Questa è la mia personalissima, e lunghissima, versione della vicenda:
Mi trovo in uno di quei pub oltremanica, direi scozzese, vista la sovrabbondanza di mogano e le luci, provenienti da piccole abat-jours pensili, che tendono al giallo tenue, trasformano il rosso delle fodere in un violaceo linguaceo. Sono seduto al bancone con un tizio che puzza di ammeregano, dovrebbe essere il bassista degli Heart, Wind & Fire, quello biondo un po' panzuto, Andy mi pare si chiami. Siamo alla quarta pinta, e mi fà “dì un po', ti ricordi quella volta in cui eravamo in quel pub e alla quinta pinta ti è venuto da cagare?”. In realtà è la prima volta che lo vedo, ma per inerzia faccio un cenno al barista. Il bicchiere è alto e lungo e lo scurissimo liquido al suo interno ha un sapore vagamente ancestrale, sembra birra, ma rimango perplesso: “Andrew, com'è che 'sta cosa sa di pterodattilo?”. Come risposta ottengo un micro-rantolo, e il tipo accascia il volto tra le braccia conserte sul tavolo, poi i suoi occhi sbucano da un lato, verso di me, e finalmente emette il suo Verbo: “non vorrei dirlo, ma secondo me sei già bello che fottuto.”. Non ne sono troppo convinto, nel contempo non voglio far trasparire la mia indifferenza, non voglio certo ferire quella sua aria da profeta in sandali. Sorrido, gli do una pacca sulla spalla e poi sorrido ancora di più, perchè mi è appena venuto lo stimolo di cagare e posso finalmente mostrarmi sinceramente convinto delle sue capacità. “Hey Andy! Devo cagare!”, e lui mi dice, stavolta senza lacerare la simbiosi mistica terzo occhio – bancone, “Buona fortuna, attento al tedesco là fuori.”. Nascondo la mia inestinguibile tracotanza nel bicchiere e prendo un ultimo sorso del liquido primitivo, poi, mi appropinquo verso i servizi del locale. Chiusi. Il barista mi lancia un suggerimento: “Mi sa che devi usare la latrina fuori, oggi è arrivato un cazzone di tedesco ubriaco ad aggiustare uno dei cessi e ha scassato tutto.”. Fa un freddo a cui non sono abituato, c'è un po' di neve ed un cielo stellato, uno specchio troppo banale ed allettante per non sprofondare in una fantasia principesca: i miei tratti ottomani che mi definiscono in una Crociata verso le ignote distese del Nord. Sono con il volto intrappolato in un sorriso compiaciuto, e la mano destra sollevata, quando una voce gagliarda e piena di dopolavoro interrompe le mie cavalcate: “Giovane! Vuole un sorso di vino tunisino? Paese democratico, laico, belle donne.”. Imbarazzato dal mio stesso distacco, afferro la bottiglia di vino e faccio un lungo sorso, la mistura ha lo stesso sapore dell'intruglio giurassico di qualche minuto prima. Deve essere lui il fantomatico tedesco che ha armeggiato con i tubi del cesso, preso dalla curiosità gli chiedo: “mi dica, dove si trova la latrina?”. Lui sghignazza rischiando di schizzare dalla salopetta, fa un saltello sul posto e senza ricomporsi dal suo stato agitativo mi informa sui suoi progressi: “E' necessario diffondere gli ultimi ritrovati della tecnica capitalista. Nello specifico, il Tubo non si è ancora diffuso pienamente sulla superfice del globo.”. Per qualche ragione il sapore della pozione arcaica si è sinesteticamente diffuso intorno a me, facendomi rinunciare ad ogni velleità logica ed ai miei desideri evacuativi, così lo assecondo più o meno inconsapevolmente: “in cosa consisterebbe questo “Tubo”?”. “Il Tubo è una delle ultime prove fondanti dell'incontrovertibilità del Libro – NB traduzione di Martin Luther -, consiste in una struttura cilindrica cava che ospita la diffusione di determinati liquidi.”. Io ci sono, ma non ci sono, capisco benissimo che il tizio è un disadattato, ma mi affido al suo delirio, anche perchè contraddirlo equivarrebbe a perdere il senno, così incrocio le mani dietro la schiena e continuo: “in sé è un'invenzione geniale, di quali liquidi accoglie il flusso?”. “Qualsiasi liquido che permetta alla Storia di avere ragione sulle nebbie ideologiche. Cosa crede che bevesse Gorbachev? Vino tunisino. E i giovani insorti, i dissidenti? Vino tunisino. Le lascio immaginare perchè la narrativa sul Graal si sia esaurita non appena il Progresso abbia raggiunto il punto necessario per attivare lo sviluppo del Tubo.”. Quella “T” maiuscola risuona nel mio intestino, che d'improvviso cede dando il via libera ad un flusso potentissimo di merda, la blietzkrieg è totale, e l'ampolla rettale si colma in una frazione di secondo, mentre i muscoli delle natiche sono l'ultimo baluardo difensivo. Mi congedo dal SuperMario di Bavaria deciso più che mai a trovare da solo la latrina, ma il vero problema è che mi si prospetta un'unica possibilità di trovarla, cioè in un capanno aldilà di un piccolo guado. Non riesco a contemplare l'ipotesi di farmela addosso quindi avanzo e forte di un'indifferenza automica a me estranea, mi immergo in due passi, fino allo stomaco. L'acqua è ghiacciata e il tormento inenarrabile, ma quantomeno il freddo contrae le mie membra supportando la causa. Alla mia destra galleggia una capra morta, con il ventre gonfissimo. Metto un piede su una grossa pietra mal equilibrata, questa ne muove altre e genera una leggerissima folata di corrente. La capra mi è sospinta contro e disgustato le tiro un cazzotto fortissimo nello stomaco, dove la pelle è tesissima per l'elevata pressione di liquidi e gas, i quali trovano sbocco facile dallo sfintere dell'animale. Una sinfonia di bolle, rumorosissime, riempie l'acqua. La temperatura del piccolo torrente inizia a mutare riscaldandosi rapidamente ed io devo sbrigarmi perchè inizia a scottare. Sono fuori prima che inizi a bollire. Fortunatamente stavolta è l'attivazione del sistema simpatico, attraverso una corsa disperata, a salvarmi. Giungo alla capanna e tiro un calcio nella porta, sfondandola. Il mio sollievo è castrato in un attimo, perchè trovo un tizio seduto sulla latrina; è vestito con una tunica bianca, che tiene su arrotolata nelle giunture delle braccia, tenendo un libro su, dritto, che gli copre il volto. Il titolo sulla copertina è “Das Libro”. Dirige lo sguardo su di me e fa “Oh! Ciao”, poi sgancia una bomba di merda dal fragore immane, la potenza del tratto finale del suo apparato digerente è tale che, alleatasi con la forza di gravità, il tonfo è grave e sordo, e non si confonde con il rumore dell'acqua, che risulta miseramente sconfitta secondo Archimede. Un movimento del sopracciglio del tizio tradisce un evento fatale: il tuffo non è perfetto e la massa d'acqua che reagisce verso l'alto lo colpisce in pieno. “Uno schizzo, il ritorno del rimosso”, mi dice. Io vorrei solo farla lì, e lo invito a sbrigarsi, facendogli notare la sua conquistata libertà. Ma non mi ascolta, ignora l'evidenza del mio dolore e piuttosto mi fa una proposta assurda: “Sono Architetto, ha bisogno?”. Urlo in preda alla disperazione: “non costruirai alcuna casa!”, e gli tiro un destro di Canelliana intensità. Contemporaneamente, sbatto con la testa verso l'indietro, su una parete di legno e sono io ad essere seduto sulla latrina. Libero e stravolto. Il tempo di ultimare le mie pratiche con le pagine del Libro e mi dirigo nuovamente al pub, riuscendo ad evitare il torrente. Mi siedo, trovo un tizio biondo, dice di chiamarsi Andy, che mi fa: “dì un po', ti ricordi quella volta in cui eravamo in quel pub e alla quinta pinta ti è venuto da cagare?”
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.
Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.
L'altra notte mi sono svegliata alle quattro del mattino, di soprassalto. Sudata.
Avevo dimenticato di scrivere su Superzeta che insegno.
Caspiterina!
E ora come faccio?
(Uhm, vediamo...ci penso).
Ah, sì, ho trovato: lo scrivo due volte domani, una volta in quel topic là e un'altra in quell'altro lì, no, non quello delle vecchiette completamente rifatte.
Sì Sì, farò così.
Uhm.
Quanta sacrosanta perplessità mi affligge.
(Ma che faccio, mi alzo e lo scrivo adesso?)
(Oblomov cosa avrebbe fatto al mio posto?)
(Niente, resto coricata, lo scrivo domani, sì sì)
Sono incredibile, ho sempre queste idee brillanti. Una vera maestra.
La peggiore notte della peggiore vita di Lonewollfs.
Oggi giornata del cazzo al lavoro, una di quelle giornate che starei attaccato tuttilgiorno alla sedia come un fottutissimo geco attaccato al muro. Bevo un caffè alla velocità della luce e sono ancora le dieci meno dieci, che fa zero.
Mi risveglio piano piano dall'intorpidimento della sera prima, quella doccia mi era andata di traverso, essendosi rotto il box e avendolo sostituito con una tendina sottile come le gambe di una ballerina di danza classica. La doccia peggiore della mia vita, cristosantissimo. Con quella cazzo di tendina che mi si attaccava tutta addosso, sulle gambe, sulle chiappe, sulle spalle affrescate di libidine. Come a volerti staccare la pelle dal corpo. (E che corpo)
Tuttimodi, alle dieci e diciotto, entra una patacca niente male, sarà una mangiafieno, come minimo. Sì, perché lo stacco di gamba è notevole, e di certo non si può dire che sia una pecorella o una capretta o una maledetta bisontina dell'altro continente. É una cavalla, purosangue.
Araba da corsa col pelame che odora di austero misticismo mescolato ad ampie praterie incontaminate. Sesso. Pentola. Mi fa ribollire il sangue e le palle che in confronto le patate che si muovono dentro una pentola di acqua bollente sono robetta ridicola per lettori di Topolino.
Il lupo decide che è ora di scolare e pelare ste patate. E fare una bella insalatona.
La topina guarda attentamente un piatto e mi chiede “ma è roba che se cade poi si rompe?”
“Sì” le rispondo, facendo scivolare lentamente ma con decisione la camicia.
Resto in canottiera.
La topina ride e mi fa: “Possiamo bere qualcosa fino a perdere i sensi?”
Sì, baby.
Il lupo non se lo fa ripetere due volte e alla parola perdere e già al pub con la bella mangiafieno a sfasciarsi le budella.
Piove e fa un freddo boia, “cazzo” mi dico, “dobbiamo andare a da me”.
Dico alla topina se vuol venire a vedere la collezione di tendine per doccia che ho a casa. Lei sorride, la maialina ha già capito dove voglio andare a parare.
Ci incamminiamo sotto una pioggia che dio la manda, io le riparo i capelli color oro tenendole la camicia sulla testa. Ma la camicia è di seta purissima e i capelli le si bagnano lo stesso.
Nella testa mi frulla solo una cosa. Sesso. Sesso. Topina. Lupo. Sono quattro cose per la verità e due di esse sono uguali. Facciamo tre allora.
In quattro e quattr'otto (ed è già la terza operazione matematica che faccio oggi) siamo nella tana del lupo. Le verso un altro drink e la stallona invece di bere che va a combinare? Si spoglia e fruga dietro le mie spalle. E poi ancora giù e più giù ancora. Ha una faccia da puledra libidinosa. All'improvviso però la tipa si ammoscia, fino a spegnersi del tutto.
Vuoi vedere che sta zoccola non c'ha più voglia di farsi stanare nella tana dello stanatore?
Sesso.
Ses.
Se.
Cazzo le prende a 'sta qua?
Le sollevo il mento con due dita e le dico “ehi baby tutto bene?”.
(Pensando “sesso” tra me e me).
Lei mi guarda con una faccia da sciacalla che non ha trovato la sua preda e mi fa “eh veramente non trovo il tuo culo”.
Panico e disperazione.
'Sta cazzo di nottata va sempre più a fottutissime puttane.
Metto le mani sotto la schiena, dietro. Mi frugo tutto quanto. Cerco ben benino.
Ma porca zozza.
Niente.
Mi è sparito il culo.
Il tempo di svenire e riprendere i sensi che quella va via.
Mi alzo tutto ammaccato e cerco di respirare col fiato.
Cristoddio, sono le quattro del mattino e mi ritrovo solo, sullo strafottutissimo divano, senza culo.
Bòn, ormai è andata e non mi resta da fare che cercare di dormire almeno un paio d'ore, così decido di andare prima in bagno a fare una doccia ristoratrice.
Cazzo.
La sfiga a volte ti si inchioda addosso come una zecca assetata di sangue.
Vado per spostare la tendina e che cosa ci ritrovo attaccato?
Il mio culo.
E la topina cavallesca non mi ha lasciato manco il suo numero.
Tuttimodi, domani faccio rimettere il box.
Apache side ieri tenevo voglia di vomitare che avevo bevuto troppo ma i gabinetti del locale tutti occupati e allora sfondato porta e vomitato su un tizio che cacava - sbagliato ma dato anche un pugno - non potevo rischiare arrivo polizia io non a posto con documenti
Filippotto side appena vomitato su un tizio che cacava tutti i bagni erano occupati e gli ho dato anche un pugno prima che me lo dava lui ottimo locale consigliato .
Nik side Io invece ero a Pattaya in un gogobar...ma avevo apena bevuto un liquore a base di cavolfiore che avevo portao con me dalla cina che mi aveva lasciato uan ragazza che un giorno era entrata per sabglio a casa mia e solo dopo che era anadta via 3 giorni dopo mis ono accorto che era una ladyboy e sopratutto quello non era casa mia!!!
comuqnue...dovevo vomitare e tutti i bagni erano occupati...allora sfondo una porta e vomito su un tizio che stava cacando (era un olandese, mene sono accorto perchè ha bestemmiato in olandese e io conosco le bestemmie oladnesi perche avevo un amico olandese che un giorno gli ho scopato la ragazza e da quel giorno micerca per uccidermi e bestemmiando in olandese...) allora hp pensato che si trattasse di quel mio amico e preso dal panico gli ho dato unpugno e sono scappato via.
poi sono tornato in starada e a un certo punto una ragazza bellissima mi fa un cenno, penso: ha scelto me cazzo!!
e invece voleva solo dirmi che avevo del vomito sulle scarpe e allor aho dato un pugno anche a lei...
la peggiore notte della mia vita!!!
CianBellano ha scritto:Bravo bardamu, nik avrebbe dato qualche dettaglio in più ma hai reso bene l'idea
Lo so. Giuro che avrei potuto farmi prendere davvero la mano e scrivere un romanzo breve, ma poi ho pensato che era meglio farlo precedere da altri 2 utenti per evidenziare la differenza di lunghezza e per giustificare l'io invece.
@Nik: è un omaggio affettuoso, eh?
Hai ragione, è difficile scrivere ed essere creativi in thread in cui hanno si sono manifestati i Grandi Antichi.
Ispirato da questa tua, ho tentato anch'io. Il risultato non è granchè, ma la posto la stesso.
Arturo Bandini side
Vivevo a Los Angeles da pochi giorni e decisi di addentrarmi nei bassifondi della città.
Avevo bisogno di ispirazione per scrivere qualcosa! Non potevo continuare a scrivere della mia famiglia e del Colorado e di muratori terroni italiani.
E' in questi bassifondi che si nascondeva la gente più vera, genuina, gente con esperienze da raccontare se solo avesse saputo scrivere.
Io sapevo scrivere ma avevo bisogno di esperienze da raccontare.
Entrai in un bar che sembrava abbastanza sporco e lugubre.
Tutti i clienti avevano facce da duri, facce vissute, piene di rughe e cicatrici. Ogni ruga era una poesia, ogni cicatrice un racconto.
Ma anche io ero un duro.
Entrai a testa alta, petto in fuori, grattandomi distrattamente una spalla per gonfiare il bicipite.
Sedetti al bancone e con disinvoltura dissi:
"Dammi un cicchetto, amico."
Il barista non ne fu affatto impressionato, rispose:
"Non abbiamo latte qui, ragazzo."
Il locale risuonò di grasse risate.
"Ehi, guardate questo poppante! Vuole un cicchetto!"
"Dagli un'orzata, Fred."
In fondo questa gente vissuta non era poi così genuina, probabilmente avevo sbagliato bar.
Presi una moneta e la sbattei sul banco.
"Dammi il liquore più forte che hai, e dammelo doppio."
Lui prese la moneta e la guardò così a lungo da offendermi, poi versò del liquore in un bicchiere e me lo porse.
Una volta, da bambino, avevo bevuto dell'inchiostro per sbaglio.
Il sapore era lo stesso, ma questo bruciava. E' così che immaginavo il liquido che potrebbe uscire da una fontanella all'inferno.
Riuscii comunque a mantenere la calma e dissi:
"Buon uomo, c'è un cesso in questo cesso di locale?"
Ma la mia voce sembrava giungere da molto lontano, dal Colorado probabilmente.
Il barista fece un cenno, io mi alzai e mi diressi in quella direzione con ostentata lentezza.
Aprire la porta del bagno e vomitare fu un tutt'uno, tant'è che non mi accorsi che il bagno era già occupato da un tizio seduto e con un libro tra le mani.
Ricordo perfettamente il titolo del libro:
"Le disgrazie di Sherlock Holmes"
Non ricordo purtroppo la faccia del tizio, ed è un vero peccato perchè era una situazione molto intima: vomitare su un uomo seduto a espletare le sue funzioni corporali dovrebbe portare due persone a legare per la vita, essere come fratelli di sangue.
Ma ormai ero disincantato riguardo a questa gente dei bassifondi, gente vuota dentro e con molti pregiudizi.
Sicuramente non avrebbe compreso queste mie alte riflessioni, anzi, probabilmente mi avrebbe anche preso a pugni. Così lo anticipai e gli mollai un bel cazzotto sul naso.
Tornai nel locale barcollando e mi avviai verso l'uscita facendo un cenno di saluto con la testa.
Riuscii appena a svoltare l'angolo e poi crollai svenuto nel vicolo.
Fui svegliato la mattina dopo da una donna che dava da mangiare ai gatti e che mi diede del vagabondo ubriacone. A me, Arturo Bandini!
Dannata gente dei bassifondi, la notte peggiore della mia vita!
Ma almeno avevo un'esperienza da raccontare.
Fregene - Nella serata di ieri, gli uomini della squadra mobile della Polizia di Stato di Fregene hanno arrestato una coppia di cinesi che gestiva un locale in cui si praticavano attività di prostituzione a tema fetish omosex.
Tutto è partito dalla denuncia di un turista tedesco che sofferente di colite era entrato nel locale "Goushioutu" per usufruire dei servizi.
Dopo pochi minuti l'uomo veniva raggiunto da un altro avventore che spalancata la porta del bagno iniziava a vomitare addosso al malcapitato. Dopo la sorpresa iniziale e la richiesta di spiegazioni, il cittadino tedesco veniva anche colpito con un pugno.
L'aggressore è ancora ricercato.
Sapete per caso come si lava il vomito?
Rimedi per un occhio nero?
Secondo voi chi mi ha messo la purga nel jagermeister?
Migliore marca di cardini per le porte del cesso?
Come si dice in inglese "occupato"?
buona domanda: come si dce in inglese che il cessp è occupato?