[O.T.] la Storia del Cinema
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Re: [O.T.] la Storia del Cinema
Vengo da un’entusiasmante retrospettiva ferreriana.
Di quelle retrospettive che provocano ulcere ai cinepanettonari.
E che annovera Una storia moderna – L’ape regina; La cagna; Dillinger è morto; La donna scimmia.
Ambequattro bei film.
Ma io parlerò – colpevolmente – soltanto degli ultimi due.
Dillinger (1969) m’ha lasciato a bocca aperta. Io non so come diavolo l’avevo fruita ‘sta pellicola.
Questo è un film immenso e unico. Sostanzialmente con un personaggio solo (Michel Piccoli). Del quale, per un’ora abbondante, vengono seguite pedissequamente le azioni. Precise, nette, risolute. Eppure di una leggerezza non comune. Un’ora intera quasi senza dialoghi, e con pochi inserti vocali (la canzone alla radio, l’inserto televisivo, brevissimi intermezzi con moglie e governante). Che (avvicinandosi al puro esercizio di stile) dispone al fremito lo spettatore, in attesa dell’evento che risolverà (l’uccisione, per noia, della moglie appisolata). Giuro che ho esultato.
Ho visto poi, per la prima volta, La donna scimmia (1964).
Un film del genere (con le dovute proporzioni, perché... si sa, perché) Lynch l’ha realizzato 16 anni dopo (The elephant man).
La donna scimmia è un film che fa sorridere (e, se vogliamo, pure ridere), commuovere (o intenerire, almeno). Con l’abituale, impagabile, Tognazzi, nella parte di Antonio, individuo gentile, losco, cinico e profittatore - che batte, per coscienza, ogni altra macchietta italica - che non esita a sposarsi per lucrare sulle grazie anomale di Maria, interpretata da Annie Girardot, tenera, ingenua e sentimentale (piccola nota: l’ambientazione è napoletana, ma, curiosamente, il suo accento è siciliano).
Ciò che mi piace di Ferreri è che nei suoi film (quelli che ho visto) non esiste un lieto fine, una morale stucchevole e consolatoria (nella fattispecie, dopo la morte di Maria e del nascituro che portava in grembo, dopo il dolore, gli stessi corpi diventano spettacolo da circo). Ferreri rappresenta l’individuo nella sua fallacità, nei suoi difetti, nella sua precarietà, privilegiando il lato oscuro ed indicibile, il grottesco e il paradossale.
Credo che Ferreri sia stato un grande regista molto sottovalutato. Come ogni avanguardista degno di tal nome.
Di quelle retrospettive che provocano ulcere ai cinepanettonari.
E che annovera Una storia moderna – L’ape regina; La cagna; Dillinger è morto; La donna scimmia.
Ambequattro bei film.
Ma io parlerò – colpevolmente – soltanto degli ultimi due.
Dillinger (1969) m’ha lasciato a bocca aperta. Io non so come diavolo l’avevo fruita ‘sta pellicola.
Questo è un film immenso e unico. Sostanzialmente con un personaggio solo (Michel Piccoli). Del quale, per un’ora abbondante, vengono seguite pedissequamente le azioni. Precise, nette, risolute. Eppure di una leggerezza non comune. Un’ora intera quasi senza dialoghi, e con pochi inserti vocali (la canzone alla radio, l’inserto televisivo, brevissimi intermezzi con moglie e governante). Che (avvicinandosi al puro esercizio di stile) dispone al fremito lo spettatore, in attesa dell’evento che risolverà (l’uccisione, per noia, della moglie appisolata). Giuro che ho esultato.
Ho visto poi, per la prima volta, La donna scimmia (1964).
Un film del genere (con le dovute proporzioni, perché... si sa, perché) Lynch l’ha realizzato 16 anni dopo (The elephant man).
La donna scimmia è un film che fa sorridere (e, se vogliamo, pure ridere), commuovere (o intenerire, almeno). Con l’abituale, impagabile, Tognazzi, nella parte di Antonio, individuo gentile, losco, cinico e profittatore - che batte, per coscienza, ogni altra macchietta italica - che non esita a sposarsi per lucrare sulle grazie anomale di Maria, interpretata da Annie Girardot, tenera, ingenua e sentimentale (piccola nota: l’ambientazione è napoletana, ma, curiosamente, il suo accento è siciliano).
Ciò che mi piace di Ferreri è che nei suoi film (quelli che ho visto) non esiste un lieto fine, una morale stucchevole e consolatoria (nella fattispecie, dopo la morte di Maria e del nascituro che portava in grembo, dopo il dolore, gli stessi corpi diventano spettacolo da circo). Ferreri rappresenta l’individuo nella sua fallacità, nei suoi difetti, nella sua precarietà, privilegiando il lato oscuro ed indicibile, il grottesco e il paradossale.
Credo che Ferreri sia stato un grande regista molto sottovalutato. Come ogni avanguardista degno di tal nome.
Re: [O.T.] la Storia del Cinema

"Kubrick mi fece il complimento più bello. Poco prima di iniziare le riprese di The elephant man, in Inghilterra, arrivarono sul set alcuni tizi della Lucas Films. Si erano fermati a far visita a Jonathan Ranger ed erano passati a salutarmi. Stavamo chiacchierando all’entrata dei Lee International Studios, a Wembley, quando a un certo punto dissero: «Siamo felici di averti incontrato, David, perché l’altra sera eravamo a Elstree con Kubrick. Abbiamo discusso un po’, e poi lui ci ha chiesto: “Ragazzi, stasera vi va di venire a casa mia a vedere il mio film preferito?”» «Certamente!», risposero; ci andarono, e il film in questione era Eraserhead. Per me fu una botta di euforia, poiché ritengo che Kubrick sia uno dei più grandi registi di tutti i tempi. Praticamente ognuno dei suoi film sta nella mia top ten".
David Lynch
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Re: [O.T.] la Storia del Cinema
Così, di getto, 5 indimenticabili pezzi anni '50 - '60 :
Da qui all'eternità (1953)

Improvvisamente l'estate scorsa (1959)

Splendore nell'erba (1961)

La dolce ala della giovinezza (1962)

Il buio oltre la siepe (1962)

Da qui all'eternità (1953)
Improvvisamente l'estate scorsa (1959)
Splendore nell'erba (1961)

La dolce ala della giovinezza (1962)

Il buio oltre la siepe (1962)

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Re: [O.T.] la Storia del Cinema
E una suggestiva triade anni '70 - '80 :
Picnic ad Hanging Rock (1975)

I misteri dei giardini di Compton House (1982)

Paris Texas (1984)

Picnic ad Hanging Rock (1975)
I misteri dei giardini di Compton House (1982)
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Re: [O.T.] la Storia del Cinema
E qui bisogna solo inchinarsi molto:
San Martino aveva un gallo (1972)

Padre padrone (1977)

Kaos (1984)

San Martino aveva un gallo (1972)

Padre padrone (1977)

Kaos (1984)

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Re: [O.T.] la Storia del Cinema
Scusa, PD, il santo è Michele.
Re: [O.T.] la Storia del Cinema

Tze tze... e mo', che je dico a San Michele?
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)
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Re: [O.T.] la Storia del Cinema
Eh, l'ora tarda giuoca brutti scherzi
. E dunque sì:
San Michele aveva un gallo (bianco, rosso, verde e giallo)
Già che ci sono, e prima di andarmi a vedere "Cesare deve morire" aggiungo alla serie anni '50 /'60 un film che avevo in mente ma che poi si sono dimenticato di inserire
La lunga estate calda (1958) regia di Martin Ritt. Con Paul Newman, Joanne Woodward, Anthony Franciosa, Lee Remick e Orson Welles. Tratto da alcuni racconti di William Faulkner


San Michele aveva un gallo (bianco, rosso, verde e giallo)
Già che ci sono, e prima di andarmi a vedere "Cesare deve morire" aggiungo alla serie anni '50 /'60 un film che avevo in mente ma che poi si sono dimenticato di inserire
La lunga estate calda (1958) regia di Martin Ritt. Con Paul Newman, Joanne Woodward, Anthony Franciosa, Lee Remick e Orson Welles. Tratto da alcuni racconti di William Faulkner

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Re: [O.T.] la Storia del Cinema
Rivisto a distanza di 20 anni mi fa sempre la stessa impressione: IMPRESSIONANTE! Un Peckinpah sublime



"Ma s'io avessi previsto tutto questo... dati causa e pretesto,forse farei lo stesso"
Re: [O.T.] la Storia del Cinema
Lo ricordo anch'io come film di una potenza immensa. Peccato non lo diano mai alla tv
Per il mio ego può bastare che SCB mi citi nella sua firma, tutto il resto è noia.
Cicciuzzo 1.6.2016
Mi spiegate come postare le immagini, sono scemo oltre che cornuto
Furore 1.3.2017
Cicciuzzo 1.6.2016
Mi spiegate come postare le immagini, sono scemo oltre che cornuto
Furore 1.3.2017
Re: [O.T.] la Storia del Cinema
Ieri ho visto Johnny Guitar.
A dispetto di quanto letto in questo topic, non ha una trama troppo contorta.
Un ottimo film; il non plus ultra, se fatto assurgere esclusivamente a manifesto femminista
(o, anche, dell'androginia).
Frase preferita (ma ce ne sono tante): "Un combattente che si rispetti non si affida ai quadrifogli".
A dispetto di quanto letto in questo topic, non ha una trama troppo contorta.
Un ottimo film; il non plus ultra, se fatto assurgere esclusivamente a manifesto femminista
(o, anche, dell'androginia).
Frase preferita (ma ce ne sono tante): "Un combattente che si rispetti non si affida ai quadrifogli".
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Re: [O.T.] la Storia del Cinema
Ieri sera sono finalmente riuscito ad arrivare in fondo ad 8 e 1/2 di Fellini (il mio precedente tentativo - infruttuoso - ritengo datasse almeno agli anni '80, se non prima).
(Anche questa volta) l'ho trovato palloso all'inverosimile. Complessivamente uno dei film più pallosi che abbia mai visto. Due cose tuttavia mi hanno colpito molto. La prima é la constatazione della influenza esercitata da questo film su "La grande bellezza" di Sorrentino, che è particolarmente evidente nel finale.
La seconda é questa bellissima sequenza (osservare in particolare dal minuto 2' 40"), che devo dire mi ha ripagato se non di tutta certamente di buona parte della noia patita sino a quel momento.
Ladies & Gentlemen, ecco a voi Saraghina:
(Anche questa volta) l'ho trovato palloso all'inverosimile. Complessivamente uno dei film più pallosi che abbia mai visto. Due cose tuttavia mi hanno colpito molto. La prima é la constatazione della influenza esercitata da questo film su "La grande bellezza" di Sorrentino, che è particolarmente evidente nel finale.
La seconda é questa bellissima sequenza (osservare in particolare dal minuto 2' 40"), che devo dire mi ha ripagato se non di tutta certamente di buona parte della noia patita sino a quel momento.
Ladies & Gentlemen, ecco a voi Saraghina:
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Re: [O.T.] la Storia del Cinema
Galibier ha scritto:Rivisto a distanza di 20 anni mi fa sempre la stessa impressione: IMPRESSIONANTE! Un Peckinpah sublime![]()
versione integrale da 129 min. ?
visto la cinema

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Re: [O.T.] la Storia del Cinema
Post Scriptum: subito dopo aver visto finire 8 e 1/2 , ormai inebriato dal successo, mi sono messo a guardare "L'Atalante" di Jean Vigo. Sulle prime stavo andando anche benino, ma ad un certo punto ho capito che stavo chiedendo troppo al mio fisico ed ho ritenuto più prudente desistere. Devo dire che quanto ho visto prima dell'interruzione non é che proprio mi abbia esaltato, però può anche essere che una sera di queste ci riprovi un'altra volta. 

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Re: [O.T.] la Storia del Cinema
A me 8 e mezzo piacque molto, come la dolce vita e amarcord del resto.
Il grosso problema è che pur ricordando grossomodo le rispettive trame, ho nella mia mente un sacco di scene che non riesco a stabilire se siano del primo o del secondo, qualche volta persino del terzo (che essendo più recente ha una fotografia che lo distingue maggiormente).
Ho fatto un papocchio, non me lo merito Fellini.
Il grosso problema è che pur ricordando grossomodo le rispettive trame, ho nella mia mente un sacco di scene che non riesco a stabilire se siano del primo o del secondo, qualche volta persino del terzo (che essendo più recente ha una fotografia che lo distingue maggiormente).
Ho fatto un papocchio, non me lo merito Fellini.
Luttazzi sembra una di quelle cose che scappa quando sollevi una pietra. (Renato Schifani)
se hai tipo 40 anni e stappi lo spumante tutto convinto, senza tradire nemmeno una punta di ironia, ti trovo ridicolo. (Fuente)
Scrivi fistola anale (dboon)
Trez (Trez)
se hai tipo 40 anni e stappi lo spumante tutto convinto, senza tradire nemmeno una punta di ironia, ti trovo ridicolo. (Fuente)
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Trez (Trez)