Ma comunque la sua - definiamola pure - poco nobile attività, non giustifica la brutta fine che ha fatto.wolf.55 ha scritto: a casa mia un poveretto che per comprarsi la droga la vendeva a dei poveretti peggio di lui, non ce lo avrei voluto. Non lo avrei messo alla porta, ma non avrei mai accettato una situazione del genere.
[O.T.] Quando ti uccide lo Stato
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Re: [O.T.] Assassini in divisa
La via in su è la via in giù. (Eraclito)
Re: [O.T.] Assassini in divisa
Assolutamente non giustifica. Doveva andare in prigione e rimanerci fino all'ultimo giorno della sua condanna, nulla di più e nulla di meno.
Trovo sconcertante che in casa hanno accettato il suo ruolo di piccolo criminale ed oggi chiedono conto agli altri di una persona della quale in vita non sembrano essersi interessati gran che.
Sarebbero molto più credibili se dichiarassero sin d'ora di destinare un eventuale risarcimento ad un opera benefica.
Trovo sconcertante che in casa hanno accettato il suo ruolo di piccolo criminale ed oggi chiedono conto agli altri di una persona della quale in vita non sembrano essersi interessati gran che.
Sarebbero molto più credibili se dichiarassero sin d'ora di destinare un eventuale risarcimento ad un opera benefica.
Re: [O.T.] Assassini in divisa
Sei molto severo wolf, ma mi allineo a quanto dici, da vivo a nessuno importava della sua vita balorda, da morto è diventato il Geom. Cucchi, barbaramente trucidato dalla furia immane della congrega delle forze dell'ordine riunite del pianeta Italia.
Certo, fare chiarezza, ma ho come l'impressione che qualsiasi verità possa scaturire, a qualcuno non andrà bene...

Certo, fare chiarezza, ma ho come l'impressione che qualsiasi verità possa scaturire, a qualcuno non andrà bene...
wolf.55 ha scritto: Sarebbero molto più credibili se dichiarassero sin d'ora di destinare un eventuale risarcimento ad un opera benefica.

Re: [O.T.] Assassini in divisa
wolf io riguardo alla manifestazioni do sempre la colpa almeno al 50% al "servizio d'ordine" interno.wolf.55 ha scritto:Provo a rispondere...Papero, scusa o il film lo hai visto o no? Ieri pomeriggio sono stato alla presentazione del film, c'erano il regista, l'autore del libro (un giornalista di Repubblica) dal quale è tratto e un paio di attori, vallo a vedere e poi ne riparliamo.
Criptico, probabilmente dimentichi che i periti di parte possono dimostrare tutto e il contrario di tutto, aspettiamo l'esito del processo, comunque tanta simpatia per il Cucchi uomo, spero che il processo chiarisca tutto perché ogni nuovo aggiornamento rende sempre meno credibile quello che i famigliari dello stesso continuano a raccontarci.
Comunque sono un tantino deluso da tutti...Come, si scopre l'esistenza del "professor De Tormentis" e ancora ci fermiano su Cucchi e Co.?
Una risposta speciale a Canella Bruneri e NiK. Come forse ricorderete il 15 ottobre mi sono trovato in prima linea, non ero dimostrante e non ero agente di polizia...ho trovato la guerra sotto casa mia, guerra portata da un pugno di delinquenti vestiti di nero, un gruppo di manutengoli che gli permettevano di entrare ed uscire da un corteo dove le persone in buona fede erano tante, degli INCAPACI che avevano organizzato una manifestazione senza prevedere una minimo servizio d'ordine interno, le varie reti televisive che vi hanno fatto credere si essere in prima linea e di aver mostrato tutto.
Nik ma lo sai che uno degli autoidranti che hanno operato a Roma è quello normalmente basato a Genova, con venti anni sulle ruote e reduce dal G8 del 2001? Insomma il problema non erano i vertici dell'OP romano ma, indirettamente, quel gruppo di simpatici amici che con il loro voto hanno mandato a Roma, ai vertici del Ministero dell'Interno qualcuno cheha tolto le risorse destinate al controllo di RomaLadrona per portarle nel nord operoso?
saranno le nuove generazioni..sarà che non sono piu forgiati e preparati da piazze anni 70, ma chi manifesta è sempre connivente o intimorito..si parla sempre di poche centinaia di persone che si muovono in contesti 10 volte piu grandi, se va bene..vuol dire quindi che ogni scmeo ne ha 10 che possono pestarlo e tenerlo buono. inoltre di norma questi personaggi se isolati e massacrati tendono a scomparire...ovvio quindi che di base c'è sempre responsabilitaà diretta o indiretta (malafede o impreparazione) del "movimento".
ma te lo ripeto, io sono genovese e ho avuto anche io la guerra sotto casa. la gestione dell'ordine pubblico da parte delloo stato sia prima che durante (e dopo) è stata approssimativa e fallimentare ed ha colpito dove non doveva e non è intervenuta dove doveva...
Io so solo che tutti i diregenti non erano di genova e gli operativi (parlo di cc da cui ho fotne diretta) erano stati messi tutti nella zona rossa a fare servizi di trasporto e sorveglianza diretta sui congolvio presidenziali. (il mio amico era a 30 metri da bush ad esempio...a fare presenza, ovvio, bush era seguito oltre che dalle sue anche da operativi credo del gis), ma comunque tutti i cc di genova o con conoscenza della città erano all'interno della zona rossa.
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
Re: [O.T.] Assassini in divisa
Due notiziole così...
Ventuno anni all'ergastolo, era innocente "Chi mi ridarà la mia vita perduta?"
http://inchieste.repubblica.it/it/repub ... -29806127/
Sparatoria in strada vigile uccide un uomo
http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... -29821804/
Ventuno anni all'ergastolo, era innocente "Chi mi ridarà la mia vita perduta?"
http://inchieste.repubblica.it/it/repub ... -29806127/
Sparatoria in strada vigile uccide un uomo
http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... -29821804/
Nella guerra tra te ed il mondo, stai con il mondo (Franz Kafka)
Re: [O.T.] Assassini in divisa
Proviamo a fare ordine.
Il primo link contiene un grossolano errore, infatti a me risulta che il sig. Renato Olino non sia un ex ufficiale dei Carabineri ma un ex vicebrigadiere dei Carabinieri in servizio al nucleo anticrimine di Napoli, perché mai sia finito in questa storia non lo so proprio, comunque dai uno sguardo qui
http://www.edscuola.it/archivio/interlinea/dolci3.htm
...
La prima volta fui arrestato nell'agosto del '44 e portato alla Questura di P. Per interrogarmi mi fecero trovare preparata la cassetta che consiste in due casse di legno, messe una sull'altra, della lunghezza di circa un metro. Alla parte dove ci vanno i piedi, ci sono due anelli di ferro per legare i piedi. Le gambe sono stese sul piano della cassa superiore. Dopo i piedi legati, mi legarono le mani di dietro e una cinta di cuoio, che è al centro della cassetta, ma la passavano sopra le cosce, per così tenermi fermo. La corda che era legata alle mani la passavano in un anello di ferro piantato nella cassetta, rasente a terra. Mi applicavano la maschera antigas col tubo svitato, e mi rovesciavano all'indietro tirando la corda legata alle mani. E incominciava la tortura cioè uno sbirro tirava la corda per farmi tenere rovesciato all'indietro. Un altro sbirro con una latta grande piena di acqua e sale (e una mastella piena la tenevano vicina preparata per riempire continuamente la latta) ad-detto a buttare acqua e sale nel tubo della maschera.
Il maresciallo M., messo all'impiedi sulla cassetta, con una frusta piatta, un poco più stretta di due dita, mazziava nei piedi, e un altro sbirro che di tanto in tanto mi torcigliava i testicoli con le mani. Li pigliava con la mano e per farmi provare più dolore attorcigliava forte, ma siccome ero quasi soffocato dalla maschera che mi pareva una salvezza il poter morire quasi, il dolore ai testicoli e ai piedi lo sentivo di meno.
Essi calcolavano il tempo e quando uno arrivava proprio all'estremità, lo sollevavano. Mi domandavano se ero deciso a parlare, e alla risposta negativa, mi rovesciavano di nuovo e rifacevano da capo le stesse cose.
Con l'acqua e sale che mi gettavano nella maschera, io non potendo respirare, inghiottivo acqua. Quando si calcolavano che uno aveva lo stomaco pieno d'acqua, mi slegavano dalla cassetta e uno sbirro mi comprimeva le mani nella pancia per farmi rigettare tutta l'acqua inghiottita.
Non c'era pericolo che un vicino della caserma sentisse grida, perché erano soffocate dalla maschera piena d'acqua. Questo posto dove mi torturavano era vicino a S. Mi tiravano su e giù per quattro o cinque volte. Dopo, quando vedevano che ero ridotto all'estremità, mi slegavano, mi facevano svuotare l'acqua dallo stomaco, due sbirri mi prendevano a braccio, perché l'articolazione era aggranchita, paralizzata, e mi facevano girare nella stessa stanzetta. In fondo alla cassetta dove si appoggiava la schiena, mettevano una coperta in modo che non rimanes-sero segni dal movimento che facevo per divincolarmi, soffocato, terrorizzato com'ero: è l'istinto della salvezza.
Mi facevano girare nella stanzetta fin che potevo reggermi in piedi. Poi mi facevano vestire e mi por-tavano in camera di sicurezza.
Questa vita fu, a P., per sedici giorni continui. Poi mi portarono al carcere denunziato. Aggiungo che negli ultimi giorni avevo i piedi tanto gonfi che le scarpe non mi potevano più entrare nei piedi: mi portarono allora da questa casermetta dove facevano torture alla caserma dove dormivo, con una carrozza di piazza. In particolare il maresciallo M., perché non volevo confessare un delitto che non avevo commesso (e che poi fu pure accertato non a mio carico dai giudici), per sfregio, mi hanno acceso due cerini di cera nei piedi.
Fui arrestato ancora nel '47 e fui portato a P. in Corso. Arrivai circa alle undici di notte. Appena arrivato, senza neanche interrogarmi con le buone, mi prepararono la cassetta che era uguale all'altra di P., però qui non davano frustate ai piedi. Ma torcevano i testicoli e tutte le stesse sevizie facevano, come là. Ed il mio interrogatorio cominciò sulla cassetta: mi interrogavano di parecchi delitti che non avevano potuto trovare gli autori e insistevano, seviziandomi, per farmeli confessare a me, senza guardare se potevo essere colpevole o no.
Pur essendo innocente di tanti delitti, se avessi sa-puto rispondere una cosa qualsiasi, basta che mi avessero levato da quelle torture, avrei confessato qualsiasi cosa, che fui io che avevo ucciso Dio, che avevo incendiato Roma e tutto quello che avrebbero voluto.
Difatti tante e tante persone si sono confessate ree di delitti che non avevano mai commesso, solo per levarsi da quelle torture. E difatti sono stati riconosciuti, dopo quattro o cinque anni di processura, innocenti dalla Magistratura.
Ripiglio dove ero rimasto: alle torture. Dopo circa un'ora, un'ora e mezzo di torture mi slegarono, mi fecero muovere a braccio di due sbirri e poi invece di mettermi in camera di sicurezza, che si preoccupavano che sa m'avrei autolesionato (insomma che uno si sbatte la testa al muro, o che capita un chiodo per sfrangiarsi o un pezzo di vetro) mi legarono in una branda col telo. Mi legarono ai ferri, mani e piedi. E mi facevano andare ogni ventiquattr'ore al gabinetto e poi mi slegavano solamente, alle dieci di sera, per mettermi nuovamente alla cassetta. Questo durò per ventidue giorni escluso due sere che erano indaffarati per i fatti di Portella delle Ginestre. da
http://www.accadeinsicilia.net/Dolci-To ... -Stato.htm
...
Per il secondo link il commento è uno solo: chi va per certi mari, certi pesci prende...
Scusa ma non dai che se punti un'arma contro qualcuno e quello spara per primo, vale il principio della leggittima difesa?
Comunque, cosa pensi di questo?
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... refresh_ce
Il primo link contiene un grossolano errore, infatti a me risulta che il sig. Renato Olino non sia un ex ufficiale dei Carabineri ma un ex vicebrigadiere dei Carabinieri in servizio al nucleo anticrimine di Napoli, perché mai sia finito in questa storia non lo so proprio, comunque dai uno sguardo qui
http://www.edscuola.it/archivio/interlinea/dolci3.htm
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La prima volta fui arrestato nell'agosto del '44 e portato alla Questura di P. Per interrogarmi mi fecero trovare preparata la cassetta che consiste in due casse di legno, messe una sull'altra, della lunghezza di circa un metro. Alla parte dove ci vanno i piedi, ci sono due anelli di ferro per legare i piedi. Le gambe sono stese sul piano della cassa superiore. Dopo i piedi legati, mi legarono le mani di dietro e una cinta di cuoio, che è al centro della cassetta, ma la passavano sopra le cosce, per così tenermi fermo. La corda che era legata alle mani la passavano in un anello di ferro piantato nella cassetta, rasente a terra. Mi applicavano la maschera antigas col tubo svitato, e mi rovesciavano all'indietro tirando la corda legata alle mani. E incominciava la tortura cioè uno sbirro tirava la corda per farmi tenere rovesciato all'indietro. Un altro sbirro con una latta grande piena di acqua e sale (e una mastella piena la tenevano vicina preparata per riempire continuamente la latta) ad-detto a buttare acqua e sale nel tubo della maschera.
Il maresciallo M., messo all'impiedi sulla cassetta, con una frusta piatta, un poco più stretta di due dita, mazziava nei piedi, e un altro sbirro che di tanto in tanto mi torcigliava i testicoli con le mani. Li pigliava con la mano e per farmi provare più dolore attorcigliava forte, ma siccome ero quasi soffocato dalla maschera che mi pareva una salvezza il poter morire quasi, il dolore ai testicoli e ai piedi lo sentivo di meno.
Essi calcolavano il tempo e quando uno arrivava proprio all'estremità, lo sollevavano. Mi domandavano se ero deciso a parlare, e alla risposta negativa, mi rovesciavano di nuovo e rifacevano da capo le stesse cose.
Con l'acqua e sale che mi gettavano nella maschera, io non potendo respirare, inghiottivo acqua. Quando si calcolavano che uno aveva lo stomaco pieno d'acqua, mi slegavano dalla cassetta e uno sbirro mi comprimeva le mani nella pancia per farmi rigettare tutta l'acqua inghiottita.
Non c'era pericolo che un vicino della caserma sentisse grida, perché erano soffocate dalla maschera piena d'acqua. Questo posto dove mi torturavano era vicino a S. Mi tiravano su e giù per quattro o cinque volte. Dopo, quando vedevano che ero ridotto all'estremità, mi slegavano, mi facevano svuotare l'acqua dallo stomaco, due sbirri mi prendevano a braccio, perché l'articolazione era aggranchita, paralizzata, e mi facevano girare nella stessa stanzetta. In fondo alla cassetta dove si appoggiava la schiena, mettevano una coperta in modo che non rimanes-sero segni dal movimento che facevo per divincolarmi, soffocato, terrorizzato com'ero: è l'istinto della salvezza.
Mi facevano girare nella stanzetta fin che potevo reggermi in piedi. Poi mi facevano vestire e mi por-tavano in camera di sicurezza.
Questa vita fu, a P., per sedici giorni continui. Poi mi portarono al carcere denunziato. Aggiungo che negli ultimi giorni avevo i piedi tanto gonfi che le scarpe non mi potevano più entrare nei piedi: mi portarono allora da questa casermetta dove facevano torture alla caserma dove dormivo, con una carrozza di piazza. In particolare il maresciallo M., perché non volevo confessare un delitto che non avevo commesso (e che poi fu pure accertato non a mio carico dai giudici), per sfregio, mi hanno acceso due cerini di cera nei piedi.
Fui arrestato ancora nel '47 e fui portato a P. in Corso. Arrivai circa alle undici di notte. Appena arrivato, senza neanche interrogarmi con le buone, mi prepararono la cassetta che era uguale all'altra di P., però qui non davano frustate ai piedi. Ma torcevano i testicoli e tutte le stesse sevizie facevano, come là. Ed il mio interrogatorio cominciò sulla cassetta: mi interrogavano di parecchi delitti che non avevano potuto trovare gli autori e insistevano, seviziandomi, per farmeli confessare a me, senza guardare se potevo essere colpevole o no.
Pur essendo innocente di tanti delitti, se avessi sa-puto rispondere una cosa qualsiasi, basta che mi avessero levato da quelle torture, avrei confessato qualsiasi cosa, che fui io che avevo ucciso Dio, che avevo incendiato Roma e tutto quello che avrebbero voluto.
Difatti tante e tante persone si sono confessate ree di delitti che non avevano mai commesso, solo per levarsi da quelle torture. E difatti sono stati riconosciuti, dopo quattro o cinque anni di processura, innocenti dalla Magistratura.
Ripiglio dove ero rimasto: alle torture. Dopo circa un'ora, un'ora e mezzo di torture mi slegarono, mi fecero muovere a braccio di due sbirri e poi invece di mettermi in camera di sicurezza, che si preoccupavano che sa m'avrei autolesionato (insomma che uno si sbatte la testa al muro, o che capita un chiodo per sfrangiarsi o un pezzo di vetro) mi legarono in una branda col telo. Mi legarono ai ferri, mani e piedi. E mi facevano andare ogni ventiquattr'ore al gabinetto e poi mi slegavano solamente, alle dieci di sera, per mettermi nuovamente alla cassetta. Questo durò per ventidue giorni escluso due sere che erano indaffarati per i fatti di Portella delle Ginestre. da
http://www.accadeinsicilia.net/Dolci-To ... -Stato.htm
...
Per il secondo link il commento è uno solo: chi va per certi mari, certi pesci prende...
Scusa ma non dai che se punti un'arma contro qualcuno e quello spara per primo, vale il principio della leggittima difesa?
Comunque, cosa pensi di questo?
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... refresh_ce
Re: [O.T.] Assassini in divisa
Wolf, mi meraviglio che tu abbia ancora voglia di rispondere in modo così articolato...questi sono contro sempre e comunque....secondo te, cosa stanno a significare due notizie così insieme ? Io leggo: fare calderone, fare di tutt'erba un fascio, è tutto marciume, tanto chissenefrega CONTRO SEMPRE E COMUNQUE... per cui Wolf, tempo perso...
Re: [O.T.] Assassini in divisa
certo che i colleghi del nostro eroe sono proprio stronzi,
ma non si esclude possano essere fricchettoni comunisti dei centri sociali infiltrati negli apparati dello stato
per mettere in cattiva luce gli eroi che rischiano la vita sparando per errore alle spalle.
Certo faceva, un po, specie che il tizio con l'arma non fosse il morto ma il fuggitivo...
accanto allo schifo evidente,parlando seriamente, onore ai colleghi dello sceriffo stronzo ,
che hanno avuto il coraggio ed i coglioni di testimoniare la verità,
sono la speranza che gli esaltati ed fascistelli da due lire non riescano a tenere in ostaggio chi onora la propria divisa ed il proprio corpo di appartenenza.
Indagato per omicidio volontario
il vigile che ha sparato al parco Lambro
E' quanto emerge dalla Procura. In un primo tempo l'accusa era eccesso colposo di legittima difesa

Il vigile Alessandro Amigoni con un fucile giocattolo
MILANO - E' indagato per omicidio volontario Alessandro Amigoni, il vigile 36enne che lunedì pomeriggio ha ucciso durante un inseguimento a Crescenzago il cileno di 29 anni Marcelo Valentino Gomez Cortes. E' quanto emerge dalla Procura di Milano che si sta occupando delle indagini. L’accusa che in un primo momento era di «eccesso colposo di legittima difesa», al termine dell’interrogatorio del vigile durato fino a tarda notte è stata tramutata in omicidio volontario. A pesare, secondo quanto trapela, anche le testimonianze dei colleghi dell’agente.
Il luogo della sparatoria LA RICOSTRUZIONE - La dinamica, quindi, sarebbe diversa da quella emersa in un primo momento e il vigile avrebbe quindi colpito il fuggitivo senza una «reale minaccia». Nei confronti di Amigoni non sono state emesse, tuttavia, misure cautelari. Tra gli aspetti da chiarire nell’indagine coordinata dal pm Roberto Pellicano anche la dinamica dei fori d’entrata e d’uscita sul corpo del cileno. Gli investigatori sono in attesa dell’autopsia che potrebbe essere eseguita già mercoledì. In ogni caso i primi esami del medico legale intervenuto al parco Lambro avrebbero dato alcune indicazioni. Non si esclude neppure che la vittima possa essere stata colpita di spalle. Gli inquirenti mantengono tuttavia il massimo riserbo e, a testimoniare la massima attenzione della Procura, l’indagine è seguita direttamente dal procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati.
Tragico inseguimento IL CAMBIO DI IMPUTAZIONE - I risultati delle prime indagini e, soprattutto, il cambio di imputazione nei confronti del vigile fanno quindi mutare la ricostruzione della sparatoria, almeno nelle sue fasi cruciali. Ieri il comandante della polizia locale, Tullio Mastrangelo, aveva spiegato che Amigoni aveva sparato solo dopo che uno dei fuggitivi (ancora ricercato) aveva estratto una pistola e «l’aveva puntata verso l’agente». A quel punto, secondo il capo dei ghisa, il vigile avrebbe sparato ma non in direzione della vittima bensì verso il complice armato. «In quel momento Gomez Cortes si è spostato verso la traiettoria del prioettile ed è stato colpito all’addome per errore. Il colpo era diretto al complice».
INCONGRUENZE - Da subito però erano emerse alcune incogruenze nel racconto di Amigoni e dei suoi colleghi. La traiettoria stessa del proiettile confermerebbe i dubbi degli investigatori visto che il colpo è stato sparato da una distanza «relativamente breve» e ad altezza d’uomo. Inoltre gli agenti della squadra Mobile, che si occupano delle indagini, non hanno trovato segni della presenza di altre armi sul luogo del delitto anche se non si esclude che il complice possa aver effettivamente imbracciato un’arma, ma in questo caso senza usarla: o era senza proiettili (non sono stati trovati altri bossoli) o più semplicemente s’è trattato di un’arma giocattolo, comunque scarica. Non è chiaro neppure da cosa e perché i due a bordo della Seat Cordoba blu con targa spagnola stessero fuggendo. Gomez Cortes ha precedenti e risulta già essere destinatario di un decreto d’espulsione, ma non era ricercato.
LUNEDI' POMERIGGIO - Tutto è avvenuto intorno alle 15 di ieri, quando un cittadino in sella alla sua bicicletta vede alcune persone litigare animatamente in via Pusiano, a ridosso del parco Lambro, e chiama sul centralino della polizia locale della Zona 3. Immediato scatta l'allarme. In corso Buenos Aires, una delle più grandi arterie commerciali della città, ci sono quattro agenti municipali dell'Unità operativa. Sono in borghese su una macchina d'istituto, in servizio antiabusivismo. Rispondono alla chiamata e si muovono verso via Pusiano. Ma, non lontano dal luogo della rissa, intercettano una Seat Cordoba blu, con targa spagnola, che imbocca via Orbetello contromano. Scatta l'inseguimento. Qualche centinaia di metri e i fuggitivi imboccano via Crescenzago: 200 metri che finiscono nel parco. Qui, l'auto dei vigili riesce a tamponare e a bloccare la Seat. I due allora tentano la fuga a piedi. Ma, secondo la versione degli agenti, uno è armato. Così, il capopattuglia Alessandro Amigoni, che è seduto al fianco di chi guida, esce dalla macchina e fa fuoco con la sua semiautomatica 9x17. Colpisce a morte il cileno disarmato. Mentre l'altro riesce a farla franca. Marcelo Valentino Gomez Cortes è stato prima soccorso sul posto dai sanitari del 118 che, per quasi un'ora, hanno tentato di rianimarlo, e poi è stato trasportato all'ospedale San Raffaele dove è morto poco dopo.
Redazione Milano online
ma non si esclude possano essere fricchettoni comunisti dei centri sociali infiltrati negli apparati dello stato
per mettere in cattiva luce gli eroi che rischiano la vita sparando per errore alle spalle.
Certo faceva, un po, specie che il tizio con l'arma non fosse il morto ma il fuggitivo...
accanto allo schifo evidente,parlando seriamente, onore ai colleghi dello sceriffo stronzo ,
che hanno avuto il coraggio ed i coglioni di testimoniare la verità,
sono la speranza che gli esaltati ed fascistelli da due lire non riescano a tenere in ostaggio chi onora la propria divisa ed il proprio corpo di appartenenza.
Indagato per omicidio volontario
il vigile che ha sparato al parco Lambro
E' quanto emerge dalla Procura. In un primo tempo l'accusa era eccesso colposo di legittima difesa

Il vigile Alessandro Amigoni con un fucile giocattolo
MILANO - E' indagato per omicidio volontario Alessandro Amigoni, il vigile 36enne che lunedì pomeriggio ha ucciso durante un inseguimento a Crescenzago il cileno di 29 anni Marcelo Valentino Gomez Cortes. E' quanto emerge dalla Procura di Milano che si sta occupando delle indagini. L’accusa che in un primo momento era di «eccesso colposo di legittima difesa», al termine dell’interrogatorio del vigile durato fino a tarda notte è stata tramutata in omicidio volontario. A pesare, secondo quanto trapela, anche le testimonianze dei colleghi dell’agente.
Il luogo della sparatoria LA RICOSTRUZIONE - La dinamica, quindi, sarebbe diversa da quella emersa in un primo momento e il vigile avrebbe quindi colpito il fuggitivo senza una «reale minaccia». Nei confronti di Amigoni non sono state emesse, tuttavia, misure cautelari. Tra gli aspetti da chiarire nell’indagine coordinata dal pm Roberto Pellicano anche la dinamica dei fori d’entrata e d’uscita sul corpo del cileno. Gli investigatori sono in attesa dell’autopsia che potrebbe essere eseguita già mercoledì. In ogni caso i primi esami del medico legale intervenuto al parco Lambro avrebbero dato alcune indicazioni. Non si esclude neppure che la vittima possa essere stata colpita di spalle. Gli inquirenti mantengono tuttavia il massimo riserbo e, a testimoniare la massima attenzione della Procura, l’indagine è seguita direttamente dal procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati.
Tragico inseguimento IL CAMBIO DI IMPUTAZIONE - I risultati delle prime indagini e, soprattutto, il cambio di imputazione nei confronti del vigile fanno quindi mutare la ricostruzione della sparatoria, almeno nelle sue fasi cruciali. Ieri il comandante della polizia locale, Tullio Mastrangelo, aveva spiegato che Amigoni aveva sparato solo dopo che uno dei fuggitivi (ancora ricercato) aveva estratto una pistola e «l’aveva puntata verso l’agente». A quel punto, secondo il capo dei ghisa, il vigile avrebbe sparato ma non in direzione della vittima bensì verso il complice armato. «In quel momento Gomez Cortes si è spostato verso la traiettoria del prioettile ed è stato colpito all’addome per errore. Il colpo era diretto al complice».
INCONGRUENZE - Da subito però erano emerse alcune incogruenze nel racconto di Amigoni e dei suoi colleghi. La traiettoria stessa del proiettile confermerebbe i dubbi degli investigatori visto che il colpo è stato sparato da una distanza «relativamente breve» e ad altezza d’uomo. Inoltre gli agenti della squadra Mobile, che si occupano delle indagini, non hanno trovato segni della presenza di altre armi sul luogo del delitto anche se non si esclude che il complice possa aver effettivamente imbracciato un’arma, ma in questo caso senza usarla: o era senza proiettili (non sono stati trovati altri bossoli) o più semplicemente s’è trattato di un’arma giocattolo, comunque scarica. Non è chiaro neppure da cosa e perché i due a bordo della Seat Cordoba blu con targa spagnola stessero fuggendo. Gomez Cortes ha precedenti e risulta già essere destinatario di un decreto d’espulsione, ma non era ricercato.
LUNEDI' POMERIGGIO - Tutto è avvenuto intorno alle 15 di ieri, quando un cittadino in sella alla sua bicicletta vede alcune persone litigare animatamente in via Pusiano, a ridosso del parco Lambro, e chiama sul centralino della polizia locale della Zona 3. Immediato scatta l'allarme. In corso Buenos Aires, una delle più grandi arterie commerciali della città, ci sono quattro agenti municipali dell'Unità operativa. Sono in borghese su una macchina d'istituto, in servizio antiabusivismo. Rispondono alla chiamata e si muovono verso via Pusiano. Ma, non lontano dal luogo della rissa, intercettano una Seat Cordoba blu, con targa spagnola, che imbocca via Orbetello contromano. Scatta l'inseguimento. Qualche centinaia di metri e i fuggitivi imboccano via Crescenzago: 200 metri che finiscono nel parco. Qui, l'auto dei vigili riesce a tamponare e a bloccare la Seat. I due allora tentano la fuga a piedi. Ma, secondo la versione degli agenti, uno è armato. Così, il capopattuglia Alessandro Amigoni, che è seduto al fianco di chi guida, esce dalla macchina e fa fuoco con la sua semiautomatica 9x17. Colpisce a morte il cileno disarmato. Mentre l'altro riesce a farla franca. Marcelo Valentino Gomez Cortes è stato prima soccorso sul posto dai sanitari del 118 che, per quasi un'ora, hanno tentato di rianimarlo, e poi è stato trasportato all'ospedale San Raffaele dove è morto poco dopo.
Redazione Milano online
"Date un briciolo di potere a un idiota e avrete creato un tiranno" - Sir Winston Churchill
Re: [O.T.] Assassini in divisa
Ciao }}Tristan,
il vigile milanese è indagato, niente di più e niente di meno. A me non accade di andare in auto con qualcuno che punta la pistola in faccia al prossimo, mi dispiace ma aspettiamo per vedere come questa storia finirà.
Sono contento che ti sia rifatto vivo, ho inserito un link relativo a scritti di Danilo Dolci ed uno che rimanda ad una nota trasmissione televisiva. Non so se conosci la storia del "dottor De Tormentis", prova a vedere il video e a fare una rapida ricerca sul web, per te è giusto che un funzionario di Polizia non riesca a condurre un interrogatorio usando il cervello e riccorra a "metodi persuasivi" (perché di questo si tratta e non di tortura) e a distanza di anni di questo asso dell' investigazione sappiamo che è andato in pensione a 50 anni (come mai?), si è messo a fare il penalista, conosciamo l'ordine di iscrizione, l'anno e il luogo di nascita, ma non il suo nome? Ma vuoi vedere che ci troviamo di fronte ad un nuovo "William Martin" creato per nascondere la vera identità del responsabile?
il vigile milanese è indagato, niente di più e niente di meno. A me non accade di andare in auto con qualcuno che punta la pistola in faccia al prossimo, mi dispiace ma aspettiamo per vedere come questa storia finirà.
Sono contento che ti sia rifatto vivo, ho inserito un link relativo a scritti di Danilo Dolci ed uno che rimanda ad una nota trasmissione televisiva. Non so se conosci la storia del "dottor De Tormentis", prova a vedere il video e a fare una rapida ricerca sul web, per te è giusto che un funzionario di Polizia non riesca a condurre un interrogatorio usando il cervello e riccorra a "metodi persuasivi" (perché di questo si tratta e non di tortura) e a distanza di anni di questo asso dell' investigazione sappiamo che è andato in pensione a 50 anni (come mai?), si è messo a fare il penalista, conosciamo l'ordine di iscrizione, l'anno e il luogo di nascita, ma non il suo nome? Ma vuoi vedere che ci troviamo di fronte ad un nuovo "William Martin" creato per nascondere la vera identità del responsabile?
Re: [O.T.] Assassini in divisa
L'unica speranza che ha il vigile milanese è quella che trovino l'altro individuo e che questo confessi di aver puntato un'arma, altrimenti il vigile è già condannato per omicidio volontario....
Re: [O.T.] Assassini in divisa
Secondo me i vigili dovrebbero girare disarmati...non sono esperto, ma credo che non facciano lo stesso addestramento delle altre forze dell'ordine. E anche se fosse, non capisco veramente cosa se ne faccia un vigile di una pistola...
"Big trouble in little vachina"
"ANNO STATI I ROMS!!"
#COLPADELSINDICO!!!!1!
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Re: [O.T.] Assassini in divisa
Credo che sarebbero contenti anche loro, poi però non puoi chiedere loro di intervenire....quindi multe senza fermare e identificare il conducente (fonte di pericolo), dirigere il traffico, controlli amministrativi agli esercenti e basta...
Re: [O.T.] Assassini in divisa
si, sarebbe meglio così, si vede chiaramente che non sono pronti in caso di situazioni pericolose...
"Big trouble in little vachina"
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#COLPADELSINDICO!!!!1!
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Re: [O.T.] Assassini in divisa
Si, ma non possiamo indovinare quello che accadrà in seguito, non credo che il vigile abbia sparato se non avesse visto una situazione di pericolo.
Comunque, sono d'accordo sul fatto di limitare l'armamento solo a quei "vigili" che si trovano in reale situazione di rischio, non per un discorso di addestramento quanto di "forma mentis", molti di loro sono entrati nel corpo pensando ad un lavoro amministrativo, non per fare a pistolettate con il prossimo.
Comunque, sono d'accordo sul fatto di limitare l'armamento solo a quei "vigili" che si trovano in reale situazione di rischio, non per un discorso di addestramento quanto di "forma mentis", molti di loro sono entrati nel corpo pensando ad un lavoro amministrativo, non per fare a pistolettate con il prossimo.
Re: [O.T.] Assassini in divisa
Si ma allora non intervieni proprio....saa futtisse...chiami chi può farlo, oppure 112, 113...
A me invece sembra che vogliano soppiantare le vecchie forze dell'ordine classiche, nella fattispecie Polizia e Carabinieri, proprio con la Polizia Locale....mentre le prime sono state visibilmente depotenziate con tagli importanti a fondi e stipendi e sono in braghe di tela, le seconde hanno più fondi e risorse da investire...
carino il tuo avatar hihihihihihihi
A me invece sembra che vogliano soppiantare le vecchie forze dell'ordine classiche, nella fattispecie Polizia e Carabinieri, proprio con la Polizia Locale....mentre le prime sono state visibilmente depotenziate con tagli importanti a fondi e stipendi e sono in braghe di tela, le seconde hanno più fondi e risorse da investire...
carino il tuo avatar hihihihihihihi