prostituzione
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Re: prostituzione
Curiosità un VERO agente per modelle le avrebbe fatto fare + marchette cocaina etc.etc.etc.?
PADOVA - Si spacciava per agente di modelle, con conoscenze nel mondo dello spettacolo e della moda, ma in luglio la squadra mobile di Bologna lo ha fermato per aver adescato due ragazze, una appena sedicenne, facendole prostituire, girando poi con loro filmati pornografici e, nel caso della minore, compiendo anche abusi sessuali per i quali è ancora agli arresti domiciliari. Il padovano di Este 43enne "in trasferta" è stato rinviato a giudizio oggi dal gup di Bologna: il processo si aprirà il 5 aprile. Sulla sua pagina Facebook il 43enne, di origine milanese, ma residente appunto della Bassa Padovana si faceva chiamare Jack Onion, con una traduzione fantasiosa del suo vero nome, Giacomo Cipollone.
Millantava studi a Francoforte e alla Bocconi. Di fatto era senza fissa dimora e quando se la passava peggio, alloggiava anche in dormitori pubblici. È accusato di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, anche minorile; produzione e commercio di materiale pedopornografico, e violenza sessuale su minore. Accusa, quest'ultima, che ha sempre rigettato, sostenendo che la ragazza era consenziente.
La vicenda venne a galla nel maggio 2012 quando una 23enne abruzzese che studiava a Bologna, aveva raccontato cosa aveva subito a un amico poliziotto. A lei, e ad una ragazzina figlia di una coppia di professionisti bolognesi, che all'epoca dei fatti era solo sedicenne, l'uomo aveva promesso che le avrebbe fatte diventare modelle, ma in breve aveva avviato entrambe alla prostituzione. "Vera emiliana solo per pochi eletti"', si leggeva in un annuncio su internet. L'uomo le aveva anche indotte a girare scene hard che poi aveva rivenduto. Avrebbe intascato almeno 60.000 euro con i proventi della prostituzione e facendosi prestare denaro dalle due ragazze, soldi poi giocati al videopoker o per comprare cocaina. Alcuni dei clienti che tentarono di aiutare le due giovani saranno chiamati dal pm a testimoniare.
PADOVA - Si spacciava per agente di modelle, con conoscenze nel mondo dello spettacolo e della moda, ma in luglio la squadra mobile di Bologna lo ha fermato per aver adescato due ragazze, una appena sedicenne, facendole prostituire, girando poi con loro filmati pornografici e, nel caso della minore, compiendo anche abusi sessuali per i quali è ancora agli arresti domiciliari. Il padovano di Este 43enne "in trasferta" è stato rinviato a giudizio oggi dal gup di Bologna: il processo si aprirà il 5 aprile. Sulla sua pagina Facebook il 43enne, di origine milanese, ma residente appunto della Bassa Padovana si faceva chiamare Jack Onion, con una traduzione fantasiosa del suo vero nome, Giacomo Cipollone.
Millantava studi a Francoforte e alla Bocconi. Di fatto era senza fissa dimora e quando se la passava peggio, alloggiava anche in dormitori pubblici. È accusato di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, anche minorile; produzione e commercio di materiale pedopornografico, e violenza sessuale su minore. Accusa, quest'ultima, che ha sempre rigettato, sostenendo che la ragazza era consenziente.
La vicenda venne a galla nel maggio 2012 quando una 23enne abruzzese che studiava a Bologna, aveva raccontato cosa aveva subito a un amico poliziotto. A lei, e ad una ragazzina figlia di una coppia di professionisti bolognesi, che all'epoca dei fatti era solo sedicenne, l'uomo aveva promesso che le avrebbe fatte diventare modelle, ma in breve aveva avviato entrambe alla prostituzione. "Vera emiliana solo per pochi eletti"', si leggeva in un annuncio su internet. L'uomo le aveva anche indotte a girare scene hard che poi aveva rivenduto. Avrebbe intascato almeno 60.000 euro con i proventi della prostituzione e facendosi prestare denaro dalle due ragazze, soldi poi giocati al videopoker o per comprare cocaina. Alcuni dei clienti che tentarono di aiutare le due giovani saranno chiamati dal pm a testimoniare.
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Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GEGGIA
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Re: prostituzione
Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione
Re: prostituzione
Però, con 8000 euro cash in tasca, almeno il redditometro l'aveva eluso!cicciuzzo ha scritto:http://www.corriere.it/cronache/13_genn ... ea6b.shtml
e poi dicono che la gnocca non fa male....
Mi verrebbe da chiedere: "Ma quanto costano le mignotte ad Aversa?"

- Drogato_ di_porno
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Re: prostituzione
ha tradito la massima aurea "cummannari è megghiu che futtiri"cicciuzzo ha scritto:http://www.corriere.it/cronache/13_genn ... ea6b.shtml
e poi dicono che la gnocca non fa male....
il 3d giusto era quello su tiger woods

"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)
Re: prostituzione
- Quando gli agenti della Mobile, fingendosi clienti, si sono presentati all'appartamento di Ravenna, sull'ingresso hanno trovato ad accogliergli, oltre a una giovane domenicana in biancheria intima, anche un cartello di quelli che venivano affissi nei bordelli prima della legge Merlin: 'Avviso della casa di tolleranza: e' vietato molestare le signorine prima di avere pagato la marchetta'. Si e' chiusa cosi' un'indagine su un giro di prostituzione tra Ravenna e Terni. Tre le persone fermate.


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Re: prostituzione
Din Don Din Don Amoreeeeee
Rione Monti, viaggio nel quartiere a luci rosse della Capitale
„
Monti a luci rosse, dove le prostitute lavorano quando c'è il sole
C'è un quartiere di Roma in cui la legge Merlin non è mai entrata in vigore. È il rione Monti, dove le lucciole non si nascondono
Sono lì da sempre, da quando esiste l'Urbe, da quando Monti si chiamava Suburra. A osservarle le prostitute di via dei Capocci sembrano rievocare un'altra Roma, quella della lupanari ad esempio, oppure la mamma Roma degli anni cinquanta che non si vergognava di se stessa, di mostrarsi per quello che era. Oggi Roma è più pudica, per certi versi, più ipocrita per altri; ma se c'è un quartiere della Capitale che ha conservato quel carattere licenzioso dei tempi andati, ebbene quello è il rione Monti.
Qui le prostitute non indossano abiti scollacciati, niente minigonne o autoreggenti, ma non si nascondono; aspettano i loro clienti in strada e di solito consumano il rapporto in albergucci o pied-à-terre. C'è una maîtresse, ad esempio, mi dice un ragazzo della zona, che sta sempre davanti al suo palazzo, in via dei Capocci, e affitta camere a ore. La sua presenza è nota, ma tollerata. Secondo qualche articolo di un po' di tempo fa, in passato è stata anche multata per sfruttamento della prostituzione. Eppure è ancora lì. Come le lucciole del resto, che continuano a bazzicare le strette viuzze del quartiere. Nonostante i controlli, sempre più frequenti, e la morsa della crisi.
Susanna (il nome è di fantasia), una brasiliana che ha già passato gli anta, ci conferma il momento difficile: "Guarda", mi dice indicando la strada vuota, "non c'è nessuno, e i clienti vogliono pagare meno". E poi ci sono i controlli di Carabinieri e Polizia. "Passano sempre più spesso - dice Susanna - a volte ci va male. Veniamo identificate e portate in commissariato. La multa è di 250 euro".
Il gioco però deve valere la candela se è vero che Susanna, come tante altre, non ha alcuna intenzione di muoversi da Monti. Anche perché, ci conferma un signore del posto, altra particolarità delle prostitute monticiane è che hanno una clientela di aficionados, più o meno fissa: "Non so chi siano, forse vecchietti della zona, forse arrivano da fuori, ma di sicuro non è gente di passaggio. E poi - aggiunge - altra stranezza è che lavorano soprattutto di mattina. Iniziano alle dieci e mezza e vanno via nel tardo pomeriggio".
Non sono poche le lucciole di Monti. Almeno una decina, si racconta nel quartiere. Alcune sostano in via Urbana, un'altra mezza dozzina tra via Panisperna e via Capocci. Poi c'è anche chi riceve a casa propria. Me lo rivela un ragazzo. "Ce n'è una anche nel mio condominio. Cosa fa lo sanno tutti. Quest'anno ha perfino attaccato un bigliettino sul portone del palazzo per avvisare i clienti che era in ferie". A chi non vive qui può sembrare paradossale che in quartiere come Monti la situazione sia tutto sommato tollerata. "Un motivo può essere che i controlli sono difficili - dice un altro abitante del rione -. Si vestono in maniera normale ed è difficile riconoscerle o pizzicarle mentre adescano i clienti".
Ad ogni modo tra prostitute e residenti non ci sono particolari tensioni, il rapporto non è conflittuale. Certo c'è anche chi chiede legalità e più controlli, ma niente a che vedere con la rabbia di chi convive con il degrado della prostituzione notturna. "Se non fai casini - conferma Susanna - qui nessuno ti dice nulla". Forse sta proprio qui il segreto della secolare continuità della prostituzione nel rione, nella sostanziale naturalezza con cui viene esercitato il mestiere più antico del mondo, nell'ex suburra ben più antico che altrove.
Una continuità lunga secoli che neppure la legge Merlin ha saputo scalfire, né i vari giri di vite annunciati a ogni giro di boa hanno potuto debellare. E che forse dovrebbe suggerire qualche domanda alla politica
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Monti a luci rosse, dove le prostitute lavorano quando c'è il sole
C'è un quartiere di Roma in cui la legge Merlin non è mai entrata in vigore. È il rione Monti, dove le lucciole non si nascondono
Sono lì da sempre, da quando esiste l'Urbe, da quando Monti si chiamava Suburra. A osservarle le prostitute di via dei Capocci sembrano rievocare un'altra Roma, quella della lupanari ad esempio, oppure la mamma Roma degli anni cinquanta che non si vergognava di se stessa, di mostrarsi per quello che era. Oggi Roma è più pudica, per certi versi, più ipocrita per altri; ma se c'è un quartiere della Capitale che ha conservato quel carattere licenzioso dei tempi andati, ebbene quello è il rione Monti.
Qui le prostitute non indossano abiti scollacciati, niente minigonne o autoreggenti, ma non si nascondono; aspettano i loro clienti in strada e di solito consumano il rapporto in albergucci o pied-à-terre. C'è una maîtresse, ad esempio, mi dice un ragazzo della zona, che sta sempre davanti al suo palazzo, in via dei Capocci, e affitta camere a ore. La sua presenza è nota, ma tollerata. Secondo qualche articolo di un po' di tempo fa, in passato è stata anche multata per sfruttamento della prostituzione. Eppure è ancora lì. Come le lucciole del resto, che continuano a bazzicare le strette viuzze del quartiere. Nonostante i controlli, sempre più frequenti, e la morsa della crisi.
Susanna (il nome è di fantasia), una brasiliana che ha già passato gli anta, ci conferma il momento difficile: "Guarda", mi dice indicando la strada vuota, "non c'è nessuno, e i clienti vogliono pagare meno". E poi ci sono i controlli di Carabinieri e Polizia. "Passano sempre più spesso - dice Susanna - a volte ci va male. Veniamo identificate e portate in commissariato. La multa è di 250 euro".
Il gioco però deve valere la candela se è vero che Susanna, come tante altre, non ha alcuna intenzione di muoversi da Monti. Anche perché, ci conferma un signore del posto, altra particolarità delle prostitute monticiane è che hanno una clientela di aficionados, più o meno fissa: "Non so chi siano, forse vecchietti della zona, forse arrivano da fuori, ma di sicuro non è gente di passaggio. E poi - aggiunge - altra stranezza è che lavorano soprattutto di mattina. Iniziano alle dieci e mezza e vanno via nel tardo pomeriggio".
Non sono poche le lucciole di Monti. Almeno una decina, si racconta nel quartiere. Alcune sostano in via Urbana, un'altra mezza dozzina tra via Panisperna e via Capocci. Poi c'è anche chi riceve a casa propria. Me lo rivela un ragazzo. "Ce n'è una anche nel mio condominio. Cosa fa lo sanno tutti. Quest'anno ha perfino attaccato un bigliettino sul portone del palazzo per avvisare i clienti che era in ferie". A chi non vive qui può sembrare paradossale che in quartiere come Monti la situazione sia tutto sommato tollerata. "Un motivo può essere che i controlli sono difficili - dice un altro abitante del rione -. Si vestono in maniera normale ed è difficile riconoscerle o pizzicarle mentre adescano i clienti".
Ad ogni modo tra prostitute e residenti non ci sono particolari tensioni, il rapporto non è conflittuale. Certo c'è anche chi chiede legalità e più controlli, ma niente a che vedere con la rabbia di chi convive con il degrado della prostituzione notturna. "Se non fai casini - conferma Susanna - qui nessuno ti dice nulla". Forse sta proprio qui il segreto della secolare continuità della prostituzione nel rione, nella sostanziale naturalezza con cui viene esercitato il mestiere più antico del mondo, nell'ex suburra ben più antico che altrove.
Una continuità lunga secoli che neppure la legge Merlin ha saputo scalfire, né i vari giri di vite annunciati a ogni giro di boa hanno potuto debellare. E che forse dovrebbe suggerire qualche domanda alla politica
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Re: prostituzione
Paul joseph ha scritto:da politico la butterei così:
Caro Vaticano, siccome gli italiani sono nella merda e non possiamo strozzarli di tasse più di così, o le tasse le pagate Voi o le facciamo pagare alle mignotte.
E' gradito un celere cenno di riscontro prima che ci girino i coglioni e le facciamo pagare a entrambi.
Ciao
Ahahahahah bellisisma
cmq senza avvivare a tanto basterebbe mettere un comma nella legge: tutto il clero beneficia dello sconto 50%


Tutti vogliono tornare alla natura... nessuno vuole farlo a piedi!
Re: prostituzione
Sono contario a cronometrarle sa di catena di montaggio!
Prostituzione on line: otto arresti
A tradirli “una finestra sul cortile”
Smantellata dai Carabinieri banda italo-rumena che vendeva le giovani sul web e controllava tempi e incassi
Vendute on line e costrette a comunicare i tempi delle prestazioni sessuali e i relativi pagamenti. Sono otto le persone arrestate dai Carabinieri della Compagnia di Venaria , accusate a vario titolo di sfruttamento della prostituzione, ma anche di ricettazione, rapina e furti. Facevano parte di un’organizzazione italo-rumena che utilizzava Internet per attirare clienti e guadagnare: pubblicava di continuo annunci, utilizzando bacheche online di incontri, inserendo fotografie e numeri di cellulare delle ragazze. Una decina, tutte rumene, quelle individuate dai militari.
I capi della banda, Petru Alin Cirpaci, 29 anni, e la moglie Claudia Zorita Cirpaci, 27 , residenti a Torino, impartivano ordini, requisivano i guadagni e controllavano l’attività. «Le donne costrette a prostituirsi erano istruite sul linguaggio da utilizzare con i clienti - racconta il Capitano Roberto Capriolo, comandante della compagnia di Venaria- ricevevano indicazioni su come pettinarsi e truccarsi. Prima e dopo ogni prestazione sessuale dovevano timbrare una sorta di «cartellino virtuale»: erano costrette a chiamare i loro sfruttatori che cronometravano i tempi di permanenza di ogni cliente e registravano il relativo incasso».
L’attività era svolta soprattutto in strada, in particolare a Lombardore, ma le prestazioni avvenivano anche in un appartamento della periferia del capoluogo piemontese, in via Botticelli, messo a disposizione da Carmelo Lampasi, 60 anni, un membro dell’organizzazione che guadagnava una percentuale per ogni rapporto. L’uomo aspettava sul balcone dell’alloggio quando le ragazze erano con un cliente ed è stato proprio questo particolare a dare un’accelerata alle indagini, già avviate dai militari. Un vicino di casa infatti, dopo avere notato la sua presenza, di giorno e di notte, e seguito i movimenti dalla sua “finestra sul cortile”, ha segnalato il fatto al 112.
Tra gli indagati anche un 47enne italiano che preparava gli annunci sui siti specializzati e predisponeva il book fotografico delle ragazze, scegliendone le immagini da inserire sul web. «Alcuni affiliati romeni avevano il compito di spaventare le ragazze - prosegue il Capitano Capriolo- un modo per tenerle soggiogate psicologicamente, costringendole a lavorare di più». Nel corso dell’indagine, iniziata lo scorso ottobre, i carabinieri hanno accertato che un altro membro del gruppo, Marian Varga Iulian, 22 anni, in concorso con i coniugi Cirpaci, rubava auto, destinate poi al mercato torinese o all’esportazione all’estero. Venivano fatte prelevare in strada da una ditta di carro attrezzi, estranea ai fatti, e portate in un’officina.
Prostituzione on line: otto arresti
A tradirli “una finestra sul cortile”
Smantellata dai Carabinieri banda italo-rumena che vendeva le giovani sul web e controllava tempi e incassi
Vendute on line e costrette a comunicare i tempi delle prestazioni sessuali e i relativi pagamenti. Sono otto le persone arrestate dai Carabinieri della Compagnia di Venaria , accusate a vario titolo di sfruttamento della prostituzione, ma anche di ricettazione, rapina e furti. Facevano parte di un’organizzazione italo-rumena che utilizzava Internet per attirare clienti e guadagnare: pubblicava di continuo annunci, utilizzando bacheche online di incontri, inserendo fotografie e numeri di cellulare delle ragazze. Una decina, tutte rumene, quelle individuate dai militari.
I capi della banda, Petru Alin Cirpaci, 29 anni, e la moglie Claudia Zorita Cirpaci, 27 , residenti a Torino, impartivano ordini, requisivano i guadagni e controllavano l’attività. «Le donne costrette a prostituirsi erano istruite sul linguaggio da utilizzare con i clienti - racconta il Capitano Roberto Capriolo, comandante della compagnia di Venaria- ricevevano indicazioni su come pettinarsi e truccarsi. Prima e dopo ogni prestazione sessuale dovevano timbrare una sorta di «cartellino virtuale»: erano costrette a chiamare i loro sfruttatori che cronometravano i tempi di permanenza di ogni cliente e registravano il relativo incasso».
L’attività era svolta soprattutto in strada, in particolare a Lombardore, ma le prestazioni avvenivano anche in un appartamento della periferia del capoluogo piemontese, in via Botticelli, messo a disposizione da Carmelo Lampasi, 60 anni, un membro dell’organizzazione che guadagnava una percentuale per ogni rapporto. L’uomo aspettava sul balcone dell’alloggio quando le ragazze erano con un cliente ed è stato proprio questo particolare a dare un’accelerata alle indagini, già avviate dai militari. Un vicino di casa infatti, dopo avere notato la sua presenza, di giorno e di notte, e seguito i movimenti dalla sua “finestra sul cortile”, ha segnalato il fatto al 112.
Tra gli indagati anche un 47enne italiano che preparava gli annunci sui siti specializzati e predisponeva il book fotografico delle ragazze, scegliendone le immagini da inserire sul web. «Alcuni affiliati romeni avevano il compito di spaventare le ragazze - prosegue il Capitano Capriolo- un modo per tenerle soggiogate psicologicamente, costringendole a lavorare di più». Nel corso dell’indagine, iniziata lo scorso ottobre, i carabinieri hanno accertato che un altro membro del gruppo, Marian Varga Iulian, 22 anni, in concorso con i coniugi Cirpaci, rubava auto, destinate poi al mercato torinese o all’esportazione all’estero. Venivano fatte prelevare in strada da una ditta di carro attrezzi, estranea ai fatti, e portate in un’officina.
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Re: prostituzione
E un gran bel Casino vero Baalkaan (Quando cera LUI queste cose non succedevano)
Scarpette Russe
Mosca, 19 marzo 2013 - Altre accuse tanto infamanti che il Teatro Bolshoi non sa come reagirà: dopo che è stato sfigurato in un attacco con acido il suo direttore artistico Sergei Filin a gennaio, una sua ex stella parla di pressioni sulle ballerine per fare da escort a ricchi uomini d’affari russi. Anastasia Volochkova, nota per un servizio fotografico molto osè e licenziata dal teatro nel 2003 ufficialmente perchè in sovrappeso, lo ha detto in un talk show sul canale russo NTV. La denuncia si va ad aggiungere al mare di polemiche che ha travolto il tempio del balletto. La Volochkova ha parlato di un funzionario che faceva pressioni sulle ballerine per partecipare a feste organizzate per ricchi sponsor finanziari. “Aveva spiegato loro che sarebbero andate ad un determinato banchetto, e che sarebbe continuato a letto”, ha detto Volochkova. Secondo lei qualcuno che resistito ed è stato minacciato di rappresaglie dal teatro.
CondividiLa portavoce del Bolshoi Katerina Novikova ha rifiutato di commentare le affermazioni della Volochkova. “Non so ancora se la gestione ha deciso su come reagire a tutto ciò che è stato detto”, ha detto Novikova. La Volochkova è stata reintegrata al Bolshoi dopo una battaglia in sede giudiziaria, ma da allora non ha ottenuto ruoli. In precedenza la Volochkova aveva esortato le autorità russe a “intervenire al Bolshoi: che cosa deve accadere al Teatro - uno spargimento di sangue o una guerra - per fargli prestare attenzione?” Intanto continua la battaglia di parole furiose tra i vari clan all’interno del famoso teatro: il ballerino Nikolai Tsiskaridze ha messo in dubbio la gravità delle ferite di Filin durante lo stesso spettacolo su NTV, dopo che lo stesso Filin ha lasciato intendere apertamente che dietro l’aggressione ci potrebbe essere proprio il rivale Tsiskaridze.
Filin sostiene che il ballerino-star Tsiskaridze lo minacciò con una registrazione audio compromettente e che potrebbe esserci lui dietro l’aggressione recentemente subita, che gli è costata ustioni al viso e problemi alla vista per i quali è sotto terapia in Germania. Ma il georgiano non è l’unico ad aver minacciato l’uomo che ricopriva una delle cariche più ambite per il mondo sulle punte e che conta di tornare presto al suo posto. Il ballerino solista Pavel Dmitrichenko - tuttora il primo sospettato - aveva raccolto materiali compromettenti su Filin, aveva apertamente promesso vendetta per presunti torti subiti, e aveva anche fatto cadere alcuni accenni in merito a una “sorpresa”. E secondo Filin, dei piani di Dmitrichenko era al corrente anche Ruslan Pronin, il responsabile del gruppo di balletto ed amico di Pavel.
Intanto la polizia russa proietta nei complicati rapporti di lavoro e personali tra ballerini, la soluzione del mistero dell’aggressione di Filin. Il movente sarebbe stato legato a una donna: Angelika Vorontsova, ballerina solista, che Filin apparentemente trascurava e a cui non dava spazio sul palco più prestigioso di Russia. Perchè? Pare fosse proprio Tsiskaridze il motivo, tutor della fanciulla. Inoltre la Vorontsova era fidanzata da tempo con Pavel, che pare non essere troppo incline agli sconti. Insomma Angelika come la Elena del caso, destinata a far scoppiare una guerra di Troia all’interno del teatro-tempio della danza di fama mondiale.
Si sarebbe creato così il clima perfetto per pensare a un’aggressione vera e propria, quasi letale, destinata a sfigurare per sempre il bellissimo Filin. In base alle prime dichiarazioni del ballerino-mandante tuttavia le conseguenze dell’attacco non dovevano essere così tragiche. Il coreografo è attualmente in riabilitazione in Germania e rischia di perdere la vista. “Non è vero che gli avevo ordinato di gettargli dell’acido”, ha detto Dmitrichenko in tribunale. Il suo avvocato ha evidenziato che “nel diritto penale, c’è un termine ‘atto eccessivo’”. E su questo evidentemente vuole giocare la sua partita la difesa. Secondo il ministero dell’Interno, il “valore della commessa” ossia quanto pagato per compiere il reato “è pari a 1.250 euro”.
A mano a mano che le indagini procedono, accompagnate da accuse, rilanci e smentite, le colonne neoclassiche del Bolshoi assomigliano sempre più all’ingresso al tempio degli intrighi, delle rivalità violente e delle invidie. E non a quello che è sempre stato: un luogo sacro per la danza di livello mondiale. All’inizio di febbraio l’Economist in un articolo dedicato alla vicenda del direttore sfregiato faceva un paragone per drammaticità all’Ivan il terribile di Sergey Prokofiev. Guarda caso impersonato in maniera esemplare proprio da Dmitrichenko recentemente.
L’Economist parlava del sesso, ma anche del potere e del denaro quale carburante che muove la macchina perfetta - o quasi - del balletto. Una scuola molto selettiva, ma dove spesso la competizione ha il sopravvento sui rapporti umani. Un teatro dove si viene pagati in base alla presenza in scena, “così una comprimaria non è certo disperata se la prima ballerina si rompe una gamba”.
Il Bolshoi ha visto molti incidenti inspiegabili, come un gatto morto lanciato sul palcoscenico durante gli applausi insieme con i fiori, o pezzi di vetro inseriti nei costumi e nelle scarpette da ballo. A precedere Filin nel ruolo di direttore artistico del Bolshoi era stato Gennady Yanin. Anche lui vittima di una congiura, e distrutto, non nel volto, ma sicuramente nell’immagine. Yanin si è dimesso nel 2011 dopo che uno sconosciuto ha pubblicato su Internet foto di pornografia gay con un protagonista che gli assomigliava. Il link alle foto venne inviato a circa 4.000 indirizzi di posta elettronica a livello mondiale, tra cui quelli dei maggiori quotidiani e canali televisivi.
Scarpette Russe
Mosca, 19 marzo 2013 - Altre accuse tanto infamanti che il Teatro Bolshoi non sa come reagirà: dopo che è stato sfigurato in un attacco con acido il suo direttore artistico Sergei Filin a gennaio, una sua ex stella parla di pressioni sulle ballerine per fare da escort a ricchi uomini d’affari russi. Anastasia Volochkova, nota per un servizio fotografico molto osè e licenziata dal teatro nel 2003 ufficialmente perchè in sovrappeso, lo ha detto in un talk show sul canale russo NTV. La denuncia si va ad aggiungere al mare di polemiche che ha travolto il tempio del balletto. La Volochkova ha parlato di un funzionario che faceva pressioni sulle ballerine per partecipare a feste organizzate per ricchi sponsor finanziari. “Aveva spiegato loro che sarebbero andate ad un determinato banchetto, e che sarebbe continuato a letto”, ha detto Volochkova. Secondo lei qualcuno che resistito ed è stato minacciato di rappresaglie dal teatro.
CondividiLa portavoce del Bolshoi Katerina Novikova ha rifiutato di commentare le affermazioni della Volochkova. “Non so ancora se la gestione ha deciso su come reagire a tutto ciò che è stato detto”, ha detto Novikova. La Volochkova è stata reintegrata al Bolshoi dopo una battaglia in sede giudiziaria, ma da allora non ha ottenuto ruoli. In precedenza la Volochkova aveva esortato le autorità russe a “intervenire al Bolshoi: che cosa deve accadere al Teatro - uno spargimento di sangue o una guerra - per fargli prestare attenzione?” Intanto continua la battaglia di parole furiose tra i vari clan all’interno del famoso teatro: il ballerino Nikolai Tsiskaridze ha messo in dubbio la gravità delle ferite di Filin durante lo stesso spettacolo su NTV, dopo che lo stesso Filin ha lasciato intendere apertamente che dietro l’aggressione ci potrebbe essere proprio il rivale Tsiskaridze.
Filin sostiene che il ballerino-star Tsiskaridze lo minacciò con una registrazione audio compromettente e che potrebbe esserci lui dietro l’aggressione recentemente subita, che gli è costata ustioni al viso e problemi alla vista per i quali è sotto terapia in Germania. Ma il georgiano non è l’unico ad aver minacciato l’uomo che ricopriva una delle cariche più ambite per il mondo sulle punte e che conta di tornare presto al suo posto. Il ballerino solista Pavel Dmitrichenko - tuttora il primo sospettato - aveva raccolto materiali compromettenti su Filin, aveva apertamente promesso vendetta per presunti torti subiti, e aveva anche fatto cadere alcuni accenni in merito a una “sorpresa”. E secondo Filin, dei piani di Dmitrichenko era al corrente anche Ruslan Pronin, il responsabile del gruppo di balletto ed amico di Pavel.
Intanto la polizia russa proietta nei complicati rapporti di lavoro e personali tra ballerini, la soluzione del mistero dell’aggressione di Filin. Il movente sarebbe stato legato a una donna: Angelika Vorontsova, ballerina solista, che Filin apparentemente trascurava e a cui non dava spazio sul palco più prestigioso di Russia. Perchè? Pare fosse proprio Tsiskaridze il motivo, tutor della fanciulla. Inoltre la Vorontsova era fidanzata da tempo con Pavel, che pare non essere troppo incline agli sconti. Insomma Angelika come la Elena del caso, destinata a far scoppiare una guerra di Troia all’interno del teatro-tempio della danza di fama mondiale.
Si sarebbe creato così il clima perfetto per pensare a un’aggressione vera e propria, quasi letale, destinata a sfigurare per sempre il bellissimo Filin. In base alle prime dichiarazioni del ballerino-mandante tuttavia le conseguenze dell’attacco non dovevano essere così tragiche. Il coreografo è attualmente in riabilitazione in Germania e rischia di perdere la vista. “Non è vero che gli avevo ordinato di gettargli dell’acido”, ha detto Dmitrichenko in tribunale. Il suo avvocato ha evidenziato che “nel diritto penale, c’è un termine ‘atto eccessivo’”. E su questo evidentemente vuole giocare la sua partita la difesa. Secondo il ministero dell’Interno, il “valore della commessa” ossia quanto pagato per compiere il reato “è pari a 1.250 euro”.
A mano a mano che le indagini procedono, accompagnate da accuse, rilanci e smentite, le colonne neoclassiche del Bolshoi assomigliano sempre più all’ingresso al tempio degli intrighi, delle rivalità violente e delle invidie. E non a quello che è sempre stato: un luogo sacro per la danza di livello mondiale. All’inizio di febbraio l’Economist in un articolo dedicato alla vicenda del direttore sfregiato faceva un paragone per drammaticità all’Ivan il terribile di Sergey Prokofiev. Guarda caso impersonato in maniera esemplare proprio da Dmitrichenko recentemente.
L’Economist parlava del sesso, ma anche del potere e del denaro quale carburante che muove la macchina perfetta - o quasi - del balletto. Una scuola molto selettiva, ma dove spesso la competizione ha il sopravvento sui rapporti umani. Un teatro dove si viene pagati in base alla presenza in scena, “così una comprimaria non è certo disperata se la prima ballerina si rompe una gamba”.
Il Bolshoi ha visto molti incidenti inspiegabili, come un gatto morto lanciato sul palcoscenico durante gli applausi insieme con i fiori, o pezzi di vetro inseriti nei costumi e nelle scarpette da ballo. A precedere Filin nel ruolo di direttore artistico del Bolshoi era stato Gennady Yanin. Anche lui vittima di una congiura, e distrutto, non nel volto, ma sicuramente nell’immagine. Yanin si è dimesso nel 2011 dopo che uno sconosciuto ha pubblicato su Internet foto di pornografia gay con un protagonista che gli assomigliava. Il link alle foto venne inviato a circa 4.000 indirizzi di posta elettronica a livello mondiale, tra cui quelli dei maggiori quotidiani e canali televisivi.
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Re: prostituzione
Incipit
viewtopic.php?f=2&t=11037&p=1710725#p1710725
Svolgimento
http://www.torinoerotica.com/annuncio_E ... 21810.html
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"Bè,forse sei arrivato al punto. Forse hai appena trovato la definizione di vero amore. Amore è quando uno vuole il suo buco tutte le sere,ma dalla stessa ragazza..” Welsh
""Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma non tutti abbiamo il medesimo orizzonte." Konrad Adenauer
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Re: prostituzione
"Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore." Ennio Flaiano
“Cercava la rivoluzione e trovò l'agiatezza.” Leo Longanesi
“Cercava la rivoluzione e trovò l'agiatezza.” Leo Longanesi
Re: prostituzione
Mi sfugge il Nesso cmq
(surriscaldamento della sorca?)
I cambiamenti climatici spingeranno molte donne alla prostituzione. A sostenerlo alcuni esponenti politici USA, che in una risoluzione presentata al Congresso hanno lanciato un nuovo allarme legato ai mutamenti nel clima globale. Alla base del problema, sostengono i promotori dell’iniziativa, la progressiva marginalizzazione del genere femminile.
Gli effetti dei cambiamenti nel clima porterebbero a delle alterazioni nella struttura economica e sociale dei Paesi e alla conseguente situazione di difficoltà per le donne, che ne subirebbero in maniera sproporzionata gli effetti. Come riporta la Risoluzione 36 del 113° Congresso, denominata “Recognizing the disparate impact of climate change on women and the efforts of women globally to address climate change”:
Donne insicure con limitate risorse socioeconomiche potrebbero risultare vulnerabili a situazioni come lavori sessuali, scambio di prestazioni sessuali e matrimoni prematuri che possono metterle a rischio per quanto riguarda l’HIV, le malattie sessualmente trasmissibili, gravidanze non programmate e scarsa salute riproduttiva
Nessuna minaccia di un mondo intero divenuto quartiere a luci rosse, come da qualcuno estremizzato, ma un’attenzione particolare alle possibili difficoltà di un possibile cospicuo numero di indigenti. La Risoluzione è stata travisata nei termini essenziali secondo la prima firmataria, la Repubblicana e deputata californiana Barbara Lee, che sottolinea come le linee generali tracciate da lei e dai sostenitori Democratici all’iniziative fossero altre:
È un peccato il fatto che questa Risoluzione sia stata fraintesa nei suoi obiettivi principali. Tragicamente, come le donne vengono spinte ai margini diventano più vulnerabili e lo abbiamo visto volta dopo volta, quelle donne si trovano costrette a scelte strazianti.
Impedire lo svilupparsi di questo problema sarebbe possibile secondo la deputata Repubblicana attuando politiche di genere in grado di compensare il maggior impatto sulle donne dei cambiamenti climatici. In alternativa pensiamo potrebbe esserci anche una soluzione a monte, intervenendo per ridurre gli effetti nocivi del clima e prevenire (o limitare al minimo) la scarsità di risorse idriche e naturali, le migrazioni causate dai disastri ambientali. Si risolverebbero molti dei problemi del Pianeta, tra cui i possibili disagi al centro dell’allarme lanciato dai membri del Congresso USA.
(surriscaldamento della sorca?)
I cambiamenti climatici spingeranno molte donne alla prostituzione. A sostenerlo alcuni esponenti politici USA, che in una risoluzione presentata al Congresso hanno lanciato un nuovo allarme legato ai mutamenti nel clima globale. Alla base del problema, sostengono i promotori dell’iniziativa, la progressiva marginalizzazione del genere femminile.
Gli effetti dei cambiamenti nel clima porterebbero a delle alterazioni nella struttura economica e sociale dei Paesi e alla conseguente situazione di difficoltà per le donne, che ne subirebbero in maniera sproporzionata gli effetti. Come riporta la Risoluzione 36 del 113° Congresso, denominata “Recognizing the disparate impact of climate change on women and the efforts of women globally to address climate change”:
Donne insicure con limitate risorse socioeconomiche potrebbero risultare vulnerabili a situazioni come lavori sessuali, scambio di prestazioni sessuali e matrimoni prematuri che possono metterle a rischio per quanto riguarda l’HIV, le malattie sessualmente trasmissibili, gravidanze non programmate e scarsa salute riproduttiva
Nessuna minaccia di un mondo intero divenuto quartiere a luci rosse, come da qualcuno estremizzato, ma un’attenzione particolare alle possibili difficoltà di un possibile cospicuo numero di indigenti. La Risoluzione è stata travisata nei termini essenziali secondo la prima firmataria, la Repubblicana e deputata californiana Barbara Lee, che sottolinea come le linee generali tracciate da lei e dai sostenitori Democratici all’iniziative fossero altre:
È un peccato il fatto che questa Risoluzione sia stata fraintesa nei suoi obiettivi principali. Tragicamente, come le donne vengono spinte ai margini diventano più vulnerabili e lo abbiamo visto volta dopo volta, quelle donne si trovano costrette a scelte strazianti.
Impedire lo svilupparsi di questo problema sarebbe possibile secondo la deputata Repubblicana attuando politiche di genere in grado di compensare il maggior impatto sulle donne dei cambiamenti climatici. In alternativa pensiamo potrebbe esserci anche una soluzione a monte, intervenendo per ridurre gli effetti nocivi del clima e prevenire (o limitare al minimo) la scarsità di risorse idriche e naturali, le migrazioni causate dai disastri ambientali. Si risolverebbero molti dei problemi del Pianeta, tra cui i possibili disagi al centro dell’allarme lanciato dai membri del Congresso USA.
MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GEGGIA
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Re: prostituzione
Dirigente assicurazioni violenta
prostitute fingendosi poliziotto
Decine le vittime di F.R. di 43 anni. Agiva in zona Fiera-Lampugnano mostrando un finto tesserinoLE INDAGINI DELLA POLIZIA LOCALE
Dirigente assicurazioni violenta
prostitute fingendosi poliziotto
Decine le vittime di F.R. di 43 anni. Agiva in zona Fiera-Lampugnano mostrando un finto tesserino
Fingendosi poliziotto, ha violentato decine di prostitute tra dicembre e febbraio. F.R. di 43 anni è stato arrestato al termine di un’indagine della polizia locale di Milano. Lavorava come dirigente nelle assicurazioni. Italiano, incensurato, insospettabile: con un falso tesserino da poliziotto avvicinava le prostitute nella zona Fiera-Lampugnano e, facendo ricorso a minacce di vario tipo, le violentava.
LA DENUNCIA - A dicembre, quando una delle vittime si era rivolta alla Polizia locale, sono scattate le indagini e la prima denuncia. Altre donne si sono poi aggiunte alla prima, e lo scorso febbraio l’uomo è stato individuato e fermato. Il gip ha disposto per l’uomo un ordine di custodia cautelare, quindi gli arresti domiciliari e, dopo l’incidente probatorio, è stato disposto per F.R. il carcere.
UNA DELLE VITTIME - «Le indagini sono partite dalla denuncia di una delle vittime – ha dichiarato Tullio Mastrangelo, comandante della polizia locale -. La presenza su strada degli agenti costituisce un presidio per la sicurezza a Milano e un punto di riferimento».
http://milano.corriere.it/milano/notizi ... 8280.shtml
prostitute fingendosi poliziotto
Decine le vittime di F.R. di 43 anni. Agiva in zona Fiera-Lampugnano mostrando un finto tesserinoLE INDAGINI DELLA POLIZIA LOCALE
Dirigente assicurazioni violenta
prostitute fingendosi poliziotto
Decine le vittime di F.R. di 43 anni. Agiva in zona Fiera-Lampugnano mostrando un finto tesserino
Fingendosi poliziotto, ha violentato decine di prostitute tra dicembre e febbraio. F.R. di 43 anni è stato arrestato al termine di un’indagine della polizia locale di Milano. Lavorava come dirigente nelle assicurazioni. Italiano, incensurato, insospettabile: con un falso tesserino da poliziotto avvicinava le prostitute nella zona Fiera-Lampugnano e, facendo ricorso a minacce di vario tipo, le violentava.
LA DENUNCIA - A dicembre, quando una delle vittime si era rivolta alla Polizia locale, sono scattate le indagini e la prima denuncia. Altre donne si sono poi aggiunte alla prima, e lo scorso febbraio l’uomo è stato individuato e fermato. Il gip ha disposto per l’uomo un ordine di custodia cautelare, quindi gli arresti domiciliari e, dopo l’incidente probatorio, è stato disposto per F.R. il carcere.
UNA DELLE VITTIME - «Le indagini sono partite dalla denuncia di una delle vittime – ha dichiarato Tullio Mastrangelo, comandante della polizia locale -. La presenza su strada degli agenti costituisce un presidio per la sicurezza a Milano e un punto di riferimento».
http://milano.corriere.it/milano/notizi ... 8280.shtml
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Re: prostituzione
Un pò vecchia come notizia, ma che fa capire che bisogna iniziare ad "eliminare", ed una volta per tutte, elementi come questi dal nostro paese.
Rapinavano e violentavano prostitute:in manette una banda di sudamericani
I sei arrestati sequestravano giovani romene e albanesi in strada e le portavano in un appartamento dove le stupravano ripetutamente e con particolare violenza.
Poi le abbandonavano nelle campagne dell'hinterland
Sei sudamericani sono stati fermati con l'accusa di violenze sessuali di gruppo e rapine ai danni di giovani prostitute romene e albanesi. I carabinieri del comando provinciale di Milano, al termine delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno ricostruito diversi episodi di efferata violenza. Le giovani vittime venivano sequestrate in strada e, sotto la minaccia di armi, portate in un appartamento di Segrate dove, dopo essere state rapinate, erano ripetutamente violentate dal branco, che subito dopo le abbandonava in strada.
Gli arrestati sono autotrasportatori dai 28 ai 53 anni (quattro peruviani, un ecuadoriano e un brasiliano) incensurati, a esclusione di uno con precedenti specifici per violenza sessuale di gruppo, sequestro di persona e rapina. Le indagini sono partite a inizio marzo dopo la denuncia di una prostituta romena di 26 anni che ha raccontato ai carabinieri di essere salita sull'auto di un cliente e di essere stata poi aggredita da un secondo uomo nascosto all'interno. I due, sotto la minaccia di una pistola, l'hanno portata in un appartamento non ancora individuato e qui l'hanno violentata.
Il secondo episodio è avvenuto nella notte tra il 14 e il 15, quando in tre hanno sequestrato una prostituta romena di 27 anni a Segrate: dopo averla caricata, l'hanno condotta in un appartamento nelle loro disponibilità dove l'hanno stuprata a turno minacciandola con una pistola. Il terzo episodio, con la stessa modalità, si registra a Segrate tra il 16 e il 17 marzo e stavolta la violenza su un'albanese di 25 anni è commessa da tutti e sei gli arrestati. La stessa notte, poco prima, due componenti del branco avevano provato a rapire un'albanese di 24 anni a Carpiano, ma la giovane era riuscita a scappare lanciandosi dall'auto in corsa. Nelle intercettazioni raccolte dagli investigatori traspare tutta la sicurezza e la noncuranza del gruppo: "Ma chi vuoi che ci scopra? Sono prostitute, è la loro parola contro la nostra...".
(10 aprile 2013)
FONTE: http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... -56324927/
Rapinavano e violentavano prostitute:in manette una banda di sudamericani
I sei arrestati sequestravano giovani romene e albanesi in strada e le portavano in un appartamento dove le stupravano ripetutamente e con particolare violenza.
Poi le abbandonavano nelle campagne dell'hinterland
Sei sudamericani sono stati fermati con l'accusa di violenze sessuali di gruppo e rapine ai danni di giovani prostitute romene e albanesi. I carabinieri del comando provinciale di Milano, al termine delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno ricostruito diversi episodi di efferata violenza. Le giovani vittime venivano sequestrate in strada e, sotto la minaccia di armi, portate in un appartamento di Segrate dove, dopo essere state rapinate, erano ripetutamente violentate dal branco, che subito dopo le abbandonava in strada.
Gli arrestati sono autotrasportatori dai 28 ai 53 anni (quattro peruviani, un ecuadoriano e un brasiliano) incensurati, a esclusione di uno con precedenti specifici per violenza sessuale di gruppo, sequestro di persona e rapina. Le indagini sono partite a inizio marzo dopo la denuncia di una prostituta romena di 26 anni che ha raccontato ai carabinieri di essere salita sull'auto di un cliente e di essere stata poi aggredita da un secondo uomo nascosto all'interno. I due, sotto la minaccia di una pistola, l'hanno portata in un appartamento non ancora individuato e qui l'hanno violentata.
Il secondo episodio è avvenuto nella notte tra il 14 e il 15, quando in tre hanno sequestrato una prostituta romena di 27 anni a Segrate: dopo averla caricata, l'hanno condotta in un appartamento nelle loro disponibilità dove l'hanno stuprata a turno minacciandola con una pistola. Il terzo episodio, con la stessa modalità, si registra a Segrate tra il 16 e il 17 marzo e stavolta la violenza su un'albanese di 25 anni è commessa da tutti e sei gli arrestati. La stessa notte, poco prima, due componenti del branco avevano provato a rapire un'albanese di 24 anni a Carpiano, ma la giovane era riuscita a scappare lanciandosi dall'auto in corsa. Nelle intercettazioni raccolte dagli investigatori traspare tutta la sicurezza e la noncuranza del gruppo: "Ma chi vuoi che ci scopra? Sono prostitute, è la loro parola contro la nostra...".
(10 aprile 2013)
FONTE: http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... -56324927/
Re: prostituzione
che gentaccia che c'è in giro, siamo troppi su questa terra, non tutti meritano di respirare l'aria che respiro anche io, spero che la gente in tutto il mondo si decida a fare delle leggi per riuscire a punire in maniera esemplare le persone che fanno certe cose+Fracassato+ ha scritto:Un pò vecchia come notizia, ma che fa capire che bisogna iniziare ad "eliminare", ed una volta per tutte, elementi come questi dal nostro paese.
Rapinavano e violentavano prostitute:in manette una banda di sudamericani
I sei arrestati sequestravano giovani romene e albanesi in strada e le portavano in un appartamento dove le stupravano ripetutamente e con particolare violenza.
Poi le abbandonavano nelle campagne dell'hinterland
Sei sudamericani sono stati fermati con l'accusa di violenze sessuali di gruppo e rapine ai danni di giovani prostitute romene e albanesi. I carabinieri del comando provinciale di Milano, al termine delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno ricostruito diversi episodi di efferata violenza. Le giovani vittime venivano sequestrate in strada e, sotto la minaccia di armi, portate in un appartamento di Segrate dove, dopo essere state rapinate, erano ripetutamente violentate dal branco, che subito dopo le abbandonava in strada.
Gli arrestati sono autotrasportatori dai 28 ai 53 anni (quattro peruviani, un ecuadoriano e un brasiliano) incensurati, a esclusione di uno con precedenti specifici per violenza sessuale di gruppo, sequestro di persona e rapina. Le indagini sono partite a inizio marzo dopo la denuncia di una prostituta romena di 26 anni che ha raccontato ai carabinieri di essere salita sull'auto di un cliente e di essere stata poi aggredita da un secondo uomo nascosto all'interno. I due, sotto la minaccia di una pistola, l'hanno portata in un appartamento non ancora individuato e qui l'hanno violentata.
Il secondo episodio è avvenuto nella notte tra il 14 e il 15, quando in tre hanno sequestrato una prostituta romena di 27 anni a Segrate: dopo averla caricata, l'hanno condotta in un appartamento nelle loro disponibilità dove l'hanno stuprata a turno minacciandola con una pistola. Il terzo episodio, con la stessa modalità, si registra a Segrate tra il 16 e il 17 marzo e stavolta la violenza su un'albanese di 25 anni è commessa da tutti e sei gli arrestati. La stessa notte, poco prima, due componenti del branco avevano provato a rapire un'albanese di 24 anni a Carpiano, ma la giovane era riuscita a scappare lanciandosi dall'auto in corsa. Nelle intercettazioni raccolte dagli investigatori traspare tutta la sicurezza e la noncuranza del gruppo: "Ma chi vuoi che ci scopra? Sono prostitute, è la loro parola contro la nostra...".
(10 aprile 2013)
FONTE: http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... -56324927/
Sono sicuro che se levassero tutta la pornografia da internet rimarrebbe un unico sito chiamato "ridateci i porno!". cit. Dr. Cox (Scrubs)