone cuckhold, viene sempre a comprare le cicorie e l'agnello da me
Che situazione di merda, ragazzi, tra l'altro si vede che aveva mangiato l'agnello di casa Volpe, una puzza che riempiva tutto il bagno (gli agnelli li allevo col ginseng ).
Insomma, già stavo male, la puzza della cagata del cornutone, non ce l'ho fatta più e l'ho asfaltato di questo mix di trippa birra e gnmridd...
La zozzona dietro che me ne diceva di tutti i colori, lui che protestava: <<Cornout e mazziat>>.
Insomma, mi sono cagato addosso, gli ho mollato un cazzotto in testa al cornuto, una scoreggia in faccia alla zozzona, e me ne sono scappato...
Che nottata di merda ragazzi...
Per il mio ego può bastare che SCB mi citi nella sua firma, tutto il resto è noia.
Cicciuzzo 1.6.2016
Mi spiegate come postare le immagini, sono scemo oltre che cornuto
Furore 1.3.2017
Ortheus ha scritto:Eddai,Rufus.
Stai a vedere la penna nell'uovo.
Grande Bardamu
grandissimo bardamu, invero
la mia è tutta invidia
E sorridi! (Earl J. Hickey)
Di regole io ne conosco una sola: bisogna essere buoni, cazzo (K. Vonnegut)
Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare (V. Costantino)
Tutti gli autori sia del topic orginario che di quello ri-uppato meritano senz'altro un encomio per la bravura e l'impegno, ma i post che veramente mi hanno fatto crepare dal ridere sono, ex aequo, quello in Nik style e quello in Dostum style di Bardamu!
Questa è la mia personalissima, e lunghissima, versione della vicenda:
Mi trovo in uno di quei pub oltremanica, direi scozzese, vista la sovrabbondanza di mogano e le luci, provenienti da piccole abat-jours pensili, che tendono al giallo tenue, trasformano il rosso delle fodere in un violaceo linguaceo. Sono seduto al bancone con un tizio che puzza di ammeregano, dovrebbe essere il bassista degli Heart, Wind & Fire, quello biondo un po' panzuto, Andy mi pare si chiami. Siamo alla quarta pinta, e mi fà “dì un po', ti ricordi quella volta in cui eravamo in quel pub e alla quinta pinta ti è venuto da cagare?”. In realtà è la prima volta che lo vedo, ma per inerzia faccio un cenno al barista. Il bicchiere è alto e lungo e lo scurissimo liquido al suo interno ha un sapore vagamente ancestrale, sembra birra, ma rimango perplesso: “Andrew, com'è che 'sta cosa sa di pterodattilo?”. Come risposta ottengo un micro-rantolo, e il tipo accascia il volto tra le braccia conserte sul tavolo, poi i suoi occhi sbucano da un lato, verso di me, e finalmente emette il suo Verbo: “non vorrei dirlo, ma secondo me sei già bello che fottuto.”. Non ne sono troppo convinto, nel contempo non voglio far trasparire la mia indifferenza, non voglio certo ferire quella sua aria da profeta in sandali. Sorrido, gli do una pacca sulla spalla e poi sorrido ancora di più, perchè mi è appena venuto lo stimolo di cagare e posso finalmente mostrarmi sinceramente convinto delle sue capacità. “Hey Andy! Devo cagare!”, e lui mi dice, stavolta senza lacerare la simbiosi mistica terzo occhio – bancone, “Buona fortuna, attento al tedesco là fuori.”. Nascondo la mia inestinguibile tracotanza nel bicchiere e prendo un ultimo sorso del liquido primitivo, poi, mi appropinquo verso i servizi del locale. Chiusi. Il barista mi lancia un suggerimento: “Mi sa che devi usare la latrina fuori, oggi è arrivato un cazzone di tedesco ubriaco ad aggiustare uno dei cessi e ha scassato tutto.”. Fa un freddo a cui non sono abituato, c'è un po' di neve ed un cielo stellato, uno specchio troppo banale ed allettante per non sprofondare in una fantasia principesca: i miei tratti ottomani che mi definiscono in una Crociata verso le ignote distese del Nord. Sono con il volto intrappolato in un sorriso compiaciuto, e la mano destra sollevata, quando una voce gagliarda e piena di dopolavoro interrompe le mie cavalcate: “Giovane! Vuole un sorso di vino tunisino? Paese democratico, laico, belle donne.”. Imbarazzato dal mio stesso distacco, afferro la bottiglia di vino e faccio un lungo sorso, la mistura ha lo stesso sapore dell'intruglio giurassico di qualche minuto prima. Deve essere lui il fantomatico tedesco che ha armeggiato con i tubi del cesso, preso dalla curiosità gli chiedo: “mi dica, dove si trova la latrina?”. Lui sghignazza rischiando di schizzare dalla salopetta, fa un saltello sul posto e senza ricomporsi dal suo stato agitativo mi informa sui suoi progressi: “E' necessario diffondere gli ultimi ritrovati della tecnica capitalista. Nello specifico, il Tubo non si è ancora diffuso pienamente sulla superfice del globo.”. Per qualche ragione il sapore della pozione arcaica si è sinesteticamente diffuso intorno a me, facendomi rinunciare ad ogni velleità logica ed ai miei desideri evacuativi, così lo assecondo più o meno inconsapevolmente: “in cosa consisterebbe questo “Tubo”?”. “Il Tubo è una delle ultime prove fondanti dell'incontrovertibilità del Libro – NB traduzione di Martin Luther -, consiste in una struttura cilindrica cava che ospita la diffusione di determinati liquidi.”. Io ci sono, ma non ci sono, capisco benissimo che il tizio è un disadattato, ma mi affido al suo delirio, anche perchè contraddirlo equivarrebbe a perdere il senno, così incrocio le mani dietro la schiena e continuo: “in sé è un'invenzione geniale, di quali liquidi accoglie il flusso?”. “Qualsiasi liquido che permetta alla Storia di avere ragione sulle nebbie ideologiche. Cosa crede che bevesse Gorbachev? Vino tunisino. E i giovani insorti, i dissidenti? Vino tunisino. Le lascio immaginare perchè la narrativa sul Graal si sia esaurita non appena il Progresso abbia raggiunto il punto necessario per attivare lo sviluppo del Tubo.”. Quella “T” maiuscola risuona nel mio intestino, che d'improvviso cede dando il via libera ad un flusso potentissimo di merda, la blietzkrieg è totale, e l'ampolla rettale si colma in una frazione di secondo, mentre i muscoli delle natiche sono l'ultimo baluardo difensivo. Mi congedo dal SuperMario di Bavaria deciso più che mai a trovare da solo la latrina, ma il vero problema è che mi si prospetta un'unica possibilità di trovarla, cioè in un capanno aldilà di un piccolo guado. Non riesco a contemplare l'ipotesi di farmela addosso quindi avanzo e forte di un'indifferenza automica a me estranea, mi immergo in due passi, fino allo stomaco. L'acqua è ghiacciata e il tormento inenarrabile, ma quantomeno il freddo contrae le mie membra supportando la causa. Alla mia destra galleggia una capra morta, con il ventre gonfissimo. Metto un piede su una grossa pietra mal equilibrata, questa ne muove altre e genera una leggerissima folata di corrente. La capra mi è sospinta contro e disgustato le tiro un cazzotto fortissimo nello stomaco, dove la pelle è tesissima per l'elevata pressione di liquidi e gas, i quali trovano sbocco facile dallo sfintere dell'animale. Una sinfonia di bolle, rumorosissime, riempie l'acqua. La temperatura del piccolo torrente inizia a mutare riscaldandosi rapidamente ed io devo sbrigarmi perchè inizia a scottare. Sono fuori prima che inizi a bollire. Fortunatamente stavolta è l'attivazione del sistema simpatico, attraverso una corsa disperata, a salvarmi. Giungo alla capanna e tiro un calcio nella porta, sfondandola. Il mio sollievo è castrato in un attimo, perchè trovo un tizio seduto sulla latrina; è vestito con una tunica bianca, che tiene su arrotolata nelle giunture delle braccia, tenendo un libro su, dritto, che gli copre il volto. Il titolo sulla copertina è “Das Libro”. Dirige lo sguardo su di me e fa “Oh! Ciao”, poi sgancia una bomba di merda dal fragore immane, la potenza del tratto finale del suo apparato digerente è tale che, alleatasi con la forza di gravità, il tonfo è grave e sordo, e non si confonde con il rumore dell'acqua, che risulta miseramente sconfitta secondo Archimede. Un movimento del sopracciglio del tizio tradisce un evento fatale: il tuffo non è perfetto e la massa d'acqua che reagisce verso l'alto lo colpisce in pieno. “Uno schizzo, il ritorno del rimosso”, mi dice. Io vorrei solo farla lì, e lo invito a sbrigarsi, facendogli notare la sua conquistata libertà. Ma non mi ascolta, ignora l'evidenza del mio dolore e piuttosto mi fa una proposta assurda: “Sono Architetto, ha bisogno?”. Urlo in preda alla disperazione: “non costruirai alcuna casa!”, e gli tiro un destro di Canelliana intensità. Contemporaneamente, sbatto con la testa verso l'indietro, su una parete di legno e sono io ad essere seduto sulla latrina. Libero e stravolto. Il tempo di ultimare le mie pratiche con le pagine del Libro e mi dirigo nuovamente al pub, riuscendo ad evitare il torrente. Mi siedo, trovo un tizio biondo, dice di chiamarsi Andy, che mi fa: “dì un po', ti ricordi quella volta in cui eravamo in quel pub e alla quinta pinta ti è venuto da cagare?”
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.
Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.
Mo v’ariconto na storia un poco strana
Che m’è successa quest’antra settimana
Nun ce cercate né come né pecché
E soprattutto nun lo chiedete a me
Me ne so ito co l’amici all’osteria
Da Gneccoletto, dietro a porta pia
J’avemo detto “oste, portace da bere”
e semo stati lì, come l’antre sere
però stavorta quarcosa c’era drentro ar vino
che nun era né frascati né marino
o forse sarà stata la porchetta
m’è venuto in mente all’ottava fetta
com’è come nun è me so trovato
c’o o stomaco tutto arrivortato
e mentre l’antri me pijavano pe’ fesso
bestemmiando so’ scappato ar cesso
che te lo dico a fa’, era occupato
ma lo stomaco era ancora arrivortato
nun ce l’ho fatta, j’ho dato un gran carcione
ch’avrebbe buttato giù puro un portone
sur cesso cera assittato er sor Fernando
che ‘n po’ rincojonito stava cacando
j’ho detto “me dispiace a sor Ferna’
ma a me me scappa de vomita’”
e mentre quello me guardava inebetito
sapessi che gran spruzzo ch’è partito
addosso a quella barba da capretta
j’ho buttato sette chili de porchetta
er vino, a zuppa, e rape e la pajata
che m’aveva fatto l’artroieri mi’ cognata
nun so pecché, che cosa ch’ho penzato
ma m’è sembrato giusto e j’ho menato
e senza che dicesse na parola
j’ho dato sulla capoccia na cariola
de pugni, schiaffi e pignatoni
gridando “mo m’hai rotto li cojoni”
ma me so detto ch’è er cognato der Catena
e quello si me pija me sderena
so’ corso dall’amici ar tavolaccio
e Gnecco c’ha gridato “mo’ ve caccio”
j’ho detto “oste nun sta a fare troppo er mulo
fa na cosa, vattela a pija’ ‘n der culo”
e mentre scappevamo p’a salita
ho pensato: è questa a peggio notte d'a mi vita
E sorridi! (Earl J. Hickey)
Di regole io ne conosco una sola: bisogna essere buoni, cazzo (K. Vonnegut)
Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare (V. Costantino)
Zena side (spero che nel mio orrido tentativo di "written zenish" qualcosa si capisca, in caso contrario, PERDONATEMI!!)
Vèi sèia sun anètu au bar cûn ûn amigu, u l’è ûn grande grussu e valurusu (mì invece sun piccin e nu fassu mai ûn belin, paggiu proppiu ûn inane nanu). Emmu beviû tantu che se semmu sbrunsê. De datu a nûatri, gh’ea ûn tippu strannu, ûn cun na fassa da camellu, ch’u vueiva ese valurusu pûre lê e u se missu a scrîve ûna poesia in sce ûn tuaggié pé a camèa (ûn toccu de figgetta môa cu e’ gambe lûnghe e e’ labbra rùsce che segundu mì a l’ea sensatrû da’ Rumania).
Ma u deìve aveila riempiâ de susidate, strepelli e pûre quarche erû d’urtugrafia perché a camea a s’è incassâ , e a g’a rispostu: “Amìa, nu me vegnî a cuntâ de musse a mì, pé chi ti m’e piggiou? Nu semmu miga in te ûn burdellu cumme a Fregene” e insumma, u l’a mandoû a cagâ .
Doppu ûn pô u mê amigu u me fa: “Amìa, ma cusse l’è sta spûssa, st’audû strannu c’u vegne d’a cusginna? Nu stagian miga cusgendu ûna casoula de cassoulet?” “A mì u cassoulet u me fa proppiu anguscia”, u l’à criou, e u l’é curriu drittu au loegû a cacciâ. U l’a avertu a porta ma gh’ea dentru u tippu strannu c’u stava ancun cagandu , e c’u l’ha ditu: “Amìa, ma nu ti u capisci da sulu che staggu cagandu, cosse ti gh’ê besegnu che te u disge u Sherlock Holmes?”
“Bugiardu!, T’ê ûn gran bugiardu, nu ti duveivi pigiate zegu d’à camèa, anche s’à pâ ‘na sìngara a l’è una brâ figgeua ”, U g’a crioû u me amigu, e u g’à vummiou in scia testa tittu quellu cu l’àia beviû (che nu l’ea pocu). Dapeû, però, u g’aia puia che u cammellu u se incassasse. “Maniman u me tia ûn cartun in ta fassa” u l’à pensou, e alùa u ghe l’a tiioû lê pè primmu, proppiu in tu mûru (che per noi zeneizi è sempre la fassa, la faccia, perché “il muro” si dice “a miagia”). Insumma, che pé fâtela breve l’è veniû feua un casin tale che u padrun du locale, u Dostum, u l’à ciammou a pulisia e li a fêti arestâ a tuti duî.
A mì m’è despiasgiu ûn pô pé u mê amigu ma, u deìvu cunfessâ, me sun ademuou ûn casin, anche se me seìva piasgiu ancun de ciù se me fuise fêtu a camèa. Squesgi squesgi osieiva dî c’a l’è stêta ûna de megiu seìanne da mê vìtta, anche se nu sun stêtu gùei valurusu.
G’aviê sûlu ancun ûna dumanda da fâ, ‘na côsa che u mê amigu u nu m’à spieggou e che mi proppiu nu ho ancun capiû: Ma stù cassoulet, che cassu u l’è?
E sorridi! (Earl J. Hickey)
Di regole io ne conosco una sola: bisogna essere buoni, cazzo (K. Vonnegut)
Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare (V. Costantino)
Ciao Blif, e grazie del welcome back! Effettivamente è da un pezzo che seguo il forum in modo parecchio discontinuo, soprattutto per ragioni di tempo. Però devo dire che questo approccio presenta notevoli vantaggi. Quando uno ritorna e scopre topic dal titolo inconsueto e dal numero di pagine consistente quali "Ragest il Bugiardo" e "I Valorosi /e", tanto per fare due nomi a caso, gli viene una voglia irrefrenabile di scoprire cosa è successo e di mettersi subito al corrente riguardo agli ultimi, sensazionali avvenimenti.
Adesso però, parlando più seriamente, una capatina di quando in quando su SZ, e questo thread ne è davvero la prova più che lampante, merita davvero sempre di farla.
VolpeGrigia é un uomo che odora di muschio e cuoio, fuma la pipa e arrotola funi nei piccoli moli...
Insomma, é un uomo che sa vedere e guardare, guardare e capire le storie del mare...un uomo che sa capire il momento, godere la vita, giocare col vento... (Steiner)
Bardamu ha scritto:Apache side ieri tenevo voglia di vomitare che avevo bevuto troppo ma i gabinetti del locale tutti occupati e allora sfondato porta e vomitato su un tizio che cacava - sbagliato ma dato anche un pugno - non potevo rischiare arrivo polizia io non a posto con documenti
Filippotto side appena vomitato su un tizio che cacava tutti i bagni erano occupati e gli ho dato anche un pugno prima che me lo dava lui ottimo locale consigliato .
Nik side Io invece ero a Pattaya in un gogobar...ma avevo apena bevuto un liquore a base di cavolfiore che avevo portao con me dalla cina che mi aveva lasciato uan ragazza che un giorno era entrata per sabglio a casa mia e solo dopo che era anadta via 3 giorni dopo mis ono accorto che era una ladyboy e sopratutto quello non era casa mia!!!
comuqnue...dovevo vomitare e tutti i bagni erano occupati...allora sfondo una porta e vomito su un tizio che stava cacando (era un olandese, mene sono accorto perchè ha bestemmiato in olandese e io conosco le bestemmie oladnesi perche avevo un amico olandese che un giorno gli ho scopato la ragazza e da quel giorno micerca per uccidermi e bestemmiando in olandese...) allora hp pensato che si trattasse di quel mio amico e preso dal panico gli ho dato unpugno e sono scappato via.
poi sono tornato in starada e a un certo punto una ragazza bellissima mi fa un cenno, penso: ha scelto me cazzo!!
e invece voleva solo dirmi che avevo del vomito sulle scarpe e allor aho dato un pugno anche a lei...
la peggiore notte della mia vita!!!
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.