[O.T.] l' INDIGNATO ZETIANO (fegati esplosi)

Scatta il fluido erotico...

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danny
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#121 Messaggio da danny »

Ecco un altro esempio delle conseguenze della psicosi pedofilia:

http://www.corriere.it/cronache/09_sett ... aabc.shtml

Carezze alla figlia, rischia 15 anni
Il turista italiano in cella a Fortaleza. L'avvocato: difficile farlo uscire. La bimba di 8 anni: stavamo giocando

RIO DE JANEIRO - Un uomo gioca con la sua bambina in piscina, in un chiosco a pochi metri dalla spiaggia. L'afferra per le gambe, la fa rigirare in acqua, la abbraccia. Infine le appoggia un bacino sulla bocca. Lui ha 40 anni e la faccia del turista scottato dal sole tropicale; la figlia solo 8 ed è scura di pelle. A Fortaleza, capitale brasiliana del turismo sessuale, sull'argomento i nervi sono a fior di pelle, la psicosi elevata e la coscienza locale un po' sporca. «Non riesco sennó a spiegarmi come possa essere successo», racconta in lacrime Adriana Socorro, la moglie brasiliana dell'imprenditore italiano Giuliano Tuzi, da tre giorni in un carcere a Fortaleza con una accusa pesantissima: violenza sessuale in flagrante. Rischia dagli 8 ai 15 anni. Adriana è la madre della piccola, sposata con l'uomo da 12 anni. Vivono a Guidonia, nel Lazio. Era ai bordi della piscina durante i giochi padre-figlia e poi quando, incredula, ha visto arrivare i poliziotti che si sono portati via il marito in manette, in costume e ancora bagnato. Ha cercato di capire e le hanno spiegato. «Una coppia di turisti brasiliani, sui trent'anni, ha avvisato il proprietario del chiosco e questi ha chiamato la polizia " racconta la donna ". Gli agenti hanno aspettato che Giuliano si ributtasse in acqua con la bimba e sono intervenuti». Causa di tutto quei ripetuti bacini sulla bocca della piccola. «Mia figlia è molto legata al padre, scherzano sempre così " dice Adriana ". àˆ inverosimile che ci sia dell'altro nel suo atteggiamento. Io ero lì, insieme a un gruppo di altri amici». Vive in Italia da tempo la donna, e parla con distacco di Fortaleza, la sua città , dove è venuta a trascorrere le vacanze. «Lo so, qui c'è un grande problema di prostituzione minorile e pedofilia, hanno visto un adulto con una bambina, non hanno pensato che potesse essere sua figlia. Io sono mulatta, e nostra figlia è ancora più scura...».

Psicosi, si diceva, ma anche una legge severa. Con l'obiettivo di combattere le violenze sui minori, soprattutto quelle assai diffuse tra le mura domestiche, il Brasile si è appena dotato di una normativa drastica. La legge da un mese equipara pizzicotti e baci strappati con la forza allo stupro. Con aggravanti quando si tratta di minori. La giudice che dovrà  esaminare il caso, Ivana Timbó, appare irremovibile. «Sentiremo altri testimoni e poi decideremo il da farsi», scartando l'idea di chiudere il caso come un malinteso, come invece ha chiesto l'avvocato di Tuzi, Flavio Jacinto. «Ho cercato di far rilasciare subito l'uomo, ma non è facile " spiega il legale ". Potrebbe slittare tutto alla prossima settimana». La bambina è già  stata sentita da una psicologa della polizia minorile. Non è stato semplice spiegarle l'accaduto, ma ha risposto che stava giocando normalmente con il papà . La coppia accusatrice ha riferito invece a una tv locale che nulla aveva di «normale» l'atteggiamento dell'uomo. «La abbracciava come si fa tra adulti, le ha messo le mani dappertutto, le ha sfilato e rimesso il bikini, e poi quei due bacini sulla bocca...».

Oltre alla moglie e gli amici, anche i dipendenti del chiosco hanno scagionato l'imprenditore italiano, che peró è ancora in carcere. L'arresto in flagrante non è immediatamente reversibile, spiega il legale, ci vuole il parere del pm, che probabilmente arriverà  solo la prossima settimana. Tuzi intanto è stato spostato in una cella singola, dopo una notte passata con altri 15 detenuti. Con il morale a pezzi ma tranquillo. Da qualche tempo Fortaleza sta cercando di arginare il fenomeno della prostituzione minorile, nella quale gli italiani fanno da sempre la loro parte. Alcuni sono stati arrestati negli ultimi anni, così come sono state sgominate organizzazioni ponte tra i due Paesi. La polizia ferma le persone sospette all'aeroporto e tempo fa il governo locale arrivó a proibire un charter «specializzato» in partenza dal Nord Italia. Restano peró assai diffusi gli approcci tra turisti di mezza età  e ragazzine lungo le spiagge della città . Ma in assenza di «flagrante», si giustificano le forze dell'ordine, non c'è molto che possa essere fatto, anche con le leggi più dure.
Sono un forumista-immagine.

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nik978
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#122 Messaggio da nik978 »

stavo per linkarlo io (qui)

SE ti dico che stanoptte per un po mica ci ho dormito pensando a sta cosa......
mi vengono i brividi
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.

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Barabino
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#123 Messaggio da Barabino »

Alla periferia nord di Pisa c'e' un grosso ospedale, Cisanello.

Non e' vicino al centro storico, ne' all'aeroporto.

Intorno ci sono condomini, prati, centri commerciali, lo spazio non manca.

Eppure da lunedi' il parcheggio sara' a pagamento :evil:

Uno va all'ospedale (e magari spende 170 euro per una visita intra moenia)
e deve anche pagare il parcheggio su base oraria... e' una vergogna!

I comuni sono veramente diventati delle associazioni a delinquere.

Per ora sono giovane e sano e posso parcheggiare all'esselunga
o prendere l'autobus, ma quando saro' vecchio o malato? :blankstare:

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Il Fede
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#124 Messaggio da Il Fede »

"Lo sterminio degli ebrei è una leggenda" prof negazionista, shock alla Sapienza


DEFINISCE l'Olocausto una "leggenda" sulla quale esistono "solo verità  ufficiali non soggette a verifica storica e contraddittorio". Una "leggenda" usata "per colpevolizzare moralmente i popoli vinti". Anche le camere a gas, "ammesso e non concesso che queste siano mai veramente esistite", sono una delle tante verità  "da verificare".

Come "i sei milioni di morti nei campi di concentramento". àˆ la Storia reinterpretata secondo i folli principi del negazionismo, e che sembra trovare terreno fertile nel pensiero e nei blog gestiti da Antonio Caracciolo, un ricercatore 59enne di filosofia del diritto dell'università  La Sapienza. Secondo il sito ufficiale del dipartimento di teoria dello Stato è ricercatore, anche se lui dice di essere "professore aggregato".

Sentito telefonicamente Caracciolo non smentisce la propria difesa del negazionismo, anzi, ne fa una questione di principio affermando "il diritto dei negazionisti di poter esprimere le loro idee, senza finire in carcere". C'è da chiedersi, allora, se tra i suoi studenti o le persone che lo leggono qualcuno si sia mai ribellato. "Ho subito minacce, ricevuto insulti, ma non mi interessa. Vado avanti: sono pronto a discuterne con chiunque". E continua: "A chi mi dice che sono antisemita rispondo così: non ho mai capito il significato di questa parola". Lo scorso anno accademico, Caracciolo ha tenuto un corso di filosofia del diritto, nell'ambito del corso di laurea di II livello in Studi Europei. Oltre a salire in cattedra nel più grande ateneo d'Europa, si vanta di gestire ben 33 blog e si definisce coordinatore provinciale dei club di Forza Italia a Seminara (Reggio Calabria), avendone fondato uno nel 2003.

Sono due, in particolare, i siti sui quali questo ricercatore spiega perchè si debba dare credito alle tesi negazioniste. In "Club Tiberino", parla a più riprese della Shoah, in paginate virtuali di offese alla memoria degli ebrei morti nei campi di concentramento. Pagine regolarmente citate e riprese dai siti della destra estrema. A proposito della Shoah, è disposto ad ammettere che "vi sia controversia storica sul numero dei morti di Auschwitz. Che siano sei milioni nessuno sembra più voglia seriamente sostenerlo. Che poi all'indubbia discriminazione e persecuzione di ebrei, zingari, omosessuali, disadattati, oppositori politici di ogni genere sia seguita in senso proprio anche la volontà  di "sterminio" mediante "camere a gas" è cosa su cui io posso sospendere il giudizio in attesa di prove certe o in attesa di un mio personale ed informato convincimento".

Scende in campo, a più riprese, in difesa del negazionista Robert Faurisson, che nel maggio del 2007 suscitó proteste e sdegno perchè invitato a tenere una lezione presso l'università  di Teramo. E nell'ambito di questa Storia liberamente reinterpretata, viene fornita anche una lettura delle leggi razziali, condita di elementi antisemiti: "Le leggi razziali furono cose di 70 anni fa che si collocano in un contesto di 70 anni fa. Molti italiani, la stragrande maggioranza, hanno meno di 70 anni e quasi tutti gli italiani di oggi non hanno nessuna memoria diretta di quegli anni. A trarne profitto sono gli ebrei di età  avanzata che sono diventati una sorta di eroi nazionali.

Vengono portati in giro nei convegni e nelle scuole per raccontare quello che ricordano o pensano di ricordare". Sempre secondo Caracciolo, gli ebrei trarrebbero profitto dalla figura di Erich Priebke, ex ufficiale delle SS, condannato all'ergastolo per l'eccidio delle Fosse Ardeatine: "Non si parli di giustizia e di giusta condanna, perchè io non ne vedo di giustizia. Vedo solo vendetta. Mi chiedo cosa sarebbero gli ebrei romani senza i Priebke. Come potrebbero vivere senza nutrirsi della colpa altrui, o meglio della colpa che loro pensano il mondo intero abbia verso di loro. Su questa base fondano la loro tracotanza, la loro pretesa ad un risarcimento morale e materiale infinito".


http://www.repubblica.it/2009/10/sezion ... austo.html
Osservandola, perfino Ratzinger si convincerebbe di quanto sia necessario l'uso dei contraccettivi ( Matt Z Bass ).

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balkan wolf
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#125 Messaggio da balkan wolf »

oibó fede io sono indignato per il motivo opposto immagino

fascismo culturale le idee minoritarie o alternative vanno soppresse

che merde pecorone e vigliacche

SOLIDARIETà  AL PROF

e non sono manco negazionista tanto per chiarire
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
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tiffany rayne
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#126 Messaggio da tiffany rayne »

Hai ragione Balkan, non è giusto togliere dei meriti ai nazisti. Direbbe un redivivo Hitler.

Comunque io la solidarietà  al prof non la dó, non sono cosi superiore.

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balkan wolf
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#127 Messaggio da balkan wolf »

esatto tiffy ;-)

più che altro senza il tentato genocidio di un intero popolo a mio avviso è impossibile capire il progetto nazionalsocialista nella sua compessità 

detto questo se un ricercatore vuole lavorare in senso negazionista bon cazzi suoi si gestiscono commentano criticano i suoi risultati e non la direzione della ricerca altrimenti si fa un pó la figura dei fassisti con la dottrina ufficiale e la censura delle altre opinioni no?
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tiffany rayne
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#128 Messaggio da tiffany rayne »

balkan wolf ha scritto:esatto tiffy ;-)

più che altro senza il tentato genocidio di un intero popolo a mio avviso è impossibile capire il progetto nazionalsocialista nella sua compessità 

detto questo se un ricercatore vuole lavorare in senso negazionista bon cazzi suoi si gestiscono commentano criticano i suoi risultati e non la direzione della ricerca altrimenti si fa un pó la figura dei fassisti con la dottrina ufficiale e la censura delle altre opinioni no?
Come sei diventato democratico. :wink:

Io ti ho capito, vuoi mettere in luce le contraddizioni di chi crede nella democrazia e non è la prima volta che lo fai. Comunque ai tempi di Adolfo non è che ci fosse tutto questo rispetto per le opinioni altrui.

Magari il prof sarebbe finito in qualche campo di concentramento. Oggi se la cava con qualche reprimenda e con una notevole pubblicità  per quello che sostiene. Non mi sembra affatto una vittima.

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balkan wolf
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#129 Messaggio da balkan wolf »

ma è ovvio tiffy che un regime non democratico non permette il pluralismo delle opinioni ci mancherebbe altro

le infinite contraddizioni della democrazia manco le conto più ... il discorso qua è più pratico ovvero dato che peró oggi si gioca con le regole democratiche gradirei di poter beneficiare della libertà  di espressione
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tiffany rayne
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#130 Messaggio da tiffany rayne »

Infatti nessuno gli sta negando libertà  dì espressione, Peró se permetti anche io ho la libertà  di contestarlo se afferma cose del genere.

Sempre secondo Caracciolo, gli ebrei trarrebbero profitto dalla figura di Erich Priebke, ex ufficiale delle SS, condannato all'ergastolo per l'eccidio delle Fosse Ardeatine: "Non si parli di giustizia e di giusta condanna, perchè io non ne vedo di giustizia. Vedo solo vendetta. Mi chiedo cosa sarebbero gli ebrei romani senza i Priebke. Come potrebbero vivere senza nutrirsi della colpa altrui, o meglio della colpa che loro pensano il mondo intero abbia verso di loro. Su questa base fondano la loro tracotanza, la loro pretesa ad un risarcimento morale e materiale infinito".

Io ci vedo solo idiozia nella sua opinione che gli ebrei dovrebbero dimenticarsi dell'olocausto. Sono in democrazia e lo mando a quel paese, non chiedo per lui la prigione o il divieto di esprimere la sua opinione.

MiniMe
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#131 Messaggio da MiniMe »

Balkan, sto qua è un esaltato.
Ci sono dati oggettivi che lui rende soggettivi e pessimamente legati da alcun filo logico. Una zuppa di merdate insomma. Puoi essere nazifascista quanto ti pare a casa tua, peró propagandare stronzate in un contesto universitario e con dati alla mano implica che tu vada a farti dare nel culo.
We get some rules to follow
That and this, these and those
No one knows

tiffany rayne
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#132 Messaggio da tiffany rayne »

I negazionisti basano le loro teorie sempre sul complotto. Tutti i dati ufficiali sono stati ingigantiti dalla potente lobby ebraica, quindi con questa scusa dicono che per loro è impossibile svolgere una adeguata indagine per scoprire la verità .

Quindi bisogna fidarsi di loro. Dei dati oggettivi se ne fregano, peró pretendono di essere creduti. Francamente sono da prendere a pernacchie, la loro è solo ideologia.

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balkan wolf
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#133 Messaggio da balkan wolf »

hai letto tutti i suoi lavori mini ... o essendo negazionista ha torto a priori?

tiffy io non sono negazionista ma ritengo che bisogna essere o cretini o bugiardi per negare la speculazione sulla shoa

ok tutto vero ma ci hanno marciato sopra tutti

dai comunisti stalinisti che giustificavano ogni porcata in virtù della sconfitta dei nazisti agli ebrei che hanno elevato il loro genocidio privato a orrore planetario ( come se kurdi o tibetani fossero di serie B ) agli yankees che con la liberazione ci cagano ancora il cazzo

il tutto senza fare il minimo sconto al terzo reich
Ultima modifica di balkan wolf il 23/10/2009, 2:41, modificato 1 volta in totale.
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harlock
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#134 Messaggio da harlock »

tiffany rayne ha scritto:Infatti nessuno gli sta negando libertà  dì espressione, Peró se permetti anche io ho la libertà  di contestarlo se afferma cose del genere.

Sempre secondo Caracciolo, gli ebrei trarrebbero profitto dalla figura di Erich Priebke, ex ufficiale delle SS, condannato all'ergastolo per l'eccidio delle Fosse Ardeatine: "Non si parli di giustizia e di giusta condanna, perchè io non ne vedo di giustizia. Vedo solo vendetta. Mi chiedo cosa sarebbero gli ebrei romani senza i Priebke. Come potrebbero vivere senza nutrirsi della colpa altrui, o meglio della colpa che loro pensano il mondo intero abbia verso di loro. Su questa base fondano la loro tracotanza, la loro pretesa ad un risarcimento morale e materiale infinito".

Io ci vedo solo idiozia nella sua opinione che gli ebrei dovrebbero dimenticarsi dell'olocausto. Sono in democrazia e lo mando a quel paese, non chiedo per lui la prigione o il divieto di esprimere la sua opinione.
Caracciolo in realtà  non dice che se ne dovrebbero dimenticare, ma cita meccanismi che Finkelstein ha ben spiegato nel suo "l'Industria dell'Olocausto"

http://www.vho.org/aaargh/fran/livres3/NFOlocausto.pdf
Questo libro si propone di essere un'anatomia dell'Industria dell'Olocausto e un atto
d'accusa nei suoi confronti. Nelle pagine che seguono, dimostreró che «l'Olocausto» è
una rappresentazione ideologica dell'Olocausto nazista (2). Come la maggior parte delle
ideologie, mantiene un legame, per quanto labile, con la realtà . L'Olocausto non è un
concetto arbitrario, si tratta piuttosto di una costruzione intrinsecamente coerente, i cui
dogmi-cardine sono alla base di rilevanti interessi politici e di classe. Per meglio dire,
l'Olocausto ha dimostrato di essere un'arma ideologica indispensabile grazie alla quale
una delle più formidabili potenze militari del mondo, con una fedina terrificante quanto a
rispetto dei diritti umani, ha acquisito lo status di «vittima», e lo stesso ha fatto il gruppo
etnico [10] di maggior successo negli Stati Uniti. Da questo specioso status di vittima
derivano dividendi considerevoli, in particolare l'immunità  alle critiche, per quanto
fondate esse siano. Aggiungerei che coloro che godono di questa immunità  non sono
sfuggiti alla corruttela morale che di norma l'accompagna. Da questo punto di vista, il
ruolo di Elie Wiesel come interprete ufficiale dell'Olocausto non è un caso. Per dirla
francamente, non è arrivato alla posizione che occupa grazie al suo impegno civile o al
suo talento letterario (3): Wiesel ha questo ruolo di punta perchè si limita a ripetere
instancabilmente i dogmi dell'Olocausto, difendendo di conseguenza gli interessi che lo
sostengono.
Lo stimolo iniziale per questo libro è stato uno studio fondamentale di Peter Novick, The
Holocaust in American Life [L'Olocausto nella vita americana], che ho recensito per una
rivista letteraria inglese. (4) Le pagine che seguono sono pervase del dialogo critico che
ho avviato con Novick e ció spiega la messe di riferimenti al suo studio. Più un insieme
di intuizioni provocatorie che un saggio critico strutturato, The Holocaust in American
Life si colloca nel solco della venerabile tradizione americana della denuncia di scandali.
Ma, come la maggior parte dei cacciatori di scandali, Novick si concentra solamente sugli
abusi più clamorosi. Per quanto pungente e piacevole in molti punti, The Holocaust in
American Life non è una critica radicale. Gli as[11]sunti di base non vengono messi in
discussione. Pur rimanendo all'interno dell'orizzonte delle opinioni tradizionali, il libro,
nè scontato nè eretico, si colloca agli estremi margini di questo stesso orizzonte, su
posizioni controverse e, come prevedibile, ha avuto una vasta eco, suscitando commenti
sia positivi sia negativi sui media americani.
La categoria analitica centrale di Novick è la «memoria». Attualmente di gran moda tra
gli intellettuali, il concetto di «mernoria» è senza dubbio il più impoverito fra quelli
prodotti negli ultimi anni dal mondo accademico. Con l'allusione d'obbligo a Maurice
Halbwachs, Novick mira a dimostrare come la «memoria dell'Olocausto» sia stata
forgiata da «preoccupazioni di oggi». C'era un tempo in cui gli intellettuali
dell'opposizione mettevano in campo robuste categorie politiche come «potere»,
«interessi» da una parte e «ideologia» dall'altra. Tutto quello che resta oggi è il fiacco,
spoliticizzato linguaggio di «preoccupazioni» e «memoria». Eppure, data la
documentazione che Novick adduce, la memoria dell'Olocausto è una costruzione
ideologica elaborata sulla base di precisi interessi. Secondo Novick, per quanto scelta, la
memoria dell'Olocausto è «il più delle volte» arbitraria; questa scelta, cioè, non verrebbe
tanto condotta in base a un «calcolo di vantaggi e svantaggi», quanto piuttosto «senza
dare troppo peso... alle conseguenze». (5) Al di là  di queste sue parole, peró, la
do[12]cumentazione che lui stesso raccoglie suggerisce la conclusione opposta.
Il mio interesse nei confronti dell'Olocausto nazista prese le mosse da vicende personali.
Mia madre e mio padre erano dei sopravvissuti al ghetto di Varsavia e ai campi di
concentramento. Tranne loro, tutti gli altri membri dei due rami della mia famiglia furono
sterminati dai nazisti. Il mio primo ricordo, per così dire, dell'Olocausto nazista è
l'immagine di mia madre incollata davanti al televisore a seguire il processo ad Adolf
Eichmann (1961) quando io rientravo a casa da scuola. Anche se erano stati liberati dai
campi solamente sedici anni prima del processo, nella mia mente un abisso incolmabile
separó sempre i genitori che conoscevo da quella cosa. A una parete del soggiorno erano
appese fotografie di parenti di mia madre. (Nessuna foto della famiglia di mio padre
sopravvisse alla guerra.) In pratica non riuscii mai a mettere in relazione me stesso con
quelle facce, men che mai a immaginare quello che era successo. Erano le sorelle, il
fratello e i genitori di mia madre, non le mie zie, mio zio e i miei nonni. Ricordo di avere
letto da bambino The Wall [Il muro di Varsavial, di John Hersey, e Mila 18, di Leon Uris,
due romanzi ambientati nel ghetto di Varsavia. (Mi torna alla mente mia madre che si
lamentava perchè, immersa nella lettura di The Wall aveva sbagliato fermata andando al
lavoro.) Per quanto mi sforzassi, non riuscii [13] mai, nemmeno per un istante, a fare quel
salto d'immaginazione che saldava i miei genitori, con tutta la loro normalità , a quel
passato. Francamente, non ci riesco neanche ora.
Ma il punto più importante è un altro: se si esclude questa presenza spettrale, non ricordo
intrusioni dell'Olocausto nazista nella mia infanzia e la ragione principa
le sta nel fatto che a nessuno, fuori della mia famiglia, sembrava interessare quello che
era accaduto. I miei amici di gioventù leggevano di tutto e discutevano
appassionatamente degli avvenimenti contemporanei, eppure, in tutta onestà , non ricordo
un solo amico (o un suo genitore) che abbia fà tto una sola domanda su quello che mia
madre e mio padre avevano passato. Non era un silenzio dettato dal rispetto, era semplice
indifferenza. Sotto questa luce, non si possono che accogliere con scetticismo le
manifestazioni di dolore dei decenni seguenti, quando era ormai consolidata.
A volte penso che la «scoperta» dell'Olocausto nazista da parte dell'ebraismo americano
sia stata peggiore del suo oblio. I miei genitori continuavano a ripensarci nel loro Privato
e la sofferenza che patirono non ricevette pubblici riconosciment

i. Ma non fu forse meglio dell'attuale, volgare sfruttamento del martirio degli ebrei?
Prima che l'Olocausto nazista divenisse l'Olocausto, sull'argomento furono pubblicati
solo pochi [14] studi scientifici, come The Destruction ofThe European jews [La
distruzione degli ebrei d'Europa], di Raul Hilberg, e testimonianze come Man's Search
for Meaning [Alla ricerca di un significato della vita], di Viktor Frankl, e Prisoners of
Fear [Prigionieri della paura], di Ella Lingens-Reiner. (6) Eppure questa piccola raccolta
di gemme è migliore degli scaffali di cianfrusaglie che ora affollano biblioteche e librerie.
I miei genitori, pur rivivendo giorno dopo giorno il passato fino alla fine della loro vita,
negli ultimi anni persero interesse per l'Olocausto come pubblico spettacolo. Uno degli
amici di più lunga data di mio padre era stato con lui ad Auschwitz ed era, o almeno
sembrava, un incorruttibile idealista di sinistra che per principio rifiutó dopo la guerra il
risarcimento tedesco. In seguito divenne un dirigente del museo israeliano dell'Olocausto,
lo Yad Vashem. Con riluttanza e sinceramente deluso, mio padre dovette ammettere che
perfino un uomo come quello era stato corrotto dall'industria dell'Olocausto, adattando le
proprie idee al potere e al profitto. Dal momento che l'interpretazione dell'Olocausto
assumeva forme sempre più assurde, a mia madre piaceva citare, non senza ironia, Henry
Ford: «La storia è una sciocchezza». I racconti dei «sopravvissuti all'Olocausto» (tutti
prigionieri dei campi di concentramento, tutti eroi della resistenza) a casa mia erano una
fonte particolare di amaro divertimento. D'al[15]tronde già  molto tempo fa John Stuart
Mill aveva compreso che «le verità  se non sottoposte a continua revisione, cessano di
essere verità . E, attraverso le esagerazioni, diventano falsità ».

tiffany rayne
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#135 Messaggio da tiffany rayne »

Beh Harlok in questo ''documento'' ci leggo solo un odio feroce verso gli ebrei, non uno studioso al di sopra delle parti. Lo stesso che avverto negli scritti di Caracciolo.

Saró prevenuto ma considero tutto questo robaccia di quart'ordine. Anche loro ci campano sul negazionismo. Un lavoro che evidentemente qualcuno deve fare, visto che nel mondo l'estrema destra mica è scomparsa.

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