Un colpo accidentale puó partire, basta commettere l'errore di tenere il dito sul grilletto, forse teneva l'arma diretta verso di loro....boh, sembrerebbe un po' improbabile e poco credibile, peró mi sembra ancora meno credibile che abbia volontariamente sparato per colpire qualcuno di loro, mi ricorda un po' il pazzo di turno che un bel momento prende il fucile e comincia a sparare ai passanti dalla finestra di casa
I miei due centesimi sul caso in questione (Sandri).
La mia teoria in quel caso, sta a dimostrazione di quanto le ultime persone legittimate a usare le armi nel nostro BelPaese, dovrebbero essere proprio le forze armate.
La beretta modello 9 in calibro 9mm parabellum, adottata dalle nostre forze armate, e' caricata con proiettili a specifiche norme NATO, cosa questa rilevabile dall'apposizione della sigla sul fondello del bossolo.
Il caricamento NATO e' notoriamente piuttosto vivace, per garantire il funzionamento del proiettile anche in armi automatiche leggere (mitragliette per esempio). Cio' significa che il cal 9mm nato e' piu' potente diciamo come velocita', rinculo e rilevamento rispetto ai comuni 9mm x 21 (caricamento civile del 9).
Questo e' quanto sul proiettile.
Per quanto riguarda l'arma da fianco, al 90 percento se l'utilizzatore non ha istruzioni specifiche da parte del comando, in Italia viene portata in CONDIZIONE TRE, vuole dire con il cane abbattuto su una camera di cartuccia vuota. Cio' vuol dire senza il colpo in canna, per usare il linguaggio comune.
Cio' significa che l'agente quando ha estratto l'arma ha dovuto SCARRELLARE PER INSERIRE IL COLPO IN CANNA.
Quindi il tiro diciamo cosi' per impulso difensivo e' impossibile da addurre a giustificazione.
La beretta modello 9 e' un arma estremamente precisa, ma dalla pessima ergonomia, e dalle ancora piu' pessime mire metalliche, cosa questa che, a meno di trovare operatori tremendamente addestrati, da una percentuale di tiri messi a segni notoriamente piuttosto bassa.
La distanza di tiro, non me la ricordo, ma visto che gli agenti erano su un rialzo dall'altra parte della strada, la valuto in minimo 50 metri.
Fatte queste premesse, vorrei smontare immediatamente la tesi per cui il colpo sia stato esploso VOLONTARIAMENTE all'indirizzo del ragazzo in questione.
Semplicemente perche' farlo volontariamente avrebbe presupposto un' addestramento tale e tanto, da far si che l'operatore si sarebbe reso conto se era il caso di esploderlo o meno. E non e' stato quello assolutamente il caso.
Inoltre, l'agente di polizia non mi risulta fosse un eccellente tiratore.
Se ho smontato la tesi del colpo volontario, vorrei montare la tesi dell'emerita testa di cazzo.
Io ritengo altamente plausibile che l'agente, vista un po' di maretta nel grill sull'altro lato della strada, abbia, in un impeto di pressapochismo macista, deciso di esplodere un colpo d'arma da fuoco, in direzione generica della zona, per giustificare un verbale di cui arrogarsi il merito successivamente, a prezzo ridotto per la propria incolumita'.
La morte del ragazzo e' stato un evento accidentale, ma derivante da un imperizia, uno scarso senso del dovere e un imprecisione tali , da risultare criminali e punibili QUANTO E PIU' CHE SE SI FOSSE TRATTATO DI OMICIDIO INTENZIONALE.
La disciplina delle armi non ammette scusanti. Ogni colpo esploso e' responsabilita' di chi lo esplode.
Con questo mio intervento voglio FORTEMENTE contrastare l'affermazione "IL COLPO ACCIDENTALE PUO' PARTIRE".
E' una tragica cazzata. O meglio il colpo accidentale lo giustifico nello stress di guerra (vedi caso Giuliani). Ma non assolutamente nel maneggio armi.
Se voi poteste essere addentro come lo son io nelle metodiche tattiche della polizia e carabinieri, sareste veramente, veramente tristi..