[O.T.] Il Cambiamento che ci cambia
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Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia
il punto è che uno si prospetta il cambiamento e a seconda di come uno è , vede tutti i possibili lati negativi, quindi non volendo essere artefice del proprio infausto destino, non sceglie, anzi sceglie di non agire, ma aspetta che "altro" , il caso o gli eventi lo faccia al posto nostro.
Spesso però siamo stati troppo negativi nel prospettarci le cose , in realtà scopriamo che le conseguenze se ben indirizzate non sarebbero state cosi negative come invece pensavamo, molto peggio invece il più delle volte affrontare un qcosa di sconosciuto che non abbiamo scelto .
Lavorare su questo , scegliere e magari sbagliare è meglo che soffrire su qcosa che non abbiamo scelto
Spesso però siamo stati troppo negativi nel prospettarci le cose , in realtà scopriamo che le conseguenze se ben indirizzate non sarebbero state cosi negative come invece pensavamo, molto peggio invece il più delle volte affrontare un qcosa di sconosciuto che non abbiamo scelto .
Lavorare su questo , scegliere e magari sbagliare è meglo che soffrire su qcosa che non abbiamo scelto
Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia
Su questo sono d'accordissimo. Ho sempre pensato che, nel bene o nel male, ognuno deve essere quanto più possibile artefice del proprio destino.Pimpipessa ha scritto:Lavorare su questo , scegliere e magari sbagliare è meglo che soffrire su qcosa che non abbiamo scelto
Una cosa che non ho mai digerito è l'incertezza. Se posso, preferisco prendere una decisione per togliermi da quella situazione. Che non vuol dire che abbia sempre la decisione più giusta. Anzi.....
Gli ultimi 195 metri di una maratona sono la ragione che ti spinge a correre i precedenti 42.000.
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Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia
Se siete minimamete incerti su qualcosa vi invito a rivolgervi a me: sono bravissimo nel prospettare lo scenario peggiore, cose che non riuscireste ad immaginare nemmeno con gli occhi sbarrati nella notte a fissare il soffitto dopo una cena a base di peperonata e caffè sport borghetti (so di cosa parlo).
Però non lamentatevi poi se pensare a quello che non avete mai pensato vi paralizza.
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Gastronomia operaia, cannibalizzazione, coltello, forchetta, magnammoce o' padrone - Daniele Sepe -
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Quanti troppi anni ri e riciclando il peggio, tutte queste bestie a raschiare il fondo - Mau Mau -
Abbasso le fiche depilate, viva i cespuglioni anni '80 - scritta sul muro -
Senza rabbia non essere felice - scritta sul muro -
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Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia
Spero di non essere ridondante, visto che ho letto le precedenti pagine a spizzichi e mozzichi e potrei ripetere concetti già espressi.
Io ho un rapporto strano con il cambiamento. Tendo ad essere passivo e freddo sia nei confronti di gioie sia nei confronti di dolori (due esempi: non mi ricordo la mia "prima volta" e non ho pianto una lacrima per i nonni morti), e questa passività la rifletto anche nei cambiamenti che non implicano emozioni esteme (dico le prime stupidate: cambio di casa, taglio di capelli dopo 16 anni). Sarà che provo subito a trovare il buono nel nuovo e tendo ad adeguarmi.
A volte è come se un film mi passasse davanti agli occhi senza provocarmi reazione alcuna e mi dimenticassi dei film precedenti.
Non so se riesco a spiegarmi ma ci provo con un altro esempio: vivo in inghilterra da un anno (nuova vita, nuova lingua, nuovi amici, nuove relazioni) ed è come se il mio cervello avesse fatto taula rasa del passato e mi stesse suggerendo che ho sempre vissuto qui (ma quando torno per brevi periodi a Rovigo accade il contrario e automaticamente mi "reinvento" rodigino).
Quando mi ha lasciato la ragazza dopo 6 anni e propositi di vivere insieme, il ghiaccio si è sciolto e tutto quello che avevo dentro è venuto fuori (ho pianto più in un mese che in 30 anni),ma quello era un evento veramente eccezionale.
Io ho un rapporto strano con il cambiamento. Tendo ad essere passivo e freddo sia nei confronti di gioie sia nei confronti di dolori (due esempi: non mi ricordo la mia "prima volta" e non ho pianto una lacrima per i nonni morti), e questa passività la rifletto anche nei cambiamenti che non implicano emozioni esteme (dico le prime stupidate: cambio di casa, taglio di capelli dopo 16 anni). Sarà che provo subito a trovare il buono nel nuovo e tendo ad adeguarmi.
A volte è come se un film mi passasse davanti agli occhi senza provocarmi reazione alcuna e mi dimenticassi dei film precedenti.
Non so se riesco a spiegarmi ma ci provo con un altro esempio: vivo in inghilterra da un anno (nuova vita, nuova lingua, nuovi amici, nuove relazioni) ed è come se il mio cervello avesse fatto taula rasa del passato e mi stesse suggerendo che ho sempre vissuto qui (ma quando torno per brevi periodi a Rovigo accade il contrario e automaticamente mi "reinvento" rodigino).
Quando mi ha lasciato la ragazza dopo 6 anni e propositi di vivere insieme, il ghiaccio si è sciolto e tutto quello che avevo dentro è venuto fuori (ho pianto più in un mese che in 30 anni),ma quello era un evento veramente eccezionale.
Da Guida al Cinema:
Dboon - mi interessava l'argomento visto che narra di un gruppo di ragazze minorenni che decidono di farsi ingravidare
Cianbellano - ti interessava l'argomento visto che narra di un gruppo di ragazze minorenni che decidono di farsi ingravidare?
Dboon - mi interessava l'argomento visto che narra di un gruppo di ragazze minorenni che decidono di farsi ingravidare
Cianbellano - ti interessava l'argomento visto che narra di un gruppo di ragazze minorenni che decidono di farsi ingravidare?
Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia
curioso che considerei evento eccezionale, più di ogni altro , la ragazza che ti ha lasciato ...
Comuqnue sembra tu abbia un'ottima reazione ai cambiamenti , trovare ciò che c'è di buono e spirito di adeguamento , sembra davvero la ricetta giusta.
Ma non fai mai confronti per esempio con quello che hai lascaito , con quello che non hai più?
...no evidentemente tendi ,a ragione, a prediligere ciò che di diverso e positivo hai ora.
Comuqnue sembra tu abbia un'ottima reazione ai cambiamenti , trovare ciò che c'è di buono e spirito di adeguamento , sembra davvero la ricetta giusta.
Ma non fai mai confronti per esempio con quello che hai lascaito , con quello che non hai più?
...no evidentemente tendi ,a ragione, a prediligere ciò che di diverso e positivo hai ora.
Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia
No, aspetta Pimpi. Una parte di me (che è quella che si è esposta quando è finita la lunga storia amorosa) vive ancora di rimpianti e di passato. Ma non è neanche troppo difficile soffocarla e se avessi la possibilità di tornare indietro probabilmente non lo farei.
Ovviamente metto il condizionale nell'ultima frase.
Se mi passi questo paradosso ossimorico, sono un abitudinario in movimento.
Ovviamente metto il condizionale nell'ultima frase.

Se mi passi questo paradosso ossimorico, sono un abitudinario in movimento.

Da Guida al Cinema:
Dboon - mi interessava l'argomento visto che narra di un gruppo di ragazze minorenni che decidono di farsi ingravidare
Cianbellano - ti interessava l'argomento visto che narra di un gruppo di ragazze minorenni che decidono di farsi ingravidare?
Dboon - mi interessava l'argomento visto che narra di un gruppo di ragazze minorenni che decidono di farsi ingravidare
Cianbellano - ti interessava l'argomento visto che narra di un gruppo di ragazze minorenni che decidono di farsi ingravidare?
Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia
Scusa se mi permetto, ma su questo non sono d'accordo. Alle volte è meglio sgravarsi di una responsabilità, per quanto con conseguenze gravose, che dover rimproverarsi tutta la vita davanti allo specchio per aver preso la strada sbagliata.Pimpipessa ha scritto: scegliere e magari sbagliare è meglo che soffrire su qcosa che non abbiamo scelto
Se io non ci fossi, sarebbe meglio non inventarmi.
Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia
Saggezza.AlexSmith ha scritto:Più che di vigliaccheria o cacasotto, io parlerei di pigrizia.misha71 ha scritto:per la verità intendevo che se uno traccheggia, perde tempo, aspetto che l'altro decida...si è vigliacchi.
ma senza giudizio qualitativo della persona.
essere un cacas8 è lecito è comprensibile

Le decisioni ininfluenti sprecano energia e uccidono la sorpresa.
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)
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Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia
Shirley ha scritto:Se mi passi questo paradosso ossimorico, sono un abitudinario in movimento.
Certo che lo passiamo:descrive perfettamente la condizione di noi tutti.
Qualcuno magari sarà più movimentista abitudinario (penso a Che Guevara che si spostava in continuazione, ma sempre per fare rivoluzioni

Modernamente dobbiamo abituarci a pensare che il principio di non contraddizione, in questo come in altri ambiti, non ha valore.
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)
Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia
voltaire tu sei troppo simile a me,Voltaire ha scritto:Scusa se mi permetto, ma su questo non sono d'accordo. Alle volte è meglio sgravarsi di una responsabilità, per quanto con conseguenze gravose, che dover rimproverarsi tutta la vita davanti allo specchio per aver preso la strada sbagliata.Pimpipessa ha scritto: scegliere e magari sbagliare è meglo che soffrire su qcosa che non abbiamo scelto
il tuo pensiero è quello che ha spesso mosso anzi non mosso la mia strada,
in realtà ho deciso che preferisco magari sbagliare ma per qcosa che ho scelto, piuttosto che sbagliare per aver non scelto
Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia
In effetti è vero quello dei cambiamenti territoriali è qualcosa di ancestrale. Avevo un gatto. Abbiamo traslocato alcune volte. Appena lo si liberava nel nuovo appartamento la sua reazione era molto buffa. Non riusciva a camminare. Era come schiacciato al suolo sulle sue piccole gambette tremolanti. Terrorizzato. Si guardava intorno e non riusciva a muoversi. Lo prendevi in braccio per rassicurarlo e il suo cuore scoppiava.
Noi che sapevamo che quello era un cambiamento in meglio consideravamo buffa la sua reazione. E in fondo dopo qualche giorno Arturino (il nome che gli avevamo dato) si ambientava e diventava padrone del territorio. Lettiera compresa.
Come altri ho raccontato sul forum alcuni pezzi di vita anche un po' patetici. In fondo credo che condividere esperienze sia più interessante che condividere emozioni. Anyway...
La mia attuale consorte ed io abbiamo recentemente preso la decisione di fare crescere i nostri figli in Olanda. Sono ancora relativamente piccoli. Tempus fugit. La decisione non ha minimamente considerato il loro punto di vista. Abbiamo valutato alcuni scenari "geo-politici" le opportunità migliori per loro e per noi. E preso una scelta da grandi che si prendono cura dei loro cuccioli. Cazzuti, no?
Nessuno ha chiesto loro nulla. Cosa pensavano. Cosa volevano. I loro amichetti di scuola, i loro parchi giochi, le loro maestre d'asilo. Le loro cose a cui erano affezionati. I ricordi di bambini. Niente.
Durante il trasferimento in macchina mentre papà guidava sicuro come un adulto tronfio della sua giusta decisone il piccolo nel silenzio di una gelida alba invece di dormire ci domanda "Ma chi ha deciso di andare via dall'Italia?"
Ho guidato per un po' senza vedere la strada per via del liquido salato che mi ha gonfiato gli occhi. Ho stretto la mano della mia donna e lei ha stretto la mia. Ho bofonchiato che in Olanda sarebbe stato bellissimo e che si sarebbe fatto tanti nuovi amici. Ma non sono sicuro che abbia capito perché la mia voce non era molto ferma.
Decidere di cambiare è relativamente facile. Se riguarda voi. Decidere della vita di qualcun altro è già più difficile. Soprattutto se non è un gattino. E questa la stupida morale che credo di dovere trarre da tutta questa storia.
Per i cinici del forum, grazie ma non ho bisogno di ulteriori sensi di colpa per avere messo al mondo figli invece di adottare teneri batuffoli di pelo a forma di piccola tigre. I'll face the consequences...
Noi che sapevamo che quello era un cambiamento in meglio consideravamo buffa la sua reazione. E in fondo dopo qualche giorno Arturino (il nome che gli avevamo dato) si ambientava e diventava padrone del territorio. Lettiera compresa.
Come altri ho raccontato sul forum alcuni pezzi di vita anche un po' patetici. In fondo credo che condividere esperienze sia più interessante che condividere emozioni. Anyway...
La mia attuale consorte ed io abbiamo recentemente preso la decisione di fare crescere i nostri figli in Olanda. Sono ancora relativamente piccoli. Tempus fugit. La decisione non ha minimamente considerato il loro punto di vista. Abbiamo valutato alcuni scenari "geo-politici" le opportunità migliori per loro e per noi. E preso una scelta da grandi che si prendono cura dei loro cuccioli. Cazzuti, no?
Nessuno ha chiesto loro nulla. Cosa pensavano. Cosa volevano. I loro amichetti di scuola, i loro parchi giochi, le loro maestre d'asilo. Le loro cose a cui erano affezionati. I ricordi di bambini. Niente.
Durante il trasferimento in macchina mentre papà guidava sicuro come un adulto tronfio della sua giusta decisone il piccolo nel silenzio di una gelida alba invece di dormire ci domanda "Ma chi ha deciso di andare via dall'Italia?"
Ho guidato per un po' senza vedere la strada per via del liquido salato che mi ha gonfiato gli occhi. Ho stretto la mano della mia donna e lei ha stretto la mia. Ho bofonchiato che in Olanda sarebbe stato bellissimo e che si sarebbe fatto tanti nuovi amici. Ma non sono sicuro che abbia capito perché la mia voce non era molto ferma.
Decidere di cambiare è relativamente facile. Se riguarda voi. Decidere della vita di qualcun altro è già più difficile. Soprattutto se non è un gattino. E questa la stupida morale che credo di dovere trarre da tutta questa storia.
Per i cinici del forum, grazie ma non ho bisogno di ulteriori sensi di colpa per avere messo al mondo figli invece di adottare teneri batuffoli di pelo a forma di piccola tigre. I'll face the consequences...
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Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia
Direi che non devi crucciarti per la tua scelta. L'Italia è il posto peggiore per chi prospetta di futuro economico a dei giovani e io credo che la base economica sia condizione necessaria, anche se non sufficiente, alla costruzione della felicità.
L'Italia è senza futuro, un Paese vecchio per vecchi.
L'Italia è senza futuro, un Paese vecchio per vecchi.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)
[url=http://www.youtube.com/watch?v=b63FTD58nKU]Un posticino tutto speciale[/url]
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Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia
certo perchè crucciarsi TremontiGiulio Tremonti ha scritto:Direi che non devi crucciarti per la tua scelta. L'Italia è il posto peggiore per chi prospetta di futuro economico a dei giovani e io credo che la base economica sia condizione necessaria, anche se non sufficiente, alla costruzione della felicità.
L'Italia è senza futuro, un Paese vecchio per vecchi.
avere i propri figli, ancora piccoli, che crescono a più di 1000 km di distanza insieme solo alla propria compagna, è roba da nulla...
Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia
quando i miei genitori si sono traferiti portandoci via dalla nostra regione di origine avevo 11 anni io e 9 mio fratello.Berlino ha scritto:In effetti è vero quello dei cambiamenti territoriali è qualcosa di ancestrale. Avevo un gatto. Abbiamo traslocato alcune volte. Appena lo si liberava nel nuovo appartamento la sua reazione era molto buffa. Non riusciva a camminare. Era come schiacciato al suolo sulle sue piccole gambette tremolanti. Terrorizzato. Si guardava intorno e non riusciva a muoversi. Lo prendevi in braccio per rassicurarlo e il suo cuore scoppiava.
Noi che sapevamo che quello era un cambiamento in meglio consideravamo buffa la sua reazione. E in fondo dopo qualche giorno Arturino (il nome che gli avevamo dato) si ambientava e diventava padrone del territorio. Lettiera compresa.
Come altri ho raccontato sul forum alcuni pezzi di vita anche un po' patetici. In fondo credo che condividere esperienze sia più interessante che condividere emozioni. Anyway...
La mia attuale consorte ed io abbiamo recentemente preso la decisione di fare crescere i nostri figli in Olanda. Sono ancora relativamente piccoli. Tempus fugit. La decisione non ha minimamente considerato il loro punto di vista. Abbiamo valutato alcuni scenari "geo-politici" le opportunità migliori per loro e per noi. E preso una scelta da grandi che si prendono cura dei loro cuccioli. Cazzuti, no?
Nessuno ha chiesto loro nulla. Cosa pensavano. Cosa volevano. I loro amichetti di scuola, i loro parchi giochi, le loro maestre d'asilo. Le loro cose a cui erano affezionati. I ricordi di bambini. Niente.
Durante il trasferimento in macchina mentre papà guidava sicuro come un adulto tronfio della sua giusta decisone il piccolo nel silenzio di una gelida alba invece di dormire ci domanda "Ma chi ha deciso di andare via dall'Italia?"
Ho guidato per un po' senza vedere la strada per via del liquido salato che mi ha gonfiato gli occhi. Ho stretto la mano della mia donna e lei ha stretto la mia. Ho bofonchiato che in Olanda sarebbe stato bellissimo e che si sarebbe fatto tanti nuovi amici. Ma non sono sicuro che abbia capito perché la mia voce non era molto ferma.
Decidere di cambiare è relativamente facile. Se riguarda voi. Decidere della vita di qualcun altro è già più difficile. Soprattutto se non è un gattino. E questa la stupida morale che credo di dovere trarre da tutta questa storia.
Per i cinici del forum, grazie ma non ho bisogno di ulteriori sensi di colpa per avere messo al mondo figli invece di adottare teneri batuffoli di pelo a forma di piccola tigre. I'll face the consequences...
è stato un trauma. non capivamo. abbiamo sofferto il viaggio come stessimo facendo un viaggio interstellare. in realtà si trattava di poco meno di un giorno di viaggio.
il primo periodo è stato orribile un pesce fuor d'acqua. abitudini diverse. accento diverso. modo di esprimersi diverso. i bambini sanno essere molto cattivi, ma raramente hanno preconcetti. ci siamo adattati ed in un tempo relativamente breve ci siamo integrati. senza, alla fine, grossi problemi.
a quel punto starà ai tuoi figli decidere cosa essere. io ora mi sento appartenente alla regione in cui sono stato portato, mio fratello non è riuscito a perdere l'accento della regione dove siamo nati, ma mai ci tornerebbe.
io non sò quanti anni tu abbia, ma ti posso dire che chi ancora soffre per questo trasferimento sono i miei genitori. loro sì che si sentono pesci fuor d'acqua. non si sentono più a casa nè da una parte nè dall'altra. e spesso li vedo infelici e sofferenti. ma credo tu sia più giovane di loro e più portato al cambiamento...
quindi:
in bocca al lupo!!
Scrisser per ogni muro e in ogni via
Come l'Angela Zaffa, nel Trent'uno
A i sei d'Aprile, habbia sfamato ognuno.
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- pan
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Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia
Anche Berlino soffriva più di suo figlio in quell'alba. I giovani sono sempre più adattabili.
Scegliere per gli altri è ancora più gravoso, ma a volte è irrinunciabile. Attendere che fossero in grado di formarsi un'opinione autonoma dopo aver analizzato e confrontato gli scenari geo-politici avrebbe significato fare la scelta opposta. Poiché la scelta è maturata nel migliore dei modi possibili, non vi sarà mai nulla di cui dovrà pentirsi.
Dovremmo pure ridimensionare quella concezione corrente secondo cui tutto ciò (specie di brutto) che capita ai figli trae in qualche modo origine da errori genitoriali. Non è assolutamente così e nemmeno è vero il contrario. Ne abbiamo testimonianze anche drammatiche, anche recentissime.
Se tutto dipendesse rigidamente da qualcos'altro (genitori, denaro, amore ... ) non dovrebbe esistere nemmeno il concetto di libertà.
Scegliere per gli altri è ancora più gravoso, ma a volte è irrinunciabile. Attendere che fossero in grado di formarsi un'opinione autonoma dopo aver analizzato e confrontato gli scenari geo-politici avrebbe significato fare la scelta opposta. Poiché la scelta è maturata nel migliore dei modi possibili, non vi sarà mai nulla di cui dovrà pentirsi.
Dovremmo pure ridimensionare quella concezione corrente secondo cui tutto ciò (specie di brutto) che capita ai figli trae in qualche modo origine da errori genitoriali. Non è assolutamente così e nemmeno è vero il contrario. Ne abbiamo testimonianze anche drammatiche, anche recentissime.
Se tutto dipendesse rigidamente da qualcos'altro (genitori, denaro, amore ... ) non dovrebbe esistere nemmeno il concetto di libertà.
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)