quanto ai comunisti caro mio dal 43 a oggi nel nostro paese c'è chi auspica il male dell'occidente bianco ( pochi cazzi la storia è storia ) e la caduta di moska ( dove c'erano i "komunisti" veri ) a solo mutato le cose... chiunque combatta questi individui è e sarà sempre mio alleato a prescindere da quanto possa condividere nel dettaglio la sua ideologia ( che nel caso specifico del catto-neofascismo NON CONDIVIDO )
direi che non ho lasciato spazio di interpretazione sulle mie posizioni no?
disclaimer
non reputo nemica dell'occidente ogni forma di "progressismo di sinistra" sia chiaro... solo chi nega le fondamenta del potere occidentale ( capitalismo militarismo imperialismo gerarchia sociale potere bianco )
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
Alan Moore the killing joke
majestic ha scritto:A me, sinceramente il ban di Dick Fotta non dispiace, non fosse altro per i suoi post razzisti, il resto, le belle parolone di Berlino (non ci ho capito gran chè, ma io sono ignorante) ed anche Suser, (un razzista è un razzista e basta).
Scomparendo dal forum non scompare dalla società .
e mi sa che pure questo tornera' d'attualita' dati i tristi avvenimenti di cronaca
Chi caga sotto 'a neve, pure si fa 'a buca e poi 'a copre, quando 'a neve se scioje 'a mmerda vie' sempre fori.
In versione audio special thanks to Nik978:
http://www.hokutoaudioteca.it/film_nut_1i/delitto%20a%20porta%20romana/caga.wav
Turchia,assassinato prete italiano
Ucciso da un ragazzo fuori dalla chiesa
Un sacerdote italiano è stato ucciso nella sua chiesa a Trabzon, città portuale turca sul Mar Nero. Lo ha confermato monsignor Luigi Padovese, vescovo titolare del vicariato di Anatolia. La polizia ha annunciato che è sulle tracce di un 16enne. Non è chiaro se l'uccisione è da ricondurre alla protesta sulle vignette satiriche. Il prete assassinato si chiamava don Andrea Santoro ed era di Roma.
Don Santoro è stato assassinato mentre era intento a pregare. Secondo il vicariato si è trattato di un "omicidio premeditato". Secondo monsignor Padovese il prete è stato ucciso da un solo proiettile che lo ha colpito al cuore.
La polizia ha bloccato l'accesso che porta alla chiesta di "Santa Maria del diciannovesimo secolo" di Trabzon. Contrariamente a quanto riferito inizialmente, la polizia non ha effettuato alcun arresto ma è sulle tracce di un ragazzo che secondo testimoni ha commesso l'omicidio. Al momento si ignora il movente del gesto e non è possibile determinare se sia legato alla rabbia scatenata nei Paesi musulmani per la pubblicazione delle caricature del profeta Maometto.
L'assassino era fanatico: "Ha gridato Allah-o-akbar"
"Non abbiamo tanti elementi in mano per arrivare ad una interpretazione certa" tuttavia "l'unico elemento che mi è stato riferito dal collaboratore di don Andrea Santoro è che chi lo ha ucciso o entrando o uscendo dalla chiesa ha gridato 'Allah-o-Akbar"'. A riferirlo è stato il nunzio apostolico in Turchia, monsignor Antonio Lucibello, dopo aver appreso l'elemento direttamente dai testimoni.
Chi caga sotto 'a neve, pure si fa 'a buca e poi 'a copre, quando 'a neve se scioje 'a mmerda vie' sempre fori.
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Quel pericolo dall'est turco
Marco Guidi da Il Messaggero
Un sacerdote cattolico, don Andrea Santoro, assassinato a Trabzon (Trebisonda), antica città greca sul Mar Nero, dalla metà degli anni Venti del secolo scorso abitata esclusivamente da turchi musulmani. Un giovanissimo, forse un sedicenne, ricercato dalla polizia. Non è da escludere per le modalità dell'omicidio e per l'età del presunto assassino un collegamento con la vicenda delle vignette sul profeta Maometto, che sta ormai diventando il pretesto per una guerra di religione. Un pretesto che sta facendo presa dalla Siria al Libano, dall'Indonesia alla Turchia.
Un Paese dove i cristiani, ortodossi, cattolici, armeni e protestanti sono una sparuta minoranza (più o meno l'uno per cento) di una popolazione islamica. Fino ad ora le manifestazioni che anche in Turchia si sono tenute per protestare contro le vignette erano state, tutto sommato, moderate. Niente a che fare con gli assalti alle ambasciate di Siria, Libano e Indonesia. Anche perchè l'Islà m turco sunnita, di scuola hanafita (la più moderata delle quattro scuole sunnite), è la maggioranza nel Paese ma non rappresenta la totalità della popolazione. Anzi bisogna considerare i 13 milioni circa di alevi, sciiti molto particolari, per nulla fanatici, gente che considera uomini e donne assolutamente uguali, che non prega in moschea e da sempre vota a sinistra. E poi ci sono gli oltre dieci milioni di curdi, spesso del tutto laici e comunque diversi dai turchi. Insomma l'Islà m turco non solo è variegato ma è al 90 per cento moderato.
Da anni, peró, una minoranza ha invece scelto la via della violenza e del terrorismo. Negli anni scorsi polizia ed esercito turco hanno sgominato una organizzazione autodefinitasi degli Hezbollah, autrice di tanti attentati e di una serie impressionante di omicidi molti dei quali ai danni di intellettuali progressisti, femministe, laici. Esiste poi una piccola ma combattiva organizzazione che fiancheggia Al Qaeda e alla quale sono stati imputati gli attentati di un anno e mezzo fa contro la sinagoga e il consolato inglese di Istanbul. Insomma, soprattutto nel profondo Est del Paese (e Trabzon è nel profondo Est), allignano organizzazioni integraliste disponibili a usare la violenza. Resta ora da vedere come finirà questa brutta storia, quali saranno i risultati delle ricerche della polizia turca e quali saranno le prese di posizione del governo di Ankara. Governo che, ricordiamolo, è nelle mani del partito Akp, la formazione islamica del premier Taiyp Recep Erdogan. Certo che episodi come questo aumentano le riserve di chi si chiede se sia davvero il caso di far entrare in Europa un Paese di settanta milioni di musulmani.
Un Paese, non dimentichiamolo, cheha fatto molta strada verso leggi, istituzioni e costumi europei. Ma che ne ha ancora parecchi da compiere per raggiungere la sua meta. Ci sono ancora articoli del codice penale turco, come quello che riconosce come grave reato la diffamazione dello Stato, della storia, della nazione turca. Argomento che puó essere usato contro lo scrittore Orhan Pamuk che ammette il genocidio degli armeni o contro chi critica l'eccessiva ingerenza dei militari nella vita pubblica. Pamuk è stato prosciolto a furor d'Europa e i militari sono nella curiosa situazione di essere i veri garanti della laicità dello Stato da un lato e di essere osservati con sospetto dall'Unione europea dall'altro.
Ora che gli islamici di Erdogan sono al potere la presenza dei militari è divenuta meno invasiva ma resta pur sempre paradossalmente una garanzia di pluralismo e laicità . Intanto il partito islamico porta avanti battaglie, come quella dell'equiparazione delle scuole religiose con quelle pubbliche, come quella del velo che le donne tuttora non possono indossare nelle manifestazioni e negli uffici pubblici. Insomma la Turchia ha dimostrato, malgrado la presenza di un minoritario ma battagliero partito antieuropeo, di volersi adeguare ai canoni europei e sta compiendo immensi sforzi per farlo. Certo che episodi come quello di Trebisonda non contribuiscono a favorirla.
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Il Papa sia arrestato durante la visita in Turchia prevista per novembre. Lo chiede il direttorato generale per gli affari religiosi di Ankara (Diyanet), una sorta di commissione religiosa, che vigila sugli iman turchi. L'istituzione ha inoltrato al ministero della Giustizia una petizione contro le frasi di Benedetto XVI. Il Papa, secondo la Dyanet, avrebbe violato le leggi sulla libertà di credo e di pensiero.
Secondo l'agenzia di stampa Anadolu, nella domanda si chiede che il ministero apra un'inchiesta sulle affermazioni del Pontefice e lo arresti durante la sua visita dal 28 al 30 novembre. Il capo d'imputazione per il Santo Padre, secondo la Diyanet, sarebbe la violazione delle leggi turche su libertà di credo e pensiero, "insultando" l'Islam e il profeta Maometto.
L'episodio non è tuttavia isolato. Già in passato, singoli cittadini o organizzazioni turche erano ricorsi alla legge contro leader internazionali di cui disapprovavano le azioni. Finora, peró, queste iniziative non hanno mai prodotto risultati significativi.
Anche il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan si era unito all'ondata di polemiche suscitate dalla lectio magistralis di Papa Ratzinger a Ratisbona. Erdogan aveva espresso il dissapunto del governo per le parole del Pontefice, ma aveva precisato che la visita di Benedetto XVI si sarebbe svolta secondo i programmi. Critico era stato pure lo stesso Alì Bardakoglu, a capo del Diyanet (che provvede a scrivere i sermoni di tutti gli iman turchi e gestisce anche le attività dei leader religiosi turchi che si trovano all'estero). Ma alla riprovazione ha fatto seguire anche l'iniziativa per portare direttamente il Papa in tribunale.
Chi caga sotto 'a neve, pure si fa 'a buca e poi 'a copre, quando 'a neve se scioje 'a mmerda vie' sempre fori.
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"TUTTE LE CREATURE GUARDANO IN BASSO VERSO LA TERRA,MA ALL UOMO E'STATO DATO UN VOLTO AFFINCHE POSSA RIVOLGERE GLI OCCHI ALLE STELLE E LO SGUARDO AL CIELO"
