super_super ha scritto:sto vedendo porta a porta e questi parlano se Stasi aveva sul pc roba porno o meno ...
sul pc avró 40-50 gb di video porno e su un hardisk esterno circa 80 gb di video porno , se mai ammazzeranno qualcuno vicino a me e mi controllano il pc ?
mi mettono in galera ?
e poi parliamo CHE roba porno
io sto cercadno da parecchio KUSP 001 e tutta i film a tema con la mia pupilla anna kuramoto..
se un giorno li beccassero?
sai che ridere da vespa..
ti giuro che sotto sotto sarei curioso di vedere che si inventerebbero.
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
Condannato con rito abbreviato a nove anni e due mesi di reclusione dal giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Udine il 10 giugno 2008, per omicidio volontario, con interdizione perpetua dai pubblici uffici, si è visto scontare la pena di un anno in secondo grado dalla Corte d'Assise d'appello di Trieste perchè ritenuto «vulnerabile geneticamente».
àˆ quanto accaduto - per la prima volta in Italia - al cittadino algerino Abdelmalek Bayout, accusato di aver ucciso acoltellate nel 2007, a Udine, durante una rissa, il colombiano Walter Felipe Novoa Perez, di 32 anni.
Attraverso un'indagine cromosomica innovativa, Bayout è stato trovato in possesso di alcuni geni, che lo renderebbero più incline a manifestare aggressività se provocato o espulso socialmente. Tale «vulnerabilità genetica» si sarebbe incrociata, nel momento immediatamente precedente all'omicidio, con «lo straniamento dovuto all'essersi trovato nellanecessità di coniugare il rispetto della propria fede islamica integralista con il modello comportamentale occidentale», così da determinare nell'uomo «un importante deficit nella sua capacità di intendere e di volere».
La sentenza - ha osservato il giudice Amedeo Santosuosso, consigliere della Corte d'Appello di Milano - applica l'orientamento espresso nel 2002 nel documento britannico diventato da allora il punto di riferimento in merito alle connessioni fra caratteristiche genetiche, comportamento e responsabilità . Il documento, intitolato «Genetica e comportamento umano: il contesto etico», è stato elaborato dal Nuffield Council on Bioethics.
«Le conclusioni di quel documento, in generale condivise, rilevano - spiega Santosuosso- che dalle conoscenze genetiche attuali non emerge una sufficiente evidenza scientifica tale da escludere la responsabilità e assolvere persone con determinate caratteristiche; tuttavia possono verificarsi casi in cui parziali evidenze scientifiche possono essere utilizzate per calcolare la pena».
Il corpo senza vita di Novoa Perez era stato trovato il 10 marzo 2007 nei pressi del sottopasso ferroviario di via Cernaia, a Udine. La Polizia era risalita a Bayout indagando su una medicazione che l'uomo si era fatto fare al Pronto soccorso dell'Ospedale. Fermato, l'algerino aveva ammesso di aver accoltellato Novoa Perez, spiegando che lo aveva deriso perchè aveva gli occhi truccati con il kajal, apparentemente per motivi religiosi, ed aveva condotto gli agenti nel luogo in cui aveva gettato l'arma, prima di chiudersi in un silenzio assoluto.
Questo è il tema che vi do' da svolgere oggi, consegnare entro giovedi'
hellover ha scritto:Condannato con rito abbreviato a nove anni e due mesi di reclusione dal giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Udine il 10 giugno 2008, per omicidio volontario, con interdizione perpetua dai pubblici uffici, si è visto scontare la pena di un anno in secondo grado dalla Corte d'Assise d'appello di Trieste perchè ritenuto «vulnerabile geneticamente».
àˆ quanto accaduto - per la prima volta in Italia - al cittadino algerino Abdelmalek Bayout, accusato di aver ucciso acoltellate nel 2007, a Udine, durante una rissa, il colombiano Walter Felipe Novoa Perez, di 32 anni.
Attraverso un'indagine cromosomica innovativa, Bayout è stato trovato in possesso di alcuni geni, che lo renderebbero più incline a manifestare aggressività se provocato o espulso socialmente. Tale «vulnerabilità genetica» si sarebbe incrociata, nel momento immediatamente precedente all'omicidio, con «lo straniamento dovuto all'essersi trovato nellanecessità di coniugare il rispetto della propria fede islamica integralista con il modello comportamentale occidentale», così da determinare nell'uomo «un importante deficit nella sua capacità di intendere e di volere».
La sentenza - ha osservato il giudice Amedeo Santosuosso, consigliere della Corte d'Appello di Milano - applica l'orientamento espresso nel 2002 nel documento britannico diventato da allora il punto di riferimento in merito alle connessioni fra caratteristiche genetiche, comportamento e responsabilità . Il documento, intitolato «Genetica e comportamento umano: il contesto etico», è stato elaborato dal Nuffield Council on Bioethics.
«Le conclusioni di quel documento, in generale condivise, rilevano - spiega Santosuosso- che dalle conoscenze genetiche attuali non emerge una sufficiente evidenza scientifica tale da escludere la responsabilità e assolvere persone con determinate caratteristiche; tuttavia possono verificarsi casi in cui parziali evidenze scientifiche possono essere utilizzate per calcolare la pena».
Il corpo senza vita di Novoa Perez era stato trovato il 10 marzo 2007 nei pressi del sottopasso ferroviario di via Cernaia, a Udine. La Polizia era risalita a Bayout indagando su una medicazione che l'uomo si era fatto fare al Pronto soccorso dell'Ospedale. Fermato, l'algerino aveva ammesso di aver accoltellato Novoa Perez, spiegando che lo aveva deriso perchè aveva gli occhi truccati con il kajal, apparentemente per motivi religiosi, ed aveva condotto gli agenti nel luogo in cui aveva gettato l'arma, prima di chiudersi in un silenzio assoluto.
Questo è il tema che vi do' da svolgere oggi, consegnare entro giovedi'
Commentando seriamente si rischia di rilevare la demenzialità del verdetto.
Cioè mi dici che questo è geneticamente pericoloso, quindi nn recuperabile se non con una trasfusione di dna, e te invece di tenerlo il più possibile lontano dalla gente gli diminuisci la pena?
Adda' veni' Charles Bronson, poi non si incazzino i progressisti...
Il caso di Simonetta Cesaroni riaperto clamorosamente, a processo l'ex fidanzato dopo 19 anni. Ma secondo voi è giusto che uno venga processato dopo 19 anni dal fatto in oggetto? E per voi è colpevole o meno?
L'omicidio ai tempi mi turbó, anche da un punto di vista pruriginoso, il primo caso di cronaca nera che ho seguito sui giornali, si parlava delle videochat con il videotel, di storie di amanti e sesso, cose ai tempi molto torbide.
"Nel torbido si pesca meglio" Il Direttorino
"La cattiveria dei buoni è pericolosissima" G. Andreotti
Ciao. E' giusto processare qualcuno a 19 anni dal delitto che avrebbe commesso? Trattandosi di un omicidio, credo proprio di si. E' stato proprio il fidanzato ad uccidere Simonetta? E chi lo sà ...
Abito a Roma e ho seguito dall'inizio questo caso intricato, di videotel e di chat si è parlato decisamente a sproposito. E' stato accertato che il lavoro di Simonetta consisteva nell'inserire dei dati nel database della ditta per la quale lavorava e che il computer non era assolutamente connesso in rete. La falsa notizia della chat è nata dal fatto che, a quanto pare, Simonetta nel pomeriggio del delitto aveva telefonato ad una collega per farsi confermare la password per accedere al PC.
Il caso sembrava elementare: una povera ragazza uccisa a coltellate, il portiere dello stabile con macchie di sangue sui pantaloni. Dopo qualche giorno si viene a sapere che le macchie erano del sangue del portiere stesso, ex camionista con problemi di salute che provocavano perdite ematiche. Si ricominciava tutto da capo e venivano imboccate strade altrettanto sbagliate...
Proviamo a dare una interpretazione a quanto accaduto. Simonetta lavora nello studio di un commercialista e abita dall'altro capo della città , un paio di pomeriggi alla settimana si spostava negli uffici di via Poma e lo faceva con una certa discrezionalità , dato che gli altri dipendenti erano in ferie e che lei aveva le chiavi dell' ufficio. In una giornata torrida di agosto attraversa la città in metropolitana fino alla stazione "Lepanto" quindi da lì prosegue a piedi per oltre un chilometro o aspetta il bus 280. Nessuno la vede entrare nel palazzo, anche se il portiere alle 16,00 era al lavoro e mangiava della frutta con alcuni colleghi. Come mai? Forse aveva anticipato a bella posta per non farsi vedere? Forse era arrivata prima, accompagnata in auto dal suo carnefice? Fatto stà che nell'appartamento è presente un'altra persona e che Simonetta si spoglia parzialmente ripiegando con cura i propri vestiti. E' anche possibile che lo abbia fatto per difendersi dalla canicola del mese di agosto. A questo punto chi la accompagna la aggredisce e la uccide con una trentina di coltellate, poi inizia a pulire l'appartamento per nascondere le tracce del delitto. E chi sarà stato? Il portiere del palazzo che lasciava incustodita a lungo la guardiola invece di potere agire in serata? Uno degli abitanti della stabile che invece di invitare Simonetta in casa sua preferiva incontrare la ragazza in ufficio? Un amico di Simonetta? Il portiere e i vicini sono già stati scagionati, forse bisognava scandagliare meglio nella vita privata di Simonetta...Tanti anni prima a Roma si è verificato un caso con molte analogie con quello di via Poma, l'uccisione di Crista Wanninger in un palazzo di via Lazio, vicino via Veneto. Ma anche le differenze erano molte. Simonetta era una ragazza di estrazione sociale piccolo borghese, Crista era una giovane attrice tedesca "in carriera" trapiantata a Roma, vicino via Veneto, con molti amici. L'omicidio di Crista poteva far pensare a chissà quali retroscena, difficile farlo con quello di Simonetta. L'indagato per l'omicidio di Crista, persona con problemi mentali, si era quasi consegnato ai Carabinieri, quì il responsabile ancora non è identificato dopo quasi venti anni: o nel frattempo è morto o è riuscito a mimetizzarsi tra gli altri nella vita di tutti i giorni. Quì ci troviamo o di fronte ad una mente disbolica o ad un travet qualunque che ha avuto un attimo di follia per poi rientrare nei ranghi...
secondo me busco è innocente. in ogni caso non lo condanneranno mai
poche prove (anzi indizi) e molto labili. purtroppo le indagini sono state fatte col culo, pensa che hanno "ripulito" la stanza dle delitto prima di fare i rilievi e le analisi.
l'assassino satebbe potuto essere chiunque e l'avrebbe fatta franca. magari è il portiere o la portiera..... non ci sarebbe comunque stato il modo per inchiodarlo
è il processo della malainvestigazione
"la realtà è una stampella per la gente che non regge le droghe"
Le indagini sono state interrotte troppo presto perchè un colpevole sembrava essere stato trovato (= Vanacore, il portiere), quando Vanacore è uscito di scena, forse era troppo tardi per identificare il vero colpevole e la vicenda si è trascinata ancora per un pó di tempo. Da quello che ricordo, la stanza appariva parzialmente ripulita prima dell'arrivo della polizia. L'assassino non puó essere stato uno qualunque, non si spiegherebbero tante cose (la ragazza che inizia a lavorare nel primo pomeriggio di una calda giornata di agosto potendo gestire come voleva gli orari, i vestiti riposti ordinatamente, il grosso numero di coltellate ricevute), secondo me il colpevole era almeno un conoscente di Simonetta.
wolf.55 ha scritto:Quì ci troviamo o di fronte ad una mente disbolica o ad un travet qualunque che ha avuto un attimo di follia per poi rientrare nei ranghi...
aveva scopato con qualcuno con cui non doveva scopare. (copyright maccio capatonda, anche se qui non c'è da ridere un cazzo)
simonetta cesaroni mi inquieta oggi perchè lungi dal rivangare il bel tempo che fu dimostra che negli anni 80 erano molto più zozzoni (non virtuali di oggi) o comunque insomma erano uguali ad oggi, solo vestiti anni 80 e senza tutte le diavolerie elettroniche che ci portiamo addosso e che fanno sapere (quando non siamo noi stessi a farlo sapere, vedi fb) che cazzo stiamo combinando.
noi siano nell'era del controllo globale e della fine della riseravtezza.
chi oggi non ha carta di credito, telepass, cellulare, bancomat, tesserino della salute, carta di identità ovv. etc etc. a milano per fare da casa a studio passo attraverso 30 telecamere. i tratti scoperti saranno al massimo 200 metri.
Volevo segnalarvi questa criminologa, Roberta Bruzzone, romana... dice cose piu' interessanti di Francesco Bruno o Massimo Picotti, ed e' pure belloccia:
Intervista di lei da Emilio Fede (ediz. 19:00 del 25 nov (dal minuto 12:00)):
I giudici della Corte d'assise di Perugia hanno letto la sentenza intorno alla mezzanotte
La ragazza in lacrime dopo aver ascoltato il verdetto ha abbracciato il suo avvocato Omicidio Meredith, Amanda e Raffaele
condannati a 26 anni e 25 anni di reclusione Evitato l'ergastolo chiesto dai pm perché sono state escluse le aggravanti e concesse le attenuanti generiche
L'americana per aver calunniato Patrick Lumumba dovrà risarcirlo con 40 mila euro
PERUGIA - I giudici della Corte d'assise di Perugia hanno condannato Amanda Knox e Raffaele Sollecito rispettivamente a 26 e 25 anni per l'omicidio di Meredith Kercher. I giudici erano entrati in camera di consiglio alle 10.40 di stamattina.
Amanda Knox è esplosa in lacrime dopo aver ascoltato il dispositivo di sentenza. "No, no...", ha mormorato abbracciata al suo avvocato Luciano Ghirga, mentre il presidente della corte Massei leggeva il lungo dispositivo. Poco distante da lei Raffaele Sollecito ha assistito alla lettura del verdetto restando accanto all'avvocato Giulia Bongiorno che sembrava rassicurarlo.
I parenti. Dietro ad Amanda c'erano i genitori e la sorella Deanne, che è scoppiata a piangere. In aula anche il padre di Raffaele, Francesco Sollecito e la moglie, Mara, che all'uscita del ragazzo dall'aula di giustizia ha urlato "forza Raffaele" per poi scoppiare in un pianto disperato sorretta dal marito e dai suoi legali. I due imputati hanno quindi lasciato l'aula scortati dagli agenti della polizia penitenziaria. "Combatteremo fino all'ultimo, non è finita qui", ha detto, tra le lacrime, Cassandra, la matrigna di Amanda Knox. "Non è possibile - ha aggiunto - Amanda è innocente e noi non la lasceremo sola".
Gli insulti. Durante il tragitto dal palazzo di giustizia al loro albergo le sorellastre e il patrigno di Amanda Knox sono stati 'accompagnatì da grida di scherno da parte della folla. Poco meno hanno fatto anche alcune decine di fotografi che li hanno letteralmente assediati. Da parte loro nemmeno una parola, né un gesto di stizza verso i pesantissimi insulti rivolti anche ad Amanda.
Evitato l'ergastolo. Raffaele e Amanda hanno evitato l'ergastolo, che era stato chiesto dai pubblici ministeri, perché la corte ha ritenuto di escludere le aggravanti contestate e di concedere le attenuanti generiche. I reati, inoltre, sono stati dichiarati unificati dal vincolo della continuazione e quello di violenza sessuale assorbito nel reato di omicidio volontario. Amanda Knox e Raffaele Sollecito, inoltre, sono stati condannati al pagamento delle spese processuale e interdetti per sempre dai pubblici uffici. La Corte ha inoltre stabilito una provvisionale di 1 milione di euro ciascuno in favore dei familiari di Meredith.
La condanna per calunnia. L'americana è stata condannata anche per il reato di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba che è stato poi dichiarato estraneo alla vicenda. Per questo reato dovrà risarcire il musicista congolese con 40 mila euro. Proprio la dichiarazione di colpevolezza di Amanda per il reato di calunnia, non contestato a Sollecito, ha determinato la maggior pena (di un anno) per la ragazza rispetto a Raffaele.
Lumumba. Alla lettura del verdetto ha assistito anche lo stesso Lumumba, che è apparso frastornato: "non ho capito bene la sentenza" ha detto ai giornalisti. Il risarcimento per la proprietaria della casa di via della Pergola è stato fissato in 25 mila euro.
I pm. "Le nostre richieste sono state accolte, la Corte in sostanza ha condiviso l'impianto accusatorio", è stato il commento del pm Giuliano Mignini. "E' una sentenza - ha aggiunto - che sicuramente le difese appelleranno. I giudici hanno ritenuto di concedere le attenuanti generiche ma comunque le nostre tesi sono state accolte". "Leggeremo i motivi della sentenza - ha concluso - Comunque noi a questo punto usciamo di scena". "La condanna, ad una pena anche severa, di due ragazzi lascia sempre l'amaro in bocca, ma credo che sia stata resa giustizia per un reato molto grave, l'uccisione di una giovanissima studentessa", ha aggiunto il pm Manuela Comodi.
I legali. "Questa non è semplicemente una sentenza di condanna ma, secondo me, è un doloroso differimento di una sentenza di assoluzione che arriverè Da domani si penserà all'appello", ha detto l'avvocato Giulia Bongiorno, uno dei legali di Raffale Sollecito, uscendo da palazzo di giustizia. Secondo l'avvocato "anche il dispositivo credo che parli di qualcosa di contraddittorio perché, di fronte al tipo di contestazione che era fatta, sono state riconosciute le attenuanti generiche". Anche per Luciano Ghirga, uno dei legali di Amanda Knox, la sentenza "ha molti margini per essere appellata".
La famiglia di Meredith Kercher ha appreso "con soddisfazione" la sentenza della corte d'assise di Perugia. A riferirlo è stato il legale della famiglia della vittima, l'avvocato Francesco Maresca. "Una sentenza - ha aggiunto - che rende giustizia a questa tragedia che ha riguardato la famiglia Kercher".
Le tappe. Per Amanda Knox, l'Amelie di Seattle, e Raffaele Sollecito, lo studente d'informatica che si è laureato ingegnere in prigione, il giorno della verità è arrivato dopo due anni di carcere e 11 mesi di udienze.
Era il 2 novembre del 2007 quando Meredith Kercher, una studentessa inglese di 22 anni, è stata trovata morta nella sua camera da letto del casolare di Via della Pergola, a Perugia. A scoprire il cadavere per primi gli agenti della polizia postale che, quando arrivano sul posto, trovano fuori dalla casa Amanda Knox, studentessa di Seattle e il suo fidanzato pugliese Raffaele Sollecito. Agli agenti riferiscono di essere arrivati da poco e di aver notato qualcosa di strano nell'abitazione. Quando la porta della camera da letto di Mez, chiusa a chiave dall'esterno, viene sfondata, il cadavere della ragazza viene trovato disteso a terra, seminudo e coperto da un piumone.
Quattro giorni dopo la polizia ferma per il delitto Amanda, Raffaele e il musicista congolese di 38 anni, Patrick Lumumba Diya. Questo ultimo, originario dell'ex Zaire gestisce a Perugia un pub, 'Le chic' ed è il datore di lavoro di Amanda. Tutti e tre si dichiarano innocenti. A portare in carcere Lumumba le dichiarazioni della studentessa di Seattle che, durante l'interrogatorio in questura, indica il congolese come l'autore del delitto di Mez.
Ma l'undici novembre un docente svizzero che la sera del delitto si trovava nel capoluogo umbro racconta alla polizia di essere stato nel pub di Lumumba la sera del primo novembre del 2007 e conferma l'alibi del musicista congolese che viene così scagionato e rimesso in libertà il venti novembre. Ma entra in scena
Rudy Hermann Guede.
Ventun anni, originario della Costa D'Avorio, Guede è da tempo a Perugia ed è indicato come il 'quarto uomo' implicato nell'omicidio di Meredith Kercher. Gli inquirenti lo accusano di omicidio aggravato in concorso e violenza sessuale. Viene bloccato dalla polizia a bordo del treno Coblenza-Magonza, in Germania. Davanti al viceprocuratore generale di Coblenza Guede si dice innocente ed estraneo al delitto. Il 28 ottobre del 2008, il "convitato di pietra" del processo, come lo ha definito il pm Giuliano Mignini, viene condannato con rito abbreviato a trent'anni di carcere. Per Amanda Knox e Raffaele Sollecito, il processo è iniziato il 16 gennaio di quest'anno.
Rimango basito dal comportamento delle persone assiepate all'uscita, in attesa per ore dei parenti della Knox, con l'unico scopo di insultarli e schernirli.
"Sono un uomo estetico asmatico linfatico cosmetico amo la Libia la fibbia delle scarpine delle donnine cretine sono disinvolto raccolto assolto per inesistenza di reato ho una speciale predilezione per la fanciulla del vespro il Polo Nord la carta moschicida." http://www.youtube.com/watch?v=AHMiP_qQXKI
Se i "sentimenti antiamericani" non c'erano stati prima, salteranno fuori sicuramente adesso.
Il segretario di Stato ha confermato di non aver espresso alcun timore al governo di Roma
A coinvolgere l'ex first lady è stata la senatrice democratica Maria Cantwell Amanda Knox, parla Hillary Clinton
"Pronta ad ascoltare chi ha dubbi"
WASHINGTON - La condanna a 26 anni di carcere inflitta ad Amanda Knox per l'uccisione di Meredith Kercher ha avuto grande impatto negli Stati Uniti: nella vicenda interviene anche il segretario di Stato Hillary Clinton. Il capo della diplomazia Usa, pur confermando di non aver espresso alcun timore al governo italiano, ha fatto sapere che è pronta ad incontrare chiunqe abbia dei timori su come il caso sia stato gestito.
Clinton, scrive il sito del Washington Post, ha spiegato di essere stata completamente assorbita dal dossier afghano. A coinvolgere l'ex first lady è stata la senatrice democratica Maria Cantwell che ha fatto sapere di voler chiedere al segretario di Stato di verificare se il caso sia stato condizionato da sentimenti "anti-americani" in Italia.
La parlamentare ha detto di essere "rattristata per il verdetto" e di avere "seri interrogativi sul funzionamento del sistema giudiziario italiano" e sul fatto che "l'anti-americanismo possa avere inquinato il processo". La senatrice, che rappresenta lo stato di Washington (dove vive la famiglia Knox), ha detto che "non esistevano prove sufficienti per spingere una giuria imparziale a concludere oltre ogni ragionevole dubbio che Amanda fosse colpevole".
Secondo la Cantwell il processo ha messo in evidenza "una serie di difetti nel sistema di giustizia italiano" compresi il trattamento aggressivo dei poliziotti nei confronti di Amanda, il fatto che la giuria non sia stata tenuta in isolamento consentendo così ai giurati di leggere gli articoli spesso scandalistici sulla vicenda e "la negligenza mostrata dagli inquirenti nella raccolta delle prove".
Inoltre il mancato isolamento della giuria che ha poi condannato Amanda è un elemento messo in evidenza da numerosi media americani che sottolineano come l'accusa abbia dipinto nel corso del processo la ragazza americana come "promiscua e manipolatrice", arrivando a mettere in evidenza "la sua mancanza di igiene" ed ogni "possibile aspetto della sua vita sessuale". Diversi esperti legali Usa hanno definito "oltraggioso" il fatto che la giuria non sia stata tenuta in isolamento considerando la "montagna di spazzatura" apparsa sui media in occasione del processo.
Familiari ed amici di Amanda residenti a Seattle hanno espresso disappunto ed incredulità per il verdetto dopo averlo seguito in diretta alla Tv. "Hanno condannato una persona che non esiste, una creatura artificiale - ha dichiarato a Seattle Madison Paxton, una amica della ragazza - Hanno condannato 'foxy Knoxy', una ragazza promiscua che non esiste: questa non è Amanda".
Janet Huff, una zia di Amanda che vive a Seattle, ha detto alla CNN che i genitori della ragazza "sono devastati dal verdetto, è stato terribile vedere la gente fuori dal tribunale applaudire alla sentenza". I familiari resteranno a turno in Italia in attesa dell'appello: "Non lasceremo Amanda qui da sola", hanno detto.
"Sono un uomo estetico asmatico linfatico cosmetico amo la Libia la fibbia delle scarpine delle donnine cretine sono disinvolto raccolto assolto per inesistenza di reato ho una speciale predilezione per la fanciulla del vespro il Polo Nord la carta moschicida." http://www.youtube.com/watch?v=AHMiP_qQXKI