Ancora una volta, caro pontellino, ci lasci senza fiato! Non solo hai scovato e offerto un numero inedito (per il web) particolarmente interessante, ma lo hai postato nella sua versione originaria (fatto importante, perché questo numero fu ristampato in almeno due iterazioni negli anni ’90, in entrambi i casi tagliuzzato e rimaneggiato). Pieno di frasi memorabili e situazioni accattivanti – non solo per la presenza del nano, ma soprattutto lo stupro della “cattiva” senza l’ausilio del “fluido erotico”.
Grazie, grazie, grazie!!
Certo che il nano, Désiré Bastareaud, era un “bastardo” davvero fortunato—trovandosi nel luogo giusto nel momento giusto, è riuscito (grazie al cinema porno) a trombare (o quanto meno farsi fare un pompino, secondo i film, da) una sfilza di donne belle (o meno belle, come in questo caso, ma sempre affamate di sesso…). Senza l’aiuto del cinema porno chissà, avrebbe passato la vita a farsi solo delle seghe… (Come molti di noi, immagino

)
Molto interessante (come fatto “fuori copione”) il caso dell’attrice costretta a spompinare il gorilla e che poi, nell’ultima scena, si fa scopare da Pontello, ossia Grisoune Jones (i cui nomi sono qui, curiosamente, invertiti nell’ordine … mentre in Egafd la grafia del primo nome è storpiato — invertendo la “u”, facendola diventare “n” (

) — in “Grisonne”) , personaggio davvero singolare. Faccia dai tratti inconfondibili, l’uniche altre sue apparizioni che ricordo erano in un cortometraggio assieme a Mika Barthel,
Pomme Polka (quella scena venne poi riciclata, come segnala Egafd, nel film
La Kermesse du sexe) e un altro film di cui mi sfugge il nome, in cui recita la parte di una aspirante modella.
Nella vita reale Grisoune faceva parte (assieme al suo compagno, Walter Jones) di un gruppo di estrema sinistra francese nato a metà degli anni ’70, ispirato dalla “Autonomia operaia” italiana, chiamato “
Marge” e che pubblicava una rivista omonima dedicata a dare voce agli “emarginati” della società. La stessa Grisoune scrisse un articolo per un numero della rivista uscito un anno prima di questo numero di Supersex, articolo che fece scandalo all’epoca tra le femministe. Quel numero, dedicato al problema della prostituzione, era nato dopo che alcune donne nel movimento avevano criticato gli uomini del gruppo i quali si erano messi assieme, a loro dire, a delle battone (tra le quali la nostra Grisoune), e chiedendo spiegazioni su questo “sfruttamento della prostituzione” da uomini impegnati a sinistra. Nell’articolo intitolato “In risposta ai custodi della estrema sinistra”, la Jones rivendicava una prostituzione libera e pienamente accettata nella società, descrivendo la prostituzione come una forma di autonomia — non solo, ma affermando che la prostituzione, liberando la donna, rappresentava una condizione meno alienante rispetto a quella di tanti altri impieghi o anche della condizione di tante donne sposate. Apriti cielo!! In un numero successivo, una “prostituta professionista” (si vede che già all’epoca le attrici porno non venivano definite prostitute “vere e proprie”, anche se moltissime di loro facevano regolarmente le marchette per campare) si spinse molto oltre nell’argomento, con un articolo intitolato “Se la prostituzione è un atto rivoluzionario", in cui glorificava addirittura la prostituzione come un modo per le donne di emanciparsi dal potere patriarcale e come mezzo per ottenere potere. (Basta vedere, 30 anni dopo, la carriera da “onorevoli” che hanno fatto le donne nel partito di Berlusconi per vedere che aveva ragione da vendere

).
Negli anni successivi la Grisoune divenne, purtroppo, tossicodipendente, morendo di AIDS nel 1999. Personaggio interessante, comunque; se fosse riuscita ad evitare l’eroina, chissà, si potrebbe immaginarla oggi ad aver fatto una carriera simile a quella di Brigitte Lahaie, tenendo magari una rubrica radio sui problemi della condizione femminile.
Eccovela in qualche fotogramma estratta appunto dal loop
Pomme Polka:
E ancora, in un altro film del quale, stupidamente

, non ho preso nota del titolo:
