[O.T.] La felicità ì reale solo quando condivisa?
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La questione della condivisione o meno della felicità e il sostenere che esiste solo se è condivisa, è un po' come dire che ogni essere umano deve vivere in coppia piuttosto che da solo.
boh... a me pare che la felicità esista a prescindere dal provarla in due, tre, quattro... oppure in uno.
E' bello condividere la felicità ma anche no. Fare l'amore, leggere, ascoltare musica, cantare, scrivere, analizzare un testo, vincere una battaglia, costruire qualcosa, contemplare un quadro... sono eventi che producono uno stato di felicità dentro il mio cervello. Solo nel caso di fare l'amore, per essere felice ho bisogno che l'altro sia felice quanto me; ma fare l'amore -condividendo lo stato di grazia che si crea dentro la mente- oppure analizzare un testo, o cantare, o guardare un quadro, o ascoltare musica, o leggere... mi procurano la stessa incredibile e travolgente sensazione, chiamata felicità .
Al mio grado di conoscenza e di esperienza affermo, dunque, che la felicità esiste a prescindere, non è più autentica, nè reale, se viene condivisa, ma solo doppia nello spazio e nel tempo, in quanto provata anche da un'altra persona: è una felicità x 2.
boh... a me pare che la felicità esista a prescindere dal provarla in due, tre, quattro... oppure in uno.
E' bello condividere la felicità ma anche no. Fare l'amore, leggere, ascoltare musica, cantare, scrivere, analizzare un testo, vincere una battaglia, costruire qualcosa, contemplare un quadro... sono eventi che producono uno stato di felicità dentro il mio cervello. Solo nel caso di fare l'amore, per essere felice ho bisogno che l'altro sia felice quanto me; ma fare l'amore -condividendo lo stato di grazia che si crea dentro la mente- oppure analizzare un testo, o cantare, o guardare un quadro, o ascoltare musica, o leggere... mi procurano la stessa incredibile e travolgente sensazione, chiamata felicità .
Al mio grado di conoscenza e di esperienza affermo, dunque, che la felicità esiste a prescindere, non è più autentica, nè reale, se viene condivisa, ma solo doppia nello spazio e nel tempo, in quanto provata anche da un'altra persona: è una felicità x 2.
- pan
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Cytherea, ma così sembri Cita!cytherea ha scritto:La felicità è una serie di reazioni chimiche che avvengono nel nostro cervello in determinate circostanze: perchè mai dovrebbe essere condivisa per essere considerata tale?
Endorfine e dopamina che impregnano il tuo cervello quando sei felice sono conseguenza di eventi esistenziali favorevoli e non la causa.
Chiaro che si puó essere felici anche da soli. Da soli anche all'interno di una coppia, aggiungo; ma questo non attesta in nessun modo che abbia una origine solo endogena, talchè se ci capita di essere felicissimi o tristissimi senza motivo, presto uno psichiatra entrerà nella nostra vita, e con buone probabilità di successo, visto che ha gli strumenti per rimettere a posto il meccanismo alterato delle reazioni chimiche.
E poi sono sicuro che non ci credi neanche tu.
L'impressione è che qualcosa ti sia girata storta e cerchi una vendetta contro la Felicità riducendola a un fatto di neuroni e mediatori.
E ancora: mi sembra molto difficile stabilire il grado di condivisione della felicità . L'amore si fa benissimo anche da soli, per esempio, mentre nelle attività di godimento solitarie che descrivi e che si riferiscono all'arte, possono entrare in gioco ricordi,esperienze, vissuti e, non ultima, la relazione che l'artista ha instaurato con te attraverso l'opera, che in precedenza aveva inteso condividere, nel momento stesso in cui aveva dato forma compiuta all'atto creativo.
Infine: la formula felicità raddoppiata nel tempo e nello spazio (F X 2) mi sembra limitativa.
Mi spiego:
-Io ti amo
-Tu mi ami (difficile dopo questo intervento

-Tu sei la causa della mia felicità ed io della tua


Questa cognizione aggiuntiva da parte mia e tua( il fatto di essere ricambiati) deve necessariamente produrre un rinforzo e quindi un aumento della felicità in una sinergia che certamente supera la somma aritmetica delle singole felicità che traevamo l'uno dall'altra prima di sapere di essere ricambiati.
La spinta propulsiva esponenziale di una siffatta condizione è ben nota al sentire comune che conió appropriatamente l'espressione "raggiungere il settimo cielo" operazione che richiede moltissima energia e carburante da ripartire negli stadi.
- JackPilone
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Certo, è chiaro, non siamo tutti uguali. Ma Supertramp, nella sua spasmodica ricerca della felicità , dopo due anni passati randagio e solitario si rende conto che la condivisione è fondamentale. Vorrà pur dire qualcosa...cytherea ha scritto:Condividere uno stato di benessere è generoso, ma è pur sempre una possibiltà .JackPilone ha scritto:Fontecedro ha tratto il titolo del topic dal film "Into the wild". Supertramp, il protagonista del film, scrive questa frase sul suo diario quando si rende conto che la felicità che andava cercando era tale solo se condivisa. Solo la sua di felicità aveva bisogno di essere condivisa? No, io penso che tutti noi siamo come Supertramp. Non abbiamo certo il coraggio di scelte estreme come la sua, ma ci rendiamo conto che se qualcosa ci piace è più gratificante condividerlo. E solo per il fatto di rendere partecipe e felice un'altra persona, ecco che la condivisione rende reale la felicità .
E' sempre una scelta individuale decidere di condividere, decidere che è meglio essere in due piuttosto che in uno.
Non siamo tutti uguali.
- Drogato_ di_porno
- Storico dell'impulso
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sì ma dire che siamo animali sociali non risolve niente. io ad es. sono egoista e molto vanitoso. quindi ho bisogno degli altri per essere felice, del loro riconoscimento. ma una volta che qualcuno mi ha lodato e io son tutto contento, basta così. dove sta la condivisione (al max è lui che condivide, non io)? poniamo che per puro calcolo opportunistico elargisca un pó della mia gioia a qualcuno, facendogli un piacere. lui sarà tutto contento e mi amerà di più per il piacere resogli.
in questo caso c' è condivisione su basi puramente opportunistiche. (sono convinto che l' altruismo non esista, in ultima analisi si fa tutto per se stessi, per un tornaconto di qualunque tipo)
la condivisone puó aumentare la felicità ma non è condizione necessaria.
io poi ho tutto il diritto di essere infelice, nessuno di voi potrà impedirmelo, nazisti che non siete altro
in questo caso c' è condivisione su basi puramente opportunistiche. (sono convinto che l' altruismo non esista, in ultima analisi si fa tutto per se stessi, per un tornaconto di qualunque tipo)
la condivisone puó aumentare la felicità ma non è condizione necessaria.
io poi ho tutto il diritto di essere infelice, nessuno di voi potrà impedirmelo, nazisti che non siete altro

“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
pan ha scritto:Cytherea, ma così sembri Cita!cytherea ha scritto:La felicità è una serie di reazioni chimiche che avvengono nel nostro cervello in determinate circostanze: perchè mai dovrebbe essere condivisa per essere considerata tale?
Endorfine e dopamina che impregnano il tuo cervello quando sei felice sono conseguenza di eventi esistenziali favorevoli e non la causa.
Chiaro che si puó essere felici anche da soli. Da soli anche all'interno di una coppia, aggiungo; ma questo non attesta in nessun modo che abbia una origine solo endogena, talchè se ci capita di essere felicissimi o tristissimi senza motivo, presto uno psichiatra entrerà nella nostra vita, e con buone probabilità di successo, visto che ha gli strumenti per rimettere a posto il meccanismo alterato delle reazioni chimiche.
E poi sono sicuro che non ci credi neanche tu.
L'impressione è che qualcosa ti sia girata storta e cerchi una vendetta contro la Felicità riducendola a un fatto di neuroni e mediatori.
E ancora: mi sembra molto difficile stabilire il grado di condivisione della felicità . L'amore si fa benissimo anche da soli, per esempio, mentre nelle attività di godimento solitarie che descrivi e che si riferiscono all'arte, possono entrare in gioco ricordi,esperienze, vissuti e, non ultima, la relazione che l'artista ha instaurato con te attraverso l'opera, che in precedenza aveva inteso condividere, nel momento stesso in cui aveva dato forma compiuta all'atto creativo.
Infine: la formula felicità raddoppiata nel tempo e nello spazio (F X 2) mi sembra limitativa.
Mi spiego:
-Io ti amo
-Tu mi ami (difficile dopo questo intervento)
-Tu sei la causa della mia felicità ed io della tua![]()
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Questa cognizione aggiuntiva da parte mia e tua( il fatto di essere ricambiati) deve necessariamente produrre un rinforzo e quindi un aumento della felicità in una sinergia che certamente supera la somma aritmetica delle singole felicità che traevamo l'uno dall'altra prima di sapere di essere ricambiati.
La spinta propulsiva esponenziale di una siffatta condizione è ben nota al sentire comune che conió appropriatamente l'espressione "raggiungere il settimo cielo" operazione che richiede moltissima energia e carburante da ripartire negli stadi.

Graziosa la tua teoria sulle mie risposte, Pan, ma del tutto errata!
Drogato, questa frase la leggo a mio padre appena lo rivedo, chissà che non si illumini!Drogato_ di_porno ha scritto:sì ma dire che siamo animali sociali non risolve niente. io ad es. sono egoista e molto vanitoso. quindi ho bisogno degli altri per essere felice, del loro riconoscimento. ma una volta che qualcuno mi ha lodato e io son tutto contento, basta così. dove sta la condivisione (al max è lui che condivide, non io)? poniamo che per puro calcolo opportunistico elargisca un pó della mia gioia a qualcuno, facendogli un piacere. lui sarà tutto contento e mi amerà di più per il piacere resogli.
in questo caso c' è condivisione su basi puramente opportunistiche. (sono convinto che l' altruismo non esista, in ultima analisi si fa tutto per se stessi, per un tornaconto di qualunque tipo)
la condivisone puó aumentare la felicità ma non è condizione necessaria.
io poi ho tutto il diritto di essere infelice, nessuno di voi potrà impedirmelo, nazisti che non siete altro

- Husker_Du
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La felicità ? àˆ una questione di DNA
Secondo uno studio scozzese dipende per il 50 per cento dal nostro corredo genetico
RICERCA pubblicata sulla rivista Psychological Science
http://www.corriere.it/salute/08_marzo_ ... c667.shtml
Secondo uno studio scozzese dipende per il 50 per cento dal nostro corredo genetico
RICERCA pubblicata sulla rivista Psychological Science
http://www.corriere.it/salute/08_marzo_ ... c667.shtml
"Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia,
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
- Mavco Pizellonio
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Beh, ma l'avete letta la mia firma?cytherea ha scritto:Drogato, questa frase la leggo a mio padre appena lo rivedo, chissà che non si illumini!Drogato_ di_porno ha scritto:sì ma dire che siamo animali sociali non risolve niente. io ad es. sono egoista e molto vanitoso. quindi ho bisogno degli altri per essere felice, del loro riconoscimento. ma una volta che qualcuno mi ha lodato e io son tutto contento, basta così. dove sta la condivisione (al max è lui che condivide, non io)? poniamo che per puro calcolo opportunistico elargisca un pó della mia gioia a qualcuno, facendogli un piacere. lui sarà tutto contento e mi amerà di più per il piacere resogli.
in questo caso c' è condivisione su basi puramente opportunistiche. (sono convinto che l' altruismo non esista, in ultima analisi si fa tutto per se stessi, per un tornaconto di qualunque tipo)
la condivisone puó aumentare la felicità ma non è condizione necessaria.
io poi ho tutto il diritto di essere infelice, nessuno di voi potrà impedirmelo, nazisti che non siete altro

(che poi nel mio caso sia usata in senso ironico è un altro paio di maniche)
Il mio stile è vecchio
come la casa di Tiziano
a Pieve di Cadore
come la casa di Tiziano
a Pieve di Cadore