Umberto Bossi ha indicato date precise: fra il 17 e il 23 gennaio deve passare il «federalismo», ossia il decreto attuativo più importante, sul fisco municipale. Altrimenti, non resterà che il voto.
La scissione dei finiani non è stata in grado di abbattere il governo ma lo ha reso debolissimo nelle Commissioni parlamentari della Camera. Non è facile che il provvedimento passi. Soprattutto, non è facile che passi senza stravolgimenti e senza dilatazione delle spese.
Dalle notizie che circolano, sembra inoltre che non ci sia al momento la disponibilità del ministro Giulio Tremonti ad accettare le condizioni (quoziente familiare, cedolare secca sugli affitti) poste dall'Udc di Pier Ferdinando Casini per votare a favore. I giochi sono aperti e tutto da qui alla fine di gennaio può accadere. Per dare un giudizio fondato su che cosa sarà davvero (se sarà) il federalismo in Italia bisognerà aspettare di vedere quale provvedimento, con quali caratteristiche, verrà alla fine varato. Gli esperti sono al momento divisi, danno giudizi discordanti.C'è chi parla di tradimento delle intenzioni federaliste originarie, chi pensa che tutto si risolverà in una partita di giro, un passaggio di mano fra centro e periferia dell'esazione dei tributi, congegnato in modo da non favorire la responsabilizzazione fiscale degli enti locali, e chi invece sostiene che, per l'essenziale, ciò che si sta per varare sia autentico federalismo fiscale.
Se guardiamo alle condizioni politiche generali dobbiamo osservare come esse non siano affatto favorevoli alla complessa trasformazione denominata «federalismo fiscale». Il rischio più forte è che ne esca ulteriormente esasperata la divisione fra Nord e Sud. Si considerino i fatti: o il federalismo fiscale sarà una cosa seria, e allora comporterà tagli drastici alle capacità di spesa di molti comuni del Sud (oltre che di qualche comune del Nord), o questo non avverrà e sarà allora una farsa, una partita di giro appunto. Ma se tagli drastici alle capacità di spesa degli enti locali del Sud ci saranno, come sarà possibile conservare il consenso politico necessario nel lungo arco di tempo richiesto per portare il federalismo a regime?
Se sarà solo una partita di giro, le regioni produttive del Nord si sentiranno prese in giro e si accentuerà il loro distacco politico-psicologico dal Sud. Se sarà una cosa seria, provocherà probabilmente la rivolta politica di ampia parte del Sud.
Il federalismo richiederebbe una collaborazione senza remore fra le varie aree del Paese, una disponibilità a rimettersi in gioco dove è maggiore il ristagno economico e il fardello di politiche sbagliate unita alla assenza di atteggiamenti inutilmente punitivi da parte delle regioni più produttive e ricche. Collaborazione e disponibilità che non ci sono state. I segnali, anzi, sono di segno opposto. Sono di questi giorni le notizie sulle massicce assunzioni di precari da parte della giunta Lombardo in Sicilia. Nel rigoroso rispetto della tradizione.
Ancora qualche anno fa si poteva immaginare il coinvolgimento del Sud in un percorso virtuoso di risanamento, la sua disponibilità a uno scambio fra meno risorse oggi e più sviluppo domani. Adesso che sono sorte varie Leghe Sud, quella ipotesi è meno credibile. Comunque vada l'iter parlamentare, si può scommettere che le prossime elezioni si giocheranno già tanti scaldano i muscoli a destra e a sinistra sul pericoloso crinale che contrappone Nord e Sud.
Angelo Panebianco, Corriere della Sera 6.1.2011
Nell'ottimo articolo di Angelo Panebianco (esponente di spicco della borghesia liberale espressione dei salotti del Corsera) si evidenziano i veri nodi della questione, al di là delle nebbie ideologiche, delle invettive, delle grossolane facilonerie.
Qual è il busillis...???
Parliamoci chiaro: senza spesa pubblica il Sud rischia il collasso.
Tremonti, diventato ormai un funzionario sovranazionale di Bruxelles, è incaricato di controllare i conti italiani.
E i partiti a organizzare il consenso.
La partita si giocherà tutta sugli equilibri tra minore pressione fiscale al Nord produttivo e contenimento della spesa al Sud.
Con Fini fuori dai giochi, la notte dei lunghi coltelli sarà internamente al Pdl (con molti voti al Sud) e Lega (che sta inesorabilmente scendendo oltre la Linea Gotica)
E il PD, come al solito, irrilevante.
