Mavco Pizellonio ha scritto:Copio e incollo quanto scritto altrove:
Sono d'accordo con Luttazzi e col principio della dittatura della risata. L'unico criterio valido è quello della risata: se una cosa fa ridere, non bisogna aver paura di dirla. Si puó essere ideologicamente o moralmente spaventati da certi argomenti, si puó non condividerli. Ma se una cosa fa ridere, se una battuta che puoi anche ritenere "blasfema" ti fa ridere a pensarla, devi lasciare che questa pulsione inconscia, grazie al meccanismo comico, raggiunga la coscienza beffando il controllo del Super-io. Il che si potrebbe riassumere con "la risata ha sempre ragione".
Lasciate da parte il buon gusto, che non vuol dire niente (oppure potete smentirmi, e definire il buon gusto).
Credo che possa esistere un "luogo", un momento, in cui la battuta esiste per sè, al di là del bene e del male. Questo non ha nulla a che vedere con le convinzioni di chi si esprime. Se vogliamo è una questione vecchia quanto la letteratura. Investe anche (ma qui forse parto per la tangente) la già discussa differenza fra cosa e rappresentazione (che tanto scandalizzó Sigile, of course).
E poi, lo avranno già fatto notare: la "nostra" pam.
Cazzo, è un'idea geniale! fa ridere! farebbe tanto ridere se non fosse legata al suo contrario, cioè a una cosa che fa orrore? e ancora, siamo cittadini ed esseri umani insensibili?
Si, ma solo rispetto ad un'idea di sensibilità irreale, sigiliana, ingenua.
Stiamo parlando di ció che ci fa ridere. Ció che riteniamo giusto, qui, non c'entra niente. La prima cosa non la possiamo controllare (tentare di farlo, o peggio tentare di controllare quella degli altri, è roba da "Sigile dittatrice perpetua"), la seconda è frutto di una riflessione.
Samuel Beckett riteneva che la frase più importante del suo "Finale di partita" fosse: non c'è niente di più divertente della sofferenza umana
Stanlio (o il vostro amico) che cade, e si fa male (molto male? molto male) fa ridere, e non c'è un cazzo da fare. Siete dei cinici bastardi? ma no (o almeno, non solo)! eccovi un attimo dopo lì a soccorrere il vostro amico. Una storia di corna particolarmente complessa e grottesca: "che cosa orribile trovarsi in una situazione simile", dite ridendo con le lacrime agli occhi. E lo sapete bene quanto si soffre in quelle situazioni. Anzi, è proprio perchè lo sapete bene che ridete.
Perchè in fondo, forse, è questo un particolare indispensabile. Che ció di cui si ride riguarda tutti. Noi scherziamo sulla morte, altri si accaniscono contro questa mancanza di "buon gusto". Hanno il diritto di "offendersi"? non so, direi di no. In fondo, ridiamo perchè la morte ci riguarda tutti. Cazzo, morire terrorizza tutti noi, ma è proprio per questo che ne ridiamo. Se no, di questo sono sicuro, non sarebbe divertente.
Ora mi aspetto che qualcuno mi sottoponga le peggiori atrocità per poi chiedermi se fa ridere.
Ognuno ha il proprio personalissimo concetto di ció che è buono o cattivo gusto (si spera), quindi è ovviamente impossibile darne una definizione assoluta; l'esigenza di capire cosa possa o non possa risultare gradevole o offensivo per gli altri deriva dalla volontà - individuale - di relazionarsi con il prossimo ed ottenere la reazione desiderata, di approvazione, disapprovazione, choc, dire, fare, baciare.
Saper prevedere l'impatto emotivo sulle folle del proprio gesto - e la reazione più o meno conseguente - è un'abilità , padroneggiata dai grandi maestri della comunicazione, da D'Annunzio ad Elio.
Io ho sempre molto apprezzato le persone che riescono ad adattare il proprio linguaggio - anche artistico - al contesto ed al pubblico al quale si rapportano; questo atteggiamento riflette, a mio giudizio, la volontà di essere capiti e diffondere dei contenuti effettivi, piuttosto che di attrarre soltanto l'attenzione su di sè con comportamenti intenzionalmente clamorosi.
Quindi, riavvicinandoci al topic, non credo che il problema sia quello di censurare questa o quell'altra immagine, quanto quello di capire quali possano recare fastidio o disgusto a molte delle persone che le vedranno, anche - e soprattutto - incidentalmente, come normalmente accade per le foto usate per gli avatar; una cosa ben diversa è un thread specifico dedicato a un tema qualsiasi, cui chiunque puó decidere liberamente di accostarsi o meno.
Uno dei parametri essenziali utilizzati per capire cosa possa o meno offendere il "pudore" - penalmente parlando - è quello dello "scandalo" suscitato negli astanti, per cui, ad esempio, puó essere considerato penalmente rilevante il topless in una piscina comunale e non la doppia vaginale in un club privè.