


Ho voluto postarli ora, a metà settimana, per non intralciare l’appuntamento settimanale tanto sospirato del venerdì, dei post leggendari del grande pontellino.
Questo numero (il 42)

Ad ogni modo, eccovi Patrick Perrin nei panni di Supersex. Con quella faccia un po’ da pirla ma dalle prestazioni scopatorie di tutto rispetto, sempre ad asta drittissima e concedendo almeno due sborrate (vere, non da “latte di mandorla”) a sessione (come in questa, con la Martine Semo). La Semo, immancabilmente stupenda, appare qui con i cappelli a taglio corto. La trama in questa scena non ha nulla di particolare: semplicemente, in Nostro va a farsi fare un massaggio alla sua palestra e, arrapato dall’avvenente fanciulla, decide di fare scattare il fluido erotico. “E il resto”, come si dice, “is history”.















Per finire (lo so, lo so, sapessi la tristezza mia nell’accertare che non avevo scannerizzato altre immagini …


C’est tout, ragazzi, per ora. Se ho la fortuna di trovare altre immagini non già postate qui, li condivido subito.
Particolare divertente del nom de scène della Moose (particolare che è stato rivelato su un altro sito da un forumista di madre lingua tedesco). “Möse”, si sa, è la parola tedesca per “fica” (e la Barbara — che ha usato diversi nomi d’arte — ha girato agli inizi della carriera parecchi servizi in Germania): sciogliendo la “ö” per avere la pronuncia alla francese si ricava “moose”. Dunque “Barbara Moose” = “Fica straniera”. Stupendo!!!! (Ovviamente si sono preoccupati solo del tedesco e del francese, senza pensare che in inglese, “moose” significa “alce”, fatto che ha fatto guadagnare alla Moose una posizione di rilievo nell’elenco dei “ten worst porn names” stillato negli anni ’90 da una rivista americana…) Per quanto riguarda l’altro cognome d’arte che usò di frequente – Semo – questa non è altro che l’anagramma di “mose”, scambiando le sillabe.