(o.t.)Il lavoro è un diritto?

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Helmut
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#106 Messaggio da Helmut »

NebbiosoSolare ha scritto:
Helmut ha scritto:Il lavoro non è un diritto.
E non lo si crea da nulla, ci vogliono investimenti, che solo una solida economia di mercato puo’ realizzare, la stessa economia che è soggetta a cicli, lo dice anche la Genesi 37,1

Bisogna guardare al futuro con ottimismo.

Presto la Sardegna avrà energia a prezzi accettabili, e si potrà fare un piano di riconversione industriale.
Intanto cominciamo da qui:

http://it.wikipedia.org/wiki/Galsi
bravissimo.questo intervento mi piace parecchio...pecato che i soliti 4 gatti indipendentisti siano già sul piede di guerra...bah...
Tranquillo...il gasdotto Algeria-Sardegna-Livorno si farà...si farà eccome.
Fidati. :o
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Helmut
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#107 Messaggio da Helmut »

nik978 ha scritto:IL LAVORO RENDE LIBERI... sempre...l'essere umano nel lavoro si realizza. costruisce qualcosa. trova se stesso e le sue soddisfazioni.
Posso risponderti con un bel pernacchione o ti offendi...??? :blankstare:

NB questa tirata retorica da te un po' me l'aspettavo.
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nik978
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#108 Messaggio da nik978 »

Helmut ha scritto:
nik978 ha scritto:IL LAVORO RENDE LIBERI... sempre...l'essere umano nel lavoro si realizza. costruisce qualcosa. trova se stesso e le sue soddisfazioni.
Posso risponderti con un bel pernacchione o ti offendi...??? :blankstare:

:lol:

ora dimmi che i tuo lavoro lo hai sempre fatto asetticamente senza passione e non hai mai goduto "biologicamente" vedendone i risultati. (non mi riferisoc al godimento del conto in banca, ma proprio della realizzazione in se..).
magari quando partivi da situazioni complesse ed enviroment difficili (a proposito come procede??)
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
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Helmut
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#109 Messaggio da Helmut »

nik978 ha scritto:ora dimmi che i tuo lavoro lo hai sempre fatto asetticamente senza passione e non hai mai goduto "biologicamente" vedendone i risultati. (non mi riferisoc al godimento del conto in banca, ma proprio della realizzazione in se..).
magari quando partivi da situazioni complesse ed enviroment difficili (a proposito come procede??)
Solo all'inizio della carriera, quando ingenuamente credevo nelle favole. :o

Adesso sono solo un freddo calcolatore di estratti conti bancari (i miei)

NB procede normalmente, secondo i canoni classici dei grandi gruppi internazionali. Le 3 P:procedure, produttività, profitto.
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#110 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Il discorso sull'iniziativa individuale è sacrosanto ma dobbiamo fare attenzione: dal momento che non tutti hanno le stesse capacità o vivono nello stesso posto rischia di sfociare nel darwinismo sociale. Se non sei in grado di cambiare "meriti" di soccombere. Se la mettiamo sul piano della pura lotta per la sopravvivenza ne accettiamo tutte le conseguenze.

Rammento inoltre che quella di salire sui silos o sui tetti non è una novità. Il primo caso fu l'Innse di Milano 2009, e fu CELEBRATA da Giuilo Tremonti, super-ministro dell'economia, quale nuova "ALLEANZA FRA CAPITALE E LAVORO":
«Sapete qual è stata la migliore notizia di questa estate? Quella della Innse di Milano, gli operai su quella gru a difendere non solo il posto di lavoro, ma la vita dell'impresa per cui lavoravano», ha spiegato il ministro, «perchè dice che la lotta di classe è finita e mette un mattone non da poco per una nuova fase di alleanza fra capitale e lavoro. Stavano sulla gru non sacrificando voi come accade talvolta, ma mettendo a rischio se stessi. E hanno vinto quella scommessa, senza lo Stato che mette i soldi per salvare un baraccone. Ma appunto con l'alleanza fra capitale e lavoro». (Giulio Tremonti)
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cicciuzzo
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#111 Messaggio da cicciuzzo »

Helmut ha scritto:
nik978 ha scritto:ora dimmi che i tuo lavoro lo hai sempre fatto asetticamente senza passione e non hai mai goduto "biologicamente" vedendone i risultati. (non mi riferisoc al godimento del conto in banca, ma proprio della realizzazione in se..).
magari quando partivi da situazioni complesse ed enviroment difficili (a proposito come procede??)
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no dai Helmut non ci credo, sennò non andresti in giro per il mondo, cosa che non si fa mai solo per i soldi....

a me i soldi piacciono, se ne avessi tanti smetterei di lavorare, ma guadagnare tanto per stare di merda non lo farei mai.....
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appulos
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#112 Messaggio da appulos »

Qualcuno prima ha citato nel proprio intervento la situazione dell'Ilva di Taranto.

Premesso che si sta parlando di due cose differenti visto che in Sardegna i minatori rischiano il posto per politiche aziendali disastrose che l'hanno portata in perdita mentre in Puglia si vuol far chiudere un'azienda con bilanci ottimi ma che è altamente inquinante e che non vuole assolutamente investire in nuove tecnologie, io ritengo che durante gli anni del dopoguerra e del boom economico la caccia al lavoro stabile come operaio in una grossa fabbrica controllata dallo stato (la vecchia italsider) era il minimo comune denominatore della maggioranza della popolazione e ha creato danni non indifferenti.

La mentalità di dover trovare un posto fisso, una sicurezza economica, un'ancora di salvataggio che avrebbe garantito il pane per te e i tuoi figli per 40-50 anni è stata qui, nella zona dell'Ilva, foriera di un impoverimento mentale ed economico a lungo termine.

Mi spiego: negli anni '50 la zona dove nasce lo stabilimento siderurgico tarantino era una bellissima piana dove i pastori portavano le loro greggi a brucare erba verdissima, dove i contadini producevano un olio squisito, dove erano situate bellissime masserie che facevano da sfondo a queste attività e dove a pochissimi metri da lì nello scenario di uno splendido mare la pesca e la miticoltura impegnava migliaia e migliaia di persone.
La costruzione dello stabilimento ha rappresentato l'illusione di dare una svolta alla propria esistenza a tutti questi contadini, a questi allevatori, ai pescatori padri di famiglia perchè finalmente potevano godersi il posto statale fisso e uno stipendio sicuro sulla scorta della tipica mentalità italiana assistenzialista del postofisso-casadiproprietà-famiglia.

La distruzione di tutto quello scenario sopra descritto per far posto all'Italsider, le emissioni di fumo dagli altiforni, la diossina, l'inquinamento del mare cristallino, hanno letteralmente eliminato la possibilità che questa terra, una delle più belle d'Italia, diventasse un polo turistico di eccellenza come lo è tuttora il Salento, che ha le stessissime caratteristiche paesaggistiche di qui o meglio di qui 40 anni fa, o la zona della Valle d'Itria e del litorale adriatico (Savelletri, Polignano etc...).

L'illusione di una sicurezza economica e di una vita tranquilla barattata in cambio della salute e della possibilità di diventare una terra a forte concentrazione turistica che sviluppasse talenti, energie e attività nel terziario.

Per molti di voi potrà sembrare un ragionamento anacronistico perchè se non ci fossero stati impianti e stabilimenti siderurgici, petrolchimici e quant'altro magari quella vocazione industriale del nostro paese che ha portato al boom economico e al benessere degli anni '70 non ci sarebbe mai stata ma io penso alle condizioni attuali di una terra ormai inquinata e inservibile, a un territorio stuprato e vilipeso, a quella nutrita schiera di ex allevatori e pescatori diventati operai che pochi anni dopo avrebbero potuto aprire ristoranti sul mare o pizzerie, avrebbero potuto ottenere in concessione lingue di sabbia per gestire lidi, avrebbero potuto continuare a tenere vivo il mercato ittico che era il fiore all'occhiello di questo territorio.

Si sarebbero potute creare tantissime alternative a livello imprenditoriale che la miopia dei politicanti di allora e della gente del luogo non ha permesso di cogliere.

In fondo la situazione di questa come di tante altre realtà non è altro che il frutto di un ragionamento a medio-corto termine. Guadagnare ora grazie allo stipendio statale e vivere dignitosamente e fregarsene di ciò che avverrà domani. Avere le spalle coperte dallo Stato e non provare a investire e rendere un posto a vocazione prettamente turistica. Il Salento lo ha fatto ed è una delle zone più ricche e belle del paese.

Vedo Rimini o Riccione e mi viene una rabbia incredibile. Un litorale monotono, quasi asettico con un mare di merda. Nulla a che vedere con le potenzialità della mia terra. Eppure lì hanno saputo investire, lavorare e guadagnare nel terziario. Qui invece per un tozzo di pane al mese rischiamo di beccarci un tumore.

Il certo subito, non l'incerto che magari avrebbe saputo offrire condizioni e risultati migliori trent'anni dopo. C'è un detto delle mie parti che racchiude il senso e il modo di ragionare tutto italiano quando si tratta di soldi o di altre utilità "picc, maledett e subbt" pochi, maledetti e subito.

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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#113 Messaggio da zio »

Helmut ha scritto:
nik978 ha scritto:ora dimmi che i tuo lavoro lo hai sempre fatto asetticamente senza passione e non hai mai goduto "biologicamente" vedendone i risultati. (non mi riferisoc al godimento del conto in banca, ma proprio della realizzazione in se..).
magari quando partivi da situazioni complesse ed enviroment difficili (a proposito come procede??)
Solo all'inizio della carriera, quando ingenuamente credevo nelle favole. :o

Adesso sono solo un freddo calcolatore di estratti conti bancari (i miei)

NB procede normalmente, secondo i canoni classici dei grandi gruppi internazionali. Le 3 P:procedure, produttività, profitto.
anche io da grande voglio diventare un freddo calcolatore di estratti conti bancari.
e le 3 P mi pppiacciono ppparecchio.
:wink: :lol: :wink:
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#114 Messaggio da Masuka »

anche a voghera hanno le 3P ma sono diverse :o
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#115 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Il dilemma turismo o industria riguarda anche il Sulcis: http://www.ilsole24ore.com/art/impresa- ... d=AbRCChZG
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#116 Messaggio da Super Zeta »

nik978 ha scritto:IL LAVORO RENDE LIBERI... sempre...l'essere umano nel lavoro si realizza. costruisce qualcosa. trova se stesso e le sue soddisfazioni.
Non potrei essere più in disaccordo

Il lavoro rende schiavi: schiavi di un posto, dei costi della sua vita ciclica per la quale non ci si può permettere di mandare tutto a fanculo e ricominciare altrove (bollette, mutuo, figli ecc.ecc.)
Io mi realizzo nelle cose che faccio nel mio tempo libero, nei miei viaggi, nelle amicizie, negli amori.
Il lavoro è solo un mezzo per tutto il resto e prima potrò vivere senza lavorare dedicandomi solo alle cose che mi piacciono davvero e meglio sarà per me.

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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#117 Messaggio da cicciuzzo »

Super Zeta ha scritto:
nik978 ha scritto:IL LAVORO RENDE LIBERI... sempre...l'essere umano nel lavoro si realizza. costruisce qualcosa. trova se stesso e le sue soddisfazioni.
Non potrei essere più in disaccordo

Il lavoro rende schiavi: schiavi di un posto, dei costi della sua vita ciclica per la quale non ci si può permettere di mandare tutto a fanculo e ricominciare altrove (bollette, mutuo, figli ecc.ecc.)
Io mi realizzo nelle cose che faccio nel mio tempo libero, nei miei viaggi, nelle amicizie, negli amori.
Il lavoro è solo un mezzo per tutto il resto e prima potrò vivere senza lavorare dedicandomi solo alle cose che mi piacciono davvero e meglio sarà per me.

avete entrambi torto. il lavoro può essere bello, nessun lavoro (anche che so, fare il calciatore, l'attore o il musicista) è bello se è l'unica dimensione della tua vita....
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#118 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Questo è un dilemma interessante: se vi capitasse di vincere al super-enalotto, continuereste a lavorare?

Chi sostiene che se smetti di lavorare ti "abbruttisci", rincoglionisci, diventi asociale.

Insomma, il lavoro ha un valore "morale"?

Helmut che traduce "lavoro" con "beruf" (vocazione) è esentato dalla risposta.
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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#119 Messaggio da linebacker »

Decido di comprare da qualche parte. Prima, studio dove compro e cosa compro. Poi, investo per migliorare, anche nel mio interesse, nel caso dovessi vendere. Ovviamente, chiedo tutti gli sgravi possibili che possono essere concessi, economici o burocratici. Questo è pensiero imprenditoriale.
Decido di comprare, partendo già dal presupposto che chiuderò. Studio dove compro, cercando un paese debole governativamente. Non investo un cazzo, perché non me ne frega niente di far terra bruciata e, visti i miei fini, investire=spesa inutile. FAccio leva sul (o sui governi) deboli del paese dove ho comprato, per ottenere tutti gli sgravi possibili e immaginabili, che mi verranno concessi pur di non far perdere voti alle prossime elezioni. Appena viene ventilata l'idea di toglierli, blocco la produzione ciao. questo è pensiero ESTORSIVO
come tale, in un paese serio, dovrebbe venire perseguito penalmente.
il riferimento al discorso Alcoa è voluto. Ma esempi simili sono molteplici. Come mai in Usa, la Chrysler si è salvata con i soldi governativi, ma, una volta superata la fase discendente, ha dovuto restituire tutto, mentre in Italia la Fiat ha ottenuto di tutto e di più solo sulla parola, senza presentare il famoso "PIano per l'Italia" che, adesso, si scopre NON esistere nel dettaglio?

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Re: (o.t.)Il lavoro è un diritto?

#120 Messaggio da Drogato_ di_porno »

linebacker ha scritto:Come mai in Usa, la Chrysler si è salvata con i soldi governativi, ma, una volta superata la fase discendente, ha dovuto restituire tutto, mentre in Italia la Fiat ha ottenuto di tutto e di più solo sulla parola, senza presentare il famoso "PIano per l'Italia" che, adesso, si scopre NON esistere nel dettaglio?
Perchè negli USA esiste il "Chapter 11" che impone la restituzione: http://it.wikipedia.org/wiki/Chapter_11

E qui si torna alla politica, non al minatore.
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