...don' disturb mai frend, is ded taired...

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si ok, concordo anch'io, però c'è un piccolo appunto che devo fare. Per quanto l'attore in questione sia un mostro sacro, se il suo inglese non è perfetto i ruoli che gli verranno proposti saranno sempre stereotipati. Non che sia un difetto, gradissimi attori hanno vinto oscar senza essere così poliedrici, con recitazioni che vanno ben aldilà di tutto ciò, però lo trovo un po' limitante per definirsi un attore completo. Alcuni ci hanno provato, altri ci sono riusciti altri no... il primo che mi viene in mente è Ralph Fiennes, in strange days. Studiò mesi per levarsi il suo accento "british" e ottenere un accento più americano "da strada" con un risultato così così. L' esempio della Milos è stato fatto appunto perchè, nonostante lei sia una attrice di origine italiana, interpreta un ruolo di una americana, senza minimamente accorgersi della minima inflessione.Helmut ha scritto:Vero.Cumlegend ha scritto: Insomma attori, in lingua straniera non ci si improvvisa da un giorno all'altro...
A meno che non essere una grande attrice. Anna Magnani ne "La rosa tatuata", di Tennessee Williams, vinse un Oscar recitando in inglese nella parte di un' emigrata siciliana, tenendo testa a mostri come Burt Lancaster.
Mi perdoni la grande Anna buonanima per l'iniquo paragone con la Canalis (sarebbe come, in campo musicale, confrontare Frank Sinatra con Pupo) ma è per dimostrare che se si è grandi artisti non c'è idioma che tenga.
NB altri attori non di lingua inglese ma di grande successo a Hollywood: Antonio Banderas, Rutger Hauer, Klaus Maria Brandauer, Curd Jurgens, Max Von Sydow, Jean Reno, Adolfo Celi...
Maledizione, è vero...!!!Stickman ha scritto:Helmut, hai dimenticato Schwarzy.
Helmut ha scritto:Vero.Cumlegend ha scritto: Insomma attori, in lingua straniera non ci si improvvisa da un giorno all'altro...
A meno che non essere una grande attrice. Anna Magnani ne "La rosa tatuata", di Tennessee Williams, vinse un Oscar recitando in inglese nella parte di un' emigrata siciliana, tenendo testa a mostri come Burt Lancaster.
Mi perdoni la grande Anna buonanima per l'iniquo paragone con la Canalis (sarebbe come, in campo musicale, confrontare Frank Sinatra con Pupo) ma è per dimostrare che se si è grandi artisti non c'è idioma che tenga.
NB altri attori non di lingua inglese ma di grande successo a Hollywood: Antonio Banderas, Rutger Hauer, Klaus Maria Brandauer, Curd Jurgens, Max Von Sydow, Jean Reno, Adolfo Celi...
Eli e George, è crac
"Fra noi è tutto finito"
La coppia Clooney-Canalis si scioglie. L'annuncio con un comunicato congiunto diffuso da LOndra, dove l'attore è impegnato nelle riprese del nuovo film. Due anni di gossip e glamour, servizi fotografici e annunci di matrimonio. E di perplessità, da parte di chi, a questa storia, non ci aveva creduto per niente
Eli e George, è crac "Fra noi è tutto finito" La coppia a Cannes nel 2009
ROMA - Ecco fatto. George Clooney ed Elisabetta Canalis non stanno più insieme. La (ex) coppia lo ha annunciato con un comunicato congiunto diffuso da Londra, dove l'attore americano è impegnato nelle riprese di un nuovo film. "E' molto difficile e molto personale - si legge nella nota - per questo speriamo che venga rispettata la nostra privacy". Richiesta bizzarra, per una coppia che da circa due anni (le prime foto furono pubblicate nell'estate del 2009) altro non ha fatto che donare generosamente la propria privacy al grande pubblico. Ma tant'è. Si chiude così una delle relazioni più celebrate, fotografate, chiacchierate degli ultimi anni. Quella tra l'affascinante superdivo hollywoodiano 1, sogno proibito di milioni di donne in tutto il mondo, e la bella italiana, procace ex velina con qualche ambizione 2 nel mondo dello spettacolo.
Le storie d'amore a volte finiscono. Ragioni personali e insondabili, una fase condivisa e felice e poi, a un certo punto, la consapevolezza che è meglio prendere strade separate. E questa è una delle intepretazioni possibili. Una, perché nel caso specifico ce ne sarebbe anche un'altra. Quella cioè che vede il crac come prevedibile e previsto, in una storia costruita a tavolino per una serie di esigenze - pubblicitarie, di immagine, promozionali. Qualcuno, al nascere della liason, parlò di una presunta omosessualità di Clooney e della necessità, dunque, di affiancargli una bella figliola atta a sfatere ogni sospetto. Pratica peraltro adottata da Hollywood fin dai tempi più remoti, e che si vuole anche alla base della breve e tormentata relazione fra - tanto per fare un esempio - James Dean e Annamaria Pierangeli (la quale, si racconta, all'epoca rese lo stesso servizio anche al compianto Rock Hudson). Perché essere gay in America non è facile per niente, esserlo a Hollywood è ancor più complicato - corre voce che Keanu Reeves, nonostante il successo planetario di Matrix, una volta ammessa pubblicamente la propria omosessualità abbia perso buona parte del proprio potere contrattuale.
Due anni di passione, una valanga di servizi fotografici (molti su Chi, diretto da quell'Alfonso Signorini che si indignò, con un editoriale sul settimanale, house organ della famiglia Berlusconi, per un articolo in cui Repubblica.it 4 avanzava dubbi sulla veridicità di una foto di copertina che ritraeva la coppia), interviste e dichiarazioni costanti e puntuali sulla data delle nozze 5, sul ci sposiamo e non ci sposiamo, su quanto siamo felici.